“Il dottor Smuss ha
finanziato questa incredibile iniziativa, cercare una cura al Vaiolo di Drago
utilizzando gli escrementi degli Snasi porterà la nostra società magica a
livelli inimmaginabili. Che poi, mio caro Draco, tuo nonno Abraxas è morto
proprio per quella malattia… dovresti versare qualcosa in beneficenza…
l’iniziativa ha bisogno di fondi, e tu dovresti essere il primo, il tuo caro
nonnino c’ha rimesso la vita”.
Rufus Scrimgeour lo
stava letteralmente rimbambendo, mentre il povero Draco avrebbe solo voluto
rispondergli che a lui di suo nonno non gliene era mai fregato nulla e che la
merda degli Snasi non avrebbe mai potuto creare un antidoto per quella
malattia.
“Non vorrei mancare di
rispetto al dottor Smuss, ma siamo realmente sicuri che gli escrementi degli
Snasi salveranno le sorti del mondo?”
“Comprendo il tuo
scetticismo, ma sono stati fatti degli studi e…”
…e Draco avrebbe tanto
voluto spalmarglieli in faccia i suoi preziosi e puzzolenti escrementi di
Snaso.
***
La dolce musica di un
gruppo di violinisti scogniti, scelti dalla Bardam, riecheggiava per tutto il salone
elegantemente addobbato.
Era stato tutto scelto
nei minimi dettagli e il senso di leggerezza e tranquillità che si riusciva ad
avvertire era totalmente inverosimile.
Hermione Granger aveva
davvero fatto un buon lavoro e Draco ne era pienamente e sinceramente
orgoglioso, solo che ancora, dopo circa trenta minuti di rimbambimento, non le
aveva ancora visto varcare il portone d’ingresso.
“Hai sentito di
quell’imbroglio che ha visto protagonista
Draco afferrò l’ennesimo
calice di prosecco e si accinse a rispondere all’ennesima domanda soporifera del
Ministro della Magia, sperando che lo cogliesse un
infarto.
“Ho solo sentito dire
che numerosi Goblin si sono dimessi…”, rispose, mandando giù in un solo sorso il
prosecco.
***
Nel medesimo istante,
Hermione Granger, stava vivendo un vero e proprio incubo.
Hermione indossava un
abitino nero che le lasciava le spalle scoperte e che scendeva morbido lungo i
fianchi finendo al ginocchio in una gonnellina svasata di tulle, anch’esso
nero.
Decolletè di vernice
nera a calzarle i piedi e a risaltare le gambe snelle e tornite, e una pochette,
e di certo non era l’abbigliamento adatto per andare incontro ad un temporale
che andava avanti da ben tre giorni senza sosta.
Se i maghi avessero
ammesso l’utilizzo delle macchine babbane, il problema non si sarebbe posto, ma
siccome l’utilizzo delle automobili era stato accolto da una grassa risata da
parte del Ministro della Magia, Hermione non riusciva a vedere nessuna
soluzione.
Anche se
esisteva…
Saber stava
sgranocchiando l’ultimo pacco della sua scorta di patatine al formaggio, prima
che Ronald Weasley vi mettesse le manacce sopra.
“C’è una spiegazione al
fatto che sei ancora qui invece di essere lì?”
Guardò Saber come se non
meritasse nemmeno un mugolio per risposta.
“Il temporale”, ammise
tristemente con lo sguardo rivolto verso la finestra.
La biondina si avvicinò
di più alla sua sciocca amica; “E dire che alcune voci mi hanno riferito che eri
la strega più intelligente ad Hogwarts…”
“Cosa stai cercando di
dirmi?”, domandò, finalmente rivolgendo lo sguardo alla sua
coinquilina.
“Sei una strega,
Hermione! E hai anche superato l’esame per
La leggiadra manina
della stessa Hermione si spiaccicò con forza sulla sua testolina come a volersi
dare della stupida.
Come non aveva potuto
ricordarsi di essere una strega e di avere magiche
facoltà?
***
“Madame”.
Draco Malfoy sapeva come
adulare e far cadere le donne ai suoi piedi e accendere la gelosia di eventuali,
mariti e spasimanti vari; difatti il marito della Bardam, stava ribollendo di
rabbia alla vista del biondino e del suo stucchevole
baciamano.
“Signor Malfoy, che
piacere, posso presentarle mio marito?”.
Draco porse la mano
all’uomo accanto alla Bardam; doveva essere il protagonista maschile di: Qual è
l’indirizzo dell'’amore?
Trevor,
l’idiota.
“Matt
Julians”
“Draco
Malfoy”
E fu giusto in quel
momento che Draco afferrò un altro calice colmo di
prosecco.
In qualche modo doveva
carburare.
“Zepphyrus mi aveva
detto che la signorina Granger era un portento, ma non immaginavo riuscisse a
dare vita a ciò…”, ammise estasiata guardandosi intorno, mentre Draco continuava
a chiedersi dove diamine fosse finita.
***
Hermione Granger si era
appena materializzata fuori il portone, e aggiustatasi i capelli si decise ad
entrare e notare il suo capolavoro di assoluta perfezione.
Adorava il suo lavoro e
sapeva perfettamente che non poteva altro che ricevere valanghe di complimenti
per il suo ineccepibile gusto.
“Perdonatemi, è appena
arrivata l’organizzatrice”.
Cathie e Matt avevano
annuito sorridenti a Draco e avevano continuato ad elogiare colui che aveva dato
vita a quei deliziosi manicaretti divini.
***
Felice di vederle
varcare quel portone e ammaliato dall’eleganza e bellezza di Hermione, Draco le
andò incontro baciando anche a lei il dorso della mano così come si usava ancora
nelle famiglie Purosangue.
“Draco, ci stanno
guardando tutti”
Era tornato l’uso del
nome
Draco volse lo sguardo
verso quella splendida creatura, “Lo so”
“Idiota”, rispose lei
sorridendo mentre lui le offriva il braccio per condurla tra gli uomini
facoltosi e le donne agghindate a festa, presenti in quella sala mentre si
abbuffavano senza pietà dei manicaretti del dio della cucina: Blaine
Marshall.
“Cathie Bardam e quel
salame del marito vogliono conoscerti”.
“E’ possibile
scappare?”, domandò lei.
Draco le si avvicinò, ed
Hermione avvertì i capelli di lui solleticarle le spalle
nude.
“Quando non ce la farai
più a sostenere i loro vaneggiamenti, cercami tra la folla, ho qualche bottiglia
di vino elfico nascosti di là…”
“La tua proposta mi
alletta”, sussurrò lei, “Resta nei paraggi”.
“Sarò più vicino di
quanto immagini”
Hermione sperò con tutta
se stessa di non arrossire e far cadere la sua facciata di organizzatrice
d’eventi seria e professionale che non flirta con il capo.
Che poi, a dirla tutta,
lei non stava flirtando con Draco Malfoy. Per niente.
***
Dopo gli stupidi
convenevoli e tutti gli asfissianti complimenti, Hermione era già arrivata al
terzo bicchiere di prosecco e sentiva che il suo corpo e la sua mente ne
richiedevano immediatamente un altro per cercare di non tentare il
suicidio.
“… Qual è l’indirizzo dell'’amore? Mi ha
portata al successo, però credo anche nella riuscita di questo secondo mio
romanzo.”
Hermione tracannò il
quarto bicchiere e si accinse a rispondere; “C’è da dire che il tuo modo di
scrivere è molto fresco e credo proprio che: Il telefono squilla sempre due volte,
farà in breve il giro del mondo magico e non…”
“Oh, lo spero tanto,
Hermione”
Hermione improvvisamente
fece più attenzione all’uomo che stava di fianco a Cathie e si ricordò che il
libro che l’aveva lanciata era autobiografico e che a rigor di logica il
silenzioso Matt doveva essere il Trevor del libro, il viziato, silenzioso e
arrogante Trevor.
L’istantaneo
annebbiamento svanì di colpo, lasciando Hermione con strani pensieri per la
testa che si trasformavano in insoliti perché.
Perché che avevano
bisogno di risposte, e il solo pensare che: Qual è l’indirizzo dell'’amore? Era una domanda, stava iniziando a
darle fastidio, e così, chiedendo scusa si allontanò dalla coppia per andare
alla ricerca di una testa bionda.
***
Non fu affatto difficile
localizzarla.
Stava parlando con
alcuni funzionari anziani del Ministero della Magia, e non ne sembrava
propriamente entusiasta.
Hermione gli si avvicinò
e gli uomini la accolsero un pò troppo calorosamente per i gusti di
Draco.
Era geloso
marcio
E la cosa che gli faceva
più male era sapere che Hermione era libera da ogni legame, e che niente lo
legava a lui se non un normale rapporto di lavoro.
Un rapporto di lavoro
instaurato grazie al destino
Dopo essersi liberata
dalle calorose presentazioni di quegli uomini piuttosto espansivi, Hermione si
decise a parlare, “Mi dispiace interromperla, signor Malfoy, ma un piccolo
problemino nelle cucine richiede la sua presenza”, facendo in modo che il suo
tono di voce, le sue movenze e le parole scelte risuonassero il più
professionali possibile.
“Con
permesso”
E con maestria
riuscirono ad allontanarsi da quel salone pieno di paroloni e ritagliare un
piccolo spazio per loro due e magari un brindisi all’ipocrisia di cui erano
intrisi eventi di quel genere.
***
“Quale piccolo
problemino richiede la mia presenza?”, domandò lui divertito mentre girando
l’angolo finivano in una specie di dispensa secondaria.
“Mi stavo annoiando,
Malfoy”, ammise lei guardandosi intorno e notando numerosi sacchi di farina,
marmellate e uova.
Draco guardò il suo
orologio da polso, “Mancano circa venticinque minuti alla presentazione che
dovrò fare del libro della Bardam”, disse un po’
scocciato.
“Quindi abbiamo
venticinque minuti per ubriacarci… peccato che io qui non veda altro che
confettura di ciliegie”, disse avvicinandosi allo scaffale e prendendone il
barattolino in mano.
“Vuoi ubriacarti con le
ciliegie?”
“Secondo te ci
riusciremo?”, domandò mentre svitandone il tappo si portava il dito,
precedentemente immerso nella confettura, alla bocca; “E’
buona!”
Erano in una dispensa
dimenticata da Merlino da soli, con un barattolino di confettura di ciliegie in
mano e una voglia di baciarsi che rasentava l’assurdo.
Erano pazzi l’uno
dell'’altra. Affamati l’uno del corpo dell'’altra.
Un unico desiderio:
affondare nel sapore dell'’altro.
Fare
l’amore
Il dito di Hermione
pieno di marmellata si avvicinò alle labbra di Draco; lui catturò quel dito
dolcissimo e lo assaporò con calma.
Hermione fremette,
provava le stesse sensazioni della prima volta, e fu un attimo quando Draco
catturò quelle labbra che bramava da tempo, in un bacio.
Dapprima le sfiorò
appena, voleva essere sicuro che Hermione lo volesse quanto lui voleva lei, e
dopo averla stretta di più a sé, lambì le labbra con la lingua prima che
Hermione lo baciasse con tutto quel trasporto che provava nei suoi confronti e
che era stato costretto ad un letargo che non avrebbe voluto
conoscere.
L’impeto del bacio aveva
portato le spalle di Draco a cozzare violentemente contro il muro, ma in
quell’istante di puro idillio non sembrava essere un problema
rilevante.
Le mani di lei immerse
in quei soffici crini biondi che scendevano lungo la schiena nella disperata
voglia di averlo più vicino.
Le mani di lui,
impetuose e eccitanti si facevano largo sulle cosce di
lei.
Un turbine di
emozioni.
Avrebbe fatto l’amore
con lei, per sempre.
Non riuscivano nemmeno a
ricordare da quanto tempo non prendevano fiato, sembrava non ne avessero
bisogno, o forse, non volevano averne bisogno per paura di trovarsi lontani e
far finta di non amarsi.
“Voglio fare l’amore con
te”, sussurrò Draco mentre le sue labbra lasciavano una scia infuocata di baci
lungo il collo e le spalle di lei.
Hermione si strinse
maggiormente al suo Draco inarcando la schiena e permettendo a Draco di scendere
lungo i suoi seni.
Lo desiderava come non
mai
***
Le mani sapienti scesero lungo il bacino
di Hermione per por salire a stuzzicarle i capezzoli ormai
induriti.
Lei intanto trafficava
con i bottoni della sua camicia, voleva che le sue mani entrassero a stretto
contatto con quel petto glabro, scolpito e dalla pelle
alabastrina.
Poggiò la sua piccola
mano all’altezza del cuore del ragazzo dove il battito accelerato sembrava
impazzito.
Ti
amo
Non gliel’aveva mai
detto per paura della reazione che avrebbe assunto lui, quando invece era stato
proprio Draco a pronunciare quelle due parole che avevano avuto il potere di
trasformare la sua vita in un inferno ghiacciato.
Ti
amo
Non gliel’avrebbe
detto.
***
Un gemito strozzato uscì
dalle labbra di Draco, mentre la mano di Hermione giocava con la cintura dei
pantaloni facendosi strada sempre più in giù.
Lei lo guardò famelica,
mentre le loro bocche si univano nuovamente.
“Ehm…signor Malfoy,
signore…”, un piccolo elfo domestico era apparso alla porta, e dopo aver,
involontariamente, visto quello che non avrebbe dovuto vedere, si nascose dietro
la porta pronto a sbattere la testa al muro per la sua tempestività.
“…Signor Malfoy, è
richiesto in sala, signore”
Hermione si aggiustò
l’abito, mentre Draco si passava una mano tra i capelli con espressione
indecifrabile dipinta sul volto.
“Sto arrivando”, disse
stancamente, mentre prendeva ad abbottonarsi la camicia e indossare la giacca
gettata malamente sul pavimento.
L’elfo era scappato via
in preda ad isterismi.
“Sai di cosa dovrai
parlare?”, domandò lei cercando di ridare una forma ai
capelli.
“Credo di sì!”, disse
lui prima di chinarsi e baciarla a fior di labbra.
***
Nell’immenso salone
nessuno sembrava aver avvertito la loro assenza, almeno prima del discorso di
presentazione di: Il telefono squilla
sempre due volte.
Salito sul palchetto
insieme a Cathie Bardam cercò di ricordare di cosa parlasse quel
romanzo.
Aveva la testa parecchio
annebbiata
“Signore e signori,
buonasera…”
Lo spettacolo, poteva
cominciare
***
“Dopo l’inaspettato
successo di: Qual è l’indirizzo
dell'’amore? Cathrine Anne Bardam, torna con un’altra frizzante storia
d’amore…”
Era ormai lì che parlava
del libro da parecchio tempo, e le domande di Hermione non avevano trovato
nessuna risposta, forse, avevano accolto solo qualche altra
domanda.
“Voglio fare l’amore con
te”
Forse quella frase
avrebbe potuto essere la risposta a tutti i suoi perché, ma la razionalità le
suggeriva altre risposte molto meno romantiche.
Aveva la testa
annebbiata, voleva sentire ancora il suo sapore, voleva urlargli contro che era
un idiota e che lo amava… però continuava ad avere paura.
***
Quando ormai la
presentazione fu ultimata, Draco fu catturato da numerose persone, più o
meno importanti nella società magica.
Quando tutto fu finito
Hermione era già andata via.
Quando Draco mise piede
nel grande balcone che presentava una vista mozzafiato della Londra magica: aveva smesso di
piovere.
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Eccomi qui con il
penultimo capitolo di questa fanfiction che vi tiene compagnia dal 25 Aprile
2007 e che a quanto pare non vi ha mai annoiati.
Siamo quasi arrivati
alla fine e mi dispiace immensamente perché alla fine mi sono davvero
affezionata a questi pazzi che non sanno che i veri idioti sono
loro.
Come sempre il tempo è
tiranno, quindi ringrazio meli_mao per la sua dolcezza e perché l’ho fatta
piangere XD sei davvero adorabile!
Ringrazio mars e
lilyblack per aver capito così profondamente le paure di Draco
.
Ringrazio AuraD e
marygenoana perché questo riavvicinamento lo hanno trovato
dolcissimo.
Ringrazio SilVieTT4 e
gypsy_rose90 perché nel capitolo
precedente volevano qualcosa di più di un bacio sulla guancia…e qui spero di
avervi fatto abbastanza felici! XD
Ringrazio Lucy Light e
MartyViper perché vorrebbero che questa ff durasse in
eterno.
Ringrazio Eva e
Muny_4ever e sperando che Muny non sia collassata e dicendo ad Eva che no, non
ho mai visto Serendipity! Ho per caso scritto qualcosa di estremamente uguale al
film?
Ringrazio Merryluna
solo perché è lei.
Ringrazio Checie e
Chiaras per nona vermi abbandonata al mio destino, ma solo per cause di forza
maggiore!
Ringrazio cleo88 e
parisienne e mi accingo a rispondere alle vostre domande:
A Hermione Draco
ricorda il Conte Fersen perché lei aveva visto qualcosa in quel ragazzo che
andava dicendo che tutte erano puttane che lui, forse, non si sarebbe mai reso
conto di avere.
Il Conte Fersen nella
sua vita ha avuto milioni di donne e anche la relazione con Maria Antonietta
nasce da un’attrazione sessuale che poi sfocia in un amore grandioso che porta
il Conte ad ammettere che anche se altre donne scalderanno il suo letto l’unica
che amerà sarà sempre
Così Hermione vede
Draco, sa che un giorno si innamorerà di una ragazza che gli ruberà l’anima.
Sono stata abbastanza esaustiva?
Per il libro che dà il
titolo alla storia, c’è il capitolo dedicato quello del gatto chiamato
Gondeberga, non do molto risalto, ma doveva essere così perché il vero e proprio
dialogo su quel libro lo avrebbero avuto solo a fine
storia.
Grazie di cuore a
tutti.
Al prossimo e ultimo
capitolo.
Kisses