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Autore: Lala_Pensiero    18/03/2013    0 recensioni
"La felicità è così effimera che non si ha il tempo neanche per godersela. Questo pensavo mentre ero in bilico tra la vita e la morte. La strada che avevo deciso di percorrere mi aveva portato solo a delusioni e tristezza e infine alla morte, o almeno molto vicino a questa. Ricordavo la prima volta che ti vidi, con quella camicia bianca, quando in seguito ti dissi che con la camicia sei più bello del solito, ti mettesti a ridere, prendendomi in giro per quello che ti avevo confidato. Questo è stato il mio ultimo ricordo, mentre mi si annebbiava la vista, avevo in mente quei tuoi occhi ridenti che mi guardavano con tristezza e passione allo stesso tempo."
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver passato un tempo lunghissimo tra le tue braccia, mi andai a struccare, senza dirti niente, sapendo che al mio ritorno saresti stato lì ad aspettarmi.
Infatti eri steso sul mio letto, mentre facevi rapporto e valutavi l’ipotesi con Harrison di andare in un altro albergo.
Mi resi conto di avere ancora indosso il vestito della festa e le mie camicie da notte erano nella valigia, così andai in camera tua e presi una felpa che mi arrivava alle ginocchia. Tornai in camera e mi accucciai vicino a te. Mi abbracciasti e iniziasti ad accarezzarmi i capelli.
<< Monica… >>
<< Shh.. >> ti azzittì, stavo bene così. Mi piacevi, o meglio ero follemente innamorata di te. Eh sì.
Mi addormentai tra le tue braccia mentre mi stringevi e mi accarezzavi i capelli.
Il mattino dopo, quando mi svegliai, tu non eri più vicino a me. Dopo essermi vestita ti trovai in camera tua a fare la valigia.
Appena mi vedesti, mi sorridesti e mi venisti incontro. Dopo avermi guardata a lungo sussurrasti
<< Buongiorno bella, oggi si va via da qui >>
<< E dove si va? >>, ti risposi abbracciandoti
<< In qualunque altro albergo, con Harrison avevo valutato anche l’ipotesi di comprare una casa, ma un luogo affollato è di gran lunga migliore >>
<< Beh penso di essere costretta a seguirti allora >>, ti dissi sorridendo
<< Decisamente >>, mi sorridesti a tua volta e mi baciasti.
Passammo la mattina a preparare le valigie e a scherzare come bimbi.
Lasciammo la camera ed entrammo nella limousine.
<< Will.. e se ci seguono? >>, ti chiesi
<< Tranquilla, i nostri sono qui da stamattina a pattugliare l’area, ci scorteranno fino alla nuova sede >>, mi rispondesti. Tutto per il mio stupido errore.

Passammo il resto del viaggio in silenzio, tenendoci per mano.

Il nuovo hotel era decisamente più lussuoso del primo, la nostra camera era spaziosissima. Il salotto enorme, il bagno immenso. Poi mi accorsi che c’era una sola camera da letto.
<< Will, perché non me l’hai detto prima? >>, ti chiesi con far minaccioso
<< Mony ti rendi conto che ho dovuto cercare una suite di notte? Ho preso la prima che ho trovato libera >>, forse avevi ragione, ma eri fin troppo compiaciuto di quella sistemazione, soprattutto quando lasciasti cadere le valigie, mi prendesti in braccio e mi portasti sul letto. 



Quando finimmo di disfare le valigie, ci sedemmo sul divano nel salotto, abbracciati.
<< Will.. mi racconti di mio padre? >>, ti chiesi. Quella domanda te la volevo fare da tutto il giorno.
<< Sei sicura di voler sapere? >>
<< Sì >> ti risposi sicura
<< Era un nostro agente, uno dei migliori. Tua madre lo sapeva. Non è morto, come si voleva far pensare, ucciso da un semplice rapinatore, ma da un terrorista dell’epoca. Gli avevano dato un’informazione sbagliata, si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Lo hanno riconosciuto e sequestrato. La sua morte è stata una vera e propria esecuzione. Trovai io il suo corpo >>, dicesti tutto questo accarezzandomi i capelli e quasi impaurito di una mia reazione, che non ci fu. Al racconto della morte di mio padre rimasi fredda. Impassibile.
<< Era un grand’uomo, lo conoscevo >>, mi dicesti.
E io niente. Vuoto. Certo ormai non potevo più farci niente. Oppure sì?
<< Will.. chi l’ha ucciso? >>, tu non mi rispondesti subito.
<< La guardia del corpo di Smith >>, ora ebbi una reazione. Rabbia. Ira.
 
Volevo morto quell’uomo
 


 
 
Salve :D
Come avevo promesso ora si sa di più del padre di Monica,
ma vi assicuro che la storia è più complicata di quanto sembri, leggete e scopritelo da voi :D
Un grazie sincero a chi mi segue e mi da la forza di continuare a scrivere
Fatemi sapere che ne pensate, anche un commento negativo è accetto :D
Ciao
-L
   
 
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