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Autore: champagne supernova    19/03/2013    2 recensioni
"Uniti per la rinascita di Tyrsis" era il nostro motto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercai di fare meno rumore possibile mentre scendevo dal letto, già vestita. Jackson probabilmente mi stava già aspettando alla Radura.   
Afferrai il mio coltello a scatto e lo infilai negli anfibi, prima di chiudermi la porta alle spalle.
Il buio non era un problema: avevo imparato a memoria il percorso da fare. 
Iniziai a camminare lungo la strada asfaltata che portava alla foresta, superando macchine distrutte e macerie. 
Dopo cinque minuti arrivai all'albero caduto che faceva da ponte in un burrone. Ero diventata molto abile nell'attraversarlo, ma avevo sempre paura che potesse cedere. Superato, chiamai Jackson. Seguii la voce, sorridendo.
 
"Ivy" disse lui, prendendomi in braccio. Gli stampai un bacio sulle labbra.
 
"Dobbiamo fare in fretta" gli dissi, mentre mi metteva a terra "ho il primo turno per la caccia alle sette" ma lui non ascoltava. Mi lasciò una scia di teneri baci sul collo. 

"Jackson" dissi, ridacchiando.
 
"Sì?" sembrava assente.
 
"Ti amo" improvvisai, sollevandomi sulle punte per baciargli la punta dei naso. 
 
"Ti amo anche io" mi afferrò per i fianchi e mi fece stendere per terra. Non ci pensò un attimo prima di sfilarsi la maglietta, mostrando i muscoli del torace.  
Feci per togliere la mia, quando sentii un rumore provenire dai cespugli.
 
"Hai sentito?" gli chiesi, allarmata. Jackson indugiò. "Sì" rispose infine.
 
Si alzò e si rivestì, mentre io toglievo il coltello dallo stivale. 
 
"Chi c'è?" lo puntai verso i cespugli.
 
"Magari è solo un animale" Jackson mi abbassò il braccio.
 
"Primo: gli animali vanno uccisi, sono cibo. Secondo: e se non lo fosse?"  
 
Jackson mi prese il coltello dalla mano e si avvicinò pericolosamente ai cespugli.
Stai attento, pensai.
Infilò il coltello nel cespuglio ripetutamente, prima che una voce maschile implorò pietà.
Un ragazzo uscì dai cespugli e quando Jackson lo vide in faccia, imprecò.
 
"Miles, porca puttana!" lo spinse a terra, e io tirai un sospiro di sollievo, raggiungeli.
 
"Calmo, calmo!" protestò, pulendosi la maglietta sporca di terra.

"Poteva ucciderti, Miles. Cos'hai in testa?" presi il coltello e lo infilai di nuovo negli anfibi.

"Volevo vedere perchè mio fratello" indicò Jackson con un cenno "è sgattaiolato fuori di casa ogni mattina nell'ultima settimana"

"Dillo a papà e ti uccido, hai capito?" lo afferrò per il colletto della maglia.

"Quanta aggressività, Jackie" si sistemò gli occhiali sul naso "non dirò niente, ma devi venire con me: Marcus vuole vederti"

Io e Jackson ci scambiammo un'occhiata perplessa. Marcus organizzava i compiti nella città, o quello che rimaneva.
Tornammo in città separatamente. Per qualche giorno avevo rifilato a mia madre la scusa di non riuscire a dormire bene come spiegazione delle mie sparizioni nel bel mezzo della notte.
Il punto era che l'amore era considerato vietato: il benessere della città era la cosa più importante. 
Si lavorava tutto il giorno, non c'era tempo per smancerie e cose varie.
Io cacciavo, Jackson controllava i confini della città. 

"Uniti per la rinascita di Tyrsis" era il nostro motto.  
  
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