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Autore: GinevraCorvino    16/03/2013    2 recensioni
Dal Testo: "Chiude gli occhi e alza il volto a farsi fustigare da quella disperazione del cielo, come se potesse la pioggia cancellare o il dolore o le immagini di lui: bellissimo mentre le sorride e balla con lei."
Questa storia è arrivata quinta al contest: "Il Linguaggio dei Fiori" di Figh_4
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Cho Chang | Coppie: Cedric/Cho
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Piove.
Lei tiene quel fiore ceroso con entrambe le mani e questo diviene una coppa di lacrime per lui. Non ha profumo, o almeno, l' odore è annientato dalle essenze sprigionate dalla terra e dagli alberi massacrati dalla pioggia incessante. Quel rumore è assordante, come se le gocce d'acqua fossero pugni di rabbia che si sfoghino su di lei, attorno a lei. Eppure, Cho non sente niente, è sorda ad ogni cosa che non sia il suo dolore. Resta composta,  non guarda la lapide fredda di fronte a lei, osserva la calla bianca, di un bianco purissimo che tiene tra le dita e che ormai sta per traboccare, come il suo cuore.
Certo, sente la pioggia sulla pelle, nessuno può farlo per lei. Anche il cielo isterizza per questa ingiustizia, per questa morte inutile, sbagliata, ma non se ne cura, quel suo essere fradicia la fa sentire una lacrima vivente, pulsante.
La calla si piega a far tracimare tutta quell'acqua che non riesce a contenere e anche Cho si spezza, cade a terra in ginocchio. Piange il tempo rubato, il tempo che non è stato abbastanza.
Piange e le lacrime si confondono con la pioggia e la pioggia con le lacrime, la calla le è scivolata dalle mani che tremano dal freddo e dalla compulsione della sofferenza.
 La calla è nel fango, il bianco perfetto sporcato dalla terra, come se il fiore fosse stato picchiato e ora fosse ricoperto di lividi. Così il cuore di Cho è maolato* dai ricordi.
Chiude gli occhi e alza il volto a farsi fustigare da quella disperazione del cielo, come se potesse la pioggia cancellare, o il dolore, o le immagini di lui: bellissimo mentre le sorride e balla con lei.
Ma la pioggia inarrestabile le scivola semplicemente sui capelli neri e sul volto. Ed è tutto ciò che resta. Sentire la pioggia, perché nessuno può sentirla per lei; come il suo strazio è suo e nessuno può sentirlo per lei.
La calla è ormai annegata in una pozza, Cho la lascia morire così, ai piedi della lapide muta. Mentre il cielo strilla, e si dimena sulla terra come un gigante impazzito. Vomita quel dolore che lei invece tiene ancora in sé, come se fosse gelosa di quella sofferenza che nessuno può toglierle, che è sua, come lo era lui.
 
Nota: Maolato è gergo pisano per dire "pieno di lividi"
Nota 2: - "Senti la pioggia sulla tua pelle. Nessuno può farlo per te" (Unwritten - Natasha Berningfield) sono i versi usati per questa storia.
  
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