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Autore: _DNA    16/03/2013    3 recensioni
Ma io mi chiedo perché...perché mi vengono sempre delle idee così assurde?! Sono proprio una causa persa...
So che ho altre long da continuare, ma mentre recensivo una storia della mitica micchan91 mi è venuta improvvisamente un'idea! E io non potevo proprio ignorarla...
Vi chiederete: "Ma quanto assurda potrà mai essere questa fic?", e io vi risponderò: "Oh, per niente. C'è solo Kirino in coma."
Già...Kirino in coma. Sì, sono fuori di testa.
[~Dal primo capitolo~]
"-Non lasciarmi...- mormorò Takuto fra i singhiozzi mentre stringeva delicatamente la mano del suo migliore amico steso privo di sensi su un letto d'ospedale -Dovevo esserci io al tuo posto! È stata tutta colpa mia. Lo so Kirino, il destino è crudele, non ha pietá per nessuno.- affermò questa volta pieno di rabbia, rabbia contro se stesso e delusione, molta delusione."
Beh, spero vivamente di avervi incuriosito con questa piccola parte!
Ringrazio infinitamente chiunque entri a leggere e recensisca! Grazie davvero di cuore!
†Elly-chan†
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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≠Flashback≠
 
Takuto gettò un sassolino nell’acqua limpida del fiume che scorreva accanto al campo da calcio, facendo sollevare qualche piccolo schizzo.
Subito gli venne in mente quel gioco conosciutissimo, quello che consiste nel lanciare una pietra piatta in modo che sfiori la superficie dell’acqua e che, rimbalzando, arrivi il più lontano possibile prima di affondare.
Shindou sorrise e si chinò per cercare fra la ghiaia il sasso che faceva per lui.

-Che stai facendo?- chiese curioso Kirino, ritto in piedi ad osservare l’amico.
L’altro fece finta di non sentirlo e continuò la sua ricerca. Si rialzò qualche secondo dopo, stringendo trionfante un masso molto sottile.

-Stai a guardare.- disse Takuto concentrandosi sul fiumiciattolo davanti a lui e piegando leggermente il braccio con il quale impugnava la roccia. Poi, con un gesto rapido e coinciso, la lanciò rasente all’acqua. Il sasso saltellò un paio di volte, poi scomparve dentro al ruscello.

-Scommetto che io riuscirei a farlo rimbalzare molto più lontano di te.- Ranmaru si rivolse al castano in tono provocatorio.

-Vedremo.- ribatté Shindou sicuro di sé.

-Ah, è una sfida?- Takuto si strinse nelle spalle con aria innocente e si voltò dall’altra parte.
Ranmaru lo guardó divertito, poi si abbassò e iniziò a rovistare fra le numerosissime pietre.

-Ecco qui! Preparati alla sconfitta, Takuto!- esclamó soddisfatto pochi minuti dopo mostrando al suo migliore amico una roccia completamente piatta. 
Il rosa assunse la giusta posizione e socchiuse gli occhi, come per visualizzare solamente il punto del fiume che lo interessava. 
Scaglió il sasso con un movimento elegante, sebbene brusco, ed essa, dopo alcuni saltelli sul pelo dell'acqua, affondó. 

-Battuto!- gridó il difensore puntando l'indice contro Shindou -Ora devi subire una penitenza!- 

-M-Ma Kirino...-

-Niente "ma"! Vediamo, cosa potrei farti fare?- Kirino si portò la mano al mento pensando ad una punizione per Takuto.

-Mentre rifletti io vado a farmi una passeggiata, eh?- disse Shindou, approfittando del momento di disattenzione dell'amico, per tentare di scampare alle sue sadiche punizioni. 

-Non provarci!- sbottò il rosa avvicinandosi a lui.

-E allora vieni a prendermi!- esclamò Takuto scappando via. Ranmaru lo inseguiva determinato: il numero 9 poteva sentire i suoi passi terribilmente vicini a sé. Ansimando, il castano salì i gradoni in pietra che, dal campo di calcio in riva al fiume, portavano ad un’altura lineare, sulla quale era costruito l’asfalto.
La “fuga” di Shindou continuò per un po’, fino a quando non si fermò improvvisamente dopo aver sentito un urlo, seguito da una serie di tonfi sonori.
Si voltò, ma Kirino non era dietro di lui.

-R-Ranmaru?- la preoccupazione prese possesso di Shindou, così tornò svelto alla cima dei gradoni e si sporse leggermente per controllare la situazione.
Quello che vide fu a dir poco scioccante: per terra, ai piedi della gradinata, Kirino era disteso a pancia in giù, con la testa inclinata e gli occhi chiusi. I suoi capelli, sulla parte superiore della nuca, erano macchiati di rosso.

-Kirino!! No!! – Takuto raggiunse subito il suo amico e lo girò supino.

-Svegliati Ranmaru, ti prego…- sussurrò con le lacrime agli occhi provando a scuoterlo un po’. Non poteva essere morto, no. E anche se fosse, Shindou non l’avrebbe mai accettato, non poteva aver perso il suo migliore amico, la sua unica ragione di vita…

-Serve aiuto, presto!- Takuto venne riscosso dai suoi pensieri dalla voce di un ragazzo che, passando di lì, aveva appena scoperto la scena. Prese immediatamente il suo cellulare e chiamò un’ambulanza, che fortunatamente arrivò pochi minuti dopo. Il corpo di Kirino fu posizionato su una barella, quest’ultima venne poi caricata sulla vettura. Shindou rimase immobile mentre osservava i paramedici eseguire le varie manovre e continuava a piangere, come se il mondo gli fosse crollato addosso. Quando l’ambulanza partì veloce, con le sirene accese, il castano si lasciò cadere sulle proprie ginocchia. Si sentiva debole e il solo pensiero che non avrebbe potuto fare nulla per Ranmaru lo faceva soffrire.
Che cosa era successo? Era quello l'interrogativo che continuava a persistere nella mente scossa di Takuto, ma lui non riusciva a ragionare, né a pensare lucidamente.
Chinò il capo e gridò forte battendo un pugno sul terreno, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
Sapeva fin dall’inizio che non ce l’avrebbe fatta a sopportare un simile peso.

 ≠≠Fine flashback≠≠
 
 
 
 
 
 
-Non lasciarmi...- mormorò Takuto fra i singhiozzi mentre stringeva delicatamente la mano del suo migliore amico steso privo di sensi su un letto d'ospedale -Dovevo esserci io al tuo posto! È stata tutta colpa mia. Lo so Kirino, il destino è crudele, non ha pietá per nessuno.- affermò questa volta pieno di rabbia, rabbia contro se stesso e delusione, molta delusione. 
Il cigolio della porta fece sussultare Shindou, che alzò la testa con gli occhi colmi di
lacrime. 
 
-Mi dispiace, ragazzo.- il medico che qualche ora prima aveva trasportato Ranmaru fino alla sala operatoria poggiò una mano sulla spalla di Takuto. 
Il castano non fiatò, in fondo cosa avrebbe potuto dire? Il dolore lo ricopriva interamente e liberarsi dalla sua soffocante presa non sarebbe stato per nulla semplice. 
 
-Lui...lui si sveglierá, vero?- sussurrò Shindou socchiudendo gli occhi. Quelle erano le uniche parole che ebbe la forza di pronunciare. 
L'uomo spostò lo sguardo su Kirino, con gli occhi chiusi, un' espressione serena in volto, che respirava regolarmente grazie ad una maschera per l’ossigeno.
 
-Non lo so, le sue condizioni sono veramente gravi.- affermò il medico scuotendo la testa. 
Il pianto di Takuto si fece immediatamente più forte e i suoi singhiozzi risuonavano nella camera.
 
-Non fare così...lui ti sente.- 
 
-Cosa?- chiese Shindou confuso.
 
-Anche se è in coma, Kirino percepisce tutto quello che diciamo. Cosa pensi che provi sentendo il suo migliore amico piangere?- l'uomo accennò un lieve sorriso. 
Il castano rimase a fissarlo per qualche istante, poi si asciugó le lacrime con la manica della camicia e annuì.
 
-Vuoi aiutarlo?- gli domandò il dottore.
 
-Certo! Io farei qualsiasi cosa per Kirino!- 
 
-Non abbandonarlo.- disse l'uomo accarezzando dolcemente la testa di Takuto, per poi allontanarsi.
 
-Aspetti! Che vuol dire?!- Shindou mosse qualche passo verso di lui, ma si bloccò.
 
-Non abbandonarlo mai.- ripetè il medico senza nemmeno guardarlo, ed uscì dalla stanza. Era tornato a regnare il silenzio. 
Il centrocampista si avvicinò al viso di Ranmaru e posò le labbra su una sua guancia. 
 
-Non ti abbandonerò mai Kirino, te lo prometto.- 




Angoletto degli smarties (?):

Sì, stavo mangiando gli smarties, quanto sono buoni!
Mmm...non ho mai visto nessuno iniziare un capitolo con un flashback...sono strana, io...
Comunque spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, perché ci ho messo un'eternità a scriverlo!
Non riuscivo ad immaginarmi la causa che ha mandato in coma Kirino...
Nei prossimi capitoli Takuto, durante le sue visite per Ranmaru, parlerà con lui (nonostante sia in coma) e gli racconterà tutto ciò che succede durante la sua assenza, esattamente come se il suo migliore amico fosse sveglio.
Volevo chiedere anche il vostro aiuto: se avete in mente qualche avvenimento (di qualsiasi genere) che Shindou possa raccontare a Kirino, non esitate a propormelo! Io ho già qualche idea, ma mi piacerebbe un sacco sapere e specialmente inserire anche le vostre! Sarei molto contenta!
Avete carta bianchissima (?), potete sbizzarrirvi!^^
Detto questo io vi saluto e scappo via!
Grazie mille a chi ha letto e a chi recensirà!
Alla prossima!
†Elly-chan†



  
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