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Autore: Go_always_ahead    16/03/2013    0 recensioni
Ho immaginato cosa potesse pensare John, ascoltando una delle canzoni del suo mito, in questo caso Heartbreak Hotel.
Sentirà il cuore pulsare, al pensiero di avere una passione? Capirà come cambiare il suo destino e diventare il grande John Lennon?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Well, since my baby left me,
I found a new place to dwell.
It’s down at the end of lonely street
At Heartbreak Hotel”
Mera, era sicuro che se fosse stato Americano, sarebbe diventato famoso.
Ma John, era sdraiato sul  suo letto, in Inghilterra, guardando sognante la radio appesa nel muro sopra il suo letto.
Elvis, Elvis, Elvis! Come cantava! E come si muoveva!
Per lui era un Dio, il Dio del Rock ‘n Roll.
E lui cos’era?
Un misero Teddy Boy, figo si, ma che con  il suo complesso skiffle faceva schifo.
Non poteva dare troppo torto, alla gente, ma se la cavavano alla meglio.
Forse  doveva prendere lezioni di chitarra… o incominciare a trascrivere il testo delle canzoni che cantava, al posto d’inventare parole o suoni che non c’entrano niente.
Doveva darsi una smossa, sennò i suoi compagni l’avrebbero abbandonato e sarebbero finiti miseramente come tutti i gruppi.
Cazzo, non poteva continuare all’infinito a disegnare!
Amava l’arte, ma c’era qualcosa… c’era qualcosa, di artistico, in lui che non poteva disegnare.
Non era mettere le emozioni da qualche parte, tanto per fare.
Ne aveva una precisa esigenza, una necessità irrefrenabile.
Scriveva poesie, e si sentiva bene quando lo faceva.
Erano parole, non usate per far male, ma per far scorrere la mente, e capirla.
Per comprendere quel cazzone di John e il mondo.
Ed era bellissimo. Fottutamente bello.
Forse avrebbe potuto fare il paroliere ad Elvis, chissà come ne avrebbe pensato, dei suoi stracci di parole…
Ma erano di più il ritmo, il sound della canzone , che colpivano.
Aveva alzato la testa, tenendo il collo rigido, a quell’improvvisa via d’uscita, che analizzava, ma poi l’aveva fatto ricadere pesatamente.
C’era qualcosa in lui che voleva uscire, manifestarsi in qualche modo.
La musica che lo folgorava? Rimase pensoso a riflettere.
Era come quando sai che tutto principierà a cambiare, di lì a poco, e dovrai essere pronto.
 In fondo a lui, sapeva di non essere  solo uno stupido stronzo, c’era qualcosa da sfruttare…
John Lennon, in qualche modo doveva,  provare emozionie brividi avendo una passione.
E lui l’aveva, perché la sentiva pulsare dentro di lui.
C’era, e questa, gli chiedeva di cambiare, di fare qualcosa che l'avrebbe sconvoto, che avrebbe dato una svolta a quella vita.
Non poteva essere uno qualunque, e ascoltando quella canzone lui lo capiva. 
Non poteva essere uno qualunque.
                                              
                                                                                                          *
 
-Mi chiamo Paul.-
Paul.
Rimase, un attimo pensoso a riflettere.
Un buon chitarrista? Era forse un idea per sfondare.
In fondo, sapeva anche accordare.
Era John Lennon diamine, e per un secondo si vide considerato un genio dal mondo, come quando si sogna di vedere il futuro.
Ma era il solito pagliaccio e si vergognò di quel pensiero presuntuoso.
Alla fine, non costava niente farlo entrare nel complesso.
Forse, lui e era la sua scorciatoia per il successo.
-Piacere, John-



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Non è qualcosa di particolarmente bello e non sò neanche perchè lo sto pubblicando.
Ma se la leggete recensite, anche solo per corregermi sù errori grammaticali che, purtroppo, faccio spesso.

  
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