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Autore: AlexVT    03/10/2007    3 recensioni
Elien e Kei. Due bambini: lui teppista lei cocca di papà. Due ragazzi: lei maga lui guerriero. Un uomo e una donna: lui generale dell'armata delle tenebre lei principessa dell'impero degli uomini. Un sogno li teneva uniti, la strada li ha divisi, la loro ostinazione li ha fatti rincontrare. Un inizio scontato, una storia lunga una vita, un finale ancora da scegliere. L'essere costretti a obbedire tutta la vita, tuttavia, di scelta possibile ne lascia solo una: la libertà. Una serie di one shot/drabbles che hanno in comune due personaggi che mi sono cari. Mi piacerebbe saperne che ne pensate.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il fuoco scoppiettava poco distante, ma il suo calore non era sufficiente a scaldarmi quella notte

Il fuoco scoppiettava poco distante, ma il suo calore non era sufficiente a scaldarmi quella notte. Xanto e Ferir, erano accucciati come sempre accanto a me, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra. Nonostante la mole e l'aspetto però la loro inconsistenza fisica li rendeva privi di calore corporeo e quindi inutili a scaldare, se non il mio cuore, almeno le mie articolazioni infreddolite. Tuttavia però rimanevano sempre le mie fedeli guardie del corpo, così, non appena alzai la testa per osservare il piccolo accampamento attorno a me, scattarono sull'attenti scrutando la foresta con i loro inquietanti occhi rossi. Alzandomi a sedere avvicinai quanto più potevo le gambe al corpo stringendomi al petto le ginocchia, per cercare di trattenere il calore. Notai che il fuoco si stava piano piano spegnendo, ecco spiegato il motivo di quel gelo. Mi guardai attorno cercando il colpevole, senza riuscire a trovarlo. La foresta intorno alla radura che avevamo occupato era completamente buia e i raggi della luna non riuscivano ad attraversare le fitte chiome degli alberi. L'unica luce era quella fioca del fuoco al centro del bivacco. Solo quando i miei occhi si furono abituati al buio feci scorrere lo sguardo sulle sagome che dormivano beatamente attorno a me. Rafel, l'orco della montagna, russava accanto a Unor, il nano, sotto l'albero alla mia destra, mentre dalla parte opposta Betel, l'elfa, dormiva avvolta nella pelliccia della sua ultima preda, poco distante da Fey, il mago della luce. Oltre il fuoco potevo scorgere Zack, l'imponente guerriero a capo del nostro piccolo gruppo, e suo fratello Miko, un gracile bambino albino dotato di misteriosi poteri psichici. Alle mie spalle Ryaner "dormiva" placidamente nel buio più totale; non lo sentivo nemmeno respirare, tuttavia il gelo che emanava era percettibile. Forse era proprio lui la causa di tutto. O forse no...

Continuai a cercare, ma niente, non c'era, era sparito. Così mi alzai e, stringendomi nel mantello, mi inoltrai nella foresta.

Come di consueto Xanto mi precedeva, si aggirava nel buio più totale scrutando guardingo con i suoi occhi di fuoco. Camminava maestoso, una zampa dopo l'altra, veloce ed elegante, tuttavia il silenzio con cui si muoveva rimaneva irreale. Mi piaceva osservarlo precedermi sinuoso ed elegante, e sapevo che dietro di me anche Ferir si muoveva nel medesimo modo. Tuttavia, nonostante l'aspetto inquietante di due terribili e neri lupi fantasma, il fatto che fossero lì con l'unico compito di proteggermi mi faceva sentire al sicuro in qualunque occasione. Anche mentre mi addentravo da sola in quella foresta completamente sconosciuta.

Non feci che pochi passi che tutto accadde in pochi secondi. Un'ombra, uno strattone e una lama all'altezza della gola. Xanto e Ferir in meno di un istante erano ai piedi del mio aggressore ringhiando rabbiosi, finchè non lo sentii mollare la presa e allontanarsi di qualche passo alle mie spalle.

I miei due guardiani dovevano averlo riconosciuto immediatamente, io, invece, dovetti aspettare di sentire la sua voce.

-Che diavolo ci fai qui?-

-Ti stavo cercando.- Ancora parlavo che l'imponente ombra nera si stava già addetrando nella foresta.

Ma io non avevo alcuna intenzione di lasciarmi seminare.

-Che stai facendo ancora sveglio?-

-Sto facendo la guardia.-

-Il tuo turno dovrebbe essere finito già da un pezzo, perchè non hai sveglito Rafel?-

-Tanto non ho sonno.-

-E invece dovresti!- Non si era fermato e parlava cercando di mettere più spazio possibile tra noi, ma invano. Infatti non gliela avrei data più vinta. Doveva parlare o con me o con qualcun altro non importava, ma questa sera o mai più.

Arrivammo presto alla riva di un piccolo torrente dove i raggi della luna filtravano tra le fronde, così vidi le sue spalle larghe bloccarsi all'improvviso davanti a me per non finire in acqua e mi ci schiantai senza il tempo di fermarmi. Dietro a me Xanto e Ferir fecero appena in tempo a evitare l'impatto sfilanoci ai lati e saltando con un balzo il piccolo corso d'acqua.

-Ohi...- Mi massaggiai il nasino che si era pesantemante schiantato contro il retro della sua armatura coperta dal pesante mantello nero, che tuttavia non aveva attutito granchè dell'impatto. Mi sorrise, o per lo meno ebbi la sensazione che lo facesse visto l'elmo nero che gli copriva costantemente il volto.

Sbuffando mi sedetti ai piedi di un albero poco distante.

-Su, vieni qui a sdraiarti. Hai bisogno di dormire!-

-Ti ho detto che sto facendo la guardia, Zack non sarebbe affatto felice di sapere che mi sono addormentato!-

-Zack ha bisogno di te sveglio! Non puoi ostinarti così! Ci penserò io a fare la guardia al posto tuo.-

-Piantala di dire sciocchezze!-

Ero proprio stufa. Un cenno quasi impercettibile e Xanto e Ferir erano spariti nella foresta. -Se si avvicina qualcuno lo sapremo immediatamente. Ora vuoi darmi retta o no?-

Attraverso l'elmo si sentì chiaramente l'eco di un soffio esasperato. Sapevo di averla avuta vinta ancora prima di vederlo camminare nella mia direzione.

Si lasciò cadere pesantemente al mio fianco appoggiandosi al mio stesso albero.

-Togliti quell'affare Kei, non vorrai dormire così?-

La voce profonda che provenne dalla sagoma scura era diventata d'un tratto più dura del solito.

-Non sono più Kei da tanto tempo oramai. Il mio nome adesso è Zanifer, lo sai.-

-Per me sei sempre Kei.- Mi avvicinai a gattoni incespicando nel lungo vestito di velluto blu che indossavo, cercando goffamente di sfilargli il pesante elmo dalla testa. Stavo ancora trafficando con le cinghie di cuoio sotto il mento che sentii le sue mani afferarmi i polsi.

-Kei è morto.- le parole uscirono dalla sua bocca come se provenissero direttamente dall'inferno.

-Kei è qui.- Mi ostinai slacciando l'ultima cinghia.

Avrebbe potuto stringere la presa, avrebbe potuto rompermi entrambe le braccia con un solo gesto, ma non lo fece. C'era Kei, era lì, sotto tutto quel metallo, oltre tutta quell'oscurità.

-Quanto sei ostinata!- La voce si era fatta più calda, quasi umana. Sentii le enormi mani lasciare la presa, appoggiarsi ai lati della testa e senza alcuno sforzo sollevare il pesante elmo decorato.

Trattenni il fiato senza rendermene conto. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che l'avevo visto in volto, che l'avevo avuto così vicino.

Rimasi pietrificata quando mi ritrovai a fissare nelle splendide pozze di petrolio che erano i suoi occhi. Un cielo senza stelle che non sembrava avere fine. Le ciglia scure, lunghe erano sempre le stesse, anche il naso, le labbra, la cicatrice sul sopracciglio destro, non era cambiato di una virgola. Era Kei. Era sempre Kei, nonostante la forza, il sigillo, il potere, il patto, le battaglie, i morti, il sangue, gli incubi, le paure e i sensi di colpa, lui non se ne era mai andato. Lo vidi sorridere, il medesimo, furbo e affascinante sorriso di moltissimi anni prima, mentre mi osservava imbambolata perdermi in ogni piccolo particolare del suo volto.

-Su, fatti da parte! Non hai detto che devo dormire?-

Mi riportò alla realtà scostandomi da lui con il suo solito fare poco galante.

Così mi affrettai a voltarmi dall'altro lato lasciando che i capelli coprissero mio il volto rosso dall'imbarazzo. Sicura che l'oscurità non avesse fatto completamente il suo lavoro.

 

-Non dormi?- Ripresi dopo alcuni momenti di silenzio passati ad osservarlo con la coda dell'occhio.

-Non posso-

-O non vuoi?-

-Non voglio.- Sapeva che la sua mente oramai era al limite. Costretto negli anni a vedere e compiere cose nessuna coscienza "umana" avrebbe mai tollerato senza cedere alla pazzia, la notte quando poteva vagare libera e senza freni, tutto diventava un incubo orribile e insopportabile. Perdere lucidità e togliere alla sua mente la barriera della ragione voleva dire rischiare di impazzire e Kei, o Zanifer che fosse, non aveva alcuna intenzione di mollare ora che finalmente era riuscito a liberarsi dalla sua schiavitù.

-Vieni qui- Mi avvicinai a lui e prendendolo per le spalle cercai di tirarlo verso di me. Stranamente si lasciò guidare senza opporre resistenza appoggiandomi delicatamente la testa in grembo.

Tornai con la schiena contro il tronco e iniziai a scostargli alcune ciocche ribelli dal viso.

-Chiudi gli occhi su. Qui sei al sicuro.- Suonavano così strane quelle parole uscire dalla mia bocca. Una maga alla prime esperienze sul campo, fifona e pasticciona come pochi altri, che rassicurava uno dei più grandi guerrieri oscuri che il nostro mondo abbia mai conosciuto. Sorrisi, cercando di nascondere la gaffe, quando lo vidi sorridere a sua volta e, chiudendo gli occhi, mormorare un "grazie" a fior di labbra, prima di accomodarsi meglio per trovare la posizione ideale.

Appoggiai anche la testa contro il tronco soddisfatta, senza smettere di accarezzargli lentamente i capelli spettinati, quando lo sentii parlare ancora.

-Non sei cambiata per niente in questi ultimi dieci anni.-

-Kei...-

-Sempre la solita testarda, goffa ragazzina che voleva a tutti i costi giocare alla lotta con noi maschi e perdeva sempre!-

-Non ci sono più i gentiluomini di una volta.... e comunque ora ho imparato a difendermi!- Sbuffai.

-Sii, sii, sbaglio o poco fa avrei potuto tagliarti la gola?-

-Ma poi saresti stato sbranato!-

-Forse, di certo però tu non l'avresti mai saputo.-

-Uffa!!!-

Scoppiò a ridere, erano secoli che non lo vedevo così! Mi salirono le lacrime agli occhi...

-Promettimi che non ti caccerai più nei guai da sola?-

-Tanto poi tu vieni a salvarmi...- scherzai innocente.

-Tirarti fuori dai pasticci ormai è diventato un lavoro...-

-Un hobby, direi, lo fai fin da quando eravamo ragazzini e abitavamo ancora a Bansor!-

-Già, ma allora era un po' diverso...-

-Non più di tanto.-

-IO ero diverso- il tono si fece d'improvviso più cupo. -Tu invece no...- Aprì gli occhi di scatto fissandoli dritti nei miei. Non riuscivo più a muovere un muscolo.

Vidi la sua mano, finalmente libera del pesante guanto di maglia, alzarsi verso di me, sentii le sue dita accarezzarmi lentamente la guancia e poi scivolare tra le mie ciocche lunghe e scure.

-Se ti dovesse accadere qualcosa io...-

-Non mi accadrà niente. Ci sono Xanto e Ferir con me e poi ci sei tu, no?-

-Non posso esserci sempre.-

-Non ci sei stato per dieci anni, eppure me la sono cavata.- Forse avevo esagerato. Lo sentii irrigidirsi.

-Mi dispiace...-

Presi la sua mano tra le mie e la strinsi a me. -Non importa più oramai. Adesso sei tornato e per me è abbastanza.-

Mi guardò senza dire una parola per alcuni lunghi momenti.

-Prima mi sbagliavo, sai?-

-Che vuoi dire?-

-Sei cambiata anche tu.- Lo guardai curiosa, finchè non riprese a parlare.

-Sei cresciuta. Sei diventata molto più forte e indipendente di come ti ricordassi. Non hai più bisogno di me.- Un'onda di terrore mi attraversò prepotente.

-Non scherzare, io avrò sempre bisogno di te!!!- senza rendermene nemmeno conto mi ero aggrappata alla pesante corazza che gli ricopriva il petto affondando il volto tra le pieghe del suo mantello. -Non osare dire mai più una cosa del genere e non pensare neanche lontanamente di andartene un'altra volta, chiaro!?!?!?- Dovevo averlo colto di sorpresa, perchè rimase immobile in silenzio. Tuttavia io non avevo alcuna intenzione di lasciarlo, a costo di restare così per tutta la notte, per il giorno successivo e quello dopo ancora.

Lo sentii muoversi. Sentii il suo braccio sulla schiena e la sua mano farsi largo tra i miei capelli fino al collo e più su.

Per un attimo ebbi la sensazione che volesse togliermi di lì, presto però mi accorsi con sollievo che mi stringeva a se in quello che voleva essere una specie di abbraccio. Sentii uno strano calore invadermi e le lacrime scendere copiose dai miei occhi che finalmente, dopo più di dieci anni, stavano perdendo quel velo nero tornando a risplendere del blu del cielo più limpido.

-Sei tornato Kei...sei tornato...-

-Si, sono qui. Sono qui per restare questa volta.-

Ci addormentammo così. In quello strano abbraccio, vegliati dal buio della foresta dai due paia di inquietanti occhi di fuoco. Sereni e felici di essere vivi, di essere insieme nonostante tutto. Finalmente una notte senza incubi per entrambi, la prima dopo molti anni. 

   
 
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