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Autore: _Juddy_    16/03/2013    2 recensioni
[Questa storia partecipa al contest ''Parellel Times'' indetto da Destroyed Fay e The Pridestalker] 
Un padre, un figlio, un legame indissolubile. 
Una fic scritta di getto, spero non vi disgusti troppo. 
Il padre è Kageyama divorato dal rimorso della morte della moglie, Haruna (?).
Afuro il timido figlio di Kageyama, impacciato, introverso ma con una voglia di vita invidiabile. 
Haruna la moglie defunta di Kageyama morta durante un attacco statunitense. 
Hiroshima, Nagasaki, l'orrore della guerra. 
La voglia di vita maggiore della disperazione!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Celia/Haruna, Kageyama Reiji
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Juddina4ever
Titolo: Una guerra infinita
Prompt:  //
Epoca:  Seconda Guerra Mondiale
Parole: 980 (Microsoft Word)
Note:  Beh, la storia è ambientata in Giappone (con poca fantasia) dove, nella Seconda Guerra Mondiale, sono state completamente distrutte le città di Hiroshima e Nagasaki. Vi aspetto nel mio angolino a fondo pagina, buona lettura!
 
Sono immobile.
Stento a crederci.
Sto vivendo un incubo, è così. Ora mi sveglierò e sarà tutto come prima.
No, mi sto illudendo.
Niente sarà più come prima, niente.
Stringo convulsamente la mano al bambino accanto a me.
- Papà, quando finirà tutto questo?
Quelle parole sono una pugnalata al cuore.
Non sono in grado di dare una risposta a quella domanda, è troppo complicata per me.
- Allora?
Afuro si avvicina a me giocherellando con una ciocca dei lunghi capelli dorati. Che devo fare? Ha solo dieci anni, non posso farlo preoccupare più di quanto non lo sia già.
Gli accarezzo la testa sforzandomi di sorridere.
- Presto Afu-chan, presto.
Quelle parole non convincano neanche me. Sono mesi che viviamo nell’incubo della guerra, sono stanco di dover ripetere sempre le stesse frasi a mio figlio.
I miei occhi incrociano i suoi.
Ha gli occhi rossi.
Rossi come il sangue dei morti che ha provocato la guerra.
Che discorsi strani mi vengono in mente, sono completamente privi di senso.
 Ma c’è qualcosa di tutto questo che ha un senso?
- Papà, mi stai facendo male!
La voce di Afuro mi riporta alla triste realtà. Forse gli sto stringendo la mano un po’ troppo forte. Allento la presa.
Davanti a noi quello che resta della nostra casa.
Se non altro quei maledetti soldati statunitensi l’hanno risparmiata.
Una lacrima rotola lungo le mie guancie quando i miei occhi si posano su una parte di casa  ormai crollata.
Haruna...
Un’altra lacrima.
Come? Come ho potuto abbandonarla? E’ semplice, ho dovuto. In un attimo ho dovuto scegliere tra due persone e, credetemi, non è affatto facile. O lei o Afuro.
Non mi scorderò mai quei momenti. Il rimorso mi accompagnerà per sempre ma sono sicuro che anche Haruna avrebbe agito così.
- Dov’è la mamma?
Un’altra pugnalata al cuore. La seconda in quell’assurda giornata dove persino il cielo sembra piangere con noi colorandosi di grigio.
- Non si trova più qui, Afuro. Ma ti assicuro che, ovunque sia adesso, sta bene ed è felice.
Quello che dico è vero. Alzo gli occhi e guardo in alto, in alto dove solo il cuore può arrivare.
Ma finirà tutto questo?
Come posso dire con tanta sicurezza ad Afuro che ogni cosa ritornerà al suo posto?
E se non fosse così?
Haru-chan, aiutami tu.
- Tutti al riparo! Tutti al riparo!
Quelle urla non mi turbano minimamente. E’ l’ennesimo attacco questa settimana.
Degli spari, persone che urlano, il caos generale.
Afuro inizia a piangere mentre accanto a noi scoppia un vero e proprio inferno.
In un attimo tutto si macchia di rosso.
Prendo mio figlio per mano e inizio a correre.
Uno sparo mi passa vicino alla spalla, il mio cuore salta un battito.
Le mie gambe si fermano, incapaci di continuare quella corsa sfrenata, mentre i miei occhi fissano il vuoto atterriti.
- Papà?! Papà?! Non è il momento per riposarsi! Se ti fermi sei morto! Hai capito?! Ascoltami!
Mi dispiace, Haruna, ti avevo promesso che non sarebbe mai successo niente al nostro bambino e invece ora...
Afuro prende il mio viso tra le mani in modo tale che io possa fissarlo negli occhi.
Mi ritraggo, spaventato.
I suoi occhi vermigli lampeggiano di rabbia, di odio, di frustrazione, ma anche di voglia di vivere, la voglia di non arrendersi, la stessa che ho io.
Ha ragione lui. Non posso arrendermi così, non alla guerra.
Scuoto la testa come a risvegliarmi da un sogno durato un’eternità.
Ricomincio a correre. Qualsiasi cosa succeda stavolta non mi fermerò.
La speranza si spegne subito quando vedo cadere qualcosa di lungo e ovale dal portellone di un aereo statunitense che vola sopra di noi.
Spero che non sia quello che penso, altrimenti...
Un boato.
Non sento più niente.

XxX

Buio.
Buio più totale.
Che è successo?
Le immagini si affollano nella mia mente.
Un senso di stanchezza mi pervade, riesco a stento a tenere gli occhi aperti.
Vedo Afuro sopra di me.
Non riesco a girare la testa per vedere il paesaggio intorno a noi.
Le lacrime scendono copiose dal viso di mio figlio.
Perché sta piangendo? Non sarà mica....
No, è impossibile. Ho promesso ad Haruna che non lo avrei mai abbandonato. Mai.
Sento arrivarmi ovatta la voce di Afuro.
E’ rotta dal pianto.
- Papà non puoi abbandonarmi. Una volta mi dissi che saresti stato sempre vicino, tu non puoi...
Gli dovrei dire qualcosa per consolarlo.
Sento le forze andarsene, sento la vita andarsene.
Mi sforzo di sorridere.
- Non devi dire così, Afuro. Io no ho mai mancato alla parola data e nemmeno stavolta lo farò.
Le mie parole sembrano un po’ tranquillizzarlo.
Annuisce, gli occhi ancora velati dal pianto.
- Ti voglio bene, Afu-chan.
I miei occhi si chiudono per sempre. Il buio della morte mi sta inghiottendo.
- Anche io, papà.
Sorride debolmente
Un’ultima immagine, un’ultima volta.
Haruna sto per raggiungerti...

 Ciao a tutti!
Allora prima di tutto voglio chiarire la trama. Si svolge nella Seconda Guerra Mondiale (come avrete capito tutti) ma ho voluto ambientarla nel nostro caro Giappone, duramente colpito per la distruzione di Hiroshima e Nagasaki.
La storia è raccontata in prima persona da Kageyma (mi è venuto così, non chiedetemi niente), divorato dal rimorso per la morte della moglie Haruna ( non fate commenti per farvore ^^’’).
Ringrazio Fay-chan per avermi dato questa indimenticabile opportunità di potermi confrontare con gli altri scrittori del fandom.
Ringrazio tutti voi che leggerete/recensirete.
Dedico questa storia a Sissy-chan, innamorata del Kageyama ‘’buono’’, e a Ukki-chan mia grande amica/sostenitrice.
Spero vi piaccia, almeno un po’.
Un bacio
Juddy-chan ♥
 
 
  
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