Sono passati poco pių di sei mesi da quando ho ricevuto quella maledetta lettera.

Ero appena tornato a casa dopo un pomeriggio passato tra lo studio di registrazione e varie interviste. Ero proprio sfinito. Appeno entrato in casa mi gettai sul grande divano in pelle che avevo recentemente comprato. Dall'immensa vetrata del soggiorno vedevo gran parte di Londra. Inizialmente non la notai subito. Erano talmente tante le carte buttate alla rinfusa su quel tavolino che non ci avrei mai fatto caso. Fu il colore, perō, che mi colpė subito. Un arancione brillante che mi portava alla memoria qualcosa che avevo visto in passato ma non riuscivo a ricordare cosa. Mi alzai svogliatamente. Probabilmente era arrivata in mattinata e la donna delle pulizie l'aveva appoggiata li. Era una semplice busta proveniente dall'India. Chissā mai cosa poteva contenere. L'aprė. Sul foglio, in alto a sinistra, il simbolo dell'Ospedale di Jaipur. Le parole erano poche ma non lasciavano spazio ad altre interpretazioni.

“Gentile Sig.re,

con profondo dolore desideriamo metterla al corrente della morte di Jasmine Mudaliar, infermiera volontaria dell'Ospedale di Jaipur, deceduta il giorno 27 Febbraio 2013 in seguito a un contagio di colera.

Distinti Saluti

Abdul Kalam (Direttore generale dell'Ospedale di Jaipur)”

Non credevo a quello che stavo leggendo. Era un dolore che non avevo mai provato e che in una frazione di secondo si impadronė di tutto il mio corpo. Le lacrime giā solcavano il mio viso e soffocai le mie urla nel cuscino. Non mi accorsi che in terra era scivolato dalla busta un altro pezzo di carta.