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Autore: faith15    07/10/2007    3 recensioni
Un contratto.. uno stupidissimo contratto può cambiare la vita di un individuo ma delle volte non in peggio.. Un giovane ragazzo scoprirà cos'è l'amore attraverso un ragazzo.. Una storia d'amore, amicizia e musica..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CIAO A TUTTI… HO DECISO DI PUBBLICARE LA MIA STORIELLA ANCHE QUI

CIAO A TUTTI… HO DECISO DI PUBBLICARE LA MIA STORIELLA ANCHE QUI.. DITEMI CHE NE PENSATE..

A.. DIMENTICAVO… HO USATO I NOMI VERI DEI CANTANTI. PICCOLO PROMEMORIA PER CHI NON DOVESSE CONOSCERLI.

RUKI: TAKANORI

REITA: AKIRA

AOI: YUU

URUHA: KAOUYOU

KAI: YUKATA

 

BUONA LETTURA….

 

 

“Che vita inutile, rinchiuso in un piccolo paesino dell’Italia del nord.

Da quando ci siamo trasferiti da Tokyo la  mia vita è completamente cambiata.

Niente più amici, niente ragazza, niente di niente..

Passo tutte le mie giornate solo come un cane, nella mia stanza da letto a deprimermi.

Secondo mia madre sarebbe stato eccitante cambiare così radicalmente la nostra vita, ma quando ha firmato quello stupido contratto per l’acquisto di questa casa ha firmato anche l’accordo per la mia fine.”

 

Era questo che pensava Takanori durante  tutto l’arco del giorno.

< Dovrei scrivere un libro “dolci pensieri di un aspirante suicida” >

Il giovane, sdraiato sul pavimento, scoppiò in una fragorosa risata che riecheggiò in tutta la stanza.

Fantastico! Faccio le battute e rido da solo…

< Caso clinico >

Nel paese in cui viveva era impossibile fare delle amicizie nuove, la maggior parte delle persone o lo scambiava per una ragazza o lo guardavano male per il semplice fatto di essere giapponese e per di più punk.

< Usciamo un po! >> escalmò a se stesso.

< Takanori, tesoro! Potresti vestirti un po più decentemente? Per favore non facciamo brutte figure.. >

La madre del giovane era piuttosto tradizionalista e attinente alle regole che dettava la moda.

Ogni cosa che faceva lo riteneva sbagliato secondo i canoni delle persone “Normali!” come le chiamava lei quelle stupide pecore, che indossando un paio di jeans firmati o una magliettina gettonata. 

< Mamma… cerca di non rompere, va bene? >

< takanori! >

Ma il figlio non le prestò la benché minima attenzione, e usci di casa sbattendo la porta.

< Stupida oca! > Disse tra se e se osservando la propria immagine riflessa in una vetrina,

Cosa non andava? Aveva persino smesso di indossare i suoi abiti visual kei, un paio di jeans strappati e accessori vari di certo non erano niente in confronto a quello che indossava a tokyo.

Quanto gli mancava la sua città.

Si diresse verso il luogo più isolato del paese, un vecchio laghetto dove l’unica compagnia erano le papere e dei cigni, che fortunatamente non potevano giudicarlo.

Era stanco di essere guardato male per le vie del paese.

Una volta arrivato si lasciò cadere sulla sponda del lago, iniziando a strappare stupidi fili d’erba.

Per fortuna era quasi il tramonto, la parte della giornata che preferiva, dove tutto aveva fine e finalmente dove il sole lasciava posto alla luna, sua splendida amica.

Gli piaceva la notte, era come se lo nascondesse da occhi indiscreti, e dove poteva andare in giro conciato come gli pareva, tanto nessuno avrebbe fatto caso ad un ragazzo che vagava solo per la notte.

Guardare gli animali lo rilassava, e poteva viaggiare con la mente, in luoghi nascosti della sua testa.

.

 

-.-.-.-.-.-.-.-

 

Un ragazzo, alto circa un metro e 70, stava camminando per un paese a lui sconosciuto, alla disperata ricerca di un po di compagnia.

Stava morendo di solitudine, ma possibile che avessero voluto esiliarlo in questo modo?

Chi erano loro per vietargli di essere quello che era?

Che mondo crudele e ingiusto.

Ad ogni suo passo sentiva gli occhi dei cittadini del paese addosso e ogni tanto riusciva ad udire qualche commentino.

“Eccone un altro”oppure “ci stanno invadendo, adesso anche nei piccoli paesi”

 

Stupidi bigotti! Non solo mi hanno esiliato nel paese più isolato della terra ma anche pieno di razzisti e gente idiota.. Beneeeeeee

Chissà cosa volevano dire con eccone un altro? BA..

Il ragazzo, assorto nei suoi pensieri, riuscì ad intravedere un piccolo pezzetto di bosco dove al suo interno scoprì un laghetto, un posto ancora più isolato nella desolazione.

Wow.. qui battiamo tutti i record.

Da lontano riuscì a scorgere una figura, leggermente sfuocata, allora decise di avvicinarsi, per poterla osservare meglio, sfortunatamente aveva dimenticato gli occhiali da vista., se così si poteva dire averli gettati nella parte più remota dell’armadio,

E poi doveva pur trovare qualcosa da fare no?

Un volta più vicino, notò che era un ragazzo molto giovane, e anche altrettanto carino e soprattutto con uno stile impeccabile.

Magari con “eccone un altro! Intendevano lui! Non deve stare simpatico a molti.

Il ragazzo si sedette sulla panchina dietro al giovane, troppo intento ad osservare lo stagno per accorgersi della sua presenza…

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

< Konnichi wa! >

Una voce allegra e spensierata lo riportò alla realtà, chi poteva essere? Non aveva mai sentito quella voce, e poi di certo nessuno in quel paese conosceva il giapponese o almeno da quello che sapeva lui.

Si voltò per la curiosità, trovando un ragazzo di circa la sua età ma molto più alto.

Biondo e molto più punk di lui e anche esso giapponese.

< Piacere io sono Akira, sono meravigliato… Non ho mai visto nessuno fissare così a lungo e così intensamente delle oche! >

< Ciao… io sono Takanori > i due si strinsero le mani e Akira si sedette accanto a lui.

< Mi piace guardare questo laghetto! Da quanto tempo mi stavi spiando? >

< Da circa 40 minuti! > Takanori rimase shokkato

< Si può sapere il perché? >

<< MM… sinceramente non lo so! Eri interessante, poi non volevo disturbarti. Solo che poi mi sono annoiato e sono venuto! >

< Ba… contento te! Non ti ho mai visto in giro, di dove sei? >

< Appena trasferito da Kanagawa >

< A… allora sei nuovo! >

< Già, allora parlami di questo posto! Voglio sapere tutto >

< Non c’è molto da sapere, qui la gente stà per gli affari suoi, i ragazzi sono antipatici e per di più la vita di ferma prima delle 5 del pomeriggio! >

< Che cosa allettante! >

< A dimenticavo! La gente è molto bigotta… Bisogna avere coraggio per vivere qui! >

< Tu da quanto tempo sei qui? > disse accennando una risata

< Tra tre meri faccio due anni! >

< Beh, allora mio caro sei coraggiosissimo!  Mi fai fare il giro turistico? > propose Akira, prendendo per mano Takanori e sollevandolo molto facilmente.

< Va bene, Va bene… non spingere! >

I due cominciarono a camminare per le strade deserte del paese, scoprendo ad ogni passo le cose che avevano in comune.

Entrambi erano amanti del visual kei, avevano il sogno di sfondare un giorno nel mondo della musica, stessa passione per i libri e il cinema e anche per la marca delle sigarette.

< Ho provato a suonare la chitarra, solo che era troppo difficile e sbagliavo molto spesso. Perciò mi sono buttato sul basso, e diciamo che me la cavo abbastanza bene! >

< Poi mi farai sentire qualcosa se ti va! >

< Certamente! U ma sono già le 8 e mezza, sarà meglio che ritorni a casa, mia madre si starà certamente preoccupando >

< Già, è molto tardi, se mi dici dove abiti ti accompagno, tanto non ho nulla da fare! >

< Certo, seguimi.. anche se non mi ricordo bene la strada >

I due percorsero due o tre volte le strade del paese, cercando la casa di Akira, ridendo e scherzando finché non la trovarono.

< OK… allora ci vediamo! >

Disse takanori voltando le spalle al ragazzo

< Aspetta! Dammi il tuo numero di cellulare, così ci sentiamo! >

< Ok… > Si scambiarono il numero e takanori ritornò a casa.

 

< Mamma sono a casa! >

< Ma si può sapere dove sei stato? Siamo stati tutti in pensiero! > Disse la madre non appena mise piede in casa.

Ma quando Takanori si guardò in giro notò che suo padre non lo aveva nemmeno sentito entrare e continuava a guardare assorto la televisione.

< devo dire che siete molto preoccupati! Comunque in giro con un ragazzo! >

< Ragazzo? >

< Ehm si! Sai esistono anche i ragazzi! > Fece perplesso

< Lo so sciocchino! Solo che da come lo avevi detto sembrava un’altra cosa! >

< Sempre a pensare male, sono stanco vado in camera! >

< Non mangi? >

< NO, grazie! >

< Guarda che stiamo uscendo! >

< OK! >

Quando arrivò in camera, accese lo stereo e si gettò sul letto pensieroso.

La musica degli x-japan rimbombava nella stanza, facendolo rilassare.

Finalmente ho trovato qualcuno di interessante, sono così felice.

Il telefono accanto a lui cominciò a squillare,

AKIRA

Il cuore cominciò a battergli forte nel petto, era troppo agitato.

Ma perché diavolo sei così emozionato?

< Moshi moshi? >

< Konnichi wa! Takichan! >

< Akira! Che piacere sentirti! > anche se non poteva vederlo, sentì il suo sorriso attaccato alla cornetta.

< Volevo chiederti, lo so che ci siamo appena lasciati, se ti andava di fare qualcosa! Se sei stanco non fa niente! >

< Ma che dici! Certo che mi va! >

< Bene! Allora dove mi porti? >

< Guarda, qui non c’è assolutamente niente… se vuoi ti passo a prendere e vieni a casa mia! Così ti faccio vedere anche dove abito! >

< Si.. per me va bene, basta che non sono solo. MI annoio tanto! >

< A chi lo dici, dammi 10 minuti e sono da te! >

< Ok ti aspetto, non fare tardi! >

Era come se si conoscessero da anni, invece erano amici solo da poche ore.

Akira era una persona fantastica, gli aveva completamente cambiato la vita in poche ore.

Come promesso, Takanori fu davanti casa di Akira dopo 15 minuti.

< sei in ritardo > Lo accolse in ragazzo, donandogli un sorriso subito dopo.

< Lo so, solo che me la sono fatta tutta di corsa, e non sono superman! >

< Wow… tutta di corsa? Non so quanto sia lontano ma 15 minuti di corsa sono tanti! Pazzo… >

Takanori gli sorrise, facendo cenno di andare.

< Allora, cosa hai combinato da meritare l’esilio qui? >

< Niente! I miei erano propensi a dei cambiamenti, e ci è andata di mezzo tutta la famiglia! E tu  Akichan? Hai combinato qualcosa? >

< Niente di grave ma tanto il necessario per allarmare i miei genitori e da convincerli a portarmi qui, dove abitano anche dei loro amici! >

< Birbante! >

Il biondino scoppiò a ridere, riempiendo il cuore di Takanori, che si sentì molto strano.

< Vuoi? > Domandò Akira, porgendo una sigaretta al ragazzo al suo fiancò che accettò volentieri.

< Grazie ci voleva proprio, da quanto tempo non fumavo una Black Stone! >

< Immagino! Io mi sono fatto la scorta per almeno 3 mesi! Ma prima o poi finiranno e mi mancheranno! >

< Approfittane finchè puoi! >

< Già! >

E scoppiarono entrambi a ridere.

Il resto della loro passeggiata proseguì in silenzio ma non fu per niente imbarazzante, Akira era impegnato ad osservare il paesaggio attorno a lui e Takanori era perso nel suo mondo.

Ogni tanto lanciava degli sguardi curiosi verso il ragazzo vicino a lui per vedere cosa stesse facendo.

E ogni volta vedeva degli sguardi nuovi; un curioso verso una strava abitazione al centro di un campo di grano, un vota perplesso, poi triste, allegro e poi delle volte lo sorprendeva mentre lo fissava.

Che mistero di ragazzo.

Pensò Takanori

< Siamo arrivati > Disse indicando una casetta di cortile.

< E siamo anche soli, i miei sono già usciti! Per fortuna! >

< Come per fortuna? > Ridendo Akira percorse gli ultimi metri prima di arrivare davanti alla casa dell’amico.

Quando entrarono, il padrone di casa si spogliò del giubbino e delle scarpe, e prese anche quelli dell’amico e li sistemò per bene, non lasciando nulla in disordine.

Solitamente era un ragazzo disordinato, ma voleva fare una buona impressione.

< Accomodati! Vuoi qualcosa da bere? >

< MM.. si grazie! >

< Per ora ho solo del te! Ti va bene? >

< Certo! Non preoccuparti… > Disse Akira, adagiandosi sul divano, e osservando la casa.

Takanori gli porse il bicchiere con dentro la bevanda e propose di andare nella sua stanza, così non sarebbero stati disturbati dall’arrivo dei suoi genitori.

Akira accettò, e si trasferirono al piano superiore.

Quando entrarono Takanori si buttò sul letto, lasciando Akira sorpreso ancora all’entrata.

< Cosa c’è? > Chiede perplesso il proprietario.

< è meravigliosa! Sappi che potrei traferirmici! >

< Dove? > Ancora più perplesso, non capendo la fonte di tanta meraviglia.

< La tua stanza! >

Takanori si guardò attorno ammirando la sua creazione, suoi muri aveva messo moltissimi poster dei suoi idoli, il mitico Hide, Gli x-japan, Dir en Grey.

Nel lato sinistro aveva una batteria, e delle chitarre e amplificatori sparse ovunque.

< Non avendo niente da fare, mi diletto in un po di cose! > Disse spiegando il motivo di tante cose sparte in giro.

Superato lo stupore iniziale, Akira si sedette sul tappeto accanto al letto dove c’era sdraiato Takanori.

< Che fai sul pavimento! Vieni sul letto con me! > Disse appiattendosi contro al muro, lasciando che Akira si sdraiasse accanto a lui.

I loro corpi erano leggermente attaccati, Akira aveva il respiro di Takanori sul collo, e questo non andava bene.

Ma anche se la sua mente desiderava alzarsi e rimettersi sul pavimento il suo corpo non accennava a fare un solo movimento.

La mano del biondino iniziò ad accarezzare i capelli del ragazzo, ma venne disturbato dal suono di un cellulare.

< Credo sia il tuo! > Disse Takanori osservando che dal suo cellulare non preveniva nessun suono.

< Moshi moshi? >

- Dove sei? –

< A casa di un amico! >

- Amico? –

< Non posso averne uno? >

- per favore Akira non ricominciamo, ci siamo appena trasferiti! –

< Mamma, te lo chiedo io di non ricominciare! Piantala… > Disse brusco il ragazzo, chiudendo la chiamata.

< E’ successo qualcosa? >

< NO.. non ti preoccupare, sono solo delle paranoie di mia madre! >

< Ma non stiamo facendo nulla di male! >

< Lo so! Ma la sua testa è leggermente malata! >

< A! > Sorrise, non capendo ancora l’origine delle paranoie materne dell’amico.

I due rimasero sdraiati l’uno accanto all’altro per delle ore, parlano del più e del meno, non notando l’orario.

-Driin-

< Oggi è la giornata delle chiamate! > Disse Akira ridendo, e guardando Takanori che cercava di scavalcarlo, visto che si trovava nel lato del muro.

Una volta  a cavalcioni sul corpo statuario di akira, takichan sentì una strana sensazione.

E la stessa cosa accadde ad Akichan, il quale iniziò ad accarezzare il volto del ragazzo sopra di lui ma si blocco immediatamente dicendo…

< Va a rispondere, magari è urgente > Disse Akira, posando la mano sul letto.

Takanori si allontanò, andando a rispondere al piano di sotto.

Akira rimase sdraiato avvolto nei suoi pensieri

Non può accadere di nuovo, se mi dovessero scoprire sarei costretto a trasferirmi nuovamente, e non voglio.

Uffa… ma perché è tutto così difficile?

Quando arrivò takanori, lo trovò ancora disteso sul letto, immerso nei propri pensieri.

Il cuore gli salì in gola, notando che era estremamente bello e nella sua mente gli iniziarono a salire dei pensieri poco etero.

Accidenti… lui era un ragazzo, e anche Akira lo era, non poteva fare pensieri osceni su di lui.

Ma più continuava ad ordinarsi di smetterla più i pensieri diventavano indecenti.

< Perché mi guardi così? > intervenne il diretto interessato di quei pensieri, facendolo diventare completamente rosso.

< No niente! > e si sedette sulla poltrona leggermente distante dal letto.

< Come mai ti sei messo li? > Chiese akira, leggermente amareggiato dal comportamento dell’altro.

Non doveva fare quel gesto, adesso lo aveva perso.

Non lo avrebbe avuto ne come amico ne come nient’altro.

< mm.. così! >

< Ascolta… mi dispiace! Se ho fatto qualcosa di sbagliato mi devi perdonare! >

Takanori era sbigottito

< perché avresti dovuto fare qualcosa di sbagliato scusa? > Disse ripensando a cosa avrebbe potuto fare, poi gli vene in mente quando era a cavalcioni sopra di lui e divenne ancora più rosso di prima.

Ma gli dispiaceva averlo fatto soffrire, allora si avvicinò a lui e si risdraiò accanto a lui prendendogli il viso tra le mani e dicendogli

< Ma va… non hai fatto nulla di male.. Comunque era mia madre prima al telefono! >

< E che cosa ha detto? >

< Che non torneranno fino a domani pomeriggio… Sono rimasti da dei loro amici, visto che piove tantissimo! >

< A! Allora sarai solo! >

< NO! Tu mi farai compagnia! Visto che è quasi l’una e non ti faccio uscire da solo a quest’ora! >

< Andiamo… non c’è un anima! >

< Lo so! Ma non mi fido ugualmente! Perché non vuoi rimanere qui? > chiese quasi deluso

< Certo che mi fa piacere! >

Takanori fece un sorriso a 32 denti andando a prendere una coperta.

< Se vuoi usare il bagno fai pure, ti pendo anche un pigiama >

< Grazie > Disse Akira prima di entrare in bagno e uscire in tenuta da notte.

 

 

COME VI SEMBRA??? CONTINUO A POSTARE????

   
 
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