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Autore: ruka88    06/10/2007    6 recensioni
Liesel, una ragazza che non può più vivere la sua adolescenza a causa di Christopher... ma a lei va bene così... e poi LUI, che l'ha stregata, che non esce dai suoi pensieri e che le ha fatto un grande dono, senza neppure saperlo... LUI,un personaggio famoso... riusciranno a incontrarsi nuovamente? La verità verrà a galla? Il rancore, la rabbia che prova Liesel nei Suoi confronti sparirà?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Beh, chiedete a Tom, è lui l’esperto in queste cose

 

 

 

 

Durch die Augen von einem Kind

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Beh, chiedete a Tom, è lui l’esperto in queste cose!-

 

-Beh si, effettivamente Bill non ha nulla a che fare con questa domanda- sorrise il ragazzo sistemandosi il cappellino -…Diciamo che dopo una dura giornata di lavoro è lecito volersi divertire un po’…-

 

 

 

Click.

 

 

 

-Stronzo-

 

La ragazza lanciò con rabbia il telecomando sulla poltrona, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la cucina con passo veloce.

 

-Bastardo…- ripetè mentre il rumore dei tacchi sul parquet riempiva le pareti della casa.

 

 

-Che ti cada in testa un meteorite e ti faccia morire tra atroci torture!- continuò imperterrita sistemando sulle mensole le confezioni di pasta che aveva comprato quella mattina.

 

-Che tu sia maledetto!- sbattè con violenza la confezione di zucchero sul ripiano, facendola rovesciare.

 

 

 

 

-Mamma…- una nocetta flebile la fece voltare verso la porta, dove un bambino di circa tre anni era appoggiato allo stipite con addosso un piagiamino azzurro con degli orsetti.

 

 

 

-Amore, non stavi giocando con la batteria?- la ragazza si inginocchiò di fronte a lui, prendendolo in braccio.

 

-Shi… ma poi Bob ha voluto fare la nanna…- si stropicciò gli occhietti stanchi.

 

-Oh, capisco…e tu non vuoi dormire ancora un po’?-

 

-No… voglio la pappa…-

 

 

-E va bene, pappa sia!-

 

-Voglio quella cosa che sa di mela…-

 

 

-La mela grattugiata…- sorrise lei materna appoggiando il bambino sul seggiolone.

 

 

-Shi…- bisbigliò lui continuando a stropicciarsi gli occhi.

 

-Però dopo vai un po’ a dormire, perché mi sembri molto stanco!- gli spostò da un lato la frangetta bionda, dandogli un bacio sulla fronte.

 

 

Lui annuì col capo.

 

 

 

-Perché prima dicevi quelle brutte parole?-

 

-Niente tesoro, mamma era un po’ arrabbiata…- disse mentre preparava da mangiare per suo figlio.

 

 

-Perché?-

 

 

-Perché si era dimenticata di prendere il cioccolato al supermercato…-

 

 

-Ci vado io se vuoi…- le sorrise stringendo a se l’orsacchiotto di peluches.

 

 

-Oh, grazie amore… ma penso di fare prima io con la macchina, no?- sorrise mettendogli davanti il piattino di plastica e un cucchiaino.

 

 

 

 

Il telefonò che squillò, costrinse la ragazza ad andare in salotto.

 

-Tu mangia tutto!-

 

Respirò profondamente prima di rispondere, poi cliccò il tasto verde, con il terrore di sentire quella voce.

 

-Pronto?-

 

-Lis, sei libera questo pomeriggio?-

 

 

Tirò un respiro di sollievo quando udì dall’altro capo la vivace e un po’ acuta voce della sua amica Helen.

 

 

-Un “Hallo” come inizio potrebbe andare bene…- commentò Liesel ironica.

 

-Su, non stiamo qui a discutere su cose futili, allora, ci sei o no?-

 

-Non lo so… non saprei dove lasciare Christopher-

 

-Lascialo da tua mamma! Solo un’oretta…- la pregò.

 

 

-Facciamo che la chiamo e sento se papà sta al lavoro fino a tardi…-

 

-Ok, poi richiamami. Ciao!- Helen le diede un bacio dalla cornetta.

 

 

 

 

Liesel guardò nervosa il telefono che aveva in mano.

 

Provare a chiamare o no?

 

 

Sua mamma sarebbe stata contenta di avere a casa sua il nipote…ma suo padre…

Lui non voleva saperne niente.

Gliel’aveva detto chiaro e tondo quando aveva saputo del bambino.

 

 

“Scordati di tornare in questa casa! Mi hai profondamente deluso!”

 

 

 

Aveva preso un appartamentino e faceva la cassiera al supermercato cinque giorni alla settimana, ma i suoi genitori continuavano a pagarle l’affitto e gli alimentari.

 

 

E non sai neppure chi è il padre? Lis, esci da questa casa, subito!”

 

In realtà lei sapeva benissimo di chi fosse, ma non aveva intenzione di sbandierare ai quattro venti di quella notte di tre anni fa, quando aveva ancora 17 anni, e lui 18…

 

La voce poderosa di suo padre le era entrata nelle membra e le aveva sconquassate tutte, da cima a fondo.

Non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi pini d’ira, la piega severa delle labbra, le folte sopracciglia grigie inarcate quasi fino a toccarsi l’un l’altra…

E quel braccio teso, l’indice puntato verso la porta, la sua valigia sbattuta con furia dall’uomo per terra, i pianti di sua madre che si copriva gli occhi…

 

E Helen, la sua amica del liceo dai ricci capelli rossi, che l’aveva consolata ed aveva promesso di aiutarla.

 

 

 

Con riluttanza schiacciò lentamente i tasti e composto il numero aspettò che qualcuno rispondesse.

 

 

-Hallo?-

 

Per fortuna era lei, sua madre, Hanna.

 

 

-Ciao mamma!-

 

-Oh, ciao Liesel, è da una settimana che non ti sento…- disse la donna commossa.

 

-Lo so… papà è a casa?-

 

-No, rimane in azienda tutto il giorno, torna stasera verso le 9…-

 

-Ok, posso lasciarti Christopher per un’oretta… che ne so… dalle 3 alle 4?-

 

-Certo… sarei contenta di vederlo… cosa devi fare tu?-

 

 

-Helen mi ha chiesto di vederci…-

 

 

-Fai bene ad uscire un po’ cara…- la sua voce era triste.

 

 

-Sai che ogni tanto esco… ma non voglio riattaccare con quel discorso! Te lo porto io e poi ripasso a prenderlo, ok?-

 

 

-Va bene… posso dargli le merendine?- chiese la donna riluttante.

 

 

-Si dai, una può andar bene!- sorrise la ragazza.

 

-Ok, allora a dopo!- salutò la signora ora un po’ più serena.

 

 

 

Grattandosi la nuca pensierosa, Liesel ricompose il numero della sua amica.

 

-Perfetto! Allora passa da me verso le 3… si va a fare un po’ di shopping!- concluse entusiasta.

 

-Ricordati che ho i soldi contati!-

 

-Si si! È un mercatino, ma ha della roba davvero niente male!-

 

 

-Basta che il tuo “niente male” non significhi cinquanta euro a maglietta…-

 

-No, fidati…- rispose mogia, poi riprese ancora più cupa. –Ma lo sai…io rimango sempre dell’idea che tu debba chiedere gli alimenti almeno!-

 

-Helen, piantala…- sospirò passandosi una mano sulla fronte.

 

-Ascolta, so che tu non vuoi combinare casini…ma quello è pieno di soldi! È un tuo diritto!- si infervorò. –E in più dovrebbe prendersi anche lui qualche responsabilità… a partire dal fatto che dovrebbe venire a conoscenza di avere un bambino!

 

-Io quello non lo voglio più vedere! Passo dopo! Ciao Helen- e chiuse così la conversazione, ritornando in cucina da Christopher.

 

 

 

-Ehi ehi ehi! Aspetta!- lo prese appena in tempo, prima che lui potesse combinare danni cercando di scendere dal seggiolone.

 

 

-Vado a letto…- sbadigliò lui.

 

-Vieni che ti porto io!- lo prese in braccio, portandolo nella loro camera da letto.

 

 

-Pomeriggio vado dalla nonna?- chiese il bambino mettendosi sotto le coperte.

 

-Come fai a saperlo?- sorrise la ragazza.

 

-Ho sentito che parlavate al telefono…- si mise il dito in bocca, prontamente schiaffeggiato dalla mamma.

 

 

-Non si fa… -lo rimproverò dolcemente.

 

 

Era inutile, voleva fare la dura, ma quando aveva davanti quel faccino con quegli occhioni color nocciola, non riusciva a farsi valere.

 

-Ora dormi…ti sveglio io per farti un bel bagnetto!- gli diede un bacio leggero sulle labbra e spense la luce della camera, dato che non aveva ancora tirato su le persiane.

 

 

-Ti voglio bene, mamma…- bisbigliò il bambino ormai nel mondo dei sogni.

 

Lei sorrise nel buio, accarezzandogli con delicatezza una guancia e passando pensierosa il pollice sul piccolo neo del bambino… lì, proprio nel mezzo della gota destra.

 

 

-Notte tesoro…-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciaoooo!!!! Devo dire la verità. da mesi che ho in testa una storia del genere (fidatevi che non ho copiato nessuno e non ho intenzione di farlo!) solo che tra un impegno e l’altro non sono mai riuscita…e mi mancava l’ispirazione per iniziarla….

Spero vi piaccia!!!!^___^ che ne pensate?

Ps: i Tokio Hotel purtroppo non mi appartengono…. E scusate errori di tedesco o altro…per ora non lo studio!!^^

Il titolo è: ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN BAMBINO (se la traduzione fatta da un’amica che saluto caldamente “grazie Francesca!” è giusta!^_^)

 

Baci!

 

*ruka88*

  
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