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Autore: kurogane92    05/10/2007    3 recensioni
Cosa sono io? Un assassino, un ricercato, un pazzo o un rinnegato? Ho ucciso la mia famiglia, ma ho avuto un motivo per farlo? Chissà… ormai non me ne importa niente, al vecchio Itachi, forse, sarebbe importato, ma lui é morto molto, molto tempo fa.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ho scritto questa fic un giorno in cui mi sentivo particolarmente disperata, triste e sola ç_ç, l'ho scritta di getto, in un solo giorno, e quindi non so come mi sia venuta, spero solo che vi piaccia. Ho cercato di ripensare a tutta quella che può essere stata la vita di Itachi cercando di immedesimarmi in esso ^^” ma ora basta con questo stupido turpiloquio...Leggete e commentate in tanti!!!!!

WHAT AM I?

“Non conosco l'amicizia, ne' comprendo i suoi valori, ma allora cos'è questa strana sensazione? Paura? Non può essere, io non ho paura, io non ho emozioni, punto...ma è proprio così? È paura, dev'essere per forza paura, perchè non potrei mai credere che io, il rinnegato della foglia, Itachi Uchiha, possa sentirmi obbligato verso qualcuno a tal punto di stare così male per non poterlo aiutare.”

Non posso crederci, sul serio, io non posso essermi innamorato anche perchè non so cosa sia quel sentimento, appartiene ad un mondo in cui non vivo più da anni ormai, è un sentimento degli 'altri', non mio.

Tutto questo mi fa rabbia, mi fa ricordare quanto la famiglia abbia influenzato le mie azioni e quanto io sia stato schiavo delle loro decisioni, se non lo fossi stato, se avessi passato più tempo a fare quello che volevo io, ad impegnarmi ad essere me stesso...forse non sarei arrivato a questo.

Mi ricordo di un tempo in cui forse avrei potuto amare, ma durante il quale studiavo soltanto e mi impegnavo per essere degno del mio nome...il mio nome... la mia disgrazia, ciò che mi rendeva diverso dagli altri e che mi marchiava come Uchiha, il nome per il quale dovevo studiare e impegnarmi con tutto me stesso per 'onorare il nome di famiglia'.

Ricordi affollano in questo momento la mia mente...Non così!Devo essere lucido, mantenere il mio sangue freddo...cerco in tutti i modi di scacciare via i pensieri, ma questi restano fissi nella mia memoria e i ricordi di una vita ormai lontana riaffiorano...

Mi ricordo la squadra Anbu, il primo gruppo di cui feci parte, per l'Hokage ero un genio e mi affidarono il comando. Non mi ricordo niente di tutto quello che accadde in quegli anni, so solo di essermi sentito sempre più solo e di aver ucciso molta, molta gente

Mi ricordo un ragazzo, una ragazza e un uomo, Shisui, Kura e Inishiro-sensei, il mio gruppo, i miei primi, soli, amici.

Non mi ricordo bene come cominciammo a parlarci, so solo che con il tempo avevo trovato in Shisui e Kura un modo per sentirmi diverso da tutto ciò che riguardava la famiglia, non riuscivo a capire perchè fossero così gentili nei mie confronti, perchè proprio con me, che ero sempre stato ritenuto uno 'strano'. Ricordo di non averlo mai chiesto, di aver sempre serbato questa domanda per tirarla fuori nei momenti in cui ero solo, fantasticavo...da piccolo...

Un altro ricordo, Sasuke, il mio fratellino, quando nacque fui veramente contento, non avrei portato da solo il peso del mio nome, felice, ma allo stesso tempo triste, qualcun altro avrebbe sofferto come me. Guardai mio padre alzare il neonato come un trofeo e giurai che per nulla al mondo avrei fatto patire a mio fratello ciò che stavo provando io.

Passarono gli anni, col tempo il rancore verso la mia famiglia non si spense e continuò a corrodermi l'animo, come una bestia feroce, ma io la contenni, non mostrai mai la mia rabbia, nè ai miei genitori nè a Shisui o a Kura, fu questo forse un altro dei miei errori.

Di quello che accade dopo ho solo un vago ricordo, frammenti di memoria che riaffiorano poco alla volta, tra questi la sensazione di essere stato usato dalla mia famiglia

“Sei la spina dorsale degli Uchiha, il collegamento più importante con il resto del villaggio”

Queste erano state le tue parole, padre, me le ripetevi in continuazione, mi ricordo l'orgoglio con cui pronunciavi il nome del clan, un orgoglio che non sono mai riuscito a condividere, nonostante vi appartenessi.

Un altro frammento, un ragazzo morto sulle rive di un fiume...Shisui...mi ricordo benissimo quella notte, la notte in cui uccisi te e me stesso, diventando quello che sono adesso...già...ma cosa sono adesso? Un assassino, un traditore, un rinnegato, e ciò che mi fa ancora più rabbia è che io non ho deciso nulla di tutto questo.

Frammenti di memorie tristi ricominciano ad affollarmi la mente, degli uomini della polizia di Konoha che vengono da me e mi chiedono della morte di Shisui, la mia rabbia e l'intervento di mio padre, la mia ultima umiliazione. Poi un vuoto, settimane o mesi passati solo ad allenarmi e a tagliare i rapporti con tutti, anche con Kura e Inishiro. Quando chiedevo a me stesso perchè stessi facendo tutto questo, l'unica risposta plausibile era che volevo diventare più forte, ma dentro di me sentivo che il rancore mi aveva quasi corroso del tutto e sapevo che era opera sua.

Tutti quelli del villaggio, la mia famiglia compresa, ricominciarono a ritenermi 'strano' e ad evitarmi, mi sentivo sprofondare sempre più in un abisso nero e buio; fino a quando un giorno decisi di farla finita.

Un sole abbagliante che per me è ormai scuro, un profumo di fiori che per me odora di sangue, un vento fresco portatore di urla disperate; il volto insanguinato di mio padre davanti ai miei occhi, un sorriso amaro mi passa sul viso come un'ombra, ero il tuo pupillo, dovevo rappresentare gli Uchiha...che ne dici ora? Vi sentite abbastanza rappresentati?

Una porta si apre, alzo gli occhi e vedo mio fratello, è triste e spaventato, vorrebbe che gli dicessi che non sono io il colpevole dello sterminio del clan, ma io taccio e la freddezza si impossessa del mio volto. Mi chiede perchè e io non so come fargli capire che l'ho fatto per me e anche per lui, non lo uccido, gli avevo promesso di aiutarlo a diventare più forte, di essere il suo ostacolo da superare, e avrei rispettato questa promessa, sarebbe stato l'unico legame che avrei tenuto con il mio passato, un esile filo per permettermi forse un giorno di tornare ad essere quello che ero un tempo.

Dopo quella notte ho soppresso l'Itachi di un tempo, la 'spina dorsale' del clan Uchiha, l'amico, il fratello, l'ho dovuto sopprimere anche perchè la sua esistenza in questo mondo sarebbe stata un paradosso, cosa avrebbe potuto fare una 'spina dorsale' di un clan ormai inesistente, un amico che aveva rinnegato l'amicizia, un fratello che aveva usato lo sharingan ipnotico sul proprio fratellino... sarebbe stato inutile e basta.

Mi sono unito all'Akatsuki sperando di trovare un senso e uno scopo per questo nuovo Itachi, ma sono anni che mi sento come un guscio vuoto, una marionetta passata di mano in mano... sono patetico...

Piove.Alzo gli occhi al cielo e accolgo come una benedizione la pioggia sul mio viso, chiudo gli occhi, come se quest'acqua possa lavare via tutto il sangue che ho versato...

Sento un boato in lontananza...Sasuke stai combattendo? O anche tu ti sei arreso all'evidenza che un Uchiha non potrà mai avere una vita felice?...Per difetto di famiglia noi ambiamo al potere, e per ottenerlo dobbiamo sacrificare ciò che abbiamo di più caro...una brutta maledizione, vero?

Aspetto ancora un po', cercando di avvertire il tuo chakra, la pioggia continua a riversarsi sul mio volto, il cielo piange, proprio come il giorno in cui ho ucciso Shisui, anche dai miei occhi scendono lacrime.

-Se non ti conoscessi bene direi che stai piangendo, Itachi-kun-

Dietro di me la voce di Kisame, non mi volto neanche a guardarlo, aspetto con i sensi tesi al massimo, cerco di captare anche una tua piccola vibrazione di chakra, qualunque cosa per capire che sei vivo.

Fermo e immobile sotto la pioggia incessante attendo, sono curioso, sai? Voglio proprio vedere quanto sei diventato forte senza aver ucciso il tuo migliore amico...

Alzo gli occhi al cielo, ha smesso di piovere e le nuvole si stanno lentamente diradando; avverto il tuo chakra e due ultime gocce di pioggia scendono dai miei occhi, sei diventato forte, Sasuke, forte e sensibile.

Non so se gioire per la tua vittoria o essere triste perchè mi hai appena dimostrato che non era necessario uccidere tutta quella gente per poter diventare forte, che ho sempre sbagliato tutto, che tutto ciò che ho fatto è stato un fallimento...davvero non so come reagire e così mi ritiro nel mio solito silenzio, mi volto verso Kisame e con voce completamente atona gli dico

-Deidara è morto, torniamo al covo-

Non mi volto indietro, so che mi verrai a cercare per uccidermi e allora io sarò lì, pronto ad accettare tutto quello che deciderai per la mia sorte.

  
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