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Autore: lostinthefreedom    15/03/2013    0 recensioni
La storia di una ragazza che aveva perso la voglia di vivere ma che finalmente l'ha ritrovata. Sono io quella ragazza e sono felice che finalmente tutto questo sia finito.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8 mesi nel buio, senza uscirne e con la paura che non ne sarai mai capace, con il terrore di andare avanti in quel tunnel senza fine che è la depressione, ma non quella che si ha quando c'è un tempo uggioso o quando si ha preso un brutto voto... no, qui parliamo di depressione cronica, quella che ti rende così pesante da farti andare giù con lei fino al fondo e tu non riesci più ad alzarti, l'aiuto dei tuoi amici sembra inutile, quello dei tuoi parenti inesistente, le situazioni che si creano e che ti circondano contribuiscono solo a farti stare peggio e tu cominci a non farcela più, ti lasci andare, tutto quello che pensi e che riesci a vedere è scuro, indistinto, mutabile, non hai più convinzioni, non hai più presentimenti e tanto meno aspettative, hai solo l'impressione che ogni giorno sia l'ultimo e se non è il destino a voler porre fine ai tuoi giorni sei tu stesso il tuo destino e inizi a voler prendere in mano un compito orribile; mettere fine alla vita di qualcuno, peccato che quel qualcuno sia la tua stessa persona. Pensi che tutto stia andando così male e che non ci sia la minima speranza che possa migliorare, che tutto quello che tenterai a fare sarà inutile o troppo poco per poter risalire a galla, respirare e vedere la luce. Credi che rimarrai intrappolata in quel mondo per sempre, così un giorno, senza nemmeno sapere bene il vero motivo, prendi in mano la forbice, la fissi, la rigiri nelle mani, la guardi alla luce e noti quanto la lama sia affilata, ci passi sopra un dito, lo ripassi con più forza una, due e poi tre volte, la quarta lo fai con cosi tanta velocità e violenza che senti un bruciore, un dolore e poi quasi un piacere, senti qualcosa di caldo che ti ricopre la mano che lento si fa strada e arriva fino al polso, poi ti rendi conto che è sangue, rosso, tremendamente rosso, di un colore cosi bello da lasciarti incantata. Quello è l'inizio di tutto. Dopo aver visto l'effetto che ti fa il sangue pensi che sia l'unica cosa piacevole che ti rimane in quello schifo che è la tua vita, l'unica cosa che può tirarti un po' su, così due giorni dopo ci riprovi, vai in bagno, prendi la forbice e la passi sulla pelle candida del polso, vedi le vene, lì si che c'è tanto sangue, lì si che il tuo piacere potrebbe essere dieci volte più grande di quello che hai provato la prima volta, allora inizi a passare con violenza la lama di ferro e piano piano vedi la pelle che si squarcia che apre un varco dal quale esce il così tanto ambito sangue. Sangue. Finalmente. Lo fai ancora e ancora, finché non vedi più il colorito della tua pelle, è tutto di quell'inebriante colore, ce n'è così tanto che anche l'odore riesce ad arrivare alle tue narici. Quell'aroma che sa quasi di rame, aspro e fastidioso all'inizio, ma dopo un po' ti abitui e pensi che anche il suo sapore sarà invitante come l'aspetto e l'odore e con la punta della lingua ne prelevi un po' dal polso, dai tagli che tu stesso ti sei inflitto. Da lì non capisci più nulla. Ti ripulisci, lavi la forbice e non lasci traccia di quello che è successo, perché sei a conoscenza di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma a te non importa, tu hai trovato la tua piccola oasi di piacere, quella che ti fa stare 'bene' e che ti fa dimenticare i problemi. Diventa un'abitudine, una routine e poi ne non puoi più fare a meno. Man mano che i giorni passano ne vuoi sempre di più di quel piacere, ma sai che non puoi. Succedono fatti che ti buttano ancora più giù, litighi con i tuoi in modo pesante e tu ti senti sempre peggio, sai che non sei nessuno, sai che sei solo una delusione, sai che sei solo uno sbaglio, una disgrazia che non sarebbe dovuta accadere e credi che la tua vita non abbia più alcun senso di continuare. È estate. Sei a casa da sola. Nessuno può fermarti. Sei decisa a farlo. Prendi per l'ennesima volta in quel mese la forbice e inizia a incidere lentamente ma in profondità la carne e inizi a vedere il tuo nuovo nettare sgorgare dal braccio, esce sempre di più, tu incidi ancora e ancora finché l'odore diventa quasi fastidioso, così ti fermi e aspetti, attendi le conseguenze del tuo gesto che non tardano ad arrivare, la testa ti gira, ti senti strana, gli occhi pesanti e ti accasci a terra, senti che le forze ti stanno abbandonando e che ancora qualche minuto e sarà veramente tutto finito. Non ti accorgi di quanto tempo stia passando, tutto si muove a rallentatore. Poi un barlume, un qualcosa di non specifico ti scuote e ti fa capire che stai facendo la cazzata più grande di tutte e ti riprendi, cerchi di alzarti ma non ci riesci, allora predi una fascia per i capelli che si trova nell'armadietto accanto a te e la giri due volte attorno al braccio, per fermare il sangue, senti che la fascia stringe e sei sollevata, poi tenti di nuovo di alzarti e ci riesci, ti sorreggi e poi prendi equilibrio e cerchi qualcos'altro da mettere come laccio emostatico, trovi una benda elastica, di quelle che si mette per le slogature e la stringi più che puoi con tre o quattro nodi e ti rimetti di nuovo per terra non appena vedi il braccio diventare sul viole e il sangue pian piano fermarsi. Il sangue. Ti rendi conto solo dopo esserti concentrata che tutta sporca di gocce e il pavimento è tempestato di macchioline rosse dappertutto. Aspetti ancora e dopo un tempo quasi infinito senti che la testa ricomincia a funzionare, ti senti abbastanza forte da poter arrivare al mobile in alto e prendere il disinfettante, lo passi su tutti i tagli, poi prendi il cicatrizzante e fai lo stesso, prendi un'altra benda e la metti su tutto il braccio, poi sciogli i lacci e la vedi che del sangue trapassa la candida benda, ma nulla di preoccupante. Vai a stenderti sul letto e pensi che andrai a pulire più tardi. Non te ne accorgi e ti addormenti, ti svegli che sono le 18:00 e sai che i tuoi stanno per tornare. Il panico ti avvolge, ti alzi velocemente e ti senti mancare, così fai le cose con calma e ritorni in bagno, dove pulisci tutto e ti assicuri di non lasciare nulla fuori posto o con delle macchie, poi ti spogli, butti tutto dentro la vasca e fai scorrere l'acqua, vedi che il sangue viene risucchiato dallo scarico e i vestiti perdono il colorito rosso acceso. Ti rilassi, le 18:30. Un'altra mezz'ora per prepararti psicologicamente. Ti metti dei vestiti puliti, e soprattutto una maglia a manica lunga, cosa insolita in estate, ma non hai altra scelta. Prendi un libro e ti butti sul divano. Tua madre puntuale ritorna e tu con tutta la calma possibile dici che è tutto ok. Ma non lo è. Solo la notte realizzi di aver appena tentato il suicidio. I giorni vanno avanti, non hai il coraggio di guardare ancora i tagli, quello che prima per te era una cosa necessaria ora ti faceva paura, non volevi rivedere quello che avevi fatto, che poteva essere la fine. Finalmente dopo una settimana sciogli la benda e con tuo stupore i tagli sono rimarginati, c'è solo del sangue incrostato sulle ferite ma è tutto passato. È tutto passato. Per due settime non spiccichi quasi parola, i tuoi non ci fanno caso perché non sono quasi mai a casa, poi parti per le vacanze e passano altre tre settimane. 5 settimane senza tagliarsi. Quando torni a casa è praticamente ora di iniziare il liceo e sei in ansia di iniziare una cosa nuova, hai paura. Una paura normale, comprensibile, così non ci dai peso. Nel giro di un mese ti fai delle nuove amicizie e credi che tutto stia andando bene, finché non tornano i problemi. I litigi con i tuoi. I risultati che non sono quelli che ti aspetti. Troppe delusioni con le persone. Troppe sofferenze per qualcuno che non ti merita. E ci ricadi. Ricadi in quell'incubo terribile e non puoi farci nulla. Non appena senti i segni della depressione ti tagli, ti lesioni e poi ti senti in colpa , ma continui a farlo non curante di quello che potrebbe accadere ancora. I 'problemi' diventano sempre più grandi, più numerosi, e tu credi di non farcela più e scoppi. Dici tutto. Agli amici. Ai professori. Anche ai tuoi. Come una richiesta di aiuto disperato. Purtroppo ottieni l'effetto contrario. La gente inizia a pensare che tu non sia del tutto normale, che tu abbia qualche problema a livello mentale e tu finisci col crederci per davvero. Dopo aver pensato e ripensato a quello che hai fatto in questi 8 mesi e quello che ora le persone pensano di te... capisci che devi farla finita. Devi smettere con questa vita. Devi avere un nuovo inizio. Così prendi tutta la forza di volontà che avevi creduto inesistente fino a quel momento e capisci che devi smettere di buttarti giù, che devi smettere di autolesionarti, che devi smettere di abbassare la testa di fronte ai problemi e agli ostacoli, perché tu puoi essere più forte. Ecco. Ricominciare. Che bella parola. Avere la consapevolezza di poter avere un nuovo inizio. Era di questo che avevo bisogno ma solo ora ci credo davvero.

 

 

 

 

 

 


 

  
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