Te
siento
Buio.
Era
tutto buio.
Si
girò e rigirò più volte, sperando di capire dove si trovasse.
Si
sentiva soffocare: l'aria era opprimente.
Improvvisamente
sentì il rumore della pioggia.
Iniziò
a correre, tentando di rincorrere quel rumore.
Corse
sempre più veloce fino a quando intravide in lontananza una piccola
luce.
Arrivò
alla fine di quel tunnel, sperando di trovare in quella luce un po'
di tranquillità.
Ma
così non fu.
Arrivata
a destinazione trovò un scenario sconvolgente.
Tutto
era ricoperto dalle macerie.
Nonostante
la pioggia, l'aria era secca ed arida.
All'improvviso
sentì la terra tremare sotto ai suoi piedi e urla indistinte
provenire da punti imprecisi.
Altri
palazzi crollarono ed altra polvere si alzò insieme ad altre grida.
Grida.
Urla
di persone che lei non conosceva, ma che comunque erano il motivo per
il quale indossava quella divisa da guerriera.
Cercò
di muoversi, ma non ci riusciva. Sentiva i piedi incollati al suolo.
Una
scossa più forte delle altre fece crollare anche gli ultimi edifici
rimasti in piedi.
Un
enorme boato mise fine a quelle urla strazianti.
Silenzio.
Solo
silenzio.
Non
c'era più la pioggia.
Non
c'erano più le urla e le grida che impotenti cercavano aiuto.
Cadde
pesantemente con le ginocchia a terra, colta da un improvviso
sconforto.
Alzò
gli occhi al cielo e vide una figura dai lineamenti femminili
volteggiare in cielo.
Aveva
dei lunghissimi capelli neri, un lunghissimo vestito dello stesso
colore e un lunghissimo bastone impugnato nella mano sinistra.
La
vide volare fino a raggiungerla e solo allora capì che nelle mani
impugnava una falce.
Cercò
di guardarle il viso, ma non ci riuscì.
La
donna le puntò la falce in pieno viso, quando il rombo di un tuono
segnò l'inizio di una nuova pioggia.
Fu un
attimo e si ritrovò immersa nel mare.
Il suo
mare.
Il
mare con cui lei comunicava.
Il
mare che stranamente era calmo e non le comunicava nessun pericolo.
Il
cielo era nero e piano di nuvole.
La
pioggia scendeva insistente.
Il
cuore iniziò a batterle forte.
Perché
si trovava in quel posto?
Perché
il mare non comunicava con lei?
Perché
l'aria continuava ad essere secca ed arida nonostante la pioggia e la
presenza del mare?
Improvvisamente
un senso di vuoto la pervase.
Si
girò e rigirò alla ricerca di qualcosa, o meglio di qualcuno.
Cercò
di urlare il suo nome, ma per quanto si sforzasse la voce non le
usciva.
Il suo
mare era calmo.
Sola.
Era
sola.
Possibile
che difronte a tutta questa battaglia sarebbe rimasta sola?
Mi
sono svegliata piangendo
Ho
sognato che non saresti tornato
Che
forse non saresti arrivato in tempo
Forse
era il tuo addio
Si
svegliò di soprassalto. Da quel giorno era sempre così: faceva dei
sogni orribili, sogni che presagivano la fine del mondo. Ma
soprattutto sognava di essere sola. Sola davanti ad una missione più
grande di lei.
Sola
senza il suo vento.
Di
solito si svegliava solo in preda al panico, poi dal quel giorno al
panico si erano aggiunte anche le lacrime.
Si da
quel giorno... il giorno in cui il vento aveva voltato le spalle al
mare.
Improvvisamente
un colpo di vento spalancò la finestra della sua camera.
Era un
segno.
Si
precipitò alla finestra, con la speranza di trovarla.
Sentì
solo il rombo di una moto che si allontanava.
Le
lacrime salate,
bagnavano
le mie guance,
il
mio viso bagnato,
i
sogni,
i
sogni che morivano.
Le
lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi. Era inutile
trattenersi, le era impossibile.
Era
molto combattuta: non voleva trascinarla in quella missione senza il
suo volere ma allo stesso tempo aveva bisogno di averla accanto
sempre, sia nella vita che nelle battaglie.
Lei
aveva il suo sogno per questo non voleva starle accanto. Lei era una
pilota professionista, voleva diventare una motociclista di grande
livello non poteva perdere tempo dietro a quelle che definiva
fantasie.
Non
poteva condannarla per questo, infondo anche lei aveva il suo di
sogno. Anche lei sarebbe voluta diventare una violinista
professionista. Amava suonare il violino e solo attraverso quelle
note riusciva ad esprimere se stessa, ma allo stesso tempo non aveva
saputo rifiutare il richiamo del mare che l'aveva portata ad
affrontare il suo destino.
Infondo
cosa ne sarebbero stati dei loro sogni se sarebbe arrivata la fine
del mondo?
Sarebbero
comunque morti con loro.
ti
sento in questo bacio
che
non c'è stato
ti
sento nelle assenze
ti
sento nei frammenti
di
questo amore
che
mi ha riempito il cuore di dolore
ti
sento nell'oblio
ti
sento nel ricordo
ti
sento in ogni parte
ti
sento in tutto il corpo
Un
altro colpo di vento la destò da quei pensieri.
Quella
notte il vento era forte, anche se stranamente gli alberi che
circondavano le abitazioni non emettevano alcun movimento.
Anche
se distante, riusciva a percepire la presenza del vento.
Il
suo vento.
Vento
che aveva deciso di essere scostante e sfuggevole.
Si
portò le dita alle labbra, sfiorandole.
Sentiva
costantemente un senso di vuoto.
Vuoto
che poteva essere colmato solo dalla sua presenza.
Anche
se poteva sembrare strano, lei non desiderava averla solo come una
compagna di battaglie. Bensì, desiderava condividere l'intero
destino con quella donna, qualsiasi esso sia stato. Morte e
distruzione oppure gioia e serenità.
Ma
lei, impegnata più che mai ad ignorare il vento, non lo aveva
capito.
non
importano le forme
né
la pelle che decidi di indossare
né
dove né quando o come?
Il
nome,
il
nome che ti nomina
perché
so che sei vicino
ti
sento nella carne viva
Pensare
che quando l'aveva vista la prima volta, nel cortile della scuola,
non aveva minimamente percepito in lei la presenza del vento, ma
comunque ne era rimasta affascinata.
Non
si lasciò incantare dagli abiti maschili, aveva capito bene che
fosse una donna. Ma la cosa non le importava. Sentiva dentro di lei
come una forza sconosciuta che le indicava sempre la sua presenza.
Non importa cosa facesse, non riusciva mai a staccarle gli occhi di
dosso.
Pensare
che aveva conosciuto il suo nome, ascoltando le ragazzine che
urlavano ogni volta che la vedevano arrivare.
Solo
dopo, quando la vide correre, quando la vide allearsi con il suo
elemento capì chi fosse realmente.
Aveva
dentro di lei, il ricordo di una vita insieme.
mi
sono svegliata piangendo
e
ho saputo
e
ho saputo che oggi saresti tornato
I
giorno passavano e gli incubi continuavano ad essere sempre più
frequenti e realistici. Finché una notte, le cose cambiarono.
Come
sempre si svegliò in preda alle lacrime, ma erano lacrime diverse.
Lacrime
di sollievo.
Ancora
una volta aveva sognato la distruzione.
Ancora
una volta aveva sognato il suo mare.
Mare
che con la forza delle sue onde aveva ricoperto tutte le macerie.
Tutto
era stato seppellito dal mare.
Il
suo mare che diversamente dagli altri sogni, quella volta era
agitato.
E
se il mare era agitato significava solo una cosa.
In
quel sogno non era sola, c'era anche il vento lì con lei.
Si,
quello sarebbe stato il giorno in cui il vento si sarebbe mostrato
alla sua padrona.
Qual'era
il suo compito in quella situazione?
Cosa
avrebbe dovuto fare: spingerla ad accettare quel Lip Road che le
sarebbe apparso e far così rinascere la guerriera di Urano che
albergava in lei oppure fermarla e avvertirla che una volta accettato
il suo destino non sarebbe potuta tornare indietro.
***
Buio.
Era
tutto buio.
Silenzio.
Solo
silenzio.
Solo
le onde del mare facevano eco a tutta quella distruzione.
Le
onde del mare e il fruscio del vento.
Il
vento che nonostante i suoi avvertimenti aveva deciso di esserci.
Di
condividere con lei non solo le battaglie ma l'intero destino.
Ti sento
Ancora
una volta il suo sonno fu interrotto da quelle terribili immagini.
Diversamente dalle altre volte, non trovò panico e lacrime ad
attenderla, ma due forti braccia pronte a stringerla e a starle
accanto.
-Ancora
brutti sogni?-
Alzò
gli occhi e trovò due iridi smeraldi ad ammirarla.
Annuì
piano.
-Non
preoccuparti. Andrà tutto bene se stiamo insieme, giusto?-
-Giusto!-
Raggiunse
le sue labbra per lasciarle un tenero bacio per poi poggiare la testa
sulla sua spalla, lasciandosi trasportare di nuovo in quel sonno che
prima era stato interrotto, sicura che non ci sarebbero più stati
incubi ad attenderla.
Almeno
per quella notte.
Salve a tutti! Eccomi con una nuova one-shot ispirata dalla traduzione di una canzone spagnola. Leggendo, alcune strofe ho pensato che potrebbero adattarsi esattamente allo stato d'animo di Michiru durante il periodo in cui Haruka non voleva saperne di diventare una guerriera Sailor. Poi non so. E' la mia seconda 'vera' fanfic, quindi aspetto con ansia le vostre opinioni.