-Lanciandoti
da lassù non sapevi che ti saresti salvato?-
-...No...Bell'imbecille eh?-
-Al
contrario...Sei decisamente il mio eroe...-
Peter Petrelli aprì gli occhi.
Alla fine di quella terribile eco,
dove i sogni si perdono nelle facoltà pre-cognitive
insite dormienti in ognuno di noi, aveva riascoltato, come da un mangia nastri smagnetizzato quella vocina da bimba che lo ringraziava per averlo salvato.
Sei
decisamente il mio eroe...
Quella vocina che lo eleggeva a suo eroe personale.
Peccato che lui si sentisse un
emerito coglione...
-
Punto primo... Appena uscito di prigione era crollato fra le
braccia di Nathan.
- Punto
secondo...Dopo tutto quello che aveva fatto per
salvare il mondo, vedi le sue prove di volo prima giù dal tetto di un palazzo e poi giù dalle tribune della
palestra , aveva scoperto che era lui la
minaccia da debellare, era lui la bomba che avrebbe fatto saltare in aria New
York.
- Punto terzo...Era stato ripreso ad un soffio dall'aereoporto
e ricondotto sedato in ospedale.
- Quarto punto...
Ancora non lo conosceva, ma molto
probabilmente lo avrebbe fatto deprimere
come i primi due.
Si mosse nervoso nel letto, strattonando le
cinghie che lo tenevano legato al letto per il polso.
Sua madre, che donna deliziosa, per
ritrovarlo aveva sguinzagliato mezza F.B.I e aveva costretto i
medici a legarlo al letto.
-Maledizione non posso stare qui...-
Come in un film alla tv rivedeva
nella testa le immagini dell'esplosione, Nathan, Claire che gli correva in contro con le lacrime agli occhi,
il dottor Suresh che usciva da un taxi e altre persone
che non aveva mai visto e alla fine lui che saltava in aria per il troppo
potere accumulato.
-Uffa!!!-
Un altro colpo alle cinghie, sangue,
lungo l'avambraccio fino alle coperte. Peter fissò la
lacerazione dovuta allo sfregamento della carne contro la pelle con aria
accigliata, finchè...
Oh...
I lembi della ferita si riunirono
sotto i suoi occhi, il sangue tornò nella sua sede naturale, il ragazzo sgranò
gli occhi alzando il capo dal cuscino- Claire?- mormorò
guardando verso la porta.
-Shh!!!!!-
Una ragazza avvolta in una pesante
felpa color arancio si fece avanti con il dito indice premuto sulle labbra, all'ombra del
cappuccio erano visibili due brillanti occhi chiari e alcuni ciuffi di una
bella chioma bionda.
-Ciao...Peter.-
-Ehi...-
La porta si chiuse con un tonfo,
attraverso il vetro che ne copriva la parte superiore il ragazzo intravide i
contorni di un enorme uomo di colore con le braccia raccolte dietro la schiena.
-Come mi hai trovato?-
-Il mio amico fuori...-
Claire si sfilò il cappuccio del capo con un gran sorriso, nelle
ultime ore aveva sperimentato la vita del fuggitivo con l'inquietante compagnia
dell'haitiano che sembrava vedere spie anche dentro il caffè latte che lei le
aveva gentilmente offerto.
-...C'ho messo un sacco per trovarti mr. Petrelli. Sono stata a tanto
così da presentarmi a casa di tuo fratello.-
-...Come mai mi cercavi?-
Domanda stupida. Peter
si portò una mano alla tempia, probabilmente era in cerca di spiegazioni, Dio solo sapeva se la
capiva.
-Beh...Volevo vedere come stavi...-
-Oh...- Non aveva messo in conto una
simile risposta, la fissò sorpreso, lei ricambiò il suo sguardo con un mezzo
sorriso.
-Infondo sei o non sei il mio eroe?-