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Autore: KatWhite    19/03/2013    3 recensioni
A Milly. ♥
[OOC inserito per sicurezza.]
"Tutto per colpa sua.
Stupido Shikamaru” pensa, divertita e rassegnata.
Ma la verità è che è nervosa perché le manca, le manca da morire. Ed è troppo stupida ed orgogliosa -come lui del resto- per ammetterlo apertamente.
Ed è così stupida che quel 20 Settembre è andato ad attenderlo alle porte di Konoha, perché sarebbe dovuto tornare da Suna. Tornare da lei.
Ma non si era presentato."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Milly, perché lei si merita ogni parola, ogni gioia e tutta la felicità possibile.
Perché io sono lontanissima dall’eguagliare anche di un minimo il suo stile perfetto, ma lo faccio (e mi umilio) perché il bene che le voglio è immenso.
Perché a noi è stata data l’opportunità di conoscerci di persona e di questo le sarò grata per sempre.
Perché da quel 31 Gennaio la nostra amicizia è divenuta reale.
Perché da quel famoso mercoledì in cui ce ne siamo urlate di tutti i colori in preda all’ira più accesa, siamo più unite che mai.
Perché ogni sera mi da’ l’opportunità di sentire la sua voce, di farmi ridere e gioire, e di confidarmi con lei.
E allo stesso modo, mi da’ la possibilità di consigliarla e aiutarla nei momenti in cui ne ha bisogno.
Grazie di tutto, ti amo scè.

 

Hey there Delilah,
don’t you worry about the distance,
I’m right there if you get lonely,
[…] Listen to my voice,

I’m by your side.

 
 
Ino è nervosa.
Non sa nemmeno lei da quanto si sta crogiolando nei propri ricordi e nelle proprie speranze riposte in quella promessa ormai lontana;
da quanto tempo sta giocherellando nervosamente con le ciocche dei suoi capelli, stranamente disordinati e scarmigliati, arricciandosele attorno al dito;
non riuscirebbe a dire quanto sono screpolate le sue labbra, a causa dei continui morsi che puntualmente si da’, nel vano tentativo di calmarsi.
 
Tutto per colpa sua.
Stupido Shikamaru” pensa, divertita e rassegnata.
Ma la verità è che è nervosa perché le manca, le manca da morire. Ed è troppo stupida ed orgogliosa -come lui del resto- per ammetterlo apertamente.
Ed è così stupida che quel 20 Settembre è andato ad attenderlo alle porte di Konoha, perché sarebbe dovuto tornare da Suna. Tornare da lei.
Ma non si era presentato.
 
Può capitare un giorno di ritardo” si era detta, e continuava a ripetersi in testa, mentre sfoggiava di fronte agli altri la sua solita indifferenza, col suo solito sorriso brevettato e prefabbricato -falso- .
Così tornò pure quel 21 Settembre. Saltò persino la lezione di Medic Jutsu da Tsunade-sama, perché domani era il suo compleanno, doveva tornare e passarlo con lei, non con quell’altra.
Ma fu un’altra perdita di tempo, perché nessuno si fece vivo, e se ne andò amareggiata a testa bassa.
 
E oggi era il 22 Settembre.
Ed era ancora lì ad attenderlo, come un’illusa. Ma in fondo lo sapeva, era una masochista e un’autolesionista, le piaceva farsi male da sola. Del resto, innamorarsi di uno come lui quando nel suo cuore vi era già un’altra donna, non era forse la prova più concreta e tangibile che potesse dare?
Passò così le prime ore della giornata, alle porte di Konoha a strofinarsi un po’ le mani a causa delle leggere folate di vento portate dell’imminente arrivo dell’autunno, poi, stufa, passò a casa Nara, dove trovò Yoshino ad accoglierla all’uscio.
Sperò che almeno lei avesse potuto darle qualche notizia del figlio, ma niente, anche lei brancolava nel buio più totale. Ed era visibilmente amareggiata nel non poter festeggiare i diciott’anni del figlio assieme a lui.
Con reverenza, salutò la padrona di casa con ancora quel sorriso dipinto in volto, per poi andarsene, tornando a  fingere ancora con tutti.
Si sentiva esattamente come  Sai.
E Shikamaru odiava Sai per i suoi sorrisi vuoti che concedeva sempre a tutti, che avrebbero dovuto colmare l’assenza di emozioni che albeggiava nel suo cuore.
Quindi l’avrebbe odiata?
Attorniata da questi pensieri, non si accorse subito di non aver ancora stabilito una meta in cui dirigersi: dove sarebbe potuta andare? A casa? Per far cosa? Per piangersi addosso come sempre?
Poco dopo realizzò di essere sulla strada della collinetta in cui il Team 10 era solito riunirsi: si ricordava sempre di come loro tre si sdraiassero a tarda notte sotto le stelle, esausti dopo gli allenamenti ma estasiati -per lo meno lei- dalla visione che vi era sempre a fargli compagnia: il cielo di Konoha era la più bella distesa di stelle che potesse mai esistere in tutto l’universo e, come Shikamaru si perdeva ad ammirare le nuvole, Ino amava rimirare le stelle e fantasticare su di esse. L’atmosfera era resa ancora più magica, accompagnata dallo sgranocchiare ingordo di patatine alla sua destra, e da un respirare calmo, quieto e silenzioso alla sua sinistra.
 
Così, ora accecata pure dalla malinconia, percorse il tragitto fino ad arrivare in cima, e si sdraiò in solitudine, attendendo che calasse la notte.
Le ore trascorsero, e forse era già scoccata la mezzanotte, forse il 23 Settembre era già arrivato.
Che seccatura”.
Pensò con una perfetta intonazione della sua voce, che non pensava di aver conservato così bene.
Aspetta, lo aveva davvero solo pensato?
Cercò di ignorare il fruscio e i brividi che la percorrevano, mentre ora sentiva gli occhi leggermente lucidi.
 

« Di solito sono io quello che ozia, Yamanaka. Cos’è, stai già dormendo? » arrivò nuovamente la voce roca che era mancata da ben tre mesi.
 

Ascolta la mia voce,
sono al tuo fianco.

 
La bionda si alzò di scatto, sentendo un tocco caldo sulle spalle: il braccio di Shikamaru le cingeva la schiena.

« Non vorrai prendere freddo, mi auguro. » borbottò contrito, ma tradendo una nota di felicità.
 
Ino non era ancora riuscita ad articolare parola, convinta che se avesse osato parlare sarebbe esplosa.

« Sh…Shika…ma… »
« Perdona il ritardo Ino. » le bisbigliò, accarezzandole una guancia con la mano.
 
La Yamanaka non riuscì più a trattenersi e, stizzita, gli tirò un violento schiaffo in faccia, stampandogli perfettamente le cinque dita sulla guancia di Shikamaru e levandosi quella di lui sulla propria.

« Ti odio, idiota! Sapessi quanto mi hai fatto stare in pena! TRE MESI SENZA UNO STRACCIO DI NOTIZIE! Come puoi minimamente pensare che ti possa perdonare così?! » urlava con tutto il fiato che aveva in gola, mentre ogni accenno al mutismo era scomparso, lasciando spazio ad un’irrefrenabile ed incontrollata ira.
 

« Mendokusee Ino, non essere seccante pure il giorno del mio compleanno, per favore. Almeno oggi, concedimi di mantenere intatto l’udito. » mugugnò, massaggiandosi la parte lesa.
 

« Vaffanculo! Potevi pensarci prima, non credi?! »
 
« No. »
 
Ino borbottò imprecazioni di ogni tipo, poi decise che forse l’amico aveva ragione, forse non era il caso di fare discussioni oggi.
Magari domani sì e l’avrebbe strizzato per bene, ma oggi no.

« Pfff. Buon compleanno, Nara. » sbuffò.
 

« Auguri Yamanaka. » le rispose lui pochi minuti dopo, mentre osservava attento la luna: era da poco passata la mezzanotte, secondo i suoi calcoli.
 

« Bene, ora che adesso è il MIO compleanno… » ma non fece in tempo a finire la frase che la mano di lui le tappò la bocca.
 

« Zitta Yamanaka, sei seccante. » disse sorridendo sardonico.
 
Si levò la mano con violenza, ringraziando mentalmente il buio che le nascondeva le guance arrossate per via dell’imbarazzo.
 

« Dov’è il tuo regalo? » domandò più calma di prima.
 

« E allora dov’è il mio? » le rispose a tono.
 

« Siamo due stupidi. » concluse rassegnata Ino, mentre un sorrisetto iniziava a spaziarsi sul suo volto. Era incredibile come riuscisse a farla passare dalla persona più arrabbiata su questo mondo a quella più rilassata -felice?- in così poco tempo.
 

« Parla per te. »
 
Ino ignorò volutamente la provocazione del ragazzo, decidendosi. 
« Resti con me a guardare le stelle? »
 
E Shikamaru si strinse di più la compagna, appoggiandosela al petto, mentre, seduti l’uno accanto all’altra con le gambe incrociate che si confondevano ingrovigliandosi  tra di loro, alzò la testa all’insù.
Lei lo imitò poco dopo, essendo rimasta inizialmente sconvolta dall’intensità con cui il cuore del chuunin batteva attraverso la maglia a rete.
 

« Mendokusee, che seccatura. »
 
« Ti piacciono le stelle, Shikamaru? »
 
« Sì, abbastanza, anche se… »
 
« Anche se…? »
 
« Nessuna stella riesce a brillare come te, Ino. »

Note dell'autrice:
Bene, se siete arrivati fin qui, scommetto quello che volete che l'avrete fatto per pura pietà nei miei confronti.
Intanto proviamo a spiegare un po' la situazione che si è venuta a creare: Shikamaru, come al solito, è partito per Suna, e aveva promesso ad Ino che sarebbe tornato il 20 Settembre, in modo da festeggiare assieme i loro compleanni, come da tradizione. 
E lui ritarda, ritarda e non si fa vedere nemmeno il 22 Settembre, quando è il suo compleanno.
Ino è sconvolta, sconvolta all'idea di passare da sola il compleanno, anche perchè sta iniziando a capire di provare qualcosa per lui, qualcosa totalmente diverso dalle moine che dedicava a Sas'ke o a Sai; qualcosa di forte ed impetuoso, e se ne rende completamente conto in questi giorni di cruciale assenza, accettando i suoi sentimenti.
Ed ha anche un po' paura, perchè teme che Shikamaru non voglia tornare da lei per starsene con Temari.
Ed ovviamente è incazzata, sì.
Shika invece lo sa già, lo sa da sempre di amare Ino, e... beh il resto viene da sè u.u
Il titolo della fic e l'introduzione iniziale sono ispirati entrambi a "Hey there Delilah", che vi consiglio vivamente di ascoltare qui.
Spero di avervi intrattenuto almeno un pochino!
Baci, Ems.
  
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