Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: IchanLaVichinga    17/03/2013    7 recensioni
Una storia avvincente, tra maghi, imperatori e fumatori accaniti, in un susseguirsi di lamentele di pasticceri fasulli e di americani fifoni, ma non è questo il problema.
Arthur, Kiku e Francis dovranno affrontare i loro più che svitati Alter Ego, più che affrontare, dovranno scappare a gambe levate per non essere fatti a fettine o magari presi a colpi di mazze, per poi diventare dei bei dolcetti colorati. Riusciranno a salvarsi o il nostro caro maghetto peggiorerà le cose ?
Bho, seguite questa storia, ve lo dicono i vostri cari e svitati 2!P !
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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« Angleterre, sei sicuro di quello che fai ? Quel coso li che si illumina mi fa... paura.»
 
Il francese indicò il cerchio magico ai piedi di Inghilterra, che non si sa cosa stava dicendo mentre teneva tra le mani il suo libro di incantesimi.

« Stupid frog, shut up ! Te la farò vedere io !»

« Japon, ti prego, pensaci tu, Angleterre è convinto di essere uscito da Harry Potter ! »

Il biondo, si girò di colpo, chiedendo supporto al nipponico che dietro di lui guardava la scena a dir poco interessato.

« Gomennasai, Furansu-san, ma Ighirisu-san sembra proprio intenzionato a portare nuovamente qui, il se di un tempo. Non posso proprio farci niente.»

Non è che non poteva farci niente, diciamo che il nipponico era troppo interessato a quella questione, così tanto che faceva finta di niente e per una volta non rifletteva prima di parlare.

« Mon Dieu, Japon e io che speravo nel tuo aiuto. »

« Hahahahaha, è inutile, Japan è sempre dalla mia parte, stupid frog !»

« Idiota, pensa a quello che devi fare, prima che combini un casino come al solito !»

« E-eh ?! Io non sbaglio mai !»

Ok, volete spiegata la situazione ? Io penso proprio di si.
Tutto era iniziato quando Giappone era andato a far visita ad Inghilterra, dopo una serie di volte che quest'ultimo era andato a fargli visita. Quel preciso giorno, Giappone si era deciso di ricambiargli il favore, spuntandogli dietro la porta di casa.
Il nipponico era proprio andato a far visita all'inglese quando il biondo aveva deciso di pulir casa e ordinare vecchie cose. Da bravo Gentleman Arthur ospitò ugualmente il nipponico, che per scusarsi insistette così tanto ad aiutarlo nelle pulizie, che Arthur dovette cedere.
Il nipponico in quella casa aveva trovato tante di quelle cose di vecchia data che quasi si stupiva che c'era gente che conservava cose più vecchie delle sue. Tra queste aveva trovato un vecchio baule, che poi non era nemmeno così tanto impolverato. Spinto dalla curiosità lo aprì e al suo interno trovò una grande giacca rossa, ma venne colto sul fatto dallo stesso Inghilterra, che al vedere la sua vecchia giacca da pirata, gli scappò un sorriso.
Così finirono a parlare di quei vecchi tempi fino a quando alla porta bussò un certo francese, che subito dopo si intromise nella discussione, raccontando la sua versione dei fatti.
Diciamo che ci fu uno dei soliti litigi tra Francia e Inghilterra, dove l'inglese affermava che ai tempi era un gran figo e le suonava di santa ragione a tutti e il francese smentiva dicendo che era ancora più sfigato di quanto lo fosse in quel momento.
Così Arthur, si era alzato con l'intenzione di mostrare al nipponico che la rana francese avesse torto. Era serio, aveva preso il libro di magia, si era messo il mantello e aveva disegnato con un gessetto bianco, un cerchio magico a terra e prendendo una formula, aveva iniziato a recitarla.
Ed eccoli in quella strana situazione, dove il biondo continuava a recitare le ultime parole del suo incantesimo e il francese da un lato voleva fuggire per evitare qualche catastrofe e da una parte aspettava che l'altro fallisse per deriderlo. Forse sarebbe rimasto li a guardare, prendere in giro Arthur gli andava più che bene e si prospettava pure divertente fargli notare che non erano nel mondo delle favole.

« ... Cazzo, cosa ho sbagliato, eppure si doveva aprire un portale qui sul pavimento..»

« Mon cher, quante volte te lo  devo ripetere che le fate e la magia non esistono ? Fatti una vita Angleterre. »

« Brutto Bastardo... io ti amma-»

« Per favore, Ighirisu-san, non faccia così e anche lei Furansu-san, non sia così scortese.»

« Japon, sei sempre troppo tranquillo e formale tu.»

« Tutto il tuo contrario, France, Japan è educato.»

« Teppista, stai attento a come parl---»

Il francese stava nuovamente alzando la voce per tornare a litigare con l'altro biondo li davanti, quando si fermò di botto, vedendo Arthur abbracciato da dietro da qualcuno.
L'inglese sobbalzò e a momenti non buttava un urlo, non si sapeva spiegare chi fosse, dato che Giappone e Francia erano li davanti a lui.

« Who are you ?! »

« Oscar~ Good evening, dear ! »

Quello che si staccò da Arthur era praticamente la sua fotocopia in tinta rosa.
Maglioncino rosa, capelli rosa, occhi azzurri e un sorriso che faceva paura a chiunque.

« Ahahaha, Japon, ecco, era peggio di quanto pensassi. Lo ricordavo già con abiti accettabili, non con.. il rosa..»

Si vedeva che quello che diceva più che essere diretto al rappresentante del Giappone, era diretto ad Inghilterra, che poverino era stato colto di sorpresa da un piccolo tic all'occhio destro.

« Oh, ha qualcosa contro il rosa ? Sa, è il mio colore preferito~ Ah, ma dove mi trovo ? Che posto è questo ? Chi siete voi? »

Una macchinetta, parlava e non finiva più e questo irritava ancora di più l'altro inglese che non proferiva parola, sembrava dire qualcosa di incomprensibile a bassa voce mentre era tornato a prendere il libro per vedere cosa aveva sbagliato, eppure era sicuro di aver recitato bene la formula magica.

« Cher, io sono France, il fratellone di tutti !»

Disse mentre spostò una ciocca bionda di capelli dal viso e poi indicò il giapponese, per presentare anche lui.

« Lui è Japon.»

« Yoroshiku ne. /Piacere di conoscerla/ »

« Mentre lui è Angleterre, quello che ti ha portato qui.»

« Ah, ma il France e Japan che conosco io, sono totalmente diversi e poi England sono io !»

« Lo sei ANCHE tu. Ti ho portato qui per sbaglio..»

L'inglese nemmeno guardava il gruppetto li accanto, aveva ancora gli occhi fissi sulle pagine del libro.

« Ci hai portati qui per sbaglio.»

Lo corresse il confetto che si era girato a guardarlo e indicando in fondo alla stanza altre figure che sembravano poco accoglienti.

« Grazie per esservi accorti di noi.»

Disse il francese, togliendo la sigaretta dalla bocca e fissando specialmente quello che sembrava la sua fotocopia.

« Mon Dieu ! La mia fotocopia sembra un barbone !»

« Hahahaha.»

Scoppiò a ridere l'inglese biondo, vedendo la reazione del francese che conosceva bene e quelle espressioni che rare volte vedeva, lo facevano morire. Dal ridere, ovvio.

« Barbone ci sarai tu.»

« Pleas, Pierre, non fare così, si cordiale, no ? Saranno i nostri nuovi amici !»

« Ma taci, idiota. »

Quello che a passo deciso sorpassò il francese dell'altra dimensione e che sembrò spiccicare finalmente parola, era lo fotocopia identica del giapponese, uguale, solo se non fosse
per gli occhi rossi come il sangue e la divisa nera con il lungo mantello viola alle spalle.

« Ti sembro il tipo che fa amicizia con dei simili straccioni ? Ricorda chi sono io.»

« E' arrivato l'imperatore, per favore, inchinatevi. No, non fate complimenti. Shoichi, non cambi mai.»

Sbottò annoiato il francese.

« Shoichino, perchè non vuoi nessun amico ? Ti basto veramente solo io ?»

« Ma stai zitto che non servi nemmeno a pulirmi le scarpe !»

Il giapponese che indossava la divisa, sembrava un tipo abbastanza irascibile, che non si faceva scrupoli a rispondere male a chi gli capitava prima.

« Ah..ah.. gomennasai, ma tu saresti ?»

Kiku sembrava praticamente incantato dalla sua fotocopia uscita più figa di lui. Ah, c'è bisogno di dire che aveva preso la macchina fotografica ? Penso di no.

« Posa quella merda, plebeo. Sono Shoichi Honda, l'impero Giapponese e non voglio fatte foto.»

« Shoichino, non sei un impero da molto tempo !»

« E' solo un generale, ma fa il figo dicendo che un grande imperatore, basta ignorarlo, tranquilli.»

« Pierre ! Non ti uccido solo perchè sei uno dei pochi che ragiona, ma non so per quanto tempo io possa trattenermi.»

Francis, che al momento era il solo in grado di pensare, dato che i suoi due amici erano rimasti sbalorditi dalla scena,li prese per mano e li tirò fuori dalla stanza per poi chiuderla a chiave.

« Quelli sono pazzi !»

« Ci farò un manga con quello che è accaduto.»

« Visto che la magia esiste ? Stupid Frog ! Hahahaha !»

« Ma siete idioti ?! Quelli non hanno nulla di buono e voi pensate ad altro ?!»

« Giusto. Arthur-san, deve fare qualcosa, non possiamo stare qui a guardare !»

« Ah, se lo dici tu Japan allora va bene, farò il possibile !»

« Mon Dieu, siamo finiti..»

« Shut up !»

E un tonfo, o meglio, il rumore della porta d'ingresso che era caduta a terra, interruppe i pensieri dei tre compagni di sventure, che di botto diventarono quattro.

« E' arrivato l'eroeeeeee ! »

« Merda.»

Sbottò subito dopo l'inglese a sentire la voce acuta dell'americano che faceva più danni di un terremoto.

« England ! C'è un tizio strano che mi somiglia e che vuole ammazzarmi ! England ! England ! Help me !»

« Idiot ! Siamo al piano di sopra !»

L'americano, senza farselo ripetere due volte, corse per le scale e salì al piano superiore, fino a imbattersi negli altri membri del gruppo.

« England ! Help--- JAPAN !»

Il Giapponese non aveva avuto nemmeno il tempo di reagire, che si trovo stritolato dall'abbraccio dell'americano che era praticamente il doppio di lui.

« Japan, non avere paura, c'è l'eroe che ti protegge !»

« E-em.. A-Arigatou.»

« Idiot, staccati da Japan, non vedi che gli dai fastidio ? Allontanati  !»

L'inglese prese per il cappotto l'americano biondo e cercò di allontanarlo dal nipponico, anche se non ci riuscì, l'unica cosa che aveva smosso, era il viso dell'americano che si era
girato verso di lui con un broncio e uno sguardo quasi annoiato, mentre abbracciava ancora l'asiatico.

« Sei solo geloso, Arthur.»

« E-eh !? Ma non è assolutamente vero ! Fa-fai quello che ti pare !»

« Je suis désolé, però mi farebbe comodo uscire da questa situazione.»

« Ah, yes ! England ! Un tizio uguale a me mi ha seguito fin qui, voleva ammazzarmi ! Aveva una mazza ! »

« What ?! Ce ne sono altri ?»

« Altri ?!»

L'americano incredulo e spaventato aveva ripetuto le parole dell'uomo dagli occhi verdi e aveva pure lasciato Giappone che si era subito allontanato.
L'inglese non ebbe il tempo di spiegare i fatti che dalla porta che avevano chiuso, si sentì sbraitare più di prima.

« Ma la porta è chiusa ! Help ! Help ! Non voglio morire, Pierre, Shoichi mi vuole uccidere ! Aprite la porta !!»

L'inglese prese per mano il Giapponese, che era il più vicino a lui, oltre l'americano e fece segno agli altri di scendere le scale per scappare via.

« Forza andiamo !»

« Oui !»

Ma un altro problema si fermò davanti l'inglese e il nipponico, ovvero, un secondo americano con tanto di occhiali da sole messi sulla testa, i capelli rossi e gli occhi del medesimo colore, mentre sulla spalla teneva una mazza chiodata.

« Guarda, guarda, altri tizi stranamente simili a gente che conosco. Well, vi ammazzo tutti.»

« Argh, chi diavolo è questo tizio ?!»

« England, ti presento James, quello con la mazza !»

« Amerika-kun, non è il momento delle presentazioni..»

« Hei ! L'ha chiesto lui !»

L'americano iniziò a rigirarsi tra le mani la mazza già sporca di sangue e con un ghigno, sembrava scegliere chi colpire per primo.

« Togliti, schiavo, fammi passare, non riesci nemmeno ad aprire una porta.»

La voce dell'altro nipponico, fece girare di scatto James, incuriosito dal sentire la sua voce, forse non pensava che anche gli altri fossero li.

« Merda, non si apre, ci hanno chiusi qui !»

« Bien..»

« Ho paura !»

« Shiru ka  /Non me ne frega un cazzo/ se hai paura !»

L'americano dai capelli rossi si appoggiò alla porta, lasciando scappare via quelle che dovevano essere le sue vittime, che scesero le scale e uscirono dalla porta d'ingresso.
Ma non gli importava. Cosa c'era di più bello di far smuovere i nervi ad un nipponico.

« Che bello "vederti" Shoichi. Dimmi, ti stai divertendo ?»

« James... Brutto bastardo americano, fammi uscire e ti prendo a calci in culo !»

« Potrei, ma non mi va, sai, si sprecano energie a girare una chiave, capisci ?»

« Konoyarou... /Bastardo/»

« No, no ! Ci vuole la parolina magica.»

« Apriti Sesamo ?»

Domandò tutto allegro l'inglese, felice di sentire il suo caro figlioccio.

« No, idiota ! E poi voglio sentirla da Shoichi. Momento, ma li dentro chi siete ?»

« Io, Shoichino e Pierruccio, dear ! Su, apri, non voglio stare qui !»

« Finiscila di chiamarmi Shoichino o i prossimi dolcetti che preparerai saranno con la tua stessa carne ! »

« Shoichi, finiscila.»

Pierre, che faceva il pacifico di turno, forse era il dio della pace in quel momento. In quel momento, ripeto.
James aprì la porta, da dove uscì un odore di fumo tremendo, certo, prima si sentiva, ma era leggero, ora era praticamente sommerso dalla puzza.

« Ma a cosa avete dato fuoco ?! »

« Ad un pacco di sigarette.»

Rispose Shoichi, uscendo a passo deciso, mentre guardava male prima l'americano e poi il francese.
L'americano che poi fu abbracciato dall'inglese, chiuse la porta, sbattendola ovviamente e si staccò la pulce di dosso, seguendo gli altri due per le scale.

« Che facciamo con quelli ?»

Domandò il francese, guardando il giapponese li davanti.

« L'inglese non possiamo di sicuro ammazzarlo, è stato lui a portarci qui, quindi se vogliamo tornare indietro ci serve lui.»

« L'americano è mio, quindi, nipponico, stacci alla larga.»

« Non mi faccio dare ordini da te, comunque avevo mirato al giapponese, non sopporto qualcuno che mi somigli, nessuno può essere come me.»

« Shoichi è passato da imperatore del mondo a Dio del nuovo mondo. Bien, mi prendo il francese.»

« Emnh.... ragazzi ! Scusate ! E io ? Io che faccio ? Anche io devo fare qualcosa !»

« Muori. E' la cosa più utile che tu possa fare.»

« Shoichino, perchè mi odi ?»

« Non c'è un motivo, ti odio e basta.»

I nostri quattro pazz... nazioni nuove nuove, si erano fermate davanti la ex porta di casa di Arthur, ora era aperta la caccia, dovevano trovarli, prendere l'inglese, uccidere il resto e tornare a casa, nulla di più semplice. Il problema era sapere dove fossero, anche se non sembravano turbati da quel pensiero, il contrario, erano abbastanza tranquilli, erano sicuri, nulla li avrebbe fermati, tranne il telefonino di James che squillava.
 
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TA TAN TA TA TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN
Vichinga a rapporto gente !
Piacere, sono la I-chan e questa è la mia prima FanFiction, quindi... ABBIATE PIETA' !
 Bhè, non sono brava con i dialoghi con troppe persone, tecnicamente scrivo cose in contesti dove si trovano massimo tre personaggi, figuriamoci otto.
Si, che aumenteranno..

Allora, come penso abbiate capito, i nomi dei nostri cari 2!P, sono:

Inghilterra: Oscar Kirkland
Francia: Pierre Bonnefoy
Giappone: Shoichi Honda.
America: James Jones

Per il nome di Francia e America devo ringraziare la Franciccia, mentre quello di Giappone è inventato da me, tecnicamente è il nome del 2!PGiappone che ho nel fandom. <3 Il mio caro imperatore, vero Shoichi ?

« Ma non rompere, plebea, non riesci nemmeno a esprimere quanto io sia figo.»

Parli troppo, dovresti parlare meno !
E poi, che ci fai nel mio angolo ?!

« Tuo ? Ma per favore, io sono l'imperatore.»

Va bene, va bene, allora gente, ci vedremo con il prossimo capitolo. Spero vi sia piaciuto, bhè, accetto tutti i generi di consigli e recensioni, perchè penso di essere brava a ruolare, ma nelle FF sono pratica quanto un mandarino a ballare la Gangnam Style. Nel prossimo capitolo come 2!P ci saranno Italia, Germania e tanti altri, come uno spagnolo, ma sh, voi non lo sapete.
  
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