-
Ti ho detto di tenere gli occhi chiusi… - mormorò
Sebastian, sentendo le ciglia dell’altro muoversi sotto le
sue dita.
-
Smettila, Smythe, non sono così in confidenza con te da
permetterti di mettermi le mani in faccia in questo modo. Né
di farmi sorprese.
Sebastian
sorrise, continuando a tenere coperti gli occhi di
Kurt.
-
Abbiamo fatto sesso per due mesi, Hummel. Non pensavo di
doverti lasciare qualche tipo di spazio, dopo aver penetrato qualsiasi
parte di
te…
-
Sei disgustoso,
- commentò l’altro, senza però sfuggire
alla presa del ragazzo dietro di lui. Si
era ritrovato ad accettare l’invito ad uscire senza nemmeno
accorgersene, era
stato tutto così naturale… così come
avevano iniziato, due mesi prima, a
vedersi in modo regolare per iniziare ad odiarsi fisicamente.
Kurt sapeva che non era quello il modo di comportarsi
ma non riusciva a smettere. Sebastian l’attirava come una
calamita e nonostante
ci provasse – Dio, se ci provava – non riusciva a
stargli lontano. Forse per
questo non aveva trovato strano il fatto che l’altro gli
avesse chiesto, ancora
su di lui, sudato e ansante, due giorni prima, di vedersi alle sette e
non alle
undici e in pubblico, invece che a casa sua. Forse per questo, non era
riuscito
a dirgli di no, e forse per questo, neppure voleva
dirgli di no. Così si ritrovava in un posto che non aveva
mai visto prima – o meglio:
non aveva visto affatto - ,
attorniato da centinaia di voci e con gli occhi coperti.
La
prossima volta, Hummel, il posto lo scegli tu,
si
appuntò mentalmente.
-
Bene, direi che queste possono andare via… - disse
Sebastian, premendo le mani sul volto di Kurt prima di allontanarle, e
lasciandogli un piccolo bacio sotto l’orecchio. Kurt si
concentrò così tanto su
quel gesto – così sorprendentemente spontaneo
– da non rendersi nemmeno conto
di poter finalmente guardare dove fossero.
I
suoi occhi si mossero veloci prima a sinistra e poi a
destra, cercando di capire. Non
gli
sembrava possibile, era assurdo.
Sebastian
Smythe l’aveva portato al suo primo appuntamento
con lui ad un luna park.
-
Ti prego, dimmi che non hai fumato qualcosa di strano,
prima di uscire con me, - mormorò Kurt, guardando negli
occhi Sebastian. Questi
rispose con un enorme sorriso divertito, e gli prese la mano.
-
Che cosa mi fai, Kurt Hummel… che cosa mi fai… -
Kurt rise
e seguì l’altro nel luna park….
Perché Sebastian l’aveva portato in un luna
park. Da non crederci.
Evidentemente
ancora non aveva visto nulla: appena entrati,
il suo accompagnatore lo spinse verso sinistra, dove, una accanto
all’altra,
erano collocate tutte le postazioni per il tiro a segno.
-
Oh, non lo stai facendo sul serio…
-
Cosa posso regalarle, principessa?
Kurt
lo guardò scocciato. – Dopo avermi chiamato
così, come
minimo devi vincermi tutta la bancarella. – Disse, sfilando
la mano da quella
dell’altro e incrociando le braccia al petto. Sebastian rise,
gli baciò
dolcemente una guancia e, dopo aver dato un
paio di dollari al ragazzo dall’altro lato del
banco, iniziò e colpire
le lattine, facendone cadere una ventina. Il ragazzo gli
indicò diversi oggetti
agganciati sulle loro teste, e Sebastian prese un adorabile peluche a
forma d’orso,
alto più o meno quanto il busto di Kurt.
-
Per farmi perdonare… - sorrise, porgendoglielo. A Kurt
mancò la terra sotto i piedi. Afferrò
l’orso, intrecciando nuovamente le sue
mani con quelle di Sebastian. – E così ti fai
comprare con giocattoli, eh? Sarà
un’informazione utile per il futuro.
-E
con il cibo, - puntualizzò Kurt, cercando di sorvolare
sul dolcissimo riverbero che il suo stomaco aveva avuto alla parola futuro. – Non dimenticare mai
il cibo.
Sebastian
alzò un sopracciglio. - Cibo?
-
Ti sembra una parola strana?
Sebastian
abbandonò di nuovo la mano di Kurt e sparì tra la
folla. Cosa stava macchinando stavolta? Kurt non riusciva a seguire il
flusso
dei pensieri dell’altro, gli sembrava tutto così
strano. Decise di rimanere lì impalato
in attesa che Sebastian tornasse – insomma, erano ad un
appuntamento, non poteva essersi dimenticato
di lui -,
guardando il peluche e cercando di trovargli un nome. Prima che potesse
scegliere tra Emilie e Helena – sì, era un orso
femmina -, Sebastian tornò,
entrambe le mani occupate.
-
Ma cosa…?
Zucchero
filato da un lato e gelato dall’altro, Sebastian
sembrava un bambino – così felice
–,
quando gli allungò i due supercalorici alimenti.
-
Scegline uno, l’altro lo mangio io.
Kurt
si sentiva sotto shock. Prese la stecca che reggeva lo
zucchero rosa e si avvolse un filo all’indice, portandolo
alla bocca.
-
Buono? – gli chiese Sebastian. Il tono era premuroso, e
abituato
agli atteggiamenti che aveva adottato in quei mesi con lui, Kurt si
sentì
spaesato. Chi era il vero Sebastian? Quello della camera da letto, o
quello del
luna park? Senza pensarci, ripeté l’azione di
avvolgersi lo zucchero attorno al
dito e lo avvicinò alle labbra dell’altro, che vi
avvolse la bocca, indugiando
probabilmente più del dovuto. Quel
calore…
Kurt avrebbe tanto voluto essere a casa di Sebastian, per un
millesimo di
secondo. Poi, si voltò verso la parte del parco che si
trovava dietro di lui.
Il
suo sguardo s’illuminò quando vide
l’attrazione più alta,
quella che lo faceva sognare da sempre. Senza rendersene conto, si
fermò ad
ammirarla, facendo quasi cadere lo zucchero.
-
Vuoi salirci?
Kurt
fissò gli occhi in quelli di Sebastian. L’avrebbe
fatto
davvero?
-
Sebastian Smythe mi sta chiedendo di salire sulla ruota
panoramica con lui, dopo avermi portato ad un appuntamento in un parco
giochi,
aver vinto un peluche per me e avermi comprato dei dolci? Sta
succedendo
davvero?
Sebastian
sorrise.
-
Tutto, per te.
Kurt
lo guardò. Sembrava così diverso… ma
non fece neppure
in tempo a pensarci: Sebastian lo trascinò verso la ruota,
rischiando di far
cadere in terra il gelato.
Come
Ryan e Marissa, come Ryan e Marissa, come Ryan e Marissa…
Cercando
di sgombrare la sua mente dalle immagini di the OC,
Kurt si sistemò sul sedile accanto a Sebastian, che
continuava a sorridergli.
-
Forse avrei dovuto pagare quel tipo per farci rimanere
bloccati in alto, fingendo un problema con la ruota? – chiese
Sebastian, più a
se stesso che all’altro.
-
Va bene così… - rispose Kurt.
-
Sai perché lo sto facendo?
Kurt
lo guardò. Sebastian aveva il corpo rivolto verso di
lui, sembrava non curarsi assolutamente del fatto che si trovassero
almeno ad
una trentina di metri da terra. Ciò che contava era Kurt. E
lui lo sentiva.
-
Io…
-
Io voglio stare con te, Kurt.
E
ancora una volta, Kurt non ebbe il tempo di pensare: la
mano libera di Sebastian si posò dietro la sua nuca ed il
viso al suo. Il respiro
era caldo sulle sue labbra, e Kurt sentiva di volere di più.
Di volere
Sebastian, almeno come Sebastian voleva
lui.
Così,
non aspettò.
Si
lanciò sulle sue labbra, con la testa che gli girava,
forse per l’altezza o forse per l’adrenalina che
gli scorreva nelle le vene. Quasi
si dimenticò di respirare perché di baci ne
avevano scambiati tanti ma questo
era così diverso, così nuovo, così pieno.
Kurt
sorrise contro le labbra dell’altro.
-
Sì… anch’io.
Angolino!
Da un prompt di La Viola Moody (che ringrazio da tantissimo per l’aiuto e la disponibilità).
Spero di ritornare presto e se notate qualche errore chiedo venia, ma oltre ad avere ospiti in casa torno ora da una pausa e un trauma personale non indifferente, quindi le piccole os sono i miei baby steps. Spero di riprendermi presto.
Grazie a tutti in anticipo!
Vals