Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: ItTakesAFullToRemainSane    15/03/2013    1 recensioni
Hey questa è la mia prima fanfiction...spero vi piaccia!! E' una specie di storia d'amore, incasinata, "weird" come direbbe Adam, ma dolce. La storia tra una ragazza che sogna di diventare ballerina e un cantante famoso, un pò diva e un pò fratello maggiore... Godetevi la lettura!!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Cleo entrò trafelata nella stanza. Era arrivata per un pelo all’inizio delle prove già due volte; niente male considerando che avevano iniziato a provare da una settimana. Il fatto era che il ritmo di Los Angeles era diverso dal suo, diverso da quello di ….  . In realtà ogni cosa le sembrava ancora così diversa lì in California, anche se ci viveva da quasi due anni.
Appoggiò la borsa per terra e salutò gli altri membri della band, che le sorrisero, mentre cominciava a fare un po’ di stretching. Studiò per l’ennesima volta la sala prove, la batteria nera e lucida, il basso di Tommy appoggiato delicatamente nella custodia aperta, i microfoni delle due coriste, la tastiera di quel simpatico ragazzo che faceva sempre ridere tutti e del quale non si ricordava suo malgrado il nome.
Tommy, il bassista, entrò dalla porta facendo il suo solito saluto educato e un po’ timido,mostrando un lieve sorriso nascosto quasi completamente dal ciuffo biondo, dietro di lui il batterista ,e a chiudere la fila Lui.
Cleo lo fissò mentre chiudeva la porta dietro di sé, reggendo nella mano destra una tazza di caffè di Starbuks. Osservò le sue unghie dipinte di nero leggermente scheggiate, gli anelli stile behemmiene, i capelli corvini sistemati in una cresta elaborata e gli occhi, quegli occhi che toglievano il fiato. Azzurri, glaciali; quasi sempre incorniciati da una linea di matita nera. Attraversò con i suoi stivali neri la stanza salutando la crew con quel suo assurdo accento californiano e sorridendo, come sempre. Adam Lambert sorrideva davvero spesso.
 Se ne era accorta fin dal giorno dei provini, il giorno in cui Lui l’aveva scelta, e la sua carriera aveva avuto una svolta. Il manager di Adam aveva fatto girare la voce che cercava ballerini talentuosi e disponibili per il tour mondiale che sarebbe iniziato dopo due mesi circa; Cleo non aveva esitato. Conosceva bene il suo nome, aveva avuto un grandissimo successo con American Idol, aveva appena pubblicato un album e le donne impazzivano per lui.
Il giorno della selezione c’erano tante ragazze, tutte brave, carine e molto abbronzate. Lei si era subito accorta di essere come un pesce fuor d’acqua; pallida, taciturna, impacciata in mezzo a tutte quelle barbie. Ma forse era stato un bene. Lui le aveva sorriso, l’aveva guardata ballare, le aveva fatto diverse domande, dettate forse più dalla curiosità che dalla necessità, e poi l’aveva congedata, sempre con un sorriso smagliante. Mentre usciva pensò che le donne potevano avere i loro buoni motivi per essere affascinate da quel pezzo di ragazzo. Due giorni dopo arrivò la chiamata e l’assunzione come una delle ballerine del tour.
Cleo ripensò a questo mentre si metteva in posizione assieme agli altri tre ballerini per iniziare a ballare a ritmo della voce di Adam.
Le prove durarono due ore, alla fine delle quali si sentì esausta. Aveva ballato con impegno, si era lasciata trasportare dal suono di quella voce dolce e potente allo stesso tempo. Raramente aveva staccato lo sguardo dal cantante. Lui aveva dominato la stanza come un palco, con entusiasmo e sensualità e volteggiando scherzosamente tra i musicisti e i ballerini, correggendo un accordo e regolando la tonalità. Qualche volta i loro sguardi si erano incontrati, durante Strut e Sure fire winners, e lei aveva distolto lo sguardo imbarazzata.
Dopo essersi asciugata e aver bevuto, guardò l’orologio mentre afferrava la borsa. 13:25,ora di pranzo. Sentì un piccolo crampo allo stomaco; si infilò gli occhiali da sole e fece per girarsi. Avvertì un profumo dolce e deciso dietro di sé. Si voltò e si trovò col volto a pochi centimetri da quello di Lui, di Adam. “Hey! Cleo, giusto? Una settimana e nemmeno ci siamo mai parlati. Io sono Adam, quello dei provini” Le porse la mano.” Lei glie la strinse “Cleo”.
Ed ecco un altro di quei sorrisi smaglianti “Sì lo so. Senti, pensavi di andare a pranzo? Ti andrebbe di venire con noi?” I suoi occhi si illuminavano mentre parlava, la sua vicinanza le dava come una scossa elettrica.
“ Io … Beh … Credo di sì. Con voi? Beh, non vorrei disturbare …”
Lui sorrise “Ma no!! Ti stiamo invitando! Allora, andiamo? Pensavamo a un giapponese …” Lei ricambiò il sorriso “Ok, ci sto.”
Adam le fece l’occhiolino “Perfetto”. Si diresse a chiederlo agli altri ballerini.
Dopo poco tornò grattandosi un labbro “Siamo rimasti tu ed io. Tommy ha revocato, Sasha pure e gli altri devono proprio andare oggi. Vuoi comunque?” i suoi occhi azzurri affondarono nei suoi.
In quel momento non era del tutto cosciente di ciò che diceva, ma rispose di sì, cercando di fare la disinvolta. Andarono in un locale giapponese lì vicino, carino e apparentemente anche caro. Parlarono quasi tutto il tempo di svariati argomenti, a parte qualche interruzione per degli autografi. Si sorprese della naturalezza con cui lui salutava tutti, come se fosse loro amico; la notorietà non sembrava dargli alcun problema.
Cleo rimase affascinata da lui, da come parlava, da come gesticolava, da come la guardava; le sembrava così in confidenza, così tranquillo. Osservò il suo viso più da vicino e scorse i pesanti segni dell’acne giovanile e la miriade di lentiggini che aveva sulle labbra e sulle braccia. Era diverso da come tutti lo immaginavano, da come appariva sul palco o sulle riviste; era … normale.
Al momento di pagare insistette per saldare lui il conto, poi la accompagnò fino alla scalinata della metro e la salutò con un leggero bacio sulla guancia, come avrebbero fatto due buoni amici.
Due giorni dopo la cosa si ripeté, stavolta anche con Tommy e Cam, poi regolarmente, talvolta in compagnia e talvolta da soli. Spesso dividevano la spesa, spesso pagava lui ignorando le sue proteste con ironia e un immancabile sorriso.
 
  
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