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Autore: White_099    20/03/2013    2 recensioni
Clove era la Favorita per definizione.
Ma era anche una ragazza di quindici anni.
E forse neanche ai Favoriti piace così tanto uccidere.
"Non era certo una ribelle lei.
L’unica cosa importante era farsi ricordare.
La sua stessa esistenza era finalizzata ad uno scopo finale.
Morire o vincere.
E Clove non aveva proprio intenzione di morire."
Clove/Cato
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Favorita

"No! No, I-" Clove sees the stone, about the size of a
small loaf of bread in Thresh's hand and loses it.
"Cato!" she screeches. "Cato!"
-Clove

Clove non era mai stata una vigliacca.
Vigliacchi erano coloro che affrontavano la Mietitura con gli occhi attaccati al suolo.
Vigliacchi erano quelli che pregavano,Clove non sapeva cosa, di fargli avere una vita più felice, di non farli ammalare, di far crescere i propri figli sani e forti e di fargli vincere i Giochi.
Vigliacchi erano i Tributi che a un passo dalla morte imploravano i loro carnefici di risparmiarli.
Imploravano pietà. Che cosa stupida la pietà. Come se dei manichini di una civiltà che mandava a morire ragazzini indifesi potessero provare pietà.
Clove non era vigliacca, e perciò alzò la mano quel giorno caldo e assolato nel Distretto 2.
Clove non abbassò la testa mentre procedeva verso il palco, guardando sprezzante tutte le sue “compagne”.
Non le aveva mai considerate degne della sua attenzione.
Oche piagnucolose. Codarde.
Clove lasciava dietro di se una schiera di sconosciuti.
Clove non andava per la gloria, per la ricchezza.
Semplicemente non vedeva nessuna utilità nella vita se non quella di offrirsi Tributo.
Forse avrebbe dovuto provare a ribellarsi.
Forse era schiava della società malata in cui viveva, ma non le importava.
Non era mai importato a nessuno, o lei non avrebbe dovuto camminare su quel palco.
Non era certo una ribelle lei.
L’unica cosa importante era farsi ricordare.
La sua stessa esistenza era finalizzata ad uno scopo finale.
Morire o vincere.
E Clove non aveva proprio intenzione di morire.
Non sentì niente mentre fissava negli occhi il suo compagno.
Cato era il suo nome.
Solo un pizzico di orgoglio.
Avrebbe avuto la possibilità di affrontare un avversario quasi al suo livello.
Quel “quasi” le avrebbe salvato la vita.

Come può tutto cambiare così in fretta?
In manciate di giorni.
E’ l’effetto spaventoso dei Giochi. La sensazione di essere cambiata di più in dieci giorni nell’Arena che in tutta una vita fuori da lì. La sensazione che ormai non esista più una vita fuori da lì, ne sia mai esistita.
L’Arena cancellava tutto il resto.
Distruggeva la tua mente e tutto ciò che restava era vincere.

Aveva ucciso per la prima volta.
Aveva immaginato tante volte di farlo, ma non ci si può preparare al momento in cui toglierai una vita.
Era diverso da come l’aveva sempre immaginato. Non si era sentita euforica, anche se aveva riso. Non era contenta, anche se si era vantata fiera delle sue vittime. Si era sentita svuotata anche mentre gridava impaziente di inseguire gli altri Tributi.
Ma lei era una Favorita, e non si sarebbe certo messa a piangere.
Solo di notte, quando le telecamere non potevano vedere chiaramente si era appoggiata alla spalla di Cato e un tremito l’aveva scossa tutta. Lui l’aveva stretta con il braccio, per un secondo, poi si era alzato. Un movimento tanto breve da potersi illudere di esserselo immaginato.
Durante le notti nell’Arena Clove non sognava gli occhi delle sue vittime.
Clove sognava di tornare a casa. Per una volta non da sola.
Ovviamente non era possibile.
Clove sapeva che se fossero rimasti in due lui sarebbe morto per lasciarla vincere. Lo sapeva, dal momento in cui si erano stretti la mano per la seconda volta ed erano diventati Alleati.
Non sarebbe stata una cosa clamorosa. Non avrebbero creato una storia lacrimosa attorno a loro come i due ragazzi del 12. Non sarebbero stati credibili. Forse è per questo che li odiava così tanto. Perché anche se li avesse uccisi, anche se avesse massacrato la Ragazza in fiamme, lei avrebbe avuto l’opportunità di vivere la propria storia d’amore, prima di morire.
Per lei e Cato sarebbe stato diverso. Avrebbero finto di battersi e lui avrebbe fatto una mossa sbagliata, il pugnale di lei nel suo petto. Indolore, per quanto può esserlo la morte.
Era assurdo, sapere così tanto di una persona, poterle leggere dentro.              
Proprio lei, Clove, che non capiva neanche sé stessa.
Non si erano quasi scambiati parola.
Erano destinati a morire, a che pro fare conversazione facendo finta di niente?
Poteva riuscirci con Marvel, con Glimmer. A scherzare sui corpi di ragazzini morti. A fingere di non star pensando al momento migliore in cui ucciderli.
Ma con lui non avrebbe mai potuto tenere in piedi quella recita.
Clove sorrise ironicamente tra sé e sé pensando agli Innamorati Sventurati del 12.
Quante coppie di Tributi erano stati innamorati durante i Giochi? Trascinati da un amore malsano che si crea quando stai per morire e vuoi vivere fino in fondo.
Ma Capitol City si comportava come se fosse una cosa mai successa prima, una novità. Quasi uno scandalo. Proprio quando i Giochi cominciavano a diventare ripetitivi. Niente di meglio per risollevare l’attenzione.
Quando sentì l’annuncio di Caesar non si fece illusioni, ma per un attimo, la parte più stupida di lei, la stessa che si era aperta a Cato lasciò entrare la speranza.
Nessuna possibilità di cacciarla, ora.
Si trattenne dal saltare addosso a Cato.
Sentiva dal suo sguardo che non si aspettava che lo facesse.
Si aspettava forza da lei, come sempre.
E lei sarebbe stata forte, come sempre.
Ma quando vide la pietra nella mano di Thresh, quando sentì l’odore della morte che la avvolgeva, quando capì che le parole che avrebbe pronunciato sarebbero state le ultime, Clove non pensò all’onore, o al coraggio.
Strillò.
Come una delle ragazze che disprezzava.
Il grido di un’animale ferito a morte.
Voleva per un attimo, l’ultimo attimo, essere debole.
La verità era che aveva paura.
Paura di morire, perché non aveva mai considerato l’eventualità.
E soprattutto paura di morire sola.
Perché era stata sola tutta la vita, e non avrebbe sopportato di morire così.
Come un cane, dimenticata da tutti.
Clove, la Favorita sconfitta dal contadino.
E improvvisamente lui era lì.
Cato non l’avrebbe lasciata sola. Mai.
Come aveva potuto dubitare di lui proprio nel momento in cui stava per infrangere il loro patto silenzioso e abbandonarlo lì?
Lui si inginocchiò vicino a lei.
La vista si stava annebbiando, ma riconobbe la sua mano quando le strinse il braccio. Una scossa la attraversò tutta. Era provocata dal suo tocco o era l’ultima reazione del corpo davanti alla fine imminente?
La sua mano era calda, ora le accarezzava la fronte, scorreva nella depressione provocata dalla pietra di Thresh.
Lo sentì posare la testa sul prato vicino alla sua.
Le lacrime le bagnarono i capelli.
Lo sentì chiamarla, sussurrarle “ti amo” nell’orecchio, supplicarla di restare con lui.
Ironico come ora che stava morendo tutto ciò che aveva sognato, tutto ciò che non si era neanche resa conto di desiderare, si stesse avverando.
Clove sorrise alla morte.
Perché lei se non se ne andava dimenticata.
Cato l’avrebbe ricordata per sempre, nella vita o nella morte.
E tanto bastava.
E ad un certo punto Clove, senza ultimi desideri o pensieri, passò la sottile linea che separa dalla fine.
E non c’era più niente.

***
Ciao a tutti(?!?)
Finalmente Clove.
Allora, prima di tutto spero davvero di non essere andata OOC...Mi sono presa la libertà, ma chiamiamola pure licenza poetica ;) di pasticciare con le sue reazioni al fatto di essere un'assassina. 
Perché sono stufa di vederla descritta come una gelida killer che tortura suoi coetanei.
Insomma, stiamo parlando di una ragazza di quindici anni che, ricordiamocelo, con tutto l'allenamento che può aver fatto non ha mai ucciso nessuno prima. Comunque accetto altri punti di vista ed eventuali critiche :)
Ho adorato scrivere questa fanfiction. L'ho abbozzata, poi è rimasta ferma per due mesi e infine sono riuscita a sistemarla in modo decente. Non vorrei sembrarvi troppo piena di me ma mi piace davvero il risultato :) per una volta.
Quindi se vi è piaciuta questa storia, se l'avete odiata o se pensate che dovrei ritirarmi commentate :)
Please? 
Ok fine dell'angolino dell'autrice. Se siete arrivati fino a qua grazie davvero.
LoveClove <3
Alla prossima :)
White
P.S. se avete qualche consiglio per rendere meno orribili titoli e introduzioni PER FAVORE contattatemi, sono davvero disperata :(
   
 
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