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Autore: BecauseOfMusic_    18/03/2013    1 recensioni
Dal testo: "Ma Ginny gli era rimasta accanto, aveva sopportato in silenzio le occhiate di sdegno di sua madre e lo aveva difeso a spada tratta dagli attacchi di George e Percy. Aveva affrontato la sua famiglia da sola per lui, ed ora gli era accanto nei momenti più bui..."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ginny si svegliò, disturbata dal rumore della porta di casa che si chiudeva. Si costrinse a riaddormentarsi, o per lo meno ci provò, ma il sonno oramai stava scivolando via, restituendola al mondo reale. Tenne comunque gli occhi chiusi, e si strinse ancora di più nel caldo involucro formato dalle coperte. Allungò un braccio verso l'altra metà del letto, per sentire solo il vuoto e il freddo: lui non era li. Con un sospiro si decise ad aprire gli occhi, scostare le coperte e...d'improvviso il mondo cominciò a vorticare, sempre più veloce, e lo stomaco le si ribaltò come un calzino. Si precipitò in bagno alla massima velocità consentitale dal giramento di testa e li rimase per circa due minuti: tutto sparì alla velocità con cui era arrivato. Mentre pettinava la chioma rossa vide Harry con addosso solo il pigiama seduto sulla panchina, in giardino, a fissare il candore della neve senza vederlo. Le si strinse il cuore: erano due mesi che aveva quelle crisi in piena notte, si alzava e usciva, sparendo per delle ore; all'inizio si era preoccupata, poi aveva capito che lui ne aveva bisogno per sfogare il dolore, e non aveva osato arrabbiarsi con lui. Prese due coperte di lana e uscì. Non ci fu bisogno di parole da parte di nessuno dei due: lei gli mise la coperta sulle spalle e gli si sedette accanto in attesa, posandogli la testa sulla spalla. Fu lui ad interrompere il silenzio "Ricordi il nostro primo bacio?" E come avrebbe potuto non ricordare? Ricordava ogni singolo istante: da quando se l'era ritrovato accanto nella camera dei segreti, a quando lui aveva varcato il buco del ritratto al quinto anno e l'aveva baciata. Ricordava perfettamente di essersi infuriata con lui il giorno prima, perché era riuscito a farsi mettere in punizione da Piton il giorno della partita di fine campionato, così lei aveva dovuto giocare da cercatrice: aveva avuto una paura tremenda di non riuscire nel compito, di prendere il boccino troppo presto o troppo tardi. Ma ce l'aveva fatta, avevano vinto, e quando lui era tornato in sala comune non era riuscita a frenare l'istinto di corrergli incontro gridando di gioia e lui aveva risposto poggiando con trasporto le labbra sulle sue; sorrise tra se, Harry aveva davvero un buon sapore. < e pensare che mi ero quasi arresa all'idea di non piacergli > Si scoprì a pensare: < già, quasi > ripeté con più enfasi una parte della sua testa, perché lei non aveva mai smesso di sperare che un giorno lui la notasse: si era confidata più volte con Hermione, che le aveva detto di smettere di aspettare, e cercare qualcun altro. Così lei aveva provato a dimenticare o perlomeno a smettere di pensare costantemente a lui: erano diventati amici, lo aveva seguito in alcune avventure, era stata con altri ragazzi ma... Lui era sempre li, in un angolino del suo cuore, ed ogni volta che baciava qualcuno, quella piccola parte le faceva prepotentemente desiderare che si trattasse di Harry. "Si che mi ricordo" rispose in un sussurro. "Allora ricordi anche che tuo fratello Fred era ancora vivo no?" La voce di lui tremò un po'. "No" fece lei di rimando "ancora ti torturi con questa storia? Harry sono passati tre anni, tre anni in cui la mia famiglia ti ha dimostrato che é andata avanti, non puoi ancora darti la colpa di tutte quelle morti! Come avresti potuto evitarle?" Harry balzò in piedi e la guardò con gli occhi verdi inondati di lacrime: dolore e rabbia mescolati nello stesso sguardo "avrei potuto affrontarlo prima! Avrei dovuto capire subito dove si trovavano gli Horcrux, avrei dovuto fidarmi di Piton, avrei...avrei..." Anche Ginny si alzò, circondandogli le spalle con un braccio, e posando la testa sul suo petto "tu hai fatto ciò che potevi, hai dimostrato di essere pronto a dare la vita per chi ami, sei andato da solo nella foresta proibita per lasciare che ti uccidesse, quando avresti potuto portare con te alcuni maghi e tendere un agguato a Voldemort, ma tu non potevi proteggere tutti...no, ascoltami!" Gli intimò prima che lui potesse ribattere "mio fratello era un mago adulto, che era perfettamente in grado di decidere per sé stesso, quindi non puoi darti la colpa della sua morte, lui ha scelto di combattere e morire piuttosto che vivere e fuggire come un debole. Lui ha fatto la cosa giusta, come tutti quelli che sono rimasti a difendere Hogwarts nella battaglia finale. La mia famiglia non ti odia, anche loro si rendono conto di ciò che io ho appena detto a te" "Tuo padre non mi ha guardato in faccia per mesi, mi sentivo un mostro" mormorò lui. "Aveva bisogno di sfogare il dolore in qualche modo, sapeva che non eri tu la causa, ma la sua parte irrazionale ha avuto il sopravvento, non puoi biasimarlo per questo." Harry guardò sua moglie negli occhi, e vi lesse amore e determinazione insieme: lei era l'unica tra tutti i Weasley a non aver modificato l'atteggiamento nei suoi confronti, persino Ron si era mostrato scostante nei giorni successivi alla battaglia. Ma Ginny gli era rimasta accanto, aveva sopportato in silenzio le occhiate di sdegno di sua madre e lo aveva difeso a spada tratta dagli attacchi di George e Percy. Aveva affrontato la sua famiglia da sola per lui, ed ora gli era accanto nei momenti più bui, quando i rimorsi di coscienza diventavano così pesanti da non poter dormire; in quegli istanti capì che la stava facendo soffrire, anche se lei non ne faceva mai parola con nessuno, neppure con Hermione, che veniva a trovarli ogni volta che ne aveva la possibilità. < devo smetterla > si disse < é finita, é passato: lui é morto, ed io posso finalmente vivere > Mentre un pallido sole faceva capolino tra le nubi gonfie di pioggia Harry prese il mento di Ginny tra le dita e le diede un bacio lungo, e dolce, quasi a volerle chiedere perdono per tutta l'angoscia che le faceva provare. Lei sorrise quando si separarono, ma la testa le girò di nuovo, e le parve di avere inghiottito mattoni al posto della cena della sera prima. Corse in casa, con Harry che le teneva dietro, preoccupato, e si rifugiò nuovamente in bagno. "Ginny, di nuovo?! Sono tre settimane che continui ad avere strani attacchi di vomito, prima mi hai detto che ti erano passati, ma se adesso sono ripresi é meglio andare a farsi visitare al San Mungo!" Le disse lui tentando di aprire la porta. In quell'istante un'idea colpì la ragazza come un treno sul binario: terminati i conati di vomito cominciò a contare. Dopo aver rifatto il conto almeno un centinaio di volte il dubbio divenne quasi una certezza, e gli occhi le brillarono di una luce nuova; non c'era affatto bisogno di andare al San Mungo, non era malata, la nausea era del tutto normale: tutti i malesseri che aveva accusato nei giorni precedenti si incastrarono a formare un puzzle perfetto, e allora comprese... Quando Harry entrò in bagno pochi minuti dopo la trovo ancora seduta a terra, con la bocca piegata in uno strano sorriso; lei si risollevò e con voce tremante dalla gioia si decise a rivelargli che una vita cresceva dentro di lei.
  
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