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Autore: BloodyMoon    06/10/2007    2 recensioni
Modi di dire, modi di amare: Diverse storie per raccontare di amori ed emozioni attraverso proverbi e modi di dire. Dopotutto, omnia vincit amor. O quasi...
#06: "Neville è ancora più confuso e spaventato. Ha paura, ma non di Blaise. Ha paura di quello che un suo silenzio può provocare in Blaise"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uh, un'altra Blaise/Nev, incredibile! Questa è un po' più pensata, nel senso che ho fatto del mio meglio per rendere i personaggi il più IC possibili, almeno alla mia visione ^^ Ovviamente la coppia principale è quella, ma, come capirete leggendo, c'è un'altra personcina che sembrerebbe essere da terzo incomodo, e che non so come ci è finito nella storia O.o
{P.S.: Ditemi che ne pensate della descrizione di Blaise, per favore *.*}


LE FERITE D'AMOR NON LE PUÒ SANARE CHE CHI LE HA FATTE





"I'm on the fence
Does everything always have to make sense?
A black and white picture of us falls down
From a wall that never existed
[...]
Please tell me I'm wrong
I'm keeping this secret quiet
Don't tell me I'm strong
I never get things all right
Please tell me I'm wrong
And look what you've done to me
Don't tell me I'm strong
your light is still blinding me"
("Dead Wrong" - Melody Fall)

~♥~
 

Il dormitorio maschile dei Grifondoro del sesto anno è come sempre dominato dalla confusione e dal disordine. Ed ora che i suoi abitanti sono persino presenti nella stanza è immaginabile il conseguente caos sonoro; Ron gioca a scacchi con Dean sul letto del rosso, mentre Seamus, a testa in giù sul suo, tenta di attirare l'attenzione dell'ultimo, che però è troppo preso dalla partita per fare altro che lanciargli qualche rara e breve occhiata; Harry e Neville sono seduti entrambi sul letto di quest'ultimo, a seguire la partita, inframmezzando la visione del gioco a qualche chiacchierata, sensata o meno.
Improvvisamente un lieve e timido bussare alla porta inframmezza quello schiamazzo, ma quasi nessuno sembra accorgersene. La porta si apre, e un ragazzina del terzo anno, non di più, fa la sua comparsa imbarazzata sulla soglia della porta, attirando su di sé l'attenzione dei presenti.
«Chiedo scusa, ma c'è un ragazzo che...» afferma, ma non fa in tempo a finire la frase che un alto ragazzo di colore fa la sua entrata trionfale nella camera. Tutti gli sguardi si puntano su di lui, mentre la ragazzina, arrossendo, sparisce per le scale, capendo che il suo compito è finito.
Tutti si scambiano sguardi risentiti e di sfida, tranne Neville che osserva incuriosito il nuovo venuto, e Harry che mantiene un'aria indifferente in viso.
«Voglio parlare con Longbottom. Da solo.» dichiara il ragazzo, conosciuto anche con il nome di Blaise Zabini, Serpeverde, sesto anno.
«Quello che devi dire a Neville possiamo sentirlo anche noi. Vero, Nev?» ribatte Ron, spostando lo sguardo sull'amico, dopo aver lanciato un'occhiataccia all'altro ragazzo.
«In realtà preferirei ci lasciaste un attimo soli, ragazzi.» risponde Neville, un poco esitante, abbassando leggermente lo sguardo.
Passa qualche attimo di silenzio, prima che, senza dire né fare nulla se non sbuffare, Ron afferri la scacchiera e si diriga verso la porta, seguito da Dean, e da Seamus che trotterella gioiosamente dietro quest'ultimo. Neville e Harry si sono alzati, e il giovane Potter lancia un lungo sguardo a Zabini, dal basso in alto vista la differenza di statura. Dopodiché si volta verso Neville, rivolgendogli uno dei suoi piccoli e caldi sorrisi e scompigliandogli i capelli affettuosamente. Squadrando un'ultima volta il Serpeverde, anche Harry esce, chiudendosi la porta alle spalle.
Attimi di silenzio, in cui Neville sposta più volte il peso da una gamba all'altra, attendendo che Blaise dica qualcosa, qualsiasi cosa, pur di rompere quella quiete assordante, che lo fa agitare inutilmente.
«È successo qualcosa, Blaise?» domanda il Grifondoro, decidendosi infine a prendere parola, ma il tono gli esce incerto e intimidito, come sempre.
«È proprio per questo che sono qui.» afferma il ragazzo di colore, che non ha staccato un attimo gli occhi dalla porta. Neville ha sempre amato quegli occhi, ancora prima di innamorarsi della persona che è Blaise. Quegli occhi verde chiaro, così in contrasto con la pelle scura; dolci, in contrasto con la corporatura solida; intriganti, in contrasto con i tratti semplici del suo viso.
Per dirla tutta, se si osserva bene, Blaise, fisicamente, ha molti elementi belli, ma che rendono quasi strana la sua figura d'insieme. Oltre agli occhi chiari dalla forma sottile, ha un naso lungo e diritto, labbra piuttosto carnose ma un sorriso obliquo, la forma del viso leggermente allungata, le ciglia scure e lunghe e le sopracciglia ad arco, che rendono la sua espressione quasi sempre accigliata. Presi singolarmente, tutti questi elementi sono molto belli - probabilmente dovuti soprattutto alla bellezza della madre, di cui tanto si parla - ma, appunto, insieme, fanno un effetto strano, quasi paradossale. Ma a Neville piace comunque tantissimo ogni cosa di lui. Compreso il suo brutto carattere e la sua enigmaticità.
«Non credo di capire.» risponde Neville, semplicemente.
«Potter.» è la rapida e secca risposta di Blaise. E Neville sussulta, non aspettandosi una risposta tanto dura dopo aver sentito un tono tanto calmo. Si riprende mentalmente, perché ormai dovrebbe conoscere bene il suo compagno.
«Cosa c'è che non va con Harry?» domanda ancora più intimidito, sentendosi sbagliato.
«Il problema è proprio lui.»
Con le risposte eloquenti di Blaise potrebbero andare avanti in eterno e non riceverebbe comunque risposte certe, così, per una volta, decide di passare ad una tattica più diretta.
«Cosa è successo? Cosa ha fatto? Spiegati.» dice semplicemente, con tono morbido, sedendosi sul bordo del suo letto.
«Non sopporto che ti stia così vicino, è chiaro che prova qualcosa per te.»
Neville scoppierebbe a ridere se non avesse visto l'espressione seria di Blaise; così si concede solo un sorriso, scuotendo la testa.
«Harry? Certo, è mio amico, ma non credo proprio che... provi qualcosa di più per me.» tentenna nel parlare, quasi percependo l'assurdità delle parole che sta pronunciando.
«Non c'è niente di divertente, Neville. Non voglio che ti stia così vicino, che ti tocchi, che ti parli. È così difficile da capire?» domanda, agitato, il Serpeverde in risposta, facendo un passo avanti. Neville sussulta, incredulo, osservandolo dal basso del posto in cui è seduto.
«Blaise, Harry è mio amico, non puoi impedirmi di parlargli! Se vuoi cercherò di stargli un po' più lontano, ma non posso non parlargli.» risponde il Grifondoro dopo qualche attimo di silenzio, cercando un compromesso. Non sarebbe in grado di dire no, e Blaise lo sa. Ma deve sapere anche quanto valga per lui l'amicizia, e Harry è importante.
Prendendolo di sorpresa, Blaise si piega sulle ginocchia, fino a portare tutto il peso sulla punta dei piedi, per trovarsi alla stessa altezza degli occhi dell'altro ragazzo.
«Se potessi scegliere, ammettendo che Potter provi qualcosa per te... Solo per un attimo, prova a prendere in considerazione questo fatto... Tu preferiresti lui a me?» la sua voce è talmente incerta che Neville pensa quasi di vederlo tremare, prima di capire che il tremito proviene da lui stesso.
Boccheggia qualche attimo, non sapendo cosa rispondere, troppo incredulo dalla domanda posta. E Blaise si rialza di scatto, come se quel silenzio gli bastasse. Sembra non riuscire a contenere tutta l'ira che sente dentro, perché si guarda intorno e comincia a muoversi in circolo, come una belva in gabbia. Neville è ancora più confuso e spaventato. Ha paura, ma non di Blaise. Ha paura di quello che un suo silenzio può provocare in Blaise, della sua gelosia, della sua possessività. È davvero pronto a tutto questo? Eppure lui non vuole Harry. Perché non risponde, allora? Perché non mette fine alle angosce del suo compagno?
Non sapendo come sfogarsi, Blaise, infine, tira un pugno contro il muro, reprimendo un ringhio. Rimane immobile, il pugno ancora appoggiato alla parete, i lunghi capelli neri davanti al viso.
Lentamente, quasi rimanendo sospesa nell'aria, una foto si stacca dal muro, forse per la potenza del colpo ricevuto. Sembra passino secoli prima che il sottile foglio tocchi terra, e quando lo fa sia Blaise che Neville portano i loro sguardi su di esso. Sembra quasi che il muro a cui era attaccata quella fotografia non sia mai esistito, sembra quasi che sia caduta dal cielo, quello stesso cielo ora scurito dal tramontare del sole.
E, osservandola, Blaise la odia. Odia ogni cosa di quella foto. Odia se stesso, in primo piano, sorridente, quasi fosse lontano il periodo in cui la felicità era a portata di mano. Odia il prato su cui è seduto, e, soprattutto, odia Neville, così piccolo e lontano nella foto, ma di cui si può chiaramente vedere lo sguardo innamorato e il sorriso sognante.
E la strappa con le sue stesse mani, quelle stesse mani dalle dita affusolate e le unghie curate che hanno accarezzato Neville e la sua pelle. Perché in questo momento non lo sopporta, non sopporta il suo silenzio.
«No!» grida il Grifondoro, scattando in piedi. Un'unica e semplice sillaba, il tono disperato. E Blaise riderebbe se non sentisse il pericolo della possibilità di piangere così vicino.
Ma ora è Neville quello che piange, inginocchiato a terra, sconvolto dal suo gesto, mentre osserva le due parti strappate della foto: proprio loro sono i soggetti, Blaise da una parte, Neville dall'altra.
Sarebbe semplice afferrare la bacchetta ed eseguire un Reparo, ma è proprio il gesto in sé a far male, il sapere che sono state le mani del ragazzo che ami a rompere qualcosa a cui tenevi, qualcosa di vostro. Un po' come il tuo cuore, che non sentivi più solo tuo, ma che lui, un po' maldestramente, ti aveva rubato. E anche quello si è rotto, con una crepa profonda.
Blaise non si sente soddisfatto, non si sente bene; anzi, forse si sente anche peggio, e sarebbe anche in grado di scavalcare il corpo tremante e piangente del ragazzo che ama. Ma la sua voce lo ferma dal muovere un solo passo.
«Non sceglierei mai Harry. Ho te. Voglio te. Non mi interessa altro...» dice Neville in un sussurro. E nonostante le lacrime righino il suo viso, la sua voce, sebbene un poco roca, non è rotta né incerta.
«Non lasciarmi, ti prego. Sei tu quello forte. Io senza di te non sono niente.» continua Neville, senza guardarlo in viso, ma tenendo gli occhi sulle due parti della foto, che ha ravvicinato fino a far combaciare i lembi strappati.
«So di essere debole, incerto, patetico, di non essere sicuro di me. Ma sono sicuro di ciò che provo per te, questo è tutto quello che posso offrirti. Non è molto. Ma ti prego, non lasciarmi.»
Blaise sa che se leggesse qualcosa del genere in un libro - se mai leggesse libri Babbani - o vedesse qualcosa del genere in un altro contesto che non lo riguarda, troverebbe l'intera scena ridicola e patetica. Eppure sentire quelle parole da parte di Neville, del suo Neville, gli scalda il cuore, e non lo trova per niente patetico.
Si lascia cadere a terra, a sedere accanto al suo compagno, le ginocchia piegate e le bracca conserte appoggiate su di esse. Non dice niente per qualche minuto, standogli semplicemente accanto, in silenzio, come una presenza rassicurante e vicina. Quando Neville sembra essersi calmato un po', lui allunga un braccio intorno alle sue spalle, avvicinandolo a sé e abbracciandolo, senza che lui si sottragga in alcun modo al contatto, ma, anzi, nascondendo il viso sul suo petto, grande e solido, che pare fatto apposta per nascondervisi ed essere protetti.
«Non dirmi che sono forte, per favore. Non è vero. Mi sento così debole... Sei tu quello più forte tra noi due, Nev. Sei così forte da riuscire a mostrarmi il tuo lato debole. Sono forte solo se sono con te.» dice Blaise, dolcemente, in un sussurro, cullandolo nel suo abbraccio.
Neville ha oramai smesso di piangere, ma non si muove dalla posizione in cui si trova, tra le braccia del suo ragazzo.
«So che non me lo merito, ma puoi darmi un'altra possibilità?» domanda Blaise, questa volta è lui quello incerto, mentre Neville si allontana leggermente da lui con movimenti rapidi prima di buttargli le braccia al collo, urlare «Sì!» ripetutamente e baciarlo, baciarlo, e baciarlo ancora, in ogni punto del suo viso, finché non è lo stesso Blaise a fermare la sua bocca con la propria, in un bacio più profondo quanto dolce. Quando si allontanano, Neville gli rivolge uno dei suoi sorrisi, prima di alzarsi in piedi con lui, i due pezzi della fotografia ancora tra le mani.
«Non me lo perdonerò mai... Reparo.» mormora Blaise, riparando la fotografia, e Neville sente che il suo cuore era già stato riparato non appena il uso compagno si era seduto accanto a lui.
Percependo la mortificazione nella sua voce, il Grifondoro schiocca a Blaise un bacio a stampo sulle labbra, sorridendo leggermente.
«Possiamo provvedere facendo in modo di avere tante altre foto nostre, che ne dici?» domanda Neville, circondando il collo dell'altro con le proprie braccia, dovendo alzarsi in punta di piedi a causa della differenza di statura.
Il Serpeverde ricambia il sorriso, appoggiando le mani alla base della schiena dell'altro ragazzo, osservandolo con affetto.
Si acciglia leggermente, ma non ci vuole molto prima che ammetta quale sia il problema.
«Mi fido di te, e non dico che non devi parlargli... Ma almeno mi prometti di tenere sempre a mente il fatto che la possibilità che tu piaccia a Potter non sia poi così lontana?» domanda con tono incerto, avendo paura di litigare di nuovo con il suo ragazzo.
Neville lo osserva per qualche attimo, silenziosamente, poi annuisce. «D'accordo. Ma tu stai tranquillo, non ti abbandonerei mai. E vedi di fare tu lo stesso con me, però...» risponde il Grifondoro, arrossendo e abbassando lo sguardo nell'ultima frase.
Blaise ride, divertito, felice e innamorato, prima di appropriarsi nuovamente delle labbra dell'altro ragazzo, che ricambia più che felice.
Fuori dalla porta, intanto, un ragazzo dai capelli neri riavvolge un filo color carne. Rivolge un sorriso amaro alla porta, prima di nascondere lo strano oggetto e scendere le scale.
 


...Fine...


  
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