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Autore: Nabi_Kim    07/10/2007    0 recensioni
Varie presenze di Final Fantasy VII, VIII, X, X-2, XII si incontreranno nella mitica città di Rabanastre, per vivere nuove avventure più o meno piacevoli! Cosa combineranno i nostri eroi?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Friends in Rabanastre capitolo 2

Balthier e Fran, dopo esser rimasti per svariati minuti nella taverna, decisero di fare un giro a godersi le bellezze della splendida capitale.

La gente chiacchierava allegra, e camminava serenamente per le vie del luogo. I due si guardavano in giro, divertiti. Poi un gruppo di bambini gli passò davanti, correndo. Stavano giocando, e ridevano per la felicità.

- Mi piacciono i bambini. - disse il ragazzo, evitando appena una piccolina che gli stava per finire addosso. - E a te, Fran? - chiese all’amica.

Lei annuì a malapena, continuando ad osservare i marmocchi. Balthier la guardò a lungo. Era una viera, era diversa da lui. Ma ciò non aveva impedito che tra i due nascesse un’amicizia molto profonda. Di solito si capivano con uno sguardo, non c’era neanche il bisogno di parlare. E spesso neanche di guardarsi, dato che nelle menti di entrambi correvano gli stessi pensieri.

All’improvviso, un ragazzo finì addosso a Fran, che fu abbastanza scattante da afferrarlo prima che questo cadesse a terra. Il tipo si scusò, imbarazzato per essere finito addosso ad una tale signora.

Balthier lo fulminò con lo sguardo, colpito da un improvviso assillo. Non gli era mai passato per la mente di essere geloso della sua compagna Fran, ma in quel momento non poteva far altro che arrabbiarsi con il giovane imbranato che aveva disturbato la sua amica.

- Guarda dove metti i piedi! - gli gridò, innervosito.

L’altro lo guardò con superiorità, poi si rivolse a Fran.

- Scusa, tesoro, non volevo… - le disse, con voce ammaliante. Tutte ci sarebbero cadute. Tutte tranne lei.

La viera si allontanò dal giovane, per mettersi al fianco dell’amico.

- Lasciaci in pace. - intimò lui, contento per la reazione della compagna.

- Scusa! - ridacchiò il ragazzo, beffardo. - Non sapevo fossi in compagnia… - disse, con tono arrogante. - Comunque io sono Zell. - si presentò.

- Non le interessa. - sibilò l’aviopirata, tornando irritato.

Il biondo squadrò prima lui, poi lei.

- Perché parla solo lui? - le chiese, rivelando che la sua ammirazione per Balthier era sotto lo zero.

- Non c’è un motivo... - disse semplicemente la viera.

I due si allontanarono, lasciando Zell perplesso dai due stranieri.

- Ciao Rikku! - una persona salutò la ragazza che gli era passata davanti. Questa si voltò, e sorrise.

- Ciao Penelo! - disse, riconoscendo l’amica.

- Dove stai andando? - chiese l’altra, per curiosità.

- Alla taverna. - rispose. - Rinoa mi ha coperto per un po’. Mio padre è tornato… - disse, lasciando intendere il seguito. Difatti Penelo rise.

- E’ di nuovo nei guai? - chiese, continuando a ridere.

- Si, lo hanno anche seguito! - disse lei.

- E lo hanno già preso? - chiese la ragazza.

- Fortunatamente, si sta nascondendo bene… - mormorò Rikku, in ansia per il padre. L’uomo era famoso per i suoi furti imperfetti.

Derubava solo i più idioti, per poi dare il bottino alla figlia. Era in pena per lei, e si pentiva di non averle riservato un infanzia felice in sua compagnia.

Almeno lui credeva fosse così. In realtà Rikku si era divertita molto di più di quello che il padre pensava. Le era sempre mancata una mamma, certo, ma la presenza esuberante del padre l’avevano sempre rallegrata. Ma da un po’ si era messo in testa di procurare alla figlia quanti più soldi possibili. Naturalmente rubandoli.

I suoi erano furti imperfetti, perché rubava poco o niente ogni volta, e lasciava sempre un indizio che lasciasse pensare a lui. Ma era fortunato, perché finora miracolosamente nessuno lo aveva catturato.

Ma ora era di nuovo in pericolo, minacciato da dei ragazzi giovani quanto lei.

Penelo salutò, Rikku.

- Devo tornare da Migelo. - disse, sorridendo. - Vaan mi aspetta. -

L’altra bionda ricambiò il saluto, correndo verso la taverna.

Intanto, Yuna aveva condotto Amalia a casa sua.

- Questa è la tua stanza. - disse, aprendole la porta. Era una camera abbastanza spaziosa, luminosa e ben tenuta.

La ragazza che doveva dormirci però, non era abituata a certe cose. Per gentilezza, decise di togliersi il cappuccio che le copriva il viso.

Levandoselo, mostrò uno splendido viso di carnagione chiara, contornato da capelli biondo cenere.

- Ti ho già vista da qualche parte? - chiese Yuna, riconoscendo il volto ma non sapendo a chi abbinarlo.

Amalia negò, leggermente preoccupata.

- Eppure sono sicura… - mormorò la ragazza, sfregandosi il mento. - Comunque - disse, per cambiare discorso. - La cucina te l’ho mostrata, il bagno è due porte a destra da qui, la mia camera invece e qua vicino. - disse, diligente.

Amalia annuì, sorridendo per l’ospitalità.

- Ti lascio sistemare le tue cose. - mormorò Yuna, vedendo che l’unica borsa che quella ragazza aveva con se era piccola. - Vado in salotto, ciao! - salutò.

Amalia fece un cenno con la mano, poi la porta si chiuse.

Sospirando, si sedette sul letto.

Quella ragazza l’aveva vista in faccia, ma per fortuna non l’aveva riconosciuta. Se avesse saputo chi era in realtà, difficilmente l’avrebbe trattata come la stava trattando adesso. E difficilmente avrebbe mantenuto il segreto.

Si sfiorò il viso, contenta per il gesto che imprudentemente aveva compiuto. Fuggire da quel posto era stata dura, ma lei ce l’aveva fatta. Ora la città era colma di imperiali, però finché avrebbe continuato a coprirsi il viso, nessuno l’avrebbe riconosciuta.

D’un tratto Yuna entrò di corsa nella stanza. Sorpresa, Amalia temette il peggio.

Che arrivò dopo pochi attimi.

- Sei la principessa Ashe! - gridò, sconvolta, tenendo in mano un manifesto con la foto dell’erede al trono.

- Quando potremmo uscire? - chiese Yuffie, annoiata.

- Guarda che è merito tuo se siamo qui. - la rimbeccò Cloud, socchiudendo un occhio, fino ad ora chiuso, per guardarla.

Erano seduto ai piedi delle scale che portano al piano superiore. Le loro schiene posavano sul muro, e godevano di un ottima vista su un combattimento. Tidus era scomparso, dicendo che doveva andare a parlare con una specie di capo, per permettere loro di entrare a far parte del clan, così da poter stare li.

Il palazzo era lussuoso, anche se pieno di gente balorda. Erano persone a cui l’aspetto e l’igiene non interessavano granché. Ma in fondo erano cacciatori di taglie, non gli si poteva chiedere più di tanto.

Finalmente Tidus tornò, con un sorriso stampato sul volto. Porse dei quaderni ai due, che li guardavano straniti, e spiegò la loro funzione.

- Questi sono i diari del clan. Con questi potete entrare ed uscire a vostro piacimento da questo posto. In cambio però, dovete subito andare a catturare un ricercato, così da guadagnarvi fiducia. - spiegò.

Cloud annuì, alzandosi.

- E che ricercato dovremmo catturare? - chiese, senza vero interesse.

- Pomodoro smarrito. - disse il ragazzo, indicando un volantino appeso al muro, che ritraeva un pomodoro con un minuscolo corpo. - Si trova nel deserto est di Dalmasca. - spiegò, allegro. - Era un ricercato affidato a me, ma ve lo cedo volentieri. - sorrise.

Yuffie ringraziò, per poi seguire Cloud che era già uscito.

- State attenti! - gridò Tidus, dalla porta. - Quel posto è pieno di mostri! - avvertì.

- Gli unici che devono stare attenti sono i mostri! - strillò la ragazza di rimando, ridendo. Poi i due si avviarono verso la stanza delle porte.

- Questa città è meravigliosa! - esclamò lei, saltellando dappertutto. - Non trovi? - chiese poi, voltandosi verso il ragazzo.

Cloud annuì. Anche lui apprezzava quel posto, così diverso da dove abitava. Gli imperiali rovinavano la splendida vista che si poteva avere delle vie, ma nonostante tutto Rabanastre era stupenda.

Dopo qualche minuto di camminata, arrivarono alla piazza delle porta, ed uscirono nel deserto est.

La sabbia era soffice, e attutiva il rumore di passi. Yuffie osservava estasiata lo splendido panorama, che comprendeva anche vari lupi.

Il deserto era in discesa, ma in mezzo a questa spiccava un promontorio.

- Vieni, Cloud, andiamo! - strillò Yuffie, euforica, indicando la sporgenza. Lui la seguì, rassegnato.

Arrivati, la ragazza corse subito verso l’orlo, e fece tre grandi respiri, riempiendosi i polmoni di aria buona. Poi sorridendo si volse verso il compagno, che si stava osservando intorno cauto.

- Che te pare, Cloud? - gli chiese.

Lui non ebbe il tempo per rispondere, che qualcosa gli andò addosso, facendolo cadere a terra.

Sollevando lo sguardo, notò appena qualcosa di rosso.

- Pomodoro smarrito! - gridò, mentre cercava la sua spada.

Yuffie prese in mano lo shuriken, e fece per prendere la mira, ma il ricercato era veloce e furbo, e la ragazza non riuscì a colpirlo perché, con un balzo, il pomodoro l’aveva spinta. Spinta verso la burrone.

Lei strillò, cercando di tenersi in piedi e di non cadere.

Cloud urlò il suo nome, come se questo potesse salvarla. Il biondo cercò di avvicinarsi a lei prima che cadesse, ma ormai quando era arrivato, lei era già finita giù. Con rabbia, Cloud colpì pomodoro smarrito, facendolo fuori in men che non si dica.

Intanto, Yuffie aveva strillato per tutta la caduta. Si era preparata al peggio, ormai. Era troppo confusa e distratta per cadere in piedi come di solito faceva.

Si preparò e sentire l’urto, il suo corpo che si schiantava, le suo ossa che si rompevano. Ma al posto di tutto ciò, sentì qualcosa di morbido che la prendeva.

- Ti ho presa… - sussurrò una voce al suo orecchio. Lei si voltò, e scoprì che il suo salvatore era Reno.

Era sul punto di abbracciarlo, ma era pur sempre un nemico e non poteva trattarlo con tanta gentilezza. Lui la teneva salda a se, guardandola in viso. Aveva un espressione strana, un misto di rabbia verso la ragazza, felicità per averla presa, vanto per essere riuscito a salvarla.

Ma queste svanirono all’istante, rimpiazzate da uno sguardo di paura.

Un ringhio alle loro spalle li fece immobilizzare.

- Yuffie! - gridò Cloud, scendendo al lato del promontorio. Quando vide che era in braccio a qualcuno, si tranquillizzò, perché voleva dire che era salva. Quando vide che era in braccio a Reno, si arrabbiò, volendo toglierla dalle mani di quel tipo. Quando vide che, dietro ai due ragazzi, un dinosauro li stava minacciando, si spaventò, fermando subito la sua corsa. - Presto, muovetevi! - gridò, chiamandoli a se. Dovevano rientrare subito a Rabanastre, per evitare di essere lo spuntino di un dinosauro.

Reno non aveva tempo di posare a terra Yuffie, perciò si mise a correre tenendola stretta a se, mentre anche lei si aggrappava al collo di lui, guardando il dinosauro che li inseguiva.

Non ci avrebbero messo molto ad uccidere un animale de genere, ma volevano tenere intatta la fauna di quel posto, per evitare di ammazzare tutti gli animali.

Infatti, molti lupi sbarrarono la strada ai tre ragazzi. Con un colpo di spada, Cloud riusciva semplicemente a stordirli, ma era quel che bastava per proseguire la corsa.

Reno non poteva combattere, dato che portava tra le braccia la ragazza, perciò doveva semplicemente schivare gli attacchi che gli venivano inflitti. Mentre Yuffie non poteva fare niente.

Era in balia del suo nemico, ma non si era mai sentita più sicura di così.

- Perché non mi hai detto che la ragazza si era nascosta nel negozio? - chiese Squall all’amica.

- Perché l’avresti detto a quel tale… - disse Paine, semplicemente.

Il ragazzo non ribatté, sapeva che era vero, e continuò il suo discorso.

- Reno è corso via appena ha sentito la voce di quella tipa. - spiegò, sedendosi su una sedia. - Ha detto che gli aveva fregato soldi, e che voleva riacciuffarla il prima possibile. -

Paine annuì, senza interesse. Squall la guardò.

- E’ stato gentile che tu l’abbia nascosta, però… - ragionò, sorpreso dalla cordialità rara dell’amica.

Lei sbuffò, per risposta. Non aveva intenzione di spiegare il perché aveva aiutato quella ragazza, anche perché non lo sapeva. Le era venuto e basta. Così lei cambiò discorso.

- Oggi chiudiamo presto. - disse, iniziando a raccogliere le sue cose.

- Che cosa? - chiese perplesso lui, alzandosi.

- Hai voglia di tenere aperto il negozio da solo? - chiese, senza voltarsi a guardarlo.

- Beh, no… - disse lui, confuso.

- Allora chiudiamo prima. - ribattè la ragazza.

Squall non ostacolò la scelta dell’amica, e prese velocemente le sue cose. Uscirono dal palazzo, e chiusero il negozio. Appena furono pronti per tornare a casa, una ragazza venne incontro ai due, salutandoli. Squall, appena capito chi fosse, sorrise raggiante.

- Ciao Rinoa! - salutò.

Paine fece un cenno con la testa, per gentilezza.

- Chiudete prima? - chiese la mora, sorridendo al giovane. Lui disse di si, sorridendole a sua volta.

Stufa delle loro occhiate timide, Paine si allontanò, salutando il collega. Lui ricambiò, per dedicarsi esclusivamente a Rinoa.

- Ti va di fare qualcosa? - le chiese. Lei annuì, contenta.

Improvvisamente però, una voce li distrasse.

- Torna qui! - gridò Vaan, inseguendo Zell. Il giovane rideva, scappando con tutta la velocità e beffeggiando il povero ragazzo che gli correva dietro.

Zell salutò Rinoa, quando le passò davanti. Le aveva fatto il filo, poco tempo prima, e lei non l’aveva mai mandato via in malo modo a differenza di altre ragazze. Per questo erano diventati amici.

Anche Vaan salutò la ragazza, quando la vide. Il ragazzo faceva anche le consegne alla taverna, e ci passava molto spesso. Incontrava Rinoa, nel locale, e facevano sempre due chiacchiere. Ed anche loro erano diventati amici.

Si poteva dire che la ragazza facesse amicizia con chiunque, e questo infastidiva Squall.

Lui le era molto affezionato, anche se non si era mai dichiarato, e vedere tanti ragazzi, nonché possibili rivali, intorno alla "sua" lei, lo irritavano.

- Ti va di fare una passeggiata? - gli chiese Rinoa, d’un tratto. Lui annuì, sorridendole.

Nabi: ecco a voi il secondo paragrafo. Grazie a Yuffie18 per i complimenti!

Data la mia bruttissima abitudine di non leggere mai le cose che scrivo, può essere che involontariamente si siano infiltrati degli errori grammaticali tra le righe, oppure semplici errori di battitura! Se essi sono presenti, ve ne prego, scusatemi, e avvertitemi! Ciao, alla prossima!

  
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