Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: mahidevran    19/03/2013    1 recensioni
[HomuMado]
Solamente una ragazza ricordava quanto era bello il cielo, quando ancora lei era lì. Quella ragazza ricordava tutto.
Non aveva mai dimenticato niente e mai l’avrebbe fatto, anche a costo della propria vita, come aveva promesso in quel giorno lontano.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyubey, Madoka Kaname, Mami Tomoe | Coppie: Homura/Madoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notte fonda; Mitakihara, apparentemente pacifica e silenziosa, riposava sotto il cielo notturno, nel quale non potevano essere distinti gli astri a causa dell’inquinamento atmosferico.
Nessuno degli abitanti riusciva a ricordare il tempo in cui quel cielo aveva brillato con tutta la luce di cui il Creatore gli aveva fatto dono, chiunque avrebbe giurato che quella città, quella minuscola prefettura giapponese, era sempre stata un luogo monotono e caotico come tante altre città moderne d’Oriente.
Solamente una ragazza ricordava quanto era bello il cielo, quando ancora lei era lì. Quella ragazza ricordava tutto.
Non aveva mai dimenticato niente e mai l’avrebbe fatto, anche a costo della propria vita, come aveva promesso in quel giorno lontano. Forse per questa ragione, quel triste spettacolo faceva sì che la ragazza magica non si trovasse quasi mai ad alzare lo sguardo al firmamento.

“ Homura! ” una voce irruppe nella mente chiamando il suo nome.
Sembrava in allarme, eppure non era così diversa dal solito.
“ Il miasma sta aumentando pericolosamente. Mami e Kyouko sono andate a controllare! ”
Homura fissò il minuscolo esserino appollaiato sul davanzale della sua finestra per qualche secondo, poi, senza dir nulla, lo precedette verso il nucleo dell’energia negativa che si sviluppava con la stessa velocità di una colonia di batteri proprio nel quartiere più popolato della città.

Non dovette camminare molto prima di notare il gigantesco demone in bianco che aveva dato vita a tutti gli altri, tra le cime dei grattacieli più alti. Come gli aveva anticipato Incubator, le altre due ragazze magiche erano già sul posto ma per qualche motivo non avevano ancora cominciato a combattere. Homura pensò che la stessero aspettando per evitare dispendi inutili di energie; idea che doveva essere certamente venuta da Mami, dal momento che Kyouko si sarebbe lanciata all’attacco senza pensarci due volte.
Come al solito, non parlò per prima. Lasciò che fossero loro ad interpretare l’espressione sul viso pallido, per poi risponderle.

— Akemi-san, questa notte ci servirà tutta la collaborazione che riusciamo ad ottenere. Come puoi vedere, il miasma continua a diffondersi a perdita d’occhio e non riusciamo ad individuarne l’origine. — Tomoe Mami era impeccabile come sempre nelle delucidazioni opportune e Homura l’apprezzava proprio perché una mente razionale e brillante come la sua risultava estremamente utile in certe situazioni, soprattutto quando l’altra alleata era una testa calda come Kyouko Sakura.

— Non sarà facile in un posto tanto affollato … — osservò, la puella magi dai lunghi capelli neri, mentre si guardava intorno.
Nel nuovo mondo, non erano le ragazze magiche a dare vita a streghe e demoni quando venivano inghiottite dalla disperazione e le Soul Gem si esaurivano, bensì essi nascevano dalla negatività che gli stessi umani disperdevano durante la loro vita. Ma questo era solo uno degli effetti che il suo miracolo aveva portato alle vite di tutte loro.

— Mentre pensate a cosa fare quelli avranno già divorato mezza città! — aveva sbraitato Kyouko, mentre a sua volta divorava una barretta al cioccolato croccante. Mami sembrò rimproverarla con lo sguardo, mentre Homura pensò che, nonostante i modi e l’impulsività, non avesse tutti i torti. Bisognava agire.
— Io e Sakura-san cercheremo di indebolirli, o almeno di non farli procedere oltre. Tu cerca di individuare la posizione del Grief Cube. — decretò, rivolgendosi a quella più matura. L’altra, udendo il piano, ghignò soddisfatta poiché c’era finalmente da combattere. Mami, a cui il nuovo desiderio aveva concesso l’abilità di vedere portali, entrate e individuare oggetti nascosti prima degli altri, annuì con decisione e, dopo averle viste procedere spedite contro i demoni, si mise all’opera.
Possenti pilastri di metallo simili a lance squarciarono il terreno e circondarono in pochi secondi i demoni. Era la magia di Kyouko Sakura che, come al solito, non si risparmiava mai. Tuttavia sarebbe stata solo questione di pochi minuti prima che i demoni abbattessero la barriera.
Quegli esseri spaventosi, a differenza delle streghe che era abituata a fronteggiare, non erano relegati in un labirinto ma erano liberi di spostarsi ovunque ci fosse un animo inquieto o un cuore impuro.
Homura, a cui lei aveva concesso il potere della purificazione, avvolse quel gruppo di demoni nelle proprie ali e al contempo scagliava contro di loro le sue frecce. Fu allora che Kyouko riuscì a distruggerne uno, l’ultimo ad essere stato generato e pertanto anche il più debole. Si smaterializzò subito dopo e di lui non rimase altro se non dei dati, che toccava raccogliere ad Incubator dopo la battaglia.
— Vi insegno io a cenare sul mio territorio! —
Anche se non sembrava affatto così, persino lei era cambiata. Da quando non c’era più bisogno di battersi per la sopravvivenza della Soul Gem, aveva cominciato a combattere esclusivamente per il bene degli abitanti di Mitakihara.
Tuttavia, il trionfo durò poco poiché un nuovo demone si divise dal corpo del più grande. Kyouko ingoiò l’ultimo pezzo dello snack, chiudendosi in un silenzio cupo che la diceva lunga sulla consapevolezza del pericolo che persino lei cominciava ad avvertire. Akemi Homura, profondamente turbata, lanciò un’occhiata implorante e colma di speranza a Mami, che non sembrava aver trovato nulla.
“ Homura! Alle tue spalle! ” un attimo dopo l’avvertimento di Incubator uno dei demoni le fu addosso, e se Kyouko non fosse intervenuta, probabilmente l’avrebbe mangiata e spedita in un buco nero di dati e ologrammi nel mezzo del nulla. La Puella Magi rossa trafisse l’enorme capo del demone con la sua lancia, rispedendolo indietro.

— Mami! — invocò il nome della Puella Magi a cui era stato affidato il compito più importante: quello di rintracciare il Grief Cube, nucleo del potere negativo che dava origine ai demoni e che regolava le attività del miasma.
Quella, però, sembrava del tutto assente. Fissava un punto indeterminato ai propri piedi e non dava segni di vita. Entrambe provarono a mettersi in contatto con lei tramite la telepatia, ma era del tutto inutile; Mami non rispondeva.

Kyouko, spazientita, decise di andare a darle una svegliata. Non prima però, di aver avvertito Homura.
— Vado a vedere che combina quella. Non diventare cibo per pesci mentre sono via. —
Quando piombò a terra con tutta l’irruenza che la contraddistingueva si avventò contro Mami e la scosse violentemente. — Ehi! Rischiamo la vita lassù mentre tu dormi! —
La costrinse ad alzare il viso afferrandoglielo tra le dita e lo riscoprì rigato di lacrime, come non si ricordava di averla mai vista. — Che diavolo ti prende?! —
— Tutto questo … è opera di Hitomi. — confessò, scoppiando in lacrime senza più freni.
Kyouko si sentì percorrere da un brivido, che arrivò quasi all’unisono con il timore di sapere come una singola umana avesse potuto dare vita ad un disastro di tali dimensioni.
— Sayaka … — sibilò, digrignando i denti. Era chiaro che dopo la sua morte, Kamijou fosse stato tormentato dai rimorsi e con lui anche Hitomi. Li odiava davvero, entrambi. Non meritavano le lacrime di Mami, come non avevano mai meritato quelle di Sayaka. — Dov’è il Grief Cube? —
Mami rabbrividì, indicandole un punto oltre il campo di battaglia, sul quale Homura ancora si batteva.
Tra gli edifici scuri ed assediati dai demoni, se ne distingueva uno, ancora intoccato.
Certo, dove poteva essere se non lì? Sul tetto dell’ospedale. Posò un’ultima volta lo sguardo sulla ragazza che appariva distrutta dalla verità appena appresa, non riuscendo a non provare rabbia mista a dispiacere, e in seguito corse verso la struttura che aveva segnato la nascita e il declino della storia di Sayaka Miki.
Homura la guardava allontanarsi senza di Mami, il che le bastò per comprendere l’origine di quel male innominabile che un giorno, ne era certa, le avrebbe uccise tutte ugualmente.
Sayaka, pur senza diventare una strega, era scomparsa nel nulla.
Hitomi e Kyosuke, che ancora non le avevano parlato dopo la notizia del fidanzamento, non riuscivano a liberarsi dal terrore che si fosse uccisa per colpa loro. Mami non poteva accettare che una delle sue più care amiche avesse potuto dare origine ad una formazione così massiccia di miasma. Kyouko non avrebbe mai potuto sopportare che le due persone più importanti per lei venissero ferite da due egoisti come Kyosuke e Hitomi. Sembrava che tutto si ripetesse come i ricami su un telo, il tempo si arrotolava su sé stesso come una complicata matassa senza capo né coda.

Era davvero quello il mondo che lei aveva voluto salvare a costo dell’eternità? In momenti come quello faceva fatica a crederlo, eppure non aveva dubbi. Il suo sacrificio non era stato vano. Doveva essere così.

— Homura, prendi! — urlò, la Puella Magi dai capelli rossi, mentre avanzava falciando l’aria alla velocità della luce. Dalle sue mani volò un minuscolo cubetto di materia nera instabile e soggetto a continui e misteriosi mutamenti.
Il Grief Cube, non appena entrò in contatto col palmo di Homura, cominciò a fluttuare a pochi centimetri dalla Soul Gem viola incastonata sul dorso della sua mano destra. Pochi istanti dopo, si aprì e risucchiò il miasma che infettava l’aria, insieme ai demoni da esso generati.
A nessuna delle altre ragazze magiche era chiaro perché lei fosse l’unica a poter manipolare i Grief Cube contro i demoni stessi. Mami aveva provato a formulare delle ipotesi ma la propria razionalità le aveva sempre impedito di abbracciare un’ipotesi  e finiva col bocciarle tutte poiché troppo assurde.
A Kyouko, d’altro canto, non interessava affatto finché ce l’aveva dalla propria parte.
La battaglia si concluse, finalmente. Sakura Kyouko tirò un bel sospiro di sollievo e dopo aver mostrato un sorriso sghembo d’intesa a Homura, riaccompagnò la sua senpai a casa, permettendole di appoggiarsi a sé lungo il tragitto.

“Bel lavoro, Homura.”
Si complimentava Incubator, mentre la ragazza magica dalla pelle diafana giocherellava col Grief Cube tra le dita.
— Cosa succederà a Shizuki Hitomi adesso? —
“ Proprio nulla. Quando il miasma si disperde all’interno del Grief Cube, anche i sentimenti malvagi e l’energia negativa che l’hanno originato spariscono ed è altamente improbabile che una ragazza comune come Hitomi Shizuki possa farne sviluppare dell’altro in futuro, non credi?”
Homura accennò ad un sorriso. Lei non aveva lasciato nulla al caso. L’energia negativa e la disperazione continuavano ad esistere anche nel nuovo mondo ma il suo desiderio aveva fatto in modo che non si concentrassero mai in un singolo cuore.
— Già. Hai proprio ragione. — osservò e, dopo aver portato il braccio destro in alto, lanciò in aria il Grief Cube. Incubator, con un balzo, lo afferrò col muso e finì con l’ingurgitarlo.
“Piuttosto, ti sei mai chiesta da cosa derivi la tua forza? Nessuna ragazza magica di mia conoscenza potrebbe eguagliare le tue capacità e il tuo potenziale magico.”
Madoka... è grazie a lei. — mormorò, accarezzando con le dita i nastri rossi che aveva intrecciato tra i capelli.
Quella Madoka? Non ricomincerai a parlare di streghe e Grief Seed, spero.”
Homura si alzò in piedi, lasciando che la propria mano percorresse l’intera superficie dei lunghi capelli corvini, i quali, dopo il gesto, finivano col fluttuare nell’aria intorno a lei prima di ricadere lentamente lungo il corpo.
Non è nulla, pensavo a voce alta. — 
   
 
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