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Autore: UrielVanHohenhime    18/03/2013    2 recensioni
Il mondo che tutti noi conosciamo non è che mera illusione. Da due millenni una confraternita segreta protegge e veglia sul mondo dei mortali. I rifiutati da Dio proteggono i suoi figli prediletti per riscattarsi. I nephilim, gli abomini del creato, sono i guardiani silenziosi del nostro mondo. I Veglianti sorvegliano i "portali" del mondo e combattono le creature del male. La loro missione è ardua poiché un nuovo male, più oscuro e potente, si avvicina. Una ragazza dagli occhi verdi si ritrova immischiata in una guerra che sapeva esistesse solo nelle favole. Amore, potere, speranza e tradimento si intrecciano sul filo di una spada. Le anime dei combattenti sono pronte. Lo è anche la tua?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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La fiocca luce delle torce accese illuminava le pareti della caverna. Il soffitto a cupola si perdeva nel buio. Enormi stalattiti e stalagmiti formavano una fitta foresta di roccia, una giungla di alberi pietrificati. Colonne granitiche si stagliavano verso l'alto nella penombra della caverna. Oltre quella foresta c'era uno spazio più piccolo,perfettamente circolare, dal soffitto altrettanto alto. Al centro esatto del cerchio c'era un'enorme lastra di pietra squadrata che proiettava una lunga ombra sul pavimento. Sopra vi erano incisi dei simboli, delle parole in una lingua antica e sconosciuta. Lettere simili erano incise anche sulle pareti tutt'intorno. Qualche affresco solitario spezzava la monocromia dell'ambiente. Per terra altre incisioni formavano un cerchio tutt'intorno. Appena al di fuori di questo, una figura solitaria fissava la lastra. L'umo,vestito completamente di nero con un pesante mantello sopra gli abiti, alzò lo sguardo per osservare le parole in cima. Da sotto il cappuccio che ne nascondeva il viso un paio di occhi di un rosso scarlatto fissavano intensamente le incisioni. Le labbra dell'uomo articolavano silenziosamente le parole incise. Giunto alla fine distolse lo sguardo e fece qualche passo indietro. Una spada emerse dalle pieghe del suo soprabito. La lama lucente di colore nero risplendeva di riflessi dorati. Un solo movimento, fluido, veloce come un lampo. La spada sferzò l'aria e nello stesso preciso instante un profondo taglio comparve sulla lastra tranciandola di netto. Con un rumore assordante una parte del blocco cadde a terra infrangendosi in mille pezzi. L'umo ripose la spada e mentre si voltava per andarsene quel che rimaneva ancora in piedi dell'imponente monumento cadde a pezzi e si sparse sul pavimento della caverna sollevando una nuvola di polvere. Un sorriso spuntò sulle sue labbra .
-Questa è la fine della profezia...- pronunciò queste parole mentre camminava verso l'uscita ancora sorridendo e con un bagliore trionfale negli occhi.-...il padre non rinascerà attraverso il figlio per guidare di nuovo il suo popolo...e dopo stanotte il figlio non vedrà mai la luce del giorno.
La figura ammantata attraversò rapida la foresta di pietra e si diresse verso un grande arco che si apriva sul muro a ovest. Il suo mantello ondeggiava dietro di lui mentre
procedeva a passo spedito con lo sguardo fisso d'avanti a se. Del suo volto si potevano scorgere solo gli occhi scarlatti mentre il resto era immerso nell'ombra. Attraversò l'arcata e uscì su una collina spazzata dal vento notturno. La luna piena illuminava la terra con il suo bagliore argenteo proiettando ombre minacciose proiettate dagli alberi che circondavano la collina. L'uomo fece qualche passo poi si fermò di colpo. Leggeri passi si stavano avvicinando all'uomo e poco dopo una figura nera apparve alle sue spalle. L'uomo non si voltò e la figura continuo ad avvicinarsi fino a quando non gli si fermo di fianco.
-Conducimi dal tuo padrone.-disse l'umo senza neanche guardare il nuovo arrivato. Questi gli strinse il braccio con una morsa d'acciaio e i due sparirono in un fruscio di stoffa.
I due ricomparvero in una landa desolata e rocciosa. Tutto il paesaggio era immerso nell'oscurità quasi totale. Un aria greve e stagnante salì al naso dell'uomo e gli fece rivoltare lo stomaco. Non c'era nemmeno un alito di vento. Rumori lontani e indistinti riempivano l'aria come di un brusio di migliaia di insetti. L'umo guardò in alto verso il cielo ma non vide nemmeno una stella. Il cielo era scuro come non lo aveva mai visto prima. Si guardò intorno per distinguere qualcosa del paesaggio che lo circondava, ma riusciva a vedere solo rocce e massi nascosti dall'oscurità. Qualcosa gli balenò d'avanti algi occhi e guardò più attentamente d'avanti a se e vide una fiocca luce azzurra provenire da un punto più avanti, poco lontano. Cominciò a camminare in quella direzione spinto dalla curiosità. Cos'era quella luce che interrompeva la totale oscurità dei quel luogo? Perché sembrava che venisse dal terreno stesso? Pensò di domandarlo al suo compagno e si voltò. L'altra figura era sparita. Dopo un centinaio di passi l'uomo si ritrovò sull'orlo di una voragine. Era scavata nella roccia, perfettamente circolare e molto profonda. Una rampa di scale scavate nel fianco della voragine portava sul fondo. L'umo cominciò a scendere lentamente guardandosi intorno cercando di individuare la fonte della luce che proveniva da lì. Giunto a meta della scalinata l'umo sgranò gli occhi stupefatto dallo spettacolo che gli si presentava d'avanti. Centinaia di globi di luce di colore azzurro galleggiavano nell'aria immobile. Erano distanziati l'uno dall'altro e sembravano pulsare leggermente. Allungò la mano per toccarne uno che gli era particolarmente vicino ma quando le dita stavano per toccare la fiamma, l'umo ritrasse la mano come se avesse percepito un pericolo provenire da quelle luci. Guardò ancora per qualche secondo quello scenario che sembrava uscito da una fiaba, poi riprese il cammino. Continuò a scendere i gradini e dopo quelle che gli parvero ore giunse sul fondo del burrone. Guardò in su e la meraviglia lo pervase di nuovo. Il cielo stellato comparve sopra la sua testa. Dopo pochi secondi di stupore capì. I globi di luce avevano questo scopo. Riproducevano fedelmente la volta stellata. Guardò in giro e vide uno sperone di roccia stagliarsi solitario sul fondo perfettamente liscio del burrone. Si avvicino con cautela. Quando ormai era a pochi passi si rese conto che quello che aveva scambiato da lontano per uno sperone di roccia era in realtà un trono immenso ricavato da un blocco di pietra di dimensioni gigantesche. L'uomo si avvicinò ancora e si fermò a due passi dal trono. Era perfettamente liscio e scolpito in un blocco unico con estrema maestria. Quasi sulla sommità dello schienale era scolpita una corona rovesciata circondata da una pianta dalle lunghe spine. Sotto la strana corona era incastonata una gemma bianca che aveva la forma di una stella a otto punte. Uno sconosciuto era assiso su quel trono. Alla fiocca luce delle stelle artificiali non se ne potevano distinguere le fattezze. L'umo pensò di avvicinarsi ancora per vedere meglio ma non appena ebbe formulato questo pensiero le fiamme azzurre in cielo cominciarono a muoversi. Si stavano radunando tutte esattamente sopra il grande trono e cominciavano a fondersi l'una con l'altra cosi che dopo pochi secondi le stelle erano scompare ed al loro posto comparve una grande luna azzurra che illuminava tutto. Il globo pulsante girò su se stesso un paio di volte e infine si fermo sopra lo scarno di pietra. L'uomo distolse lo sguardo da quello spettacolo e guardò la figura seduta. Vide un ragazzo giovane e incredibilmente bello. Aveva lunghi capelli bianchi e delicate sopracciglia dello stesso colore. Il naso perfettamente dritto. Le labbra erano una linea sottile e morbida. Era a torso nudo e aveva la testa inclinata da un lato,appoggiata su un braccio poggiato sul bracciolo del grande trono. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e sembrava non essersene accorto di nulla. Sembrava dormisse per quanto era immobile. L'uomo allora fece per parlare, per annunciare la propria presenza. Non ce ne fu bisogno. Il ragazzo apri d'improvviso gli occhi e guardò il nuovo arrivato. L'impressione che l'umo si fece alla prima vista del ragazzo cambiò radicalmente. Il giovane che gli sembrò tanto bello ora gli appariva altrettanto terribile e crudele. Gli occhi dalle iridi scarlatte del ragazzo fissavano la figura ammantata senza battere ciglio. Quello sguardo era freddo, calcolatore e privo di emozioni. Due sfere di ghiaccio rosse come il sangue lo stavano fissando. Il ragazzo continuò a fissare l'umo per qualche secondo con aria annoiata dopo di che si alzò. Era alto e aveva un fisico scolpito. Sembrava una statua in marmo che aveva preso vita. Si avvicinò con passo lento all'umo e a ogni suo passo l'ari si faceva più pesante e carica di un'aura malvagia. L'uomo non riusciva quasi più a respirare mentre l'aria intorno a lui tremava e il suo corpo veniva schiacciato da una pressione invisibile che continuava ad aumentare. L'umo si portò le mani alla gola e cadde in ginocchio. La mancanza di ossigeno gli oscurava la vista. Il ragazzo si fermò di fronte all'uomo inginocchiato ai suoi piedi. Sorrise ma nonostante questo i suoi occhi rimasero freddi e senza vita. Non c'era alcuna emozione dipinta sul suo volto.
-Alzati.-il ragazzo parlò con voce fredda e piatta. La pressione che opprimeva l'uomo sparì all'istante e questi si alzò in piedi facendo brevi respiri veloci.
-Chi sei tu?-la voce dell'uomo era appena un sussurro.
-Colui che pensi che io sia.-un ghigno malvagio si allargò sul bel viso del giovane.
-Non è possibile! Tu dovresti essere...
-Si, lo so come mi descrivono. Anzi molte delle descrizioni sono opera mia.-il ragazzo continuava a sorridere ma questa volta con aria compiaciuta.
-Non capisco.
-Sono molte le cose che voi non capite. Vedi, la prima cosa da fare è nascondere la propria esistenza ai tuoi nemici. Se non ci riesci, nascondi il viso dietro una maschera di bronzo. Porta la maschera e incuterai terrore. Toglila e avrai la loro fiducia e potrai pugnalarli alle spalle. Il mio aspetto doveva essere molto diverso dalla realtà. Ma di questi tempi la maschera è diventata inutile poiché tutti si sono dimenticati di me. A dir la verità la cosa un po mi dispiace. Non è bello quando si viene dimenticati da tutti. E soprattutto non è bello quando tutti cessano di temerti.
Il ragazzo girava intorno all'uomo incappucciato come un leone intorno alla sua preda. Osservava ogni sua reazione e il suo sguardo era talmente intenso che sembrava trapassarlo da parte a parte. L'uomo stava dritto in piedi e non osava muoversi. Gocce di sudore gli scendevano tra le sopracciglia. Quando parlò la sua voce era tesa e acuta.
-Sono qui perché....
-Lo so perché sei qui. So anche cosa hai fatto. Io certamente posso darti ciò che vuoi ma in cambio dovrai fare qualcosa per me.- il ragazzo si fermò di fronte all'uomo e lo guardò diritto nelgi occhi. Per un istante all'uomo sembro che le pupille del ragazzo fossero attraversate da un bagliore d'oro. Senza dubbio sapeva già che avrebbe ottenuto ciò che voleva. L'uomo chinò la testa e fissò il pavimento di roccia. Fece un lungo respiro e poi rialzò la testa.
-Cosa vuoi che faccia?-non c'era più paura nella sua voce, solo risolutezza.
-Tutto a tempo debito, amico mio. Tutto a tempo debito.- il ragazzo si voltò e scoppiò in una fragorosa risata. Era una risata trionfale, quasi isterica, che rimbombava sulle pareti del burrone. La roccia amplificava la sua voce e rendeva quel riso ancora più sinistro. Il ragazzo si fermò d'avanti al immenso trono di roccia e vi si sedette ancora ridendo. L'aria sembrava tremare e la grande luna tremolante esplose, come un fuoco d'artificio, in mille sfere di luce. La risata si spense di botto e il buio inghiottì le due figure.
 
La sera stava calando inesorabilmente e la luce artificiale dei lampioni sostituiva pian piano quella del giorno. La città cosi caotica di giorno si stava calmando. Goccioline fine di pioggia stavano cominciando a scendere dal cielo. La pioggia estiva in poco si trasformò in un temporale. Fulmini squarciavano il cielo e il rombo dei tuoni risuonava per le strade a prima vista deserte dopo l'ora del coprifuoco. Improvvisamente un rumore diverso da quello dei tuoni echeggio per le strade. Era un rumore di passi. Il rumore di qualcuno che correva inciampando e scivolando nelle pozzanghere di pioggia. Qualcuno aveva violato il coprifuoco. Il rumore di passi continuava caotico.
-Maledizione! Cosa sta succedendo? Cosa diavolo è quell'affare?-con voce affannata un ragazzo pronunciava queste parole mentre correva a gambe levate per i vicoli della città. Voltava ogni tanto la testa come per accertarsi di essersi liberato da un inseguitore e intanto correva più forte che poteva. Lo sconosciuto continuava a correre senza apparentemente sentire la fatica della sua corsa. Sembrava una bestia braccata che cercava disperatamente la salvezza nella fuga. Svoltava da un vicolo all'altro in maniera del tutto casuale,senza sapere dove andava. Aveva ormai oltrepassato le ultime case della città si si dirigeva verso la zona abbandonata. Correndo accostato a un grande muro di mattoni, mezzo crollato, volto a sinistra e si ritrovo in un vicolo cieco. La strada era sbarrata dalle rovine di un vecchia fabbrica crollata da tempo. Si voltò per tornare indietro ma in quell'instante un'ombra comparve da dietro l'angolo. Non era una persona ne tanto meno un animale. Era solo un'ombra che strisciava sul terreno ricoperto di macerie. Il ragazzo nel panico fece qualche passo indietro senza distogliere lo sguardo dall'ombra. Avrebbe voluto urlare a squarciagola, chiedere aiuto ma la voce gli morì in gola. In pochi secondi si ritrovò con la schiena contro quel che restava di un muro della fabbrica. Non poteva più andare da nessuna parte. Era finita, pensò. Il cuore gli batteva cosi forte che avrebbe potuto schizzargli via dal petto. La pioggia bagnava il volto dello sconosciuto e insieme alla pioggia sul suo volto scendevano anche lacrime di terrore di fronte a quella “cosa” che si stava avvicinando. Le gambe cominciarono a tremargli, e quando l'ombra giunse a due passi da lui, cadde in ginocchio. L'ombra si fermò. Sul terreno, quella che prima era un ombra senza corpo, ora si stava trasformando in una creatura. Lentamente dal terreno, come nel peggiore degli incubi, stava emergendo qualcosa. Come se emergesse dall'acqua e non dall'asfalto una spaventosa creatura si paro d'avanti al ragazzo tremante. Era molto alta e slanciata. Aveva la testa stranamente allungata e le braccia lunghe che finivano con degli artigli lunghi e affilati come rasoi. Non si distinguevano dal resto della testa ne la bocca ne il naso, sempre che ce li avesse. Solo un paio di occhi viola intenso brillavano nel buio. Non sembrava avere un corpo solido, sembrava essere fatta di fumo solidificato. I suoi movimenti erano fluidi e sinistri mente percorreva i pochi metri che lo separavano dalla sua vittima. L'aria si riempi di un odore di zolfo e la vista dello sconosciuto si stava annebbiando mentre la creatura gli si fermò di fronte. Allungò un braccio e l'arto fatto di fumo si strinse attorno al collo del ragazzo. Una risata sinistra si sentiva provenire dalla creatura mentre la sua vittima stava soffocando lentamente. Il ragazzo guardò l'essere fatto di fumo e riusci a scorgere solo gli occhi viola che lo scrutavano sinistri e una specie di squarcio nel fumo all'altezza di dove avrebbe dovuto trovarsi la bocca della creatura. La risata continuava maligna mentre il ragazzo non riusciva ad opporre alcuna resistenza. Era come paralizzato. Sentiva le ultime forze abbandonarlo e lo sguardo gli si annebbiò ancora di più. Pensava che sarebbe morto da un secondo all'altro. Divorato magari da quella creatura agghiacciante. Quando pensava ormai di aver esalato il suo ultimo respiro un lampo di luce bianca lo accecò. La presa della creatura venne meno i lui fini con la schiena a terra. Accecato dalla luce intensa del lampo non riusciva più a vedere niente. Da prima senti uno stridio acuto come di metallo piegato poi un urlo bestiale squarciò l'aria. La sua paura crebbe ancora se possibile. Alzo il volto verso il cielo per bagnare gli occhi con la pioggia e riuscire a recuperare un po la vista. Quando apri gli occhi riusciva a vedere in modo molto sfocato. Di fronte a lui una colonna di fumo verde intenso si stava alzando verso il cielo senza che ci fosse un fuoco ad alimentarla. Poco più in la scorse una figura avvolta in un soprabito nero con il cappuccio tirato fino sugli occhi. Un 'altro vestito nello stesso modo lo raggiunse ed entrambi si voltarono verso lo sconosciuto. I due cominciarono ad avvicinarsi in silenzio con passi affrettati. Il ragazzo inginocchiato a terra non tentò più neanche di scappare. Uno dei due incappucciati gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi. Il ragazzo accetto il suo aiuto e si rialzò in piedi.
-Chi siete voi due? Che fine ha fatto quel....quella cosa?"-chiese con voce ancora tremante.
I due lo fissarono in silenzio. Una macchia nera esplose d'avanti ai suoi occhi e le gambe de ragazzo cedettero di nuovo. Sentiva che stava per svenire.
-Era proprio necessario colpirlo?-chiese una delle due voci irritata. L'altro in risposta sbuffo sprezzante e afferro lo sconosciuto per la vita e se lo carico in spalla.
-Cerca di essere più gentile. Non devi per forza essere sempre così maleducato.
-Lo terrò a mente.
I tre sparirono nel buio della notte senza lasciare traccia in pochi secondi.
  
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