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Autore: Glirnardir    15/03/2013    1 recensioni
Ecco come ebbe luogo la famosa congiura degli amici di Frodo.
Lavoro in corso.
Questa storia non è mia. Io l'ho semplicemente tradotta per farvi conoscere la meravigliosa autrice Dreamflower. Per chi fosse interessato alla versione originale, la trovate http://www.storiesofarda.com/chapterlistview.asp?SID=1707
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Merry, Pipino, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.T.: Questa storia non è mia. Io l'ho semplicemente tradotta per farvi conoscere la meravigliosa autrice Dreamflower. Per chi fosse interessato alla versione originale, la trovate qui: http://www.storiesofarda.com/chapterlistview.asp?SID=1707
 

CAPITOLO I

     Pipino Tuc era adirato, perplesso e curioso; una combinazione pericolosa.
     Aspettava da tempo l’arrivo di numerosi parenti ai Grandi Smial, in occasione dei festeggiamenti per la nascita della seconda figlia di sua sorella Pimpernel. Non vedeva suo cugino Merry da settimane, e suo cugino Frodo da un paio di mesi.
     Ma questi ultimi si trovavano lì ormai da due giorni, e Pipino non aveva ancora avuto modo di fare una chiacchierata in privato con Merry; era come se il cugino Brandibuck lo stesse evitando. E quando la mattina era uscito a fare quattro passi con il cugino Baggins, aveva notato che Frodo era distratto e pensoso. Continuava a fermarsi per accarezzare gli alberi, e ad un certo punto, osservando il panorama dalle Verdi Colline, aveva mormorato: “Chissà se guarderò mai più questa valle,” un’affermazione che Pipino trovava strana e preoccupante. Insomma… più strana del consueto per Frodo, in ogni caso. Un’orrenda sensazione aveva incominciato a ribollirgli nello stomaco.
     Ma non per niente era un Tuc. Nessuno poteva superare i Tuc in quanto a scaltrezza o determinazione, il che spiegava il motivo per il quale Pipino si nascondeva sotto la finestra della camera di Merry, intento a origliare casomai fosse stato detto qualcosa d’interessante.
     “Vigilerai tu su di lui, vero, Grassotto?” La voce di Merry era mesta e malinconica.
     “Merry, stai scherzando, spero!” A giudicare dal suo tono di voce, Grassotto Bolgeri sembrava più sbigottito che mai. “Pipino non mi trova nemmeno simpatico. Mi ritiene ottuso come una pozzanghera, e del tutto incapace a tirar fuori un’idea originale. Sono l’ultima persona al mondo dalla quale accetterebbe di farsi vigilare.”
     Dal suo punto di vista dietro un cespuglio, Pipino sollevò le sopracciglia. Non aveva idea che Grassotto fosse così intelligente da conoscere l’opinione che aveva di lui, per giunta così accuratamente.
     La voce di Merry si avvicinò alla finestra, e Pipino si rannicchiò maggiormente.
     “So che Pip non me lo perdonerà mai. Sto per infrangere ogni genere di promessa.” La voce di Merry si ruppe, e Pipino capì che era sull’orlo del pianto. Si sarebbe sentito in pena per lui, ma in quel momento era troppo infastidito - e troppo curioso.
     Grassotto mormorò qualcosa di inudibile, senza dubbio una frase che voleva essere rassicurante.
     “È solo che non avrei mai pensato di dover scegliere fra loro due. Ma non posso lasciare che Frodo vada incontro a un simile rischio senza avermi al suo fianco, e non posso permettere che Pip vada incontro a un simile rischio al mio fianco.”
     E allora capì.
     Tutto si spiegava: gli sguardi, le allusioni, i silenzi improvvisi, gli imbarazzati cambi d’argomento…
     Di nuovo la voce di Grassotto. “Cosa ti fa pensare che Frodo non tenga a te esattamente come tu tieni a Pip? Non vorrà farsi accompagnare da te per lo stesso motivo.” L’opinione di Pipino sull’intelligenza di Grassotto si alzò di un’altra tacca.
     “Certo che non vorrà,” fu la risposta di Merry. Sembrava terribilmente afflitto. Ben gli stava. “Perché altrimenti dovrei strisciargli dietro a questo modo, come una spia? Aspetterò che sia quasi pronto ad andarsene, e poi troverò modo di dirglielo, non di chiederglielo. E se questo non servirà a niente, dovrò pedinarlo fin quando lui e Sam non saranno ormai troppo lontani per potermi rispedire indietro.”
     Sembrava un ottimo piano, pensò Pipino; lui però avrebbe dovuto spiare sia Frodo sia Merry. Comunque aveva già scoperto una cosa. In quell’affare era coinvolto anche il giardiniere di Frodo, Samvise Gamgee.
     “Be’, mi farà piacere darti una mano per quanto riguarda lo strisciar dietro e lo spiare, e magari anche nel pianificare una eventuale fuga. Ma ciò nonostante, sono contento che tu non mi chieda di venirti appresso,” fece Grassotto con una risata mesta.
     “Oh, Grassotto, ma questo è proprio il motivo che mi spinge a cercare il tuo aiuto. So di non dovermi preoccupare che tu voglia venirmi appresso.” Anche Merry rise, ma in modo piuttosto forzato. “Anche a me non piace come stanno le cose. Questo non è il genere di avventura che ho sempre pensato di voler vivere. Ho paura, e anche parecchia. Tuttavia devo proteggere Frodo. Vorrei tanto che Pip lo potesse capire.”
     “Be’, tanto più lo eviterai tanto più s’insospettirà, Merry. Dovresti cercare di comportarti in modo più spontaneo quando c’è Pip nei paraggi; sarà anche giovane, ma sai bene che non è un’idiota, pur essendo un Tuc. E a proposito di comportarsi in modo spontaneo, non vorremo mica far tardi a pranzo, vero?”
     La risposta di Merry non fu udibile, poiché quest’ultimo si era allontanato dalla finestra, ma doveva essersi detto d’accordo con l’ultima osservazione, dal momento che Pipino poté udirli allontanarsi, aprire la porta e chiudersela alle spalle. Attese un secondo, quindi uscì da dietro il cespuglio e si diede una spolverata. A quanto pareva, Grassotto non era neanche lui un idiota, pur essendo un noioso vecchio Bolgeri. Fu questo a piantare nella mente di Pipino i semi di un’idea.
 
 
     Riuscì a individuare Merry nella grande sala da pranzo. Si trovava in un angolo, apparentemente impegnato in una conversazione con Folco Boffin, ma i suoi occhi erano fissi su Frodo, che se ne stava dall’altra parte a colmare d’affetto l’ultimo arrivo di Pimpernel, la piccola Alisso Boncorpi. In effetti lo sguardo di Merry pareva trafiggere Frodo, e Pipino si meravigliò che suo cugino non si rendesse conto di essere oggetto di una sì attenta osservazione.
     Pipino attraversò furtivamente la stanza, cercando di non farsi scorgere da Merry, e gli arrivò quatto quatto alle spalle. “Ciao Merry, ciao Folco.” Ebbe la soddisfazione di veder trasalire Merry. Sorrise tra sé e sé. Fintanto che fosse riuscito a precedere Merry di un passo, questo giochetto sarebbe stato divertente - e soprattutto perché lui sapeva di giocare, a differenza di Merry.
     “Pipino, da dove sei spuntato?”
     “Abito qui, ricordi? Sai, se non ti conoscessi bene, cugino, penserei che tu stia cercando di evitarmi.”
     Folco scoppiò a ridere. “Questa è buona! Ma se voi due siete pappa e ciccia. Lo sanno tutti.” Questa osservazione gli fruttò uno sguardo di rimprovero da parte di Merry, e uno infastidito di Pipino.
     “Pip, non ho la più pallida idea di che cosa te l’abbia fatto pensare.” Nessuno tranne Pipino, o forse Frodo, avrebbe notato il lieve incrinarsi della sua voce, o le troppe parole presenti nella risposta. Eh, sì, il cugino Merry aveva la coscienza sporca. Bene. E così tramava di strisciarsene via senza il suo Pip?
     Gli occhi di Merry deviarono nuovamente in direzione di Frodo, e questa volta Pipino si permise di seguire il suo sguardo. “Sai, Merry, stamattina sono stato a fare quattro passi con Frodo. E lui si comportava in modo decisamente strano.”
     “Come fai a dirlo?” disse Folco, sforzandosi di sembrare arguto. Questa volta ottenne due sguardi seccati, uno dal Tuc e uno dal Brandibuck. “Va bene! Va bene! Non sono desiderato.”
     Mentre Folco si allontanava risentito, domandandosi in quale modo potesse averli offesi, Merry si rivolse a Pipino. “Come sarebbe a dire ‘strano’?”
     “Non sembrava interessato a cantare, e nemmeno a rivolgermi la parola. Continuava a mormorare rivolto a se stesso, ripetendo frasi come: ‘Chissà se passerò mai più da queste parti,’ o ‘Rivedrò mai più questo posto?’. Non penserai mica che si senta male, vero?” Pipino spalancò gli occhi, fingendo preoccupazione, per poi volgere nuovamente il proprio sguardo su Frodo.
     “No, no, niente affatto,” gli assicurò Merry. “Sono assolutamente certo che non stia male.”
     “Oh, meno male, ero preoccupatissimo. Sai com’è fatto.” Beninteso, i due giovani hobbit avevano ripreso a fissare Frodo, che finalmente se ne accorse. Dall’altra estremità della stanza volse su di essi uno sguardo interrogativo.
     Pipino tornò a fissare il proprio sguardo su Merry. “Forse dovremmo cercare di ottenere un invito a Casa Baggins, prima che Frodo vada via.”
     Merry spalancò gli occhi in un momento di panico, ma la sua voce era calma. “Tu pensi?”
     “Ma sì, Merry. Ogni primavera trascorriamo qualche settimana a Casa Baggins, magari potremmo scoprire che cosa lo turba. Non credi che sia una buona idea?”
     “Sì - sì, hai perfettamente ragione, Pip. Ne parlerò con Frodo nel pomeriggio.”
     Pipino osservò il panico abbandonare gli occhi di Merry per lasciare posto alla meditazione. Ottimo, l’aveva in pugno. E una volta a Casa Baggins, avrebbe potuto tenerli d’occhio tutti e due in una sola volta.
  
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