15/03/2013
4 recensioniPersone, avvenimenti, luoghi e lombrichi raccontati in questa storia sono realmente non esistiti in questa porzione di spazio-tempo. Potrebbero dunque esistere in una realtà parallela. Se non apprezzerai tale racconto sei pregato di ricordare che in una relatà parallela potresti essere tu ad averla scritta. Se dunque denigrerai tale lavoro, denigrerai conseguentemente anche una tua possibile opera, quindi... fa attenzione.
Salve, mi chiamo Edoardo, ho 30 anni e vorrei raccontarvi di un avvenimento.Lo ricordo come se fosse l'altro ieri, o forse anche domani. Era il 1949, era estate. Fu un'estate caldissima, la più calda degli ultimi 100 anni secondo le più attendibili fonti di informazione. Eravamo a novembre o massimo marzo, e nevicava, ma mica la solita nevicata eh. Nevicava così forte che non si vedeva più niente. Addirittura io da casa mia non riuscivo a vedere l'Himalaya, e io vivo in Marocco! Ad un certo punto dalla neve che si era posata esce fuori un rinoceronte. Era alto, altissimo, forse sarà stato alto venti centimetri e largo quindici. Caricò la folla riunitasi per l'annuale festival di canto con l'arco. Partecipai anch'io, ero piuttosto bravo, mi piazzai diciottesimo su quindici partecipanti. Quel maledetto rinoceronte mi colpì sul piede. Andai in ospedale. Frattura scomposta dell'avambraccio, poichè caddi dalle scale di casa il giorno dopo. In ospedale dovetti seguire una dieta ferrea, con contorno di calcestruzzo e la domenica caramelle gommose al sapor di rinoceronte. Essì, fu proprio uno strano anno il 52