Io ci credevo, io ci credevo, io ci credevo.

Per quanto ripetessi queste tre parole nella mia testa, il mio cuore ormai sapeva che non era così.

Io non credevo più.

 

"Cosa ha fatto?"

Feliciano guardava inorridito quei corpi, distesi nella polvere.

Continuava a reggermi forte fra le sue braccia, come se avesse paura di perdermi.

Boccheggiavo dal dolore, mentre cercavo di fermare l'emorragia, tenendomi la spalla sanguinante.

 

"Erano solo dei porci!"

 

"Noi non volevamo questo!" Rispose ferocemente Feliciano

 

Noi volevamo essere di nuovo una vera famiglia.

 

"Perché li avete uccisi loro erano innocenti?" Gridai fra un ansimo e l'altro.

 

"Erano solo cinque porci." Ripeté Bixio con un moto di stizza."Non c'è nessun valido motivo per disperarsi per dei paesani incivili!"

 

"No, non erano cinque porci, erano persone, persone!" Gridai.

 

In fondo cosa avevano chiesto, poco, delle terre per le loro famiglie, per sopravvivere.

Ma tutti noi sapevamo che quelle terre non appartenevano a loro, erano di quell'ammiraglio inglese.

Loro volevano solo essere ascoltati, per questo erano insorti.

Ma per voi erano solo alla stregua di animali.

E' per quelle terre straniere che cinque persone sono morte.

E' questa quindi la nostra unità?

Il sacrificio di innocenti?

 

"Che ti sia di lezione! Ora vai a medicarti" Aggiunse, guardandomi con disprezzo.

 

Avevo cercato di proteggerli, ma tutto quello che avevo ottenuto era una pallottola in una spalla e cinque morti sulla mia coscienza.

Feliciano mi aiutò ad alzarmi e voltandomi l'ultima ricordo fu il sangue che grondava sulla polvere di quella terra.

 

Ancora oggi, sotto il cielo di san Lorenzo, mi chiedo quale sia  il vero bene...

 

Di quel giorno mi  rimase soltanto la traccia di una cicatrice sbiadita sulla spalla e un profondo senso di inutilità nel cuore.

Quel giorno io avevo fallito.

 

"Il fallimento è la cicatrice del mio cuore." Sussurrai, guardando la volta celeste.

"Cosa hai detto fratellone?"

"Niente! Continuiamo a guardare le stelle, Feliciano."

 

' Già, oggi è il giorno di quelle stelle cadenti! '

 

 

 

Salve ragazzi!

Spero di non avervi deluso con questo racconto,  è uno di quei episodi bui della Storia dell' Unità d' Italia, il massacro di Bronte.

Nel 1860 ci fu un' insurrezione, i contadini chiedevano le terre che erano intorno alla città di Bronte, queste però appartenevano ai discendenti dell'ammiraglio Nelson, dal momento che l'Italia aveva accordi con l' Inghilterra, non poteva permettere a dei contadini di farla franca, perciò coloro che aveva iniziato l'insurrezione scapparono e Bixio braccio destro di Garibaldi, prese cinque malcapitati  innocenti, che non presero mai parte alla rivolta, giudicati con un processo sommario  e poi fucilati. Il tutto per mantenere accordi con i proprietari terrieri.

Bhe, vicenda triste vero, ma quello che mi indigna di più è questa frase: « Che paesi! Si potrebbero chiamare dei veri porcili! Questo insomma è un paese che bisognerebbe distruggere o almeno spopolare e mandarli in Africa a farli civili »

(Nino Bixio da Bronte in una epistola alla moglie Adelaide)

La strage avvenne proprio il 10 agosto 1860.

Spero vivamente di non avervi deluso, mi piacerebbe sapere come vi è sembrata! .

Un caloroso saluto,

Sachi93