Cemetery

Non sarebbe mai voluto tornare al villaggio della foglia, e se Naruto non l’avesse costretto con la forza non ci sarebbe mai venuto.

Era stato accolto con calore, da certe persone che lo stimavano e che a loro modo gli volevano bene. E lui non se l’era sentita di deluderle, andandosene.

Si stava dirigendo con passo veloce e furtivo, imparato in quegli anni di tradimento, verso il luogo che gli faceva più paura, verso la persona che gli faceva più terrore.

Itachi Uchiha riposava nel cimitero del villaggio della foglia.

L’autunno si stava facendo sentire, e quella stagione rendeva quel luogo terribilmente desolato. Le foglie cadevano sulle tombe dei defunti con agitata serenità. Il vento ondeggiava le chiome degli alberi, che si stavano facendo spogli, producendo una malinconica melodia.

Sasuke si era sforzato di andare a trovare il fratello morto. Perché l’aveva ucciso lui, perché non sarebbe andato a trovarlo nessun altro, perché lo aveva odiato a morte, e perché era la persona a cui voleva più bene.

E dopo 10 anni dall’assassinio aveva il coraggio di ammetterlo. Era Itachi che gli aveva dato uno scopo nella vita, era Itachi che gli aveva permesso di realizzare il suo unico sogno, era Itachi la persona che lo capiva più di chiunque altro.

Il giovane camminava ora con passo lento, e si dirigeva verso la tomba del fratello.

Sasuke si sorprese molto nel vedere che c’era qualcuno di vivo nel cimitero.

Era una ragazza, inginocchiata davanti ad una tomba. Pregava con le mani congiunte, e gli occhi erano chiusi nel tentativo di concentrarsi. Il viso era sereno, non piangeva. Anzi, sembrava sorridere.

Il ragazzo restò lì ad osservare ammaliato quella ragazza. Sembrava sola, incredibilmente sola. Il volto recava i segni inconfondibili di una persona che ha dovuto vivere in solitudine, che ha dovuto arrangiarsi davanti alle difficoltà della vita, senza nessuno al suo fianco che potesse darle una mano. I segni che coprivano anche il viso di Sasuke.

La riconosceva, l’aveva vista altre volte al villaggio.

Era l’unica ragazza del team di Gai.

Era TenTen.

Si avvicinò alla tomba di Itachi, e si accorse che distava solo pochi metri da quella dove era seduta la ragazza.

Lei, sentendo dei passi, si voltò per guardarlo in viso.

Ma Sasuke non la vide, perché stava osservando esterrefatto una rosa, l’unico fiore, posato sulla tomba del fratello. Chi poteva averlo portato? Nessuno avrebbe avuto quella malsana idea, tutti odiavano il traditore della foglia.

Lui stesso era un traditore, ed era odiato da tutti.

Pensandoci su, si accorse di essere identico al fratello. Anche lui aveva tradito il villaggio per il potere. Anche lui avrebbe ucciso i familiari per diventare più forte.

Due lacrime rigarono il volto pallido del ragazzo.

Era uguale alla persona che aveva odiato di più in vita sua.

Si accasciò a terra.

Pensò alla probabile eventualità che qualche persona avrebbe potuto attentare alla sua vita, odiandola fino al midollo.

Odiando se stesso.

Tremava, e l’esterrefatta disperazione si impadronì di lui.

Stava per perdere il controllo, quando una mano posata sulla sua schiena lo tranquillizzò immediatamente.

- Ho portato io il fiore a tuo fratello. - mormorò TenTen, inginocchiandosi accanto al ragazzo e non togliendo la mano dalla sua schiena.

- Perché? - sussurrò lui, ancora stupefatto.

- Perché nessuno merita di sentirsi solo per l’eternità. - bisbigliò lei, dolce.

- Non lo odiavi? - le chiese allora.

- No. - disse lei.

Lui fu rincuorato da quella risposta, nonostante tutto.

- Solo perché lui non ha sterminato la tua famiglia… - mormorò lui.

Lei non rispose, ma iniziò a piangere.

Allarmato, Sasuke si voltò a guardarla in viso. Vide che, nonostante le lacrime, TenTen stava continuando a sorridere.

Poi lei si decise a sussurrare la verità.

- Itachi Uchiha ha ucciso tutta la mia famiglia. - disse.

Il ragazzo era sconvolto. In quel momento odiava il fratello come non l’aveva mai odiato.

- Mi ha reso sola al mondo. - continuò lei. - Mi ha tolto tutte le persone a cui ero legata. -

- Ma allora perché non lo odi? - le chiese lui.

- Non lo so… - disse semplicemente lei. - Ma pensando che adesso è solo, nell’aldilà, non ho potuto fare a meno che portargli un fiore. -

Lui non disse nulla, aspettando che la ragazza proseguisse.

- Ho sofferto veramente tanto, quando non avevo nessuno. E non posso lasciare che anche altre persone provino quello che ho provato io. - disse lei.

- Lui se lo merita. - le disse Sasuke. Ma TenTen scosse la testa, seria.

- Nessuno se lo merita. - bisbigliò lei.

Restarono qualche minuto in silenzio, seduti uno accanto all’altra. Contemplavano la tomba di Itachi, mentre il vento scompigliava loro i capelli.

Poi TenTen si alzò, improvvisamente.

Lui la osservò, malinconico.

- TenTen… - la chiamò piano, prima che lei si avviasse verso l’uscita. - Ti ringrazio… - le disse, dopo essersi alzato.

Lei gli sorrise, dolce.

- Sei l’unica persona che non odia mio fratello. - le disse Sasuke. - E lo apprezzo. Veramente. Inoltre… - continuò. - Sono sinceramente dispiaciuto che mio fratello ti abbia portato via la famiglia. Spero che tu, prima o poi, possa perdonarmi. -

- Perdonare te? - chiese, leggermente stupita.

Lui annuì, non aggiungendo altro.

Lei sorrise nuovamente, con il suo sorriso dolce e malinconico. Poi si avviò a passo leggero e lento verso l’uscita del cimitero; ma quando fu arrivata all’entrata si voltò un ultima volta verso il ragazzo. Lo guardò per qualche secondo, poi abbandonò quel posto intriso di morte e di tristezza.

Sasuke poggiò una mano sulla lapide di Itachi. Poi raccolse nel pugno un pizzico di terriccio, e chiuse gli occhi.

"Addio, Itachi…"

Poi si alzò, avendo la certezza di aver trovato un motivo per rimanere al villaggio della foglia.

Nabi: ecco la mia prima fan fiction su Naruto, in assoluto! Dato che TenTen e Sasuke sono i miei personaggi preferiti, ho pensato: "perché non fare una fic su di loro?". So che da ora in poi molti mi odieranno, perché ho fatto una ff in cui Sasuke non si innamora di Sakura ma di un’altra, però vi prego, perdonatemi. E ricordate una regola sacra: gusti sono gusti!