E frughiamo nel nostro passato, ci chiediamo se continuare.
Suonano ancora le campane a morto, una madre piange.
É questa la giustizia?
E da qualche parte le persone muoiono, e altre fanno morire.
Allora lei vorrebbe buttarsi giù, e finire. Ali azzurre, capelli viola al vento, un occhio arancione e l'altro amaranto.
Vuole solo che tutto finisca, perché non c'è più giustizia. Vuole cadere negli abissi, in un ammasso di fiamme.
Pur di non veder più nulla lei vorrebbe morire. Trafitta dalla sua stessa spada, che una volta portava il bene.
Il vento le sferza il viso, le scompiglia i capelli e le devia le lacrime, che scorrono copiose ai lati degli occhi.
Che cosa buona, piena di valore questo mondo. Nemmeno lei può più fare nulla. Basterebbe un passo, e sarebbe tutto concluso.
Buttarsi in mezzo alla carrellata di proiettili di una guerra, a picco su uno strapiombo, oppure basterebbe andare a vivere in qualche paese dove il giorno dopo non é mai garantito,dove si sogna il domani.
Quel domani che certe volte toglie l'aria, che toglie la voglia di continuare, che opprime e altera la libertà.
Un grido di speranza é l'unica salvezza, unica certezza.
Certezza passata, cancellata dal male di tutto questo. E poi ti si riempie la testa, ti esplode. Piccole concitate morti dentro di te. E poi basta, vuoi solo finire, e mai più tornare.
Perché manca l'aria, e chi vive di ricordi pian piano verrà inghiottito dagli stessi, piccole lacrime di sangue che lasciano spazio al dolore.
Distrutti dall'interno dal dolore.
E lei si pugnala, si lascia andare, quasi senza vita, piangendo l'ultima lacrima e cadendo senz'anima nell'immensità del mare.