03/10/2007
2 recensioniLo ammetto, ero depressa forte...per cui mano ai fazzoletti, preparatevi un barattolo di Nutella formato gigante e leggete ( sconsiglio vivamente la lettura a chi al momento si sente la persona più felice della terra e non ha nessuna intenzione di deprimersi XD)!!
NEVER LIKE YOU
Ferma, appoggiata stancamente sul banco in ultima fila, la testa fra le mani.Ogni tanto sbuffa, sospira stanca.
Dicono che mentre sospiri la fortuna ti sfugga.
Niente di più falso, niente di più vero.
È questione di opinioni, punto.
E ancora è lì, stessa stanza e stessa posizione, anche se sono passate due ore, lasciandosi scivolare addosso le chiacchiere della gente, senza contare i secondi che passano.
Al suo fianco lei, Kikyo.
Kikyo la perfettina.
Kikyo che sa tutto.
Kikyo che è gentile, che sorride, che scherza.
Kikyo che urla, che gioca, che vive.
Kikyo che fa amicizia con un sorriso, con una parola ti conquista, lei che sa sempre come tirarti su il morale.
Kikyo l’ammaliatrice, Kikyo che ti guarda e sei intrappolato nel suo sguardo magnetico.
E ancora lei, ancora Kikyo la sua amica, Kikyo la sua sorella adottiva, Kikyo che ha tutto ciò che serve, lei che è l’utopia.
E guardandola ti chiedi “perchè non sono come lei?”
E ancora la guardi, scrutandola nei dettagli, le così indaffarata a rispondere ai tanti bigliettini e sms che riceve in classe, piegata sul minuscolo pezzo di carta a rispondere a chissà chi.
Troppo indaffarata per curarsi di te, di accorgersi del tuo sguardo nostalgico.
Ed è ancora lì, china sul banco, la penna che scrive incessante in una calligrafia limpida guidata dalla mano esperta di lei, gli occhi nocciola dal taglio sottile socchiusi, concentrata.
Lì a scrivere, scrivere, scrivere.
E a volte si lagna, e dice che la vita con lei è crudele, pensa al destino ingiusto delle adolescenti.
Dice che non ha senso che lei rimanga qui, che vuole scappare, che non vuole rimanere.
E nel frattempo parla, scherza, gioisce, e non sa quant’è fortunata.
Non lo sa però gli altri se ne accorgono, la cercano, la ammirano.
E Kagome è come al solito ferma, sul banco, il mento nel palmo della mano destra, a fissare il vuoto con occhi speranzosi, che prima o poi qualcuno vedrà oltre l’amica.
E ogni volta che lei le parla gioisce, sorride, è contenta per lei.
Ma ancora il telefono vibra, qualcuno che le chiede di Kikyo.
Allora Kagome sorride nostalgica, lei è forte, non piange, e dice a Kikyo che qualcuno la cerca.
L’amica scherza, sorride e le dice “grazie Kaggy passa il telefono…vediamo cosa vuole anche questo scocciatore”.
Ma non sa che ogni sua parola alla ragazza fa male.
A lei che non è così bella.
Che le assomiglia, certo, ma non si paragona nemmeno.
A lei che non è così brava e brillante.
Non è così ricercata, così carismatica, così affascinante.
E ancora soffre silente, Kagome, ancora si rassicura che tutto cambierà.
Continua a sperare in silenzio, ma non crede veramente.
Anche lei sa di essere benvoluta, e si sente fare complimenti scontati, sinceri ma banali.
"Come sei buona…ti sei fatta davvero carina…quanto sei paziente!"
Stupidi.
E quando la campanella suona Kikyo si alza, scostando la sedia con un movimento elegante, e corre dalle ragazze con cui prima parlava attraverso i bigliettini.
Loro le fanno i complimenti, e Kikyo sorride, leggermente rossa.
Chiama Kagome, gliela presenta.
E lei sa che sarà ricordata solo come "quella che era con Kikyo".
Sa anche che questo le farà male, ma ci è abituata.
Torna al suo banco, vi si siede sopra, Sango le parla ma lei non l’ascolta.
Non è dell’umore giusto, non oggi.
Non lo sarà nemmeno domani, ma dovrà fingere come tutti i giorni.
E quando lo vede arrivare le si ferma il cuore.
Con i suoi grandi occhi color cioccolato fissa immobile Inuyasha Hamato andare verso di lei.
Sì, non Kikyo, proprio lei.
- ciao.- la saluta
- ciao.- risponde in un soffio, stringendo febbrilmente la collanina che le aveva regalato proprio Kikyo.
- Sai dov’è Kikyo?- chiede gentile, e Kagome torna alla realtà.
Le sembrava troppo irreale, strano, assurdo.
Con la testa indica l’amica, Inuyasha le fa un cenno col capo e raggiunge la ragazza, la abbraccia.
Kaggy trattiene le lacrime, non ne vale la pena, si dice.
Anche se non sa quanto le farebbe bene sfogarsi, almeno un pò.
Ma lei non è gelosa, non lo ammette, forse un pochino lo è.
È stanca di fare l’ombra, la sostituta, l’amica della grande Kikyo.
Eppure sa che non sarà mai al suo livello.
Perché Kikyo è furba, lei no.
Kikyo è bella, elegante, lei no.
Perché ancora Kikyo è gentile e comprensiva.
Anche lei lo è, ma nessuno lo nota.
Perché Kikyo è brava a scuola, lei non molto.
La sua amica è solare, ambiziosa, simpatica, lei no.
Lei è timida, dolce, forse un po’ insicura.
Kikyo che è tutto.
Kikyo che era partita dal nulla, e con l’aiuto Kagome è diventa una stella.
E ancora Kagome, che si sente di troppo, vorrebbe farsi avanti ma non riesce.
Non riesce perché sa che è sbagliato.
È consapevole del fatto che lei deve ritirarsi, non è più il suo tempo.
Ma è difficile, non ce la fa.
E più i giorni passano più si sente debole, e più si sente debole più soffre.
E più sa che non ha via d’uscita.
Ascoltando la sua canzone preferita si sente sollevata, crede di potercela fare, ma finita la musica ritorna coi piedi per terra, e sa che per lei non ci sarà più nessun futuro.
Troppi sbagli nel passato.
E Kikyo ritrova uno spazzietto di tempo per l’amica, le chiede cosa c'è che non va.
Kagome non risponde, si limita a scuotere la testa, dicendo che è ok.
Ma l’amica non le crede, insiste, rigira il coltello nella piaga.
Una parola, il cuore batte.
Una frase, implorarla di smettere.
- Lo sai che in fondo io…sono meglio di te….- capta solo quel pezzo di frase, frammento importante della verità da troppo nascosta.
E ancora Kagome soffre, continua a far male, perché sa che è vero, sa che Kikyo è meglio di lei.
Sente gli occhi farsi umidi, un dolore alla gola e al petto.
Orgoglio ferito.
La verità messa alla luce del sole fa veramente bene come si pensa?
E improvvisamente Kagome cede, salta giù dal banco, corre verso il bagno con gli occhi lucidi.
Piange e non sa se davvero stavolta riuscirà a smettere.
Troppi sentimenti repressi da troppo.
Un errore impagabile, uno dei tanti.
Ma, di sicuro, il prof capirà quando troverà la classe vuota.
Capirà quando li vedrà tutti in bagno, a consolare Kagome che piange abbracciata a Kikyo.
Capirà quando vedrà il visino di Higurashi solcato dalle lacrime.
E ripeterà fra se, stringendo il registro, che non bisogna tenersi le cose per se.
Invece Kagome riuscirà a sorridere di nuovo, smetterà di piangere sentendosi di nuovo parte del gruppo.
Inuyasha la abbraccerà, e lei smetterà di singhiozzare.
Kikyo si scuserà, forse, ma non avrebbe nulla di cui scusarsi.
Prometterà di starle più accanto, come tutti.
Ma le faranno giurare di non stare più zitta a rimuginare fra se, le faranno promettere di sfogarsi subito.
E lei riderà, come forse non aveva mai riso, e dirà “sì” ad ogni richiesta.
Perché ad ogni fine corrisponde un inizio.
beeeeeene gente...ai posteri l'ardua sentenza XD
una sola cosa: questa ficcy è dedicata alla my nee-chan Keira tmnt...che la nostra amicizia continui 4ever and ever ai confini del mondo e anche più in là!^^ (anche se scazzottiamo per la maggior parte del tempo- scuola compresa XD) chiedo perdono per eventuali errori di battitura ma non ho avuto il tempo di rileggere il cappy! ^^'''
CIAUZ! ^O^