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Autore: AbbeyRoad_    15/03/2013    1 recensioni
Credo che l’amore sia una cosa inutile, a cosa serve? A far stare le male le persone? Io penso di si. Questa mattina ho pensato una cosa, se l’amore fa veramente stare così male le persone, allora io non vorrò mai amare nessuno. E’ per questo che ho deciso che donerò il mio amore solo ad una persona, adesso te la descrivo: L’uomo della mia vita dovrà essere moro, con i capelli ricci, un po’ lunghi, ma non troppo. Dovrà avere gli occhi verdi e magari anche le fossette sulle guance. La persona che amerò deve saper farmi ridere, deve saper cantare, no, non fraintendermi, non voglio che sia un cantate, voglio solamente che sappia cantare. Dovrà saper ruotare le frittelle in aria, dovrà guidare una macchina, ma anche una barca, dovrà saper prendersi cura dei miei figli e non abbandonarli, ma soprattutto vorrei che fosse intelligente, che non mi faccia mai soffrire e per ultimo vorrei che fosse dolce.
Sai perché ti ho descritto quest’uomo? Perché so che non esisterà mai… Non può esistere una persona intelligente, bella e con tutte queste qualità, quindi non ci sarà il pericolo che io mi innamori.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                        CAPITOLO PRMO



Avevo solamente 9 anni quando mio padre andò via di casa, lasciando me e mia madre sole.
Sapete, non è facile vivere senza una figura maschile nella propria vita, soprattutto quando si è così piccoli. “Forse da una parte è stato meglio così” continuavo a ripetermi, ma non era affatto vero, soffrivo molto la mancanza di mio padre. Era una cosa che non sopportavo, come puoi lasciare tua moglie così? Non pensava a me, a sua figlia? A quanto pare no, non si è mai più fatto vivo, neanche una telefonata per i miei seguenti compleanni, niente, sparito.
Sono sicura che per mia madre non sarà stato per niente facile, anche se non lo dava molto a vedere sapevo che soffriva molto, sarà stata davvero dura per lei dover ricominciare.
L’ultima volta che vidi mio padre è stato quel maledetto lunedì sera, ero seduta sulle scale, lo sentivo urlare contro mia madre, litigavano spesso, ma mai come quella volta. Era sera tardi ormai, non avevano ancora smesso di urlarsi a vicenda, fino a che non sentii pronunciare quelle parole: “Non ne posso più, quando torno a casa dal lavoro non fai altro che stressarmi. Forse ho sbagliato, credo di non essere all’altezza di portare avanti una famiglia.. io me ne vado, non penso di poter sopportare ancora questa situazione.” Queste furono le ultime parole che sentii di mio padre.
Corsi in camera mia e mi misi sotto le coperte. Credo che mio padre in quel momento era in camera sua a fare la valigia, perché la mattina dopo di lui non c’era neanche l’ombra. Fu dura per me superarla, avevo solo 9 anni, eppure avevo capito benissimo che mio padre non sarebbe mai più tornato.

Lo stesso giorno in cui mio padre se ne andò,  confessai a me stessa che non avrei mai voluto innamorarmi, tutti parlavano così bene dell’amore, ma a me da quello che avevo visto quella sera, mi sembrava solo un modo per soffrire ulteriormente. Il giorno seguente decisi si scrivere sul mio diario.

[Caro diario,
Sai, tra ieri e oggi sono successe molte cose. Papà è andato via, credo che non amava più la mamma… ma a me non ci ha pensato?
Credo che l’amore sia una cosa inutile, a cosa serve? A far stare le male le persone? Io penso di si, perché la mamma era molto innamorata di papà, ma guarda come soffre adesso, è brutto vederla così. Questa mattina ho pensato una cosa, se l’amore fa veramente stare così male le persone, allora io non vorrò mai amare nessuno. E’ per questo che ho deciso che donerò il mio amore solo ad una persona, adesso te la descrivo: L’uomo della mia vita dovrà essere moro, con i capelli ricci, un po’ lunghi, ma non troppo. Dovrà avere gli occhi verdi e magari anche le fossette sulle guance. La persona che amerò deve saper farmi ridere, deve saper cantare, no, non fraintendermi, non voglio che sia un cantate, voglio solamente che sappia cantare. Dovrà saper ruotare le frittelle in aria, dovrà guidare una macchina, ma anche una barca, dovrà saper prendersi cura dei miei figli e non abbandonarli, ma soprattutto vorrei che fosse intelligente, che non mi faccia mai soffrire e per ultimo vorrei che fosse dolce.
Sai perché ti ho descritto quest’uomo? Perché so che non esisterà mai… Non può esistere una persona intelligente, bella  e con tutte queste qualità, quindi non ci sarà il pericolo che io mi innamori, non voglio più soffrire, non vorrei che ad addolorarmi ci si mettesse anche l’amore, già provo dolore per  altre cose. Non voglio soffrire come sta facendo la mamma.. a me cerca di nasconderlo, ma alcune volte la sento piangere nella sua stanza..
Diario, credo sia ora che io vada a dormire. ]




8 ANNI DOPO

Era estate, faceva caldo quel giorno, lo ricordo molto bene;  Così, insieme alla mia amica Juno decidemmo di andare al mare. Non erano molti i giorni in cui faceva così caldo, non ostante fossimo in estate a Londra c’era sempre quel venticello fresco, che a me a dire la verità piaceva molto.
Juno era dentro l’acqua a rinfrescarsi, mentre io ero sdraiata su un telo a leggere, intenta a prendere un po’ di sole.
“Ehi Genny, posa quel libro e vieniti a fare un bagno. L’acqua è davvero bella!” Disse Juno sorridendomi.
“No, non mi va.. e poi l’acqua è troppo fredda.” Gli risposi senza distogliere lo sguardo dalle pagine.
Continuai a concentrarmi sulla lettura, senza badare a quello che succedesse intorno a me, fino a quando qualcuno non mi tolse il libro dalle mai. Dei raggi di luce mi arrivarono dritti in faccia, i quali mi provocarono molto fastidio agl’occhi.
“ E qui fa troppo caldo!” insisté con discrezione lei.
“ Ti concedo solo un tuffo, poi me ne ritorno qui.” Le dissi alzandomi dal telo.
“Beh, ameno sono riuscita a farti alzare.” Continuò

Appena toccai l’acqua, il mio corpo fu intento a fare uno o più passi indietro, era veramente fredda.  Nonostante ciò, decisi che una rinfrescata non mi avrebbe fatto male, così entrai molto lentamente. A differenza mia Juno già era immersa fino al collo.
 Stavo camminando per raggiungere la mia amica dove l’acqua si faceva un po più profonda, d’improvviso due ragazzi intenti a rincorrere una palla mi passarono davanti e mi schizzarono fino alla testa, proprio dove non volevo bagnarmi. Juno vedendo la scena scoppiò a ridere, la stavo uccidendo con lo sguardo.
“Scusami, non volevo schizzarti e penso che neanche io mio amico era intenzionato a farlo” Si scusò uno dei due ragazzi. Aveva dei capelli biondo cenere e degl’occhi azzurri, erano dello stesso colore del mare. Mi aveva fatto piacere ricevere delle scuse, almeno non erano dei maleducati.
“No, non ti preoccupare, non fa niente. Prima o poi mi sarei dovuta bagnare, sono in acqua.” Risposi io sorridendogli.  Volevo andare da Juno, ma il tizio continuava a fissarmi era immobile.
“Tutto bene?” chiesi con aria preoccupata.
“Eh? Sisi sto bene, comunque piacere Louis.” Ammiccò lui porgendomi una mano. Aveva qualcosa di strano quel ragazzo.
“Genny” dissi solamente stringendo la sua mano con un sorriso che  subito ricambiò. Mi guardava fisso negl’occhi, aveva uno sguardo da far paura, rischiavo di perdermi in quei due oceani.
“Adesso devo andare, il mio amico mi aspetta.  Ciao Genny!” Disse incamminandosi verso l’altro ragazzo.

                                                                                     ***

Dopo un pomeriggio straziante passato con Jenny che continuava a chiedermi del ragazzo che mi aveva schizzato, tornammo a casa. Ero veramente stanca, potrebbe non sembrare ma passare metà giornata al mare a me non mi rilassa per niente. Non avevo dato molto peso alla chiacchierata con il ragazzo, mi pare si chiamasse Louis, si Louis, molto probabilmente era stato uno dei tanti con cui ci parli una volta e poi non li rivedi per il resto della vita. Ma infondo a me che importava, non me lo dovevo mica sposare, è vero era un bel ragazzo, ma ero sicura che non lo avrei mai più rivisto.

Dopo la cena andai a farmi una doccia. Mi calmava molto stare sotto il getto caldo, era una delle cose che amavo di più, mi distaccava per quei pochi minuti da tutti i problemi che mi circondavano.
Asciugai i capelli e li raccolsi un una cipolla, poi infilai una magliettina di quelle che arrivano fino a metà coscia e andai a dormire. Mi addormentai ascoltando mia madre suonare il pianoforte, era una melodia incantevole. Lo suonava ogni sera, io con quel suono che rimbombava per tutta la casa mi sentivo protetta, mi era molto più facile prendere sonno.
  
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