Film > Aladdin
Segui la storia  |       
Autore: ValeDowney    19/03/2013    1 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo Aladdin e il Re dei Ladri ? Immaginate se Cassim e Iago, fossero tornati indietro ed aggiungete Casim ( la "s" si legge più come una "z"), l'unica figlia sempre in cerca di guai, di Aladdin e Jasmine: avrete un sequel della trilogia, che ho immaginato; con nuove avventure e personaggi che potreste anche aver visto nella serie televisiva del 1994
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ogni giorno, ad Agrabah vi era il mercato: Casim si guardava intorno, con curiosità e, di tanto in tanto, si fermava in qualche bancarella a curiosare: “Uao questo posto è fantastico: non capisco perché la mia famiglia non abbia mai voluto che ci venissi” disse Casim, quando davanti a se vide un bambino, che cercava di prendere una mela da una bancarella; quindi si avvicinò a lui; prese la mela e gliela diede: “Ecco e mangiatela con gusto”, ma il bambino scappò, quando dietro a Casim comparve un uomo alto e con la barba. Casim si voltò e l’uomo replicò chiedendole: “Che cosa stavi facendo, mocciosa ?”. “Io…io….niente di male, signore” rispose tremando Casim. “Stavi rubando, non è così ?!” replicò l’uomo. “No, signore” disse Casim. “Lo sai quale è la pena per i bugiardi ?” replicò domandando l’uomo. “Essere rinchiusi in prigione ?” chiese Casim. “Può darsi, ma io ho un’altra pena” rispose l’uomo e, dopo aver preso un bastone, stava per picchiare Casin, quando un’altra bambina si mise in mezzo a loro, dicendo: “Ancora con queste barbarietà ? Credevo avessi smesso, vecchio mio”. “Togliti di mezzo ! Questa mocciosa deve pagare” replicò l’uomo. “Pagare ?! E per cosa ?” domandò la bambina, facendo finta di nulla. “Ha rubato una delle mie mele !” replicò rispondendo l’uomo. “Io non l’ho rubata: l’ho solamente data a quel bambino che stava morendo di fame” spiegò Casim; la bambina si voltò verso di lei, dicendo: “Oh sorellina, questo proprio non dovevi farlo”. “Sorellina ?!” disse stupita Casim e guardandola in un modo altrettanto stupito. “Stai al gioco” le disse la bambina; poi, guardando l’uomo, aggiunse dicendole: “La mia sorellina, ogni tanto, ha dei vuoti di memoria e non si ricorda più chi è: lei crede di essere la nipote del sultano in persona ed è per questo che regala frutta ai bambini poveri; ma visto che non è successo nulla, ce ne andiamo” e le due corsero via e, quando furono abbastanza lontane, si fermarono.

“Ehi, grazie per avermi salvata” disse Casim. “Sei nuova ? Non ti ho mai vista gironzolare qua” chiese la bambina. “No, io sono nata qua” rispose Casim. “Bè, dovresti stare più attenta: con tipi come quello della frutta, non bisogna scherzare” disse la bambina e, mentre si mangiava una mela, che aveva rapito dal banco della frutta, senza che il venditore se ne accorgesse, si incamminò. Casim la seguì, dicendole: “Lo sai che non si ruba ?”. “Conosci un altro modo per sopravvivere ?” domandò la bambina, continuando a camminare. “Se ti dico di sì, mi prometti che smetti di rubare ?” chiese Casim; la bambina si fermò, così come Casim e quindi le domandò: “Davvero sai un altro modo ?”. “Sì: non ci resta che andare dal sultano e chiedergli dei soldi” rispose Casim. La bambina la guardò stranamente e, poi ridendo, si rimise a camminare; ovviamente Casim la seguì, chiedendole: “ Che cosa c’è da ridere ?”. “E’ un’idea sciocca” rispose la bambina. “Io non la trovo affatto sciocca e, poi, il sultano è molto buono: sono sicura che capirà” disse Casim. “Lo hai mai conosciuto di persona ?” domandò la bambina. Casim non sapeva cosa rispondere; non voleva rivelare che lei, in realtà, era proprio la nipote del sultano o, se no, non avrebbe mai avuto degli amici; quindi, le rispose fingendo: “No, anche perché io sono nata qua per strada”. La bambina si fermò, così come Casim e la guardò; quindi Casim le chiese: “Perché mi guardi in quel modo ?”. “Davvero sei nata per strada ?” domandò la bambina. “Certo” rispose Casim. “Ed i tuoi genitori ? Non hai una famiglia ?” chiese la bambina. “No: i miei genitori sono morti uccisi da una tempesta di sabbia, dopo la mia nascita e, così, sono stata cresciuta da quello che vende il pesce” spiegò fingendo Casim; la bambina la guardò stranamente, per poi dire: “Lo conosco quello del pesce e non ha mai avuto figli”. “Oh…è…che lui mi tiene sempre rinchiusa in casa, ed è per questo che non mi hai mai vista in giro: questa è la prima volta che esco” spiegò fingendo Casim. “E questo mantello ? Sembra molto pregiato” domandò la bambina, mentre toccava il mantello. “L’ho rubato ad un ricco pascià” rispose fingendo Casim. “Ummmm….sembri dire la verità….vieni che ti presento gli altri” disse la bambina e si incamminò; Casim sorrise e la seguì.

Intanto, a Palazzo…. “Abu, mi meraviglio di te: dovevi tenerla d’occhio e non stare in combutta con lei !” replicò Aladdin ed Abu abbassò tristemente lo sguardo. “Aladdin, non dare la colpa ad Abu: sappiamo benissimo come è fatta nostra figlia” disse Jasmine, mettendogli una mano sulla spalla. “Ma perché non vuole fare la bambina ubbidiente ? Non le costa nulla” disse Aladdin, guardandola. “Perché evidentemente ha ereditato i geni sbagliati della famiglia” disse Iago. “Casim è solo una bambina piena di vitalità” disse Cassim. “Infatti io mi riferivo a te” disse Iago, guardandolo. “Devo andarla a riprendere e farle una ramanzina” disse Aladdin. “Bravo, così sei sicuro che torna indietro” disse sarcasticamente Iago. “Tesoro, non devi essere cattivo con lei: dopotutto, voleva solo uscire e, come ha detto tuo padre, è una bambina piena di vitalità. Al, anche io, proprio come lei, volevo uscire da questo palazzo e, se non lo avessi fatto, non avrei mai incontrato il mio bel principe” spiegò Jasmine e spostò la mano sulla guancia di Aladdin, il quale le sorrise amorevolmente; poi guardò Abu, dicendogli: “Abu, tu, Tappeto, Iago e Genio andrete a riprenderla, ma mi raccomando, massima disinvoltura”. “Agli ordini capitano: riporteremo il cucciolo alla tana” disse Genio, facendo il saluto militare, cioè mano destra sulla fronte. “Ma cosa centro io ?! Io non c’ero neanche, quando quella peste si è messa in combutta con la scimmia” replicò Iago. “Non c’è bisogno che vadano tutti quanti” disse Cassim. “Grazie, mio salvatore” disse Iago. “Andremo solamente io ed il tacchino” disse Cassim. “Come non detto” disse Iago.

Nello stesso momento, da Casim… le due bambine continuavano a camminare tra i vicoli della città, finché davanti a loro non videro un gruppetto di ragazzini: due maschi ed una femmina. “Ehi, ragazzi” li chiamò la bambina ed i tre si voltarono verso di loro. “Chi è questa bambina ?” chiese uno dei due maschi. “Lei é…é…” iniziò col rispondere la bambina; poi, guardò Casim ed aggiunse domandandole: “Come è che ti chiami ?”. “Oh, io mi chiamo Casim” rispose Casim. “Casim ?! Ma che strano nome” disse stupito l’altro maschio. “Si chiama così mio nonno paterno, solo che lui ha una “s” in più” spiegò Casim. “Ma non avevi detto che la tua famiglia era morta in una tempesta di sabbia, subito dopo la tua nascita ?” chiese la bambina. “Oh…é….sì, è vero: è che a volte, tendo a dimenticare spontaneamente questo ricordo” rispose Casim. “Bè, visto che sei come noi, benvenuta nel gruppo: io mi chiamo Rasha, mentre loro sono Amira, Nabil e Raja” spiegò la bambina che l’aveva accompagnata lì. “Ehi, anche la mia tigre si chiama Raja, solo che è una femmina” disse Casim; i quattro la guardarono stranamente, quindi Casim si corresse dicendo: “Se avessi una tigre, la chiamerei Raja, perché mi piace come nome”. In quel momento, al gruppo si aggiunse un bambino: “Ehi, ma io ti conosco: sei il bambino di prima, al quale ho dato quella mela” disse Casim, guardandolo. “Lui è Izmael ed è il fratellino di Nabil” spiegò Rasha. “Ama andarsene in giro a rubare” disse Nabil, scompigliando i capelli di Izmael, mentre questi si stava mangiando una mela. “A me sembrava che avesse solo fame” disse Casim. “Sei stata bravissima a rubare da quello della frutta: di solito, lui ci sta molto attento al suo prezioso “tesoro” disse Amira. “Ehi, frena, frena, io non ho rubato un bel niente” disse Casim. “Invece sì: hai rubato una mela per Izmael” disse Raja. “Aveva fame ed ho voluto aiutarlo” disse Casim. “Bè, che tu lo voglia o no, quello era rubare e, credimi, te la sei cavata benissimo” disse Rasha. “Non ho mai rubato in vita mia e mai lo farò” replicò Casim. “Ci dici come sei sopravvissuta fino adesso, se non hai mai rubato nulla ?” domandò Nadil. “Emmm…le persone avevano pietà di me e, allora, mi davano qualche spicciolo” rispose fingendo Casim. “Ci insegni ad essere così compassionevole ?” chiese Raja. “Oh ok” rispose Casim, ma quando si voltò, davanti a lei comparve Iago, il quale replicò: “ Eccoti dove eri finita ! Non fare mai più una cosa del genere !”. “Che ci fa qua quel piccione ?” domandò Nadil; Iago volò di fronte a lui, replicando: “Ehi, fatti gli affari e, poi, non sono un piccione ma un pappagallo ! E poi sono qua, perché siamo venuti a riprendere quella peste”. “Siamo ?!” disse stupita Casim; Iago rivoltò davanti a lei, dicendole: “Casim, finalmente ti abbiamo ritrovata: non sai quanto siamo stati in pena e persino la scimmia si è sentita in colpa per quello che ha fatto”. “Iago non ora” disse Casim. “Casim, tu conosci questo piccione ?” chiese Rasha; Casim si voltò verso i ragazzini, rispondendo loro: “ Ma no, che dite ? Io non l’ho mai visto”. “Invece sì che mi ha già visto e ci conosciamo da quattro anni” disse Iago; poi, si rimise di fronte a Casim, praticamente tra lei ed i ragazzini, ed aggiunse dicendole: “ Cassy è meglio ritornare a palazzo, prima che le cose si complichino ancora di più e, credimi, chi è venuto con me, non è dell’umore giusto”. “Chi è che è venuto con te ?” domandò Casim, ma la risposta la ebbe quando i ragazzini incominciarono a tremare e Raja disse, tremando: “No…non può essere lui”. Casim si voltò, per vedere l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento: suo nonno, vestito da Re dei Ladri; ovviamente i quattro ragazzini non sapevano che il Re dei Ladri era suo nonno, quindi si rivoltò verso di loro. “Avevo sentito che era ritornato ad Agrabah, ma pensavo fosse solo una voce” disse Nadil. “Ragazzi, andiamocene prima che ci faccia del male” disse Rasha ed i quattro corsero via, prima che Casim potesse fermarli. “No, ragazzi, voi non capite: lui è…”, ma ormai avevano già voltato l’angolo.

La bambina si rivoltò verso suo nonno, dicendogli: “Nonno, hai rovinato tutto: stava andando benissimo”. “Ehi, noi non abbiamo rovinato un bel niente ! Siamo qua per riportarti a casa !” disse Iago. “E se io non ci volessi ritornare a palazzo ?” disse Casim. “Allora, saranno guai per te” disse Cassim. “Sono scappata di casa di mia spontanea volontà: voglio farmi una vita e non di certo trascorrendola tra quelle quattro mura !” replicò Casim. “Casim, ti prego, ora non ritornare su questo discorso: mi avevi promesso che non saresti più uscita, invece lo hai fatto ! Mi hai disubbidito, piccola: avevo piena fiducia in te, invece mi hai spezzato il cuore” disse Cassim e Casim abbassò tristemente lo sguardo, ma poi lo rialzò, quando Cassim la prese sulla sua spalla, come se fosse stata un sacco di patate: “Mettimi giù ! Non voglio ritornare a palazzo !” replicò Casim, cercando di convincerlo a farla scendere. “Puoi continuare quanto vuoi, ma quando avrai smesso, saremo già a palazzo” disse Cassim, incamminandosi verso il palazzo, seguito da Iago che volava, il quale le disse: “Mi dispiace, principessa, ma queste sono le regole”; Casim lo guardò malamente, non dicendo nulla.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Aladdin / Vai alla pagina dell'autore: ValeDowney