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Autore: lady hawke    18/03/2013    4 recensioni
Ogni casa di Hogwarts ha un colore distintivo, così ogni Fondatore ha una sua particolare personalità. Godric, Priscilla, Tosca e Salazar hanno collaborato solo per un breve periodo della loro vita, ma sufficiente per creare qualcosa che dura da millenni, e per questo si meritano un po' di attenzione.
Questa è dunque una breve raccolta in quattro capitoli per dare un'idea, la mia idea, in effetti, delle quattro menti più brillanti del loro tempo e di cui nessuno sa nulla.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Note: è con tantissimo dispiacere che vi posto l'ultimo capitolo di questa breve raccolta. Mi ha fatto un enorme piacere scriverla, e ancora più piacere mi ha fatto l'accoglienza ricevuta, perchè significa che sono riuscita a dipingere bene le personalità di questi quattro personaggi, sebbene ogni flash sia POTENTEMENTE carica di amarezza. Last but not least vi propongo l'impavido Godric, vi auguro buona lettura e mi auguro di rivederci su altri lidi o in altre storie. Grazie mille a tutti quanti!

Rosso

Godric ricordava a molti un leone, sia per aspetto che per temperamento. Una criniera di lunghi capelli rossi, una barba altrettanto impegnativa e un temperamento che, da solo, avrebbe sgominato eserciti. Era il tipo di uomo che, se non fosse stato gioviale e alla mano, avrebbe potuto davvero divenire pericoloso.
Aveva il passo pesante, e chiunque lo sentiva arrivare da lontano anche per  il rumore che faceva il fodero della sua bellissima spada, rimbalzando contro il suo stivale.
Con interesse aveva ascoltato le voci sugli infiniti problemi che l’insegnamento della magia comportavano, e  aveva lanciato per primo l’idea di fondare una scuola per giovani maghi e streghe, per condurli verso un saggio, giusto e retto uso della magia al servizio e non a danno degli anni. Aveva coinvolto Salazar, il suo brillante amico, si era sentito onorato quando Priscilla si era voluta unire a loro, e colmo di gioia quando Tosca li aveva seguiti.
La Scozia, il luogo prescelto per Hogwarts, gli era sembrata selvaggia a sufficienza per temprare il cuore di giovani che avrebbero gettato le basi per un glorioso uso della magia, e per una pacifica convivenza con i Babbani. Aveva investito tutto, in quel progetto, e ci si era gettato con anima e corpo, grato per le menti che aveva accanto. Apprezzava i tentativi di Salazar nel non essere troppo rigido, era grato dell’impegno di Tosca per far funzionare tutto alla perfezione, come un meccanismo incantato, ed era folgorato da Priscilla.
Erano stati i soli a scegliere di mettere i loro studenti nelle torri, in alto, là dove la vista era più ampia, e il panorama ispirante.
- Io non amo le prigioni. – era solito dire Godric stesso, mentre la sua collega annuiva, sorridendo appena.
I suoi primi allievi erano stati scelti con cura, addestrati e consigliati; scelti per la forza che portavano dentro, anche se ben nascosta. Uomini e donne d’onore, niente di meno.
- Meno teste calde, ti chiedo questa grazia. Distraggono. – soleva dirgli Priscilla, stuzzicando un orgoglio facile alla permalosità. – Sai che Salazar pensa lo stesso.
Oh sì, lo pensava. C’era stato un tempo in cui era stato in accordo, con loro. Poi erano venuti gli studi notturni e senza sosta, il bisogno di un sangue puro come l’acqua inseguito come metallo prezioso prima nella sua Casa, poi nella scuola intera.
A quel punto, il leone aveva ruggito. Aveva urlato, battuto i pugni contro il legno del tavolo, era arrivato perfino ad estrarre la sua spada, in un disperato e avventato ultimo tentativo.
- La alzerai contro di me, Godric? Un’arma così Babbana, così sporca? Useresti un’arma del genere contro un tuo simile? – Salazar aveva sibilato come un serpente, lasciandolo senza parole e momentaneamente privo di onore.
Salazar gli aveva voltato le spalle senza mai voltarsi e se n’era andato come  una nuvola nera, lasciandolo sconvolto. Aveva pensato di poter reggere il colpo, perché quando si cade da cavallo, o dalla scopa, si rimonta rapidamente in sella senza paura, ma poi…
Forse era stato Salazar a punirli con una maledizione. In un certo senso avrebbe spiegato molte cose, avrebbe dato un senso a quello che era successo a Priscilla. Era stato accanto a quella splendida, intelligente e magnifica donna mentre sceglieva di non combattere, mentre si arrendeva a un dolore troppo grande per essere affrontato. Non l’avrebbe perdonato a una persona qualunque, l’avrebbe giudicata debole, ma l’aveva perdonato a lei, perché si era guadagnata il suo rispetto al di là di tutto.
Lì, davanti all’ineluttabilità degli eventi anche il suo orgoglio, la sua forza, il suo cuore avevano vacillato, e probabilmente se non fosse stato per la dolce, silenziosa presenza di Tosca si sarebbe arreso a sua volta.
Era stato in memoria dei giorni della concordia che aveva incantato il suo cappello migliore perché potesse diventare un giudice, si sperava, anche più saggio di loro.
Godric era un uomo d’arme, capace di ruggire e sempre il primo a gettarsi in prima linea, avvolto da un’aura di invincibilità. Per questo la sconfitta era stata il più atroce dei suoi dolori.

  
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