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Autore: Ale_kiss_    18/03/2013    3 recensioni
- Sono una che non si sconvolge con nulla, cioè … davvero! Per me è quasi normale … insomma … fa parte del mondo- vidi un sorrisino furbo comparire sul suo volto. Non seppi se compiacermene o se dovessi iniziare a preoccuparmi. Insomma … non sempre è rincuorante vedere un sorriso sghembo sulle labbra di un barista di uno strip club.
- Hai un posto dove andare?- domandò. Ecco, era proprio ciò a cui non volevo arrivare. Sicuramente mi avrebbe portata in una camera d’albergo, sola con lui e … chissà cos’avrebbe fatto! O peggio! Io, lui e i suoi amici! A quel pensiero mi salì un brivido lungo la schiena. Scossi comunque il capo, a sguardo basso. Il barista si allontanò e prese un giubbotto attaccato ad un gancio sulla parete. Me lo lanciò e lo presi al volo.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Presi velocemente il giubbotto e la valigia già pronta da due giorni. Indossai di fretta gli stivali ed uscii di casa. La pioggia batteva imperterrita sulla strada e i lampi squarciavano il cielo notturno, privo di luna e stelle. Cominciai a correre lungo il quartiere, provando a fuggire di lì. Non avevo idea di dove andare, non ci avevo nemmeno pensato, l’unica cosa che sapevo era che dovevo andare il più lontano possibile da quella casa, lontano da mio padre e da quel lurido verme del mio ragazzo. Fu proprio in quel momento che udii urlare il mio nome e mi voltai. Kyle era sull’uscio di casa mia, i pugni stretti e l’espressione irata. Era ancora solo con i pantaloni del pigiama, doveva per forza avermi sentita uscire, e si era svegliato. Lo guardai solo con un senso di ribrezzo: lo odiavo!
- Che cosa vuoi?- sbottai con la pioggia che mi bagnava tutti i vestiti e, anche se non lo davo a vedere, ero molto infreddolita. Lui, senza esitazione, uscì scalzo e mi raggiunse. Mi prese per i capelli ed iniziò a trascinarmi verso casa.
- Dannata troietta! Dove pensavi di andare, eh? Eh?- ringhiò senza lasciare la presa. Mi dimenavo e lanciavo flebili gridolini, supplicandolo di lasciarmi andare, ma lui non mi ascoltava.
- Kyle! Lasciala andare!- l’acidità della voce di mio padre riecheggiò tra i miei lamenti. Quel verme allentò la presa ed io volsi lo sguardo alla porta di casa. Lì, con una spalla appoggiata allo stipite destro, c’era mio padre, con una sigaretta in bocca, che guardava la scena come avrebbe guardato due cani azzuffarsi. Mi aveva sempre odiata e adorava più Kyle, un estraneo si può dire, che me!
Mi dimenai dalla presa e riuscii a liberarmi. Scappai senza aspettare un secondo ed iniziai a correre più velocemente possibile.
- PROVA A TORNARE! PROVA SOLO A RIMETTERE PIEDE QUI, E TI ASSICURO CHE NON NE USCIRAI MAI PIÙ!- sbraitò Kyle e, anche se ero già molto lontana da lui, mi parve di sentirlo gridare proprio lì, accanto a me, ed allora affrettai ancora di più la corsa ed entrai in un vicolo buio, nel borgo della città. Quando fui sicura di essere abbastanza lontana, smisi di correre e mi appoggiai al muro esterno di una casa a riprendere fiato.
Udivo una musica alta, da discoteca, provenire dalle vicinanze. Forse c’era un pub o qualcosa del genere dove avrei potuto entrare e stare per la notte. Solo per quella!
Non mi importava di essere fradicia, con una valigia in mano e con l’aspetto di un barboncino di strada. Ero riuscita a scappare da quel luogo infernale che chiamavo casa e ciò era l’importante. Così mi feci forza e mi diressi verso dove proveniva la musica. Camminai per una cinquantina di metri e giunsi sino ad un grande locale illuminato solo da piccole luci rosse. Quando entrai però, non avrei mai immaginato mi sarei trovata in uno strip club. Mi guardai un po’ attorno. Credo si possa ben immaginare cosa si possa trovare in uno strip: ragazze, pali, maschi, alcolici e musica sparata. Continuando a guardarmi attorno notai il bancone dell’area del bar. Non c’era molta gente, solo due uomini sulla cinquantina, ma tutti quanti erano attorno alle spogliarelliste, così ne approfittai e mi sedetti su uno sgabello e appoggiai i gomiti al bancone.
Non ero da molto in quella città, forse un paio di settimane, e non la conoscevo per niente, e poi abitare nella periferia non mi aiutava! Avrei potuto chiedere a qualcuno dove potevo trovare un hotel o un Bed&Breakfast, anche se non era proprio la gente più adatta alla quale chiedere.
Un uomo mi dava le spalle e preparava dei drink con gesti veloci, prendendo varie bottiglie qua e là. Indossava una camicia blu, con sopra un gilet nero. I suoi jeans erano attillati e delle catenelle erano attaccate alle tasche posteriori. I suoi capelli erano di un castano chiaro, ambrato, lunghi sino alla fine del collo, lisci e sottili.
SI voltò facendo scivolare due bicchieri sul bancone, verso i due uomini, e li riempì. Poi alzò lo sguardo e mi notò. Corrugò la fronte con espressione interrogativa e mi si avvicinò. Mentre camminava, agguantò un bicchiere e cominciò a pulirlo con uno strofinaccio preso da sotto il bancone.
- Siamo al completo- disse con aria svogliata. Alzai le sopracciglia, non capendo cos’intendesse.
- Scusa?-
- Ho detto che siamo al completo! Non ce ne servono altre!- ancora non capivo. Lui continuava a pulire quel bicchiere. Sembrava gli venisse naturale. Doveva lavorare lì da molto.
- Al completo di cosa?-
- Di spogliarelliste!- si buttò lo strofinaccio sulla spalla e mise il bicchiere in uno scaffale con tutti gli altri. Lo fulminai con lo sguardo.
- Non sono qui per fare la troia!- esclamai indignata. Parve quasi che lui non ascoltasse le mie parole, si aprì una birra e ne bevve qualche sorso. La riappoggiò al bancone.
- E allora perché sei qui?- domandò apatico.
- Sono scappata di casa!-
- Oh la micetta ha gli artigli- ricominciò a bere. Una cosa che detestavo era che mi affibbiassero stupidi soprannomi e quel barista mi stava facendo schizzare. Il fatto è che non sapevo più come ribattere, così tutto ciò che potei fare fu starmene zitta, altrimenti mi avrebbe spenta di nuovo.
Congiunse le braccia al petto e cominciò a fissarmi con sguardo indagatore. Provai a schivare le sue occhiate ma anche io in un certo senso lo stavo squadrando dalla testa ai piedi. Avrà avuto circa vent’anni: occhi grigi con screziature verdi, labbra sottili e barba rada sul contorno del mento, quello delle mascelle e tra il naso e il labbro superiore. Giunsi alla conclusione che era proprio un bel ragazzo.
Lui si passò una mano tra i capelli, tirandoseli indietro e poi sospirò.
- Quanti anni hai?- domandò con un tono che esprimeva rassegnazione, forse perché aveva capito che non sarebbe riuscito a mandarmi via molto facilmente.
- Quasi sedici …- biascicai abbassando lo sguardo.
- Sai che non puoi stare qui?-
- Sono entrata per sbaglio … credevo fosse un pub …- iniziai a torturarmi le maniche del giubbotto, iniziando a sudare, forse imbarazzata.
- E perché poi non sei uscita? Insomma, non ti disturba questo posto?- si appoggiò con i gomiti al bancone e poi con il mento sul palmo sinistro. Scossi il capo.
- Sono una che non si sconvolge con nulla, cioè … davvero! Per me è quasi normale … insomma … fa parte del mondo- vidi un sorrisino furbo comparire sul suo volto. Non seppi se compiacermene o se dovessi iniziare a preoccuparmi. Insomma … non sempre è rincuorante vedere un sorriso sghembo sulle labbra di un barista di uno strip club.
- Hai un posto dove andare?- domandò. Ecco, era proprio ciò a cui non volevo arrivare. Sicuramente mi avrebbe portata in una camera d’albergo, sola con lui e … chissà cos’avrebbe fatto! O peggio! Io, lui e i suoi amici! A quel pensiero mi salì un brivido lungo la schiena. Scossi comunque il capo, a sguardo basso. Il barista si allontanò e prese un giubbotto attaccato ad un gancio sulla parete. Me lo lanciò e lo presi al volo.
- MICHAEL!- gridò. Un ragazzo che doveva avere circa la sua età uscì da una porta sul muro proprio dietro il bancone e prese uno shaker.
- Hai finito il turno?- domandò il suddetto Michael cominciando a preparare drink.
- Sì, torno a casa- rispose mentre si controllava le tasche tirando fuori un paio di chiavi, un pacchetto di sigarette, il cellulare e un accendino e poi rimettendo tutto dentro.
- Di’ all’idiota che domani lo aspetto!- sbottò Michael lanciando un’occhiata furba all’altro barista, che risponde con un alzata di occhi.
- Sì, lo farò. Andiamo bambolina!- quando capii che si rivolgeva a me, mi alzai di scatto, iniziando a sudare freddo. Lui estrasse una sigaretta e l’accendino, se la mise in bocca e l’accese. Poi mi fece cenno con il mento di uscire e mi tolse la valigia di mano. Strinsi un po’ più forte il suo giubbotto al petto e, a sguardo basso, uscii dallo strip con lui alle mie spalle. Mandò fuori una boccata di fumo e poi si riprese la sigaretta tra le labbra.
- Piove ….- sussurrai guardando il cielo tempestoso. Lui fece una flebile risata.
- Ti ho dato il mio cappotto apposta! Usalo a mo’ di ombrello!- lasciò uscire un’altra boccata di fumo. Gli sorrisi dolcemente e portai il giubbotto sopra la mia testa.
- E tu? Non vieni sotto?- gli chiesi avvicinandomi. Lui annuì e, dopo un ultimo tiro, gettò via la sigaretta e mi raggiunse, cingendomi le spalle con un braccio per riuscire a starci sotto entrambi.
Quel gesto mi fece arrossire e mi sentii in imbarazzo. Trattenni per qualche attimo il fiato e un brivido mi salì lungo la schiena.
Lui cominciò a correre ed io feci lo stesso per tenere il passo con lui.
- Comunque sono Jason!-
- Cassie … cioè! Cassandra, per gli amici Cassie …- risposi impacciata. Diamine! Che mi succedeva? Lui rise.
- Oh, piacere Cassandra, per gli amici Cassie- risi anche io, rendendomi conto di quanto dossi sembrata ridicola.
***
Arrivammo ad una casetta un po’ scrostata a due piani, nella periferia inoltrata della città. Jason mi lasciò il cappotto ed estrasse le chiavi dalla tasca. Aprì la porta.
- Avanti, entra- mi intimò. Esitai. Era un perfetto sconosciuto. Perché sarei dovuta entrare in casa sua? Certo, si era dimostrato ospitale e … e gentile, accogliente … entrai.
Mi ritrovai nel salotto. La TV era accesa e trasmetteva una partita. Sul tavolino al centro della saletta c’era un pacchetto di patatine aperto e il suo contenuto era anche per tutto il tappeto e due lattine di birra erano rovesciate una a terra e una sul tavolino. Dei vestiti erano sparsi sulla poltrona e sul divano, dove dormiva un ragazzo che doveva avere circa l’età di Jason. Quest’ultimo entrò a sua volta e chiuse la porta a chiave.
- Perdona il disastro, siamo sempre fuori e le rare volte che qualcuno viene da noi …-
- Tranquillo! Anche troppo …- mi guardai un po’ attorno. Jason mise la valigia sul divano e mi venne accanto, prese il cappotto e lo appese ad un appendiabiti all’entrata. Poi mi fece togliere anche il mio.
- Grazie …-
- Non sei di qui, vero?- domandò dirigendosi verso quella che doveva essere la cucina poiché intravidi un fornello e il frigo. Dissentii.
- Si nota molto?- arrossii probabilmente. Lui si strinse nelle spalle.
- Solo perché sei molto più umana di tutti quelli che conosco. Vieni, lì c’è il bagno se ti vuoi asciugare e … quella …- indicò una stanza con la porta aperta. C’era un letto matrimoniale. La stanza era piccola e c’era solo un lampadario sul soffitto. - … io solitamente dormo lì, ma stacci pure tu! È la stanza più … emh … accogliente della casa-
- Oh! No! Non voglio sfrattarti dalla tua stanza cioè …- ma lui rise e mi spinse in bagno, prese la mia valigia, me la lanciò e chiuse la porta.
- Sai dove trovarmi se ti serve qualcosa!- esclamò ed io rimasi con la valigia tra le mani a guardare la porta chiusa.
***
Quando uscii ero in camicia da notte, in imbarazzo poiché non avevo pigiami più appropriati per stare nella casa di un ragazzo appena conosciuto. Stavo per chiamarlo per dirgli che andavo a dormire ma lo vidi steso sulla poltrona con gli occhi chiusi che respirava profondamente.  Mi sfuggì un sorriso.
- Buonanotte …- sussurrai. Notai una coperta per terra. La raccolsi e la stesi sopra di lui. Poi mi diressi verso la camera che mi aveva indicato, e chiusi la porta.
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Ciao a tutti!
allora, forse certi l'hanno già letta poichè l'ho già postata ma solo come one-shot.
Ora, un po' di persone mi hanno chiesto di continuarla e le ringrazio moltissimo per la fiducia
la dedico sempre a Gianluca <3
Un bacione a tutti! recensite eh e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Ale_kiss_

   
 
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