Fiducia.



“Ho accettato d’incontrarti tenendolo allo scuro di mio padre.”

I piccoli passi della donna erano ben distinti per colpa dei suoi tacchi che, sul quella terrazza lontana dal mondo, rumoreggiavano ancora di più.

“Potevi anche rifiutare l’invito. Non eri obbligata.”

Lui aveva premuto il tasto per il mutamento di voce e continuava a darle le spalle, ma sentiva che lei si faceva sempre più vicina.

“Perché hai accettato?”

Silenzio. Si era fermata. Un soffio di vento oltrepasso la distanza tra i due.

“Per una spiegazione.”

La sua voce era ferma, decisa. Voleva sapere, ma cosa?

“Spiegami ciò in cui credi. Non potrò mai più aiutarti se non mi dai una ragione per farlo.”

Il vento aveva iniziato a soffiare sempre più forte e Oliver si girò verso la donna vestita con una gonna aderente e una camicia bianca attillata. Non sapeva come facesse a non avere freddo.

“Ti fidi di me?”

La sua domanda lasciò spiazzata Laurel, non sapeva il perché di quella domanda, insomma, si conoscevano appena. Tuttavia trovo una risposta più che esauriente da conferirgli, ma esitò per non sembrare troppo avventata. Alla fine fece un sospiro e decise di parlare.

“Come potrei? Insomma, non vedo il tuo volto, non sento nemmeno la tua vera voce, mi hai convinta ad aiutarti sulla basa di principi effimeri che nemmeno io ho capito totalmente e per di più..”

Si dovette interrompere un momento, lasciando anche il tempo all’altro di avvicinarsi di più.

“Hai quasi ucciso quell’uomo davanti ai miei occhi.”

Ora erano l’uno di fronte all’altra. Lei alzò lo sguardo verso l’uomo incappucciato cercando di guardare nella direzione in cui credeva ci fossero i suoi occhi. Anzi, non lo credeva, lei li vedeva. Due occhi azzurro cristallo che attendevano che lei finisse il suo discorso.

“Come potrei fidarmi?”

Esordì alla fine. Lui decise di togliere il dispositivo di mutamento vocale e proferì due semplici parole.

“Devi farlo.”

Quella voce la colpì al cuore, ma non fece in tempo a reagire che si sentì avvolta in un bacio. A differenza di quel che credeva, quel bacio le risuono nella mente come familiare e caloroso, così dolce e affettuoso che la portò a chiudere gli occhi. Dentro di lei si iniziavano a mescolare emozioni di ogni genere e per un momento lasciò perdere tutto, ma dovette risvegliarsi all’improvviso quando sentì il vento freddo sfregiarle le labbra. Aprì gli occhi portandosi le mani alla bocca e sorridendo. Quelle labbra.. Pensò di conoscerle già, molto bene, ma non ricordava di chi fossero. Si sistemò dietro all’orecchio la ciocca di capelli che pocanzi aveva davanti agli occhi e rimase su quella terrazza a pensare a quel..

“Angelo custode.”

Sorrise cullata dal vento mentre osservava le luci della città sotto i suoi piedi.



 
 
NdA:
Avevo voglia di scriverla, da quando ho visto la prima puntata di Arrow praticamente, però la seconda mi ha dato un’altra spinta e quindi eccomi qua ad invadere anche questo fandom appena nato :3 Che dire.. So che non è un granché ma mi ispira molto la coppia Oliver/Laurel e mi sono rattristita nel vedere che finora non c’erano storie a riguardo quindi ho detto “CI PENSO IO!” e mi sono messa a scrivere u.u Piccola flashfic venuta da un mio piccolo fangirling, tenete presente anche il fatto che lei non sa che l’angelo custode è Oliver eh, (non so ma ‘sta coppia mi sa tanto de “IL SUPEREROE E LA SUA LADY.” come Spiderman e Mary Jane oppure Iron Man e Pepper tanto per intenderci u.ù) quindi spero vi piaccia, le recensioni sono sempre ben accette e.. ENJOY YOURSELF c: