Fanfic su artisti musicali > Depeche Mode
Ricorda la storia  |       
Autore: Sylvia Ruth    17/03/2013    1 recensioni
Questa storia è nata da una mia rilettura dei romanzi di uno dei miei autori preferiti: Robert Van Gulik e dalla mia contorta immaginazione.
Ho immaginato alcuni dei suoi personaggi con il viso ed il fisico dei miei musicisti preferiti: i Depeche Mode.
I romanzi sono ambientati nella Cina medioevale ma io, per colpa di una vecchia fotografia del gruppo, ho preferito ambientarla in un paese europeo e come epoca ho scelto la prima metà dell'800.
Genere: Avventura, Mistero, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il misterioso caso del giudice scomparso


Lo spunto di questa storia è nato da una mia rilettura de I CASI DEL GIUDICE DEE di Robert Van Gulik. I suoi romanzi sono ambientati nella Cina ai tempi del nostro medioevo, la mia in una non meglio specificata nazione europea ai primi del 1800.


Una carrozza trainata da due cavalli percorre una strada che si snoda tra campi coltivati, prati con qualche capo di bestiame e folti gruppi di alberi. Ogni tanto si intravedono le tegole dei tetti di qualche lontana fattoria.

Un uomo alto, con folti capelli biondo-rossicci e che porta un paio di occhiali cerchiati in oro, guarda distrattamente dal finestrino fumando la pipa. La toglie di bocca e si rivolge all'altro passeggero. "Ripetimi ancora una volta perchè siamo qui, su questa scomoda carrozza."

"Perchè ero nauseato di studiare casi di criminologia...sulla carta. " Gli risponde il giovane biondo seduto di fronte a lui, senza sollevare gli occhi dal libro che sta leggendo. " Ero stanco di sprecare il mio tempo fra polverosi pezzi di carta di un archivio."

"E per fare questo dovevi dare un calcio alla tua carriera? Abbandonare la nostra piacevole vita nella capitale? Potevi diventare Primo segretario alla Corte Superiore...Avevi ricevuto la proposta di diventare Musico di Corte..." osserva l'altro.

"Fesserie!" L'interrombe bruscamente. " Come potevo decidere se condannare un uomo alla forca, se non ho mai avuto a che fare con un malfattore ma solo sfogliato un mare di carte? Documenti, documenti e ancora...documenti. Musico di Corte? Solo perchè un mio pezzo è piaciuto ad una stupida donnetta?"

"Stupida...donnetta?? La Contessa..."
"Stupida donnetta!! Credi che solo perchè adesso è nelle grazie del Re..."

"Nel suo letto, vorrai dire."
"...E ha ottenuto un titolo, cambi la sostanza di quello che è e che sarà?"

"Quella stupida donnetta è passata anche dal tuo letto." Gli ricorda l'amico." Poteva mettere una buona parola..."
L'altro sbuffa infastidito. "Voglio fare strada grazie ai MIEI merito e non perchè..."

"Ho capito. Meglio cambiare discorso. Tua madre come l'ha presa?" Gli chiede con un sorriso di scusa.
"Le ho promesso che appena ci saremo sistemati la manderò a chiamare." Guarda il paesaggio." Con calma, molta calma. La tua fidanzata?"

"E' entrata in ritiro spirituale. La nuova moda. Voleva che entrassi nel convento vicino al suo." Dice con un brivido.
"Tu? In convento? Solo se puoi approfittare della loro ben fornita cantina." Ridono insieme. L'uomo biondo riprende a leggere, l'altro a fumare.


"Interessante il tuo libro?"
"Mmm...Insomma...Parla di questa parte della regione. Storia, bellezze naturali, monumenti...Devo documentarmi."

"Fatica inutile. Chissà che confusione troveremo in tribunale. Il fatto che il tuo predecessore sia sparito dall'oggi al domani e con la cassa dice tutto."
"Non è detto che sia stato lui." Usa un dito come segnalibro." E' vero che è sparito misteriosamente, ma chi ti dice che sia stato lui a rubare la cassa? Ne ho sentito parlare bene. Ancora giovane, scapolo, benestante, intelligente e ambizioso. Perchè rovinare tutto...così...d'un tratto?" Richiude il libro con colpo secco.

"Che ci sia una donna di mezzo?" Insinua.
"Ho detto INTELLIGENTE e AMBIZIOSO. Dicono che il fratello abbia tentato il suicidio per la vergogna. Erano profondamente legati. No. La storia non mi convince." Dice pensieroso.
"Perchè dare a noi questo incarico?"

"L'HO RICHIESTO IO. Subito un bel mistero da risolvere. Alcuni colleghi mi hanno sconsigliato, ma inutilmente. Volevo mettermi alla prova. Indagare...cercare indizi...prove. " La sua emozione è tangibile. "Gente vera...non dichiarazioni su pezzi di carta."

"Martin questo non è un bel gioco. Se fallisci rischi di fermarti qui per anni. " Lo avverte preoccupato.
"Poteva andarci peggio. Invece di qualche sperduto angolo dimenticato da Dio una città ricca e prospera. Troverai da divertirti...Con moderazione, mi raccomando. Non farmi fare brutte figlure."
"TU mi raccomandi...moderazione? Da quando?" Si sorprende.

"Da quando sono giudice di distretto. Devo essere d'esempio per la popolazione. Austerità, sobrietà,serietà devono essere le parole che mi ispirano." Recita con voce pomposa. "Istruzioni dei miei superiori."
"Questa voglio proprio vederla."

"Naturalmente in pubblico. Nel privato...occhio non vede..."Dopo una breve pausa continua. " Lo sai che il giudice del distretto vicino è famoso perchè, ad ogni cambio di sede...e cioè all'incirca ogni quattro anni, cambia MOGLIE? Si sa che non si è mai sposato ma tutti fanno finta di non sapere."
" Che razza di ipocriti! Finchè la ragazza non è del posto...perchè preoccuparsi di cosa le capiterà dopo?" Esclama con una smorfia.

" Per fortuna non ho di questi problemi. Niente moglie, niente fidanzata... Solo una madre che ha smesso di rimproverarmi."

L'altro gli lancia uno sguardo malizioso. " Le notti sono lunghe in questa stagione...e, fra qualche mese, saranno piuttosto fredde..."
"Mi sono portato un baule pieno di libri e di spartiti...E poi...Uno dei miei compiti è ...controllare...sorvegliare...determinati ambienti..." Allunga le gambe con aria soddisfatta.

" AMBIENTI? Vuoi dire...case...bordelli...?"
"Mmm. Mmm. Devo evitare litigi, eccessi, scandali...Sono tenuto a sapere chi li frequenta e quante volte. " Gli appare un sorrisetto sardonico. " Sarò costretto a sacrificarmi per il bene comune."

"Sacrificio? Non sai nemmeno come si scrive." La loro risata viene interrotta dal cocchiere.

"Con il vostro permesso vorrei far riposare i cavalli. Saimo ancora lontani e preferirei non viaggiare di notte. Si corre il rischio di fare brutti incontro."
"Ma sì. Facciamo uno spuntino?"

"Andy...E' il terzo da quanto siamo partiti questa mattina!" Gli ricorda Martin.
"Che vuol dire? L'aria di campagna stuzzica l'appetito."

"L'aria di campagna, il viaggio...l'altra scusa qual'era? Non dovevamo sprecare i biscotti della cuoca di mia madre?" Chiede scendendo. Andy bofonchia qualcosa e non si degna di rispondergli.


Un'ora dopo sono placidamente sdraiati all'ombra di un albero. Intorno a loro le tracce del pasto consumato. "Ancora the?" Gli propone alzando la teiera. Martin nega. "Voglio godermi questo bel sole..." Si appoggia alle mani e rivolge il viso al cielo.

"Possiamo unirci a voi?" Una voce proviene dal bosco poco lontano. Due uomini ne stanno uscendo. Sembrano due cacciatori. Andy si guarda attorno come per cercare qualcosa.

"Fate pure. Un po' di compagnia ci fa piacere." Dice Martin con un sorriso. "Andy...del the." Con un'occhiata gli consiglia di mantenere la calma. "Fatta buona caccia?"
" Al momento...discreta." Gli risponde il più alto.

"Grazie." Aggiunge l'altro, un giovane con baffi, pizzetto e lunghi capelli legati da un laccetto di cuoio, prendendo una tazza di metallo dalle mani di Andy. "Inglesi?"
"Noi? No...Veniamo dalla capitale..." Martin li osserva con discrezione.

"Commercianti?" Chiede quello senza barba notando il loro abbigliamento.
" Vi sembriamo dei...bottegai?" Risponde piccato Andy.

"ANDY!...Non siamo commercianti...Solo gente di passaggio."
"Vedo...Quella è una chitarra?" Indica una custodia posata sull'erba vicino a Martin.

"Sì, è la mia."
"Sei bravo?" Accarezza il cuoio con un gesto delicato.

"Me la cavo...Vuoi?" Lo invita.
"No...Potrei rovinarla." Si vede che la tentazione in lui è forte.
"Ne ho un'altra...Fai pure."

"Dai Alan..." L'incoraggia l'amico.

Scuote la testa. "Chitarra...Spartiti? Martin gli allunga dei fogli. " Scritti da poco...Sei un musicista?"

"Anche...Se ne ho voglia..." Andy, perplesso, non capisce dove vogliono arrivare.
"Non troverete molto da portar via."

"Per chi ci hai preso?" Risponde con estrema calma Alan.
"Non siete dei bracconieri...Troppo ben vestiti...e troppo ben armati...I nostri cavalli sono ancora stanchi. Volevate quelli?"
"Forse sì...Forse no." E' l'enigmatica risposta.

"Quelli sono due fioretti? Tuoi?"

"Miei e di Andy. Li usiamo per...tenerci in forma."
Alan si è avvicinato ad una custodia legata ad uno dei bauli. L'apre ed inizia a maneggiarne uno. "Bello...Ben bilanciato...Ti va?" Gli propone.
"Perchè no? Un po' di movimento mi farà smaltire lo...spuntino." Martin si alza togliendosi la giacca. I

niziato a duellare. "Sei bravo."
"Anche tu." Se Martin spera di avere a che fare con un avversario da poco si sbaglia. Alan ribatte colpo su colpo. La differenza di stile è notevole; è evidente chi è uscito da una buona scuola di scherma e chi ha una lunga pratica dalla sua parte.

"Che succede qui? Non sono ammessi duelli." Un piccolo drappello di militare soppraggiunge e li circonda.
"Ci stavamo solo esercitando. Che volete?" Chiede Martin senza scomporsi.

"Le domande le faccio io...bel biondino..." Gli risponde con un ghigno maligno e sarcastico il graduato al comando.

"Sono Martin Lee Gore...Giudice di questo distretto e questi sono il mio segretario e i miei aiutanti. Si può sapere perchè vi siete permessi di disturbarci?" Il suo viso si è fatto severo, la sua voce è diventata secca ed autoritaria.

"Giudice? Un ragazzino?" Fa per aggiungere qualcosa ma Martin lo previene. Sfila dal suo stivale una lettera con un sigillo.

"Questa è la mia nomina. Altre domande...Sergente?"
"NOSSIGNORE!!" Il sergente porta il frustino alla fronte in segno di saluto e ordina agli altri di allontanarsi.

"Vogliamo continuare?"
Alan gli restituisce il fioretto. "Perchè non ci hai denunciato? Quelli cercano gente come noi."

"Non mi piaceva il suo grugno. Non mi interessa perchè vi inseguono...Non ora...Ma siete giovani, robusti, abili. Il nostro paese ha sempre bisogno di gente come voi. Arruolatevi. Potete ricominciare. Esercito, marina..."Si rivolge al giovane con i capelli lunghi." Non fanno domande indiscrete..."

I due ridono. " Grazie per la proposta. Vi conviene allontanarvi. Potreste incontrare qualcuno...meno gentile. Signor Giudice." Lo salutano e in pochi passi sono spariti nel folto degli alberi.

"Fiiiuuu...Ci è andata bene. " Sospira sollevato Andy. " Ladri di strada?"
"Non credo. Briganti nemmeno. Direi...uomini che hanno ricenuto un torto e che sono costretti a nascondersi. Di solito se la prendono con persone ricche o prepotenti...Se incontrano gente in difficolta, l'aiutano...Vorrei sapere che hanno combinato quei due..." Si chiede pensieroso.
"Uno si chiama Alan, l'altro Dave. Ho visto che ha un tatuaggio sul braccio."

"Ho la sensazione che li rivedremo...Spero solo non dall'altra parte della mia cattedra. Forza...Affrettiamoci."

Andy aiuta il cocchiere ad attaccare i cavalli mentre Martin ripone le stoviglie in un cestino e spegne il fuoco versandovi sopra la rimanenza di the. Al tramonto la carrrozza sosta alla postazione militare. I due passeggieri possono pernottare e il cocchiere sostituire i cavalli.


Dopo un buon pasto, Andy versa due calici di vino. Ne porta uno a Martin che è seduto alla finestra e guarda fuori, dove c'è un grande andirivieni di militari.
All'improvviso qualcuno bussa e due persone entrano nella camera.
"I nostri due...cacciatori?"Esclamano attoniti.

I due accennano ad un inchino. Si sono ripuliti, rasati e hanno tagliato i capelli. Indossano due semplici abiti da viaggio marroni.
Il più alto comincia:
"Signor Giudice..."
"Martin..."
"Martin. Oggi hai dichiarato al sergente che eravamo tuoi aiutanti. Ne abbiamo discusso e abbiamo deciso che non vogliamo che ti credano un bugiardo. Se sei d'accordo...da questo momento entramo al tuo servizio."

Andy alza le sopracciglia, Martin sfoggia un sorriso perplesso.

L'altro visitarore aggiunge : " Non conosciamo niente del lavoro di un tribunale, ma sappiamo leggere e scrivere. E siamo disposti ad obbedire ai tuoi ordini. Sapremo renderci utili."
"Accomodatevi. " Li invita gentilmente. "Raccontatemi prima le vostre storie."
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Depeche Mode / Vai alla pagina dell'autore: Sylvia Ruth