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Autore: Elle13    19/03/2013    14 recensioni
Era lì che la guardava con il suo sguardo carico di odio,voleva prenderla a schiaffi,ma non poteva.
Non poteva, ma non perché quella persona fosse una ragazza,ma perché erano in un corridoio pieno.
Lei non era una ragazza, a suo parere, ma un essere disgustoso che meritava di patire le pene dell’inferno.
“Perché non sono come le altre ragazze? Perché la mia autostima non esiste? Perché quando mi guardo allo specchio provo disgusto? Perché non posso essere alta e magra? Perché non posso piacermi? Perché non ho una famiglia felice? Perché non riesco a stare bene con me stessa? Perché quando arrivo sul punto di commettere.. quello, mi fermo pensando a mia madre che lavora tutti i giorni dalla mattina alla sera per farmi studiare,nonostante mi odi,perché? Perché non posso essere felice?-Perché ci sei tu, è tutta colpa tua.-
**
“Sei orribile” le sussurrò all’orecchio,tenendola stretta contro la parete.
“Ti prego,smettila.. mi fai male” supplicò Nicole.
“Vuoi che la smetta di tenerti così stretto o di dire queste parole?”
“Entrambi”
“Quale preferisci?”
“Smettila di dirmi che sono orribile, ti prego.” Supplicò ancora.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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                                                           4.
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Volevo scusarmi per questo ritardo, ma ho dovuto rincontrollare alcuni capitoli e non ho ancora finito. Volevo ringraziarvi all'inizio per le 5 recensioni allo scorso capitolo :D e volevo ringrazie le 23 persone che seguono questa storia, le 9 ricordate e 14 preferite :D
Ho dovuto tagliare questo capitolo in due parti, il prossimo sarà pesantissimo, lo sto scrivendo adesso e qualche lacrima mi è scesa.. aiuto. Non mi odiate.. :s

Ho pubblicato una nuova long : Paziente numero 315
P.s: sto seriamente di mettere questa storia a rating rosso, cosa ne pensate?
Comunque buona lettura.


“Mi fai altamente schifo capito?” continuò ad urlare Harry.
Ma dove si trovava?
“è vero, fai proprio schifo” continuò una voce, Nicole si girò e trovo Angy mentre rideva.
“Angy, non eri mia amica?- chiese Nicole iniziando a singhiozzare- non eri una mia amica?” ripetè.
“Come faccio ad essere amicadi un mostro come te?” disse continuando a ridere e dirigendosi verso Harry e dopo un minuto le labbra della ragazza erano appoggiate su quelle di Harry.
“Sfigata”
Nicole si girò di nuovo per vedere da dove provenisse quell’offesa e vide Niall ridere con tutti gli altri.
“Cicciona”
Tutti stavano ridendo mentre lei, incredula, si guardava intorno smarrita.
“Vi prego, basta, basta, basta” supplicò la ragazza.
“Mi hai rovinato la vita- disse la madre- per colpa tua devo fare tre lavori diversi, per mantenerti, sei come un peso per me capisci?” disse dandole uno schiaffo in pieno viso.
Nicole rimase a guardare la madre.
“Non vuoi capire?! Non ti ho mai voluto bene, mai!” urlò la madre dandole un secondo schiaffo.
“No, ti prego..” urlò la ragazza piangendo, senza smetterla.
“Nessuno ti vuole bene, nessuno. Non vuoi capire che è l’ora di smetterla di vivere? Sei inutile” disse Harry guardandola divertito.
“Basta..- supplicò la ragazza- basta, basta, basta” continuò urlando.
                                 
“Nicole, Nicole? Stai bene?” chiese la madre cercando di svegliarla.
La ragazza aprì gli occhi tutta rossa con le lacrime agli occhi.
“Dove sono?” chiese guardandosi in giro.
“Sei a casa amore, ormai è pomeriggio, ti ha portato Angy e suo fratello. Mi hanno detto del tuo incidente con le schegge del bicchiere, comunque vado a lavorare. Mi ero solo preoccupata per le urla” finì la madre guardando la figlia stanca.
La ragazza strabuzzò gli occhi e vide il suo braccio e il ricordo amaro della fine della serata le invase il cervello, ma continuava a non capire il motivo per quel gesto folle.
Non riusciva a ricordarsi quale fosse stata la goccia che fece traboccare il vaso.
“Di domenica?”
“Sì, ho una nuova responsabile a lavoro ed è durissima, oggi ci fa lavorare 6 ore, speriamo solo che siano pagate” sospirò la madre.
“è per colpa tua che deve lavorare così tanto. È tutta colpa tua, Nicole” urlava quella vocina.
“Adesso vado, ci vediamo stasera” disse la madre salutando la figlia.
Nicole annuì guardandola uscire dalla stanza.
“Se solo la facessi finita, tua madre starebbe meglio di te. Lo capisci?” diceva quella vocina.
In quel momento non si sentiva molto bene e non ricordava molto della notte precedente,  così decise di accendere il cellulare per vedere i messaggi all’interno.
Tre  messaggi:
                               
Spero che tu stia meglio. Domani ne riparliamo. Ti voglio bene
P.s: Mike ti saluta.
P.p.s: vuole il tuo numero, ma non glielo do.
P.p.p.s: Mi sa che vuole provarci con te, oddio tu come cognata? Awww sarebbe stupendo.
P.p.p.p.s: Ok , ora la smetto. Ricordati che ti voglio un mondo di bene. 
                                                                                                                     Xx Angy.
Nicole si ricordò subito di Mike, un ragazzo bellissimo dagli occhi blu. Si ricordava tutto della serata, ma fino ad un certo punto fino a che un ragazzo le diede un bicchiere...  decise di aprire il secondo messaggio :
 
Ciao, siamo Niall, Louis, Liam, Zayn, Lily e Christine.
Visto che Lily dice che non dobbiamo riempirti di messaggi te ne mandiamo uno solo, non perché siamo tirchi, ma per Lily, hai mai provato a dirle di no? Ti ammazza.
Riprenditi, domani vogliamo a vederti a scuola. Ci devi dire chi è stato così lo ammazziamo.
Ti vogliamo bene N.
 
                                                                                                   Xx Tutti.
Chi era stato? Ma a fare cosa? Ed ecco l’immagine di Harry prese possesso della sua mente, cosa le aveva fatto questa volta?
 
“Si sono preoccupati per me” sussurrò la ragazza a sé stessa.
In quel momento Nicole si sentì un po’ meglio e un sorriso comparve sul suo viso, ma notò che non aveva ancora aperto il terzo messaggio, da uno sconosciuto:
 
Non entrare su facebook, tutti stanno parlando di te. Quasi nuda davanti a tutta la scuola?Divertente? Ho anche visto la scena dello specchio e tutta la tua scenata. Sei patetica e falsa.
Ti renderò la vita un vero inferno. Lo giuro.
                                                                                       Xx H.
 
“Cos’ho fatto?! Cosa diamine ho fatto?!” urlò la ragazza tirando il cellulare contro la parete e scoppiando a piangere.
Mentre le lacrime le rigavano il viso pallido e ormai troppo stanco tutti i ricordi della serata precedente le invasero la mente.
 
“Sai cos’ho provato io?”
“Disgusto”
 
Umiliata davanti a tutti.
 
Le schegge dello specchio che si rompevano al contatto con il pugno di Nicole. Lo specchio era pezzi, come il suo cuore.
 
 
“Devo  essere forte? Tu non sai nulla di quello che provo.Sono stanca,stanca!”
“Di cosa?”
“Di vivere”

 
“Ora basta” disse a sé stessa, decidendo di smetterla di pensare per un attimo.  Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno dove aprì la cassetta delle medicine e notò dei sonniferi.
Ormai erano mesi che la madre li prendeva per riuscire ad addormentarsi, nonostante lavorasse tutto il giorno la notte non riusciva ad addormentarsi.
“Se ne prendessi tanti, forse moriresti, Nicole. In pace, per sempre” sussurrò quella vocina in testa.
“No” rispose questa volta lei
La ragazza ritornò al proprio letto e decise di prenderne un’unica pillola solo per addormentarsi, per riuscire a dormire in pace.
 
                                                                            **
                                                                    Lunedì.
 
Nicole riuscì a dormire tutta la domenica e anche la notte, senza mai svegliarsi, ma si sentiva ancora stanca.
Si preparò e si vestì in fretta uscendo da casa senza salutare la madre.
Camminò velocemente, voleva subito arrivare a scuola per entrare in classe prima degli altri, ma quando arrivò di fronte al cancello qualcuno la fermò e abbracciò.
“Ciao Nic, hai cambiato le bende?” chiese Angy notando il braccio fasciato della ragazza.
“Ehm..no, cioè- disse alzando il braccio e guardandolo- penso che sia stata mia madre mentre dormivo”
“Capisco, entriamo?” chiese sorridendo.
Nicole annuì ed entrarono a scuola.
Tutti gli alunni, dai più piccoli a quelli dell’ultimo anno, la stavano guardando ridacchiando o con una smorfia di disgusto e questo faceva sentire peggio Nicole.
“è quella della festa”
“Hai visto?”
“Oddio, come fa venire a scuola?”
“Troia, ecco cos’è”
“Orribile”
“Poverina..  un po’ sfigata..”
Ecco quello che dicevano gli altri ed ecco quello che sentiva Nicole.
Le persone non capivano che anche Nicole aveva due orecchie e che poteva rimanerci male.
Tutti giudicavano dall’apparenza senza chiedersi se, invece, a quella ragazza fosse successo qualcosa di brutto.
Niente.
Perché continuano a dire queste cose?” chiedeva Nicole a sé stessa.
“Tu cos’hai adesso?” chiese Angy  indifferente delle chiudendo l’armadietto.
“Ehm.. letteratura inglese- disse guardandosi in giro- vabbè Angy, ora vado.” Finì iniziando a correre verso l’aula mentre le persone continuavano a parlare senza capire che anche Nicole poteva sentire.
La ragazza trovò finalmente l’aula quando all’improvviso qualcuno le prese il polso e la fece girare verso di sé.
“Seguimi. Non fiatare, non dire nulla. Seguimi e basta, capito?”
Harry.
La ragazza annuì, iniziando a seguirlo mentre la paura si stava impossessando del suo corpo.
Harry arrivò al cortile, seguito sempre da Nicole, si fermò all’improvviso e poi decise di andare dietro ad un muretto.
“Co..sa v-vuoi?” chiese la ragazza balbettando.
“Hai letto il mio messaggio?” chiese lui guardandosi intorno. “S-sì” rispose lei sempre più impaurita.
“Bene, non potrai più frequentare nessuno del gruppo, non dovrai parlare con Angy e non dovrai farti vedere troppo in giro” ordinò il ragazzo duramente guardandola dritto negli occhi.
“Ma..io...” balbettò la ragazza cercando di dire qualcosa.
Harry con la sua mano le prese il polso, dolorante per il pugno contro lo specchio di sabato, e iniziò a strigerlo forte provocando una ragazza un dolore allucinante.
“Mi fai male, ti prego, smettila” disse la ragazza mentre lacrime di dolore le bagnavano il viso.
Harry glielo strinse più veloce mentre Nicole cercava in tutti i modi di liberarsi.
“Non rispondere mai quando ti ordino qualcosa- disse lui lasciandole finalmente il polso dolorante, che ormai aveva già iniziato a sanguinare- sei patetica e completamente falsa... ma ora bhè.. benvenuta al mio inferno” disse lasciandola da sola mentre piangeva per il dolore.
Decise di andare in infermeria per cambiare le fasciature e quel giorno a scuola cercò in tutti i modi di evitare Angy e gli altri e ci riuscì perfettamente.
                                                                    
                                                                **
                                                           Martedì.
 
Quel giorno a scuola Harry fu peggio del diavolo stesso.
Nicole arrivò a scuola alle 7 e 25 prima degli altri.
Grosso errore.
Si stava dirigendo verso la sua aula dove avrebbe sicuramente trovato il suo professore di matematica pronto per la sua lezione.
I corridoi erano completamente vuoti, non c’era neanche il sorvegliate e Nicole si chiese come mai non ci fossero mai.
Mentre camminava sentì dei passi dietro di lei e iniziò a camminare più velocemente.
“Nicole”  la chiamò qualcuno.
Quella voce.. Harry.
La ragazza decise di non fermarsi e iniziò a velocizzare il passo fino ad arrivare a correre.
Stava correndo il più veloce possibile, non si girò neanche una volta per vedere se la stesse seguendo.
Notò con la coda dell’occhio il bagno delle ragazze ed entrò nascondendosi in uno dei cubicoli chiudendo a chiave.
Dopo uno o due minuti la porta del bagno si aprì mentre il cuore di lei batteva sempre più veloce.
“Nicole?- chiese Harry entrando nel bagno- non voglio farti del male, lo giuro. Solo parlarti, capisci?”
“Lo so che sei qui, quindi esci” disse più irritato.
I respiri di Nicole si fecero più frequenti e la paura iniziò a impossessarsi del suo corpo.
“Sento i tuoi respiri... sento la tua paura-disse lui ridacchiando- ora esci” ordinò ritornando tremendamente serio.
Nicole non sarebbe mai uscita, per fortuna non era stupida e soprattutto nel suo corpo le era rimasto un briciolo di senso di sopravvivenza.
“Va bene, adesso apro una porta per volta e ne rimarrà un un’unica chiusa.. e tu l’aprirai e verrai con me, va bene?” chiese Harry iniziando ad aprire una porta.
“Se non aprirai la porta, allora la sfonderò” disse lui aprendo una seconda.
Il cuore della ragazza ormai era impazzito, i respiri di Nicole si fecero sempre più irregolari e delle lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Harry si stava divertendo, lo divertiva sentire la paura di lei, ma godeva di più del suo dolore.
Solo il pensiero che Nicole stesse soffrendo lo faceva stare tremendamente bene.
“Ops.. la terza non si apre” disse abbassando la maniglia.
Nicole deglutì dalla paura.
“Cosa vogliamo fare, eh Nicole?- disse lui posiziandosi davanti alla porta- la vuoi aprire?”
Quel tono di voce la stava facendo morire dal terrore.
“Toc, toc” iniziò a dire mentre bussava alla porta.
Lei era la preda e lui il predatore.
La ragazza iniziò a singhiozzare cercando di trattenersi, ma nulla.
“Perché piangi? Intanto non potrà sentirti nessuno. Non c’è nessuno a scuola, non hai notato?-chiese lui continuando a bussare-.
“facciamo così se non aprì questa porta la sfondo entro due secondi e poi le cose andranno a finire in modo peggiore, quindi apri questa cazzo di porta” ordinò urlando, ma cercando comunque di trattenersi visto che si trovava all’interno della scuola, anche se aveva pensato a sbarazzarsi del sorvegliante dicendogli che aveva una cosetta da fare in bagno e allungandogli qualche sterlina.
“N..on v..oglio” disse Nicole fra un singhiozzo e l’altro.
“Apri” ordinò lui con un tono minaccioso.
Mancavano 35 minuti prima del suono della campanella e sicuramente Harry avrebbe buttato la porta giù in qualche minuti, quindi Nicole si fece coraggio e lentamente aprì la porta.
Quello che vide fu Harry completamente rosso dalla rabbia, ma notò un altro dettaglio del viso che la stupì.
Aveva un occhio nero e nelle braccia scoperte dalla maglietta bianca a maniche corte qualche livido qua e in là.
“Shh.. non piangere- disse guardandola negli occhi- ti farò solo passare il giorno più brutto di tutta la tua vita” 

  
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