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Autore: Phoenix Weasley    18/03/2013    1 recensioni
Salve a tutti, questa storia è nata dopo che un anno fa vidi Hugo Cabret. La storia si svolge nella Londra del 1911 e Joshua Thomas è il protagonista. Ha 13 anni ed è orfano. Fuggito dall'orfanotrofio dov'era prigioniero, il ragazzino si ritroverà in un circo dove verrà accolto e dove inizierà la vera e propria avventura. :)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, inverno 1911
L'ultimo treno per Cardiff era partito a mezzanotte e la stazione era deserta. Non c'era un'anima in giro. Una lieve nebbiolina impediva di vedere bene, ma a chi poteva importare? Non c'era nessuno. Ma in quel "nessuno" c'era una panchina e in quella panchina c'era seduto un bambino. Il piccolo, seduto da solo, si chiamava Joshua Thomas, aveva 13 anni. Nella più totale solitudine, i suoi occhi blu fissavano il vuoto, stroppicciando le sue mani dal freddo, ad ogni suo respiro si creava una nebbiolina, una nuvoletta più chiara della nebbia stessa. Il giovane aveva delle scosse di brividi a causa del freddo. Di certo sarebbe morto se non avesse provveduto subito a cercarsi un riparo. Con quella poca forza che si trovò addosso, si alzò dalla panchina e si incamminò, alla ricerca di un rifugio poco sicuro di trovare.
Joshua era un vagabondo solo da una settimana, quando finalmente riuscì a sottrarsi dalla cattiveria e l'abbandono dell'orfanotrofio, alla ricerca di qualcosa che nemmeno lui sapeva.
Camminando, si pestò il laccio della sua logora scarpa destra e franò a terra. Fortunatamente non si fece nulla ma fece comunque molta famiglia a rialzarsi. Temette di essersi ammalato. Riprese a camminare lentamente, guardandosi intorno al minimo movimento. Si avvicinò a un muro dove era appesa una locandina dai colori vivaci e strambi, con animali e un uomo dai baffi lunghi e arricciati alle estremità. Il titolo, a caratteri cubitali, recitava: VENITE AL CIRCO DI MR. CRAZY!  e a caratteri più piccoli ma in grassetto c'era scritto: LA CITTADINA DI LONDRA E' INVENTATA DAL 15 AL 20 DICEMBRE CON SPETTACOLO ECCEZIONALE IL 25 DICEMBRE PER LA GIOIA DI TUTTI I BAMBINI. Joshua stette parecchi minuti a fissare il foglio, incurante dell'aria sempre più gelida. Qualcosa strisciò contro la sua gamba facendolo sobbalzare.
-Ciao bel cagnolino!-esclamò Joshua chinandosi ad accarezzare il pelo arruffato dell'animale. Non sapeva di che razza fosse, ma di una cosa era certo: anche quel cane era un vagabondo. Proprio come il sottoscritto. L'animale si dimostrò subito fedele in quanto, non appena Joshua si rimise a camminare, lui lo seguì. 
-Ti chiamerò... Smosh.- disse il ragazzo voltandosi e dando una carezza all'animale. Il cane abbaiò per tutta risposta. Joshua sorrise  e insieme al cane oh... Smosh, riprese a camminare. Non si fermarono oer una buona mezz'ora, erano uscita dalla stazione già da un po'. Pareva che il cane sapesse perfettamente dove andare, ogni tanto si fermava e guardava per vedere se il bambino lo seguiva. Il piccolo sorrise con i suoi occhi blu come l'oceano. Smosh riprese per la sua strada e dopo qualche minuto raggiunsero una parte di Londra piena di carri e tendoni colorati. "Deve essere il circo." pensò Joshua che continuava a seguire il suo nuovo amico a quattro zampe con passo felpato (Sirius Black fa un mini ingresso nella storia.) per non far alcun genere di rumore.  Il vento si fece più forte e il piccolo Joshua si portò le mani al capo per tenersi ben saldo il berretto. Il cane entrò in un tendone non molto grande a strisce bianche e verdi, o forse erano gialle, non si poteva distinguere essendo notte fonda. Joshua esitò prima di entrare, pensando all'eventualità di urtare qualcosa o qualcuno, ancor peggio. Tuttavia prese coraggio e riuscì quasi a entrare nel tendone ma qualcosa lo trattenne per la spalla. Il bambino rimase pietrificato dal terrore. Già si immaginava chiuso in gabbia o in orfanotrofio. Iniziò a scendergli qualche lacrima, ma la cacciò subito indietro, pulendosi con la manica della giacca. Lentamente si voltò, trovandosi davanti a due figure poco più alte di lui di 30cm.
-Bene bene Oliver.- disse una dei due.
-Bene bene Fred.- ripeté l'altro. Entrambi scrutarono al buio la sagoma offuscata del ragazzino che stava loro difronte. Anche se Joshua non poteva vederlo, ma nel volto dei due, era dipinto un sorriso sarcastico.
-N-non sono un ladro!- si affrettò a dire il bambino, tossendo violentemente.
I due risero di gusto: -Si vede. Un ragazzino della tua età, anche se fosse stato alle prime armi non si sarebbe fatto scoprire in questo modo.- disse uno dei due, quello sulla destra. Il primo a parlare, doveva essere "Fred". Lo presero sotto braccio e lo trascinarono dentro al tendone senza che Joshua opponesse resistenza. Oramai non riusciva a fare molto, di lì a poco sarebbe svenuto.
L'interno del tendone era molto caldo, ottimo per il ragazzino. A terra c'era molta paglia e anche delle gabbie di animali, erano loro a emanare tutto quel calore.
Fred accese una lampada a olio e Joshua poté constatare che i due erano gemelli. Oliver lo invitò a sedersi in una montagnetta di paglia dove c'era anche il cane Smosh.
-Hey ragazzino? Cosa ti porta fino a qui? Entusiasmo? Volevi vedere gli animali in esclusiva?- domandò Fred avvicinando la lampada al viso del nuovo arrivato. Joshua socchiuse gli occhi e scosse il capo.
-Ebbene?- lo intimò Oliver. Il ragazzino si sentì molto stanco, più di prima.
-Ho seguito il cane, avevo freddo. Speravo che seguendolo trovassi un riparo.- si giustificò il ragazzino. I due ragazzi fecero una smorfia
-Come ti chiami?- domandò Fred.
-Sono Joshua Thomas. Ho 13 anni.- rispose il bambino in un sussurro stanco. Oliver guardò Joshua con interesse portandosi una mano al mento.
-Dove viv?- gli domandò Fred.
-Sono un vagabondo. Non ho famiglia.- rispose il piccolo con tono triste e nostalgico.
Oliver sussurrò qualcosa all'orecchio di Fred, poi se ne andò uscendo dal tendone e lasciando il fratello e Joshua da soli. Il ragazzo con la lampada a olio in mano si sedette di fronte al nuovo arrivato.
-Allora Josh... non hai una casa, immagino?- gli domandò.
-No, signore. Non cel'ho.- rispose Joshua sbadigliando.
-Chiamami Fred, amico. Vuoi una sigaretta?- domandò il ragazzo porgendogliene una che il piccolo vagabondo rifiutò senza la minima esitazione.
Fred annuì comprensivo, aveva notato che la salute del ragazzino, in quel momento, non era delle migliori. Se la portò lui alla bocca e la accese con un accendino che aveva estratto dal tascino dei pantaloni. Dopo aver dato una boccata, rimise in tasca l'accendino ed estrasse un orologio da taschino in argento.
-Senti Josh, toglimi una curiosità: cosa ci facevi in giro all'una del mattino?- domandò Fred. 
-Ve l'ho detto prima, signore... Fred. Cercavo un riparo e ho seguito Smosh.- rispose Joshua indicandò il cane. Fred lanciò un'occhiata furtiva al cane e sorrise: - Come fai a sapere che si chiama Smosh?- .
-E' vostro? ... Io non lo sapevo, l'ho solo trovato! Lo giuro!- replicò Joshua. Fred scoppiò a ridere vedendo la paura ingiustificata nello sgardo del ragazzino.
-Oh cielo... sei uno spasso. Mettiti a dormire, domani verremo noi a svegliarti, io... credo che dovrò restare qui con te. Al tuo capezzale, nel caso tu ti senta male. Forse più tardi verranno mia mamma e Oliver.- disse Fred. Spense la luce.


Fine del primo capitolo:) 
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