"Be', se non ti va la sai qual è la soluzione, eh?" gridò Hermione; i capelli le stavano crollando dalla crocchia elegante, e il suo volto era contratto dalla rabbia.
"Ah sì?" urlò Ron di rimando. "E qual è?"
"La prossima volta che c'è un ballo, invitami prima che lo faccia qualcun altro, e non come ultima spiaggia!" […]
"Be'" farfugliò, folgorato, "be'... questo dimostra solo... non ha proprio capito..."

Harry Potter e il Calice di Fuoco

“Vieni a ballare.”
Ron si rende conto di cos’ha detto solo un momento dopo aver parlato e quello successivo è già sulla pista da ballo con Hermione tra le braccia.
È maldestro e le calpesta più volte i piedi, ma lei stranamente non protesta.
Ron sente le orecchie andare in fiamme e presto inizieranno a mandare fumo se non dice qualcosa per smorzare la tensione. Peccato che non riesca neanche a guardarla in volto.
“Ron…”
Ha un lieve sussulto. Non può più evitare i suoi occhi.
“Sì?”
“Grazie per avermi invitata…” Hermione sospira. Ora è lei a abbassare lo sguardo. “…per avermi invitata, questa volta.”
Se fossero una coppia lei poggerebbe la testa sul suo petto e lui le stringerebbe la vita, ma ancora non lo sono e così continuano a ballare assurdamente tesi, con lei che guarda oltre le spalle di lui, con lui che studia i suoi piedi avvampando al pensiero di quell’altro ballo.
Nonostante il ricordo di quell’occasione, nonostante la voglia di rispondere qualcosa di veramente intelligente, Ron è solo in grado dire – anzi, di borbottare: “Oh… di niente…”.
Di nuovo si chiedono entrambi perché lei non lo abbia ancora mandato al diavolo.