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Autore: Shir    20/03/2013    3 recensioni
One-shot sulla coppia gender bender UKXfem!USA ambientata durante la guerra di indipendenza e nei giorni nostri con finale inaspettato
Da testo:
Arthur non pensava che il suo odio potesse arrivare a tanto,non pensava che l'amore sarebbe diventato un odio così potente da corrodergli l'animo.
Emily piangeva, lo implorava di smettere ma ormai Arthur non era lì.Non più almeno.
Chiamava il suo nome cercando di farlo rinsavire,cercando di fargli capire che gli dispiaceva e che lo amava.
Arthur non sentì niente di quello che la ragazza gli chiedeva e a dirla tutta poco gli importava.Ormai era troppo tardi per tornare indietro.
La odiava ,la odiava ,la odiava la odiava non riusciva a trattenere la sua rabbia contro di lei.
Se la sua potenza era indebolita era colpa sua,se si era sentito solo per tutto quel tempo era colpa sua,sua ed esclusivamente sua.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Violenza
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Titolo provvisorio Era un giorno di pioggia,lì,in America.
Il terreno era diventato fanghiglia per colpa delle gocce,che incessanti scendevano e cadevano sui visi di quei soldati.
Quei soldati dalle giubbe blu,che combattevano per la propria indipendenza,per la propria libertà;non volevano più essere schiavi e subire i soprusi di quei dannati tracannatori di the.
Quei soldati dalle giubbe rosse,che combattevano per la propria supremazia ,per aver ragione su quei ribelli americani che tanto si ostinavano ad avere la loro dannata indipendenza.
Alla testa di quegli eserciti si distinguevano due figure.
Dal lato degli americani c'era una donna con il moschetto tra le mani,puntato verso l'esercito nemico.
I suoi capelli biondi di media lunghezza erano bagnati dalla pioggia e i suoi bellissimi occhi blu comunicavano tutta la rabbia che aveva represso in quegli anni.
Tutta la rabbia che non era mai stata capace di far uscire in altri contesti di fronte a lui.
Dal lato delle giubbe rosse invece c'era un uomo,anche lui con un moschetto in mano,puntato verso la donna.
Aveva i capelli biondi e degli splendidi occhi verdi,che in quella circostanza comunicavano odio profondo verso la ragazza di fronte a lui,la cosa era più evidente grazie alle folte sopracciglia che contribuivano a rendere l'espressione più truce.
Come aveva potuto lei,lasciarlo dopo che l'aveva  cresciuta che l'aveva amata come una figlia...Dopo che l'aveva amata per quello che era,dopo averla amata come donna;come aveva potuto?
E come aveva potuto lui,che le aveva promesso che avrebbe aggiustato tutto in madre patria senza intervenire,come aveva potuto illuderla con false speranze dicendole che le tasse sarebbero diminuite e che presto avrebbero potuto commerciare anche con altri stati.Doveva solo aspettare...Uno,due,tre anni aveva aspettato e d era stanca di aspettare e non fare niente .
-Ehy Arthur.-aveva urlato la donna all'uomo di fronte a lei con il moschetto puntato verso il proprio avversario.
-Dopotutto io voglio la libertà,no?-continuò la donna,impugnando più saldamente il moschetto.
Arthur strinse i denti, guardando in modo più truce la donna.
-Chiudi il becco Emily!- le aveva urlato l'inglese agitando il fucile.
Emily non si scompose e continuò imperterrita.
-Mi hai fatto tante false promesse solo per assicurarti che io non me ne andassi...Mi avevi detto di aspettare come le principesse aspettano il principe per essere liberate.Beh se l'attesa è ancora lunga preferisco liberarmi da sola.-
Arthur era ancora lì,in piedi, che accettava ogni colpo in silenzio;preparandosi al contrattacco.
-Dovevi aspettare e dovrai continuare a farlo,perchè non ti lascerò mai andar via,Emily,mai!-
Arthur glielo aveva detto chiaramente,non l'avrebbe mai lasciata andare,lei era sua.
L'aveva trovata in mezzo ad una prateria,insieme a Francia e Finlandia.
Si ricordava ancora le lotte he aveva dovuto intraprendere contro quella rana vinofila pur di averla;ma soprattutto si ricordava di come le si è avvicinata quando lo ha visto in quell'angolino disperandosi per la sua solitudine eterna.Quando aveva visto Arthur in quello stato Emily aveva snobbato Francia senza pensarci troppo ed era corsa a consolare Inghilterra.
Poi lui l'aveva cresciuta come una figlia,era un sentimento di affetto profondo in quegli anni.Ma Emily cresceva sempre di più e Arthur si accorse che provava qualcosa di più profondo di semplice affetto.Ben presto se ne accorse anche Emily e finirono travolti nel vortice della passione.
Arthur era troppo possessivo, non accettava il fatto che Emily si volesse separare da lui,lei era di sua proprietà,sua e di nessun altro. Nemmeno di se stessa.
-Sono stanca di aspettare Arthur!-Emily aveva patito troppo per stare zitta e aspettare.
-Io avrò la mia libertà,sarò uno stato libero e non più sotto il tuo giogo.-
Arthur la guardò negli occhi,nei suoi profondi occhi azzurri;e capì che non aveva più potere su di lei,he lei non le apparteneva più.
Impugnò il fucile saldamente e partì alla carica urlando
-Non te lo permetterò!-
Emily rimase sorpresa,non si aspettava un' azione del genere da parte di Arthur.
Inghilterra corse sul quel terreno fangoso,raggiungendola.
America cercò di parare il colpo col fucile,ma questo volò via per via del colpo di Arhur.
L'americana si vide puntata il fucile contro;ormai era finita.Tutti i suoi sogni di libertà, le sue speranze erano...
-Stupida!-
America sussultò,come l'aveva chiamata?
-Stupida,stupida,stupida!-
America non capiva,perchè la stava chiamando stupida?
-Sono stato da solo troppo tempo per accettare che tu te ne vada!Nonostante tu sappia che io ti amo continui a ferirmi dicendo che vuoi la tua fottuta indipendenza,dicendo che te ne vuoi andare via da me.-
Arthur abbassò il fucile.La cosa lasciò Emily sbigottita.
-Ma non posso spararti.-disse l'inglese gettando l'arma a terra.
Si inginocchiò di fronte all'americana e incominciò a piangere,a singhiozzare in silenzio.
-Non voglio restare solo.Ti prego...Non lasciarmi.-singhiozzava l'inglese.
Emily lo guardò con compassione.Lui l'Inghilterra,una grande potenza Europea,il terrore dei mari,si era arreso di fronte a lei.
Era talmente grande il suo amore per lei?Talmente grande da non permettergli di spararle?
Lo guardò ancora singhiozzare e senza scomporsi sussurrò tre semplici parole.
-You was great.-
L'inglese alzò il capo guardando la sua espressione compassionevole, la sua espressione rivolta a lui.Era davvero caduto così in basso?
-And...-aveva continuato l'americana,piegandosi fino a raggiungere il suo viso.
Gli posò un delicato bacio sulle labbra che durò solo pochi secondi,ma per Arthur furono interminabile,in fondo era quello che sperava che fosse.
Emilly si alzò,dischiudendo le labbra per pronunciare altre tre semplici parole.Tre semplici parole che ognuno poteva pronunciare di fronte alla persona più importante della propria vita.Tre semplici parole che dicevano tutto.
-I love you...-


Ricordare tutto per lui era straziante e l'unico modo per sfogarsi era l'alcool peccato che quella sera decise di farne a meno.
Per lei  era doloroso,gli faceva male il fatto che Arthur ricordasse,ma non le faceva male al cuore...Le faceva male corpo.
Aveva fatto male i conti quando pensò che Arthur non le avrebbe fatto pagare quello che aveva fatto,perchè lo stava pagando in quel momento.E con gli interessi.
Arthur non pensava che il suo odio potesse arrivare a tanto,non pensava che l'amore sarebbe diventato un odio così potente da corrodergli l'animo.
Emily piangeva, lo implorava di smettere ma ormai Arthur non era lì.Non più almeno.
Chiamava il suo nome cercando di farlo rinsavire,cercando di fargli capire che gli dispiaceva e che lo amava.
Arthur non sentì niente di quello che la ragazza gli chiedeva e a dirla tutta poco gli importava.Ormai era troppo tardi per tornare indietro.
La odiava ,la odiava ,la odiava la odiava non riusciva a trattenere la sua rabbia contro di lei.
Se la sua potenza era indebolita era colpa sua,se si era sentito solo per tutto quel tempo era colpa sua,sua ed esclusivamente sua.
Vedendo che ormai non riusciva più nemmeno ad urlare decise di fermarsi.
Si diresse in cucina a passo svelto,mentre Emily continuava a piangere.
Prese un coltello tra i tanti che c'erano nel cassetto.
Andò in camera da letto tenendo l'arnese in mano.
Appena Emily aprì gli occhi rossi dal pianto e vide il coltello riniiziò a piangere,lo implorava di non farle del male con voce rotta.
Arthur la guardava con indifferenza,non gli importava di quello che diceva ,non provava nemmeno ad ascoltare.
Non ascoltava nemmeno  le sue urla di disperazione e dolore,sentiva solo il sangue caldo che sgorgava lento e copioso dalle ferite che le aveva inferto;la guardava con freddezza aspettando che i suoi occhi si chiudessero.
Emily respirava affannosamente e il dolore era terribile,ma nonostante tutto riuscì a pronunciare un ultima frase lunga tre parole,tre semplice ma struggenti parole.
-I love you.-
Arthur non capì perchè il suo braccio si bloccò a mezz'aria,come non capì perchè aveva gli occhi umidi.
Pensò che Emily avesse detto una cosa,un qualcosa di importante.
Le calde lacrime si unirono ben presto al sangue che sgorgava ancora dal corpo freddo.Lasciò cadere il coltello al lato del letto,prendendo tra le braccia quel corpo tanto amato quando era ancora caldo e vivo;strinse la sua testa al petto
E solo allora pianse,pianse ricordando tutte le volte in cui lei aveva promesso di non lasciarlo,pianse per il rimorso,pianse per non averla ascoltata...
Ma sopratutto pianse per non avergli mai detto quella frase,quella frase che lei gli diceva sempre.
-Stupid...Liar...Sorry...I love you...-





Angolo dell'autrice:
Oh deo che cazzo ho scritto?O.O E' raccapricciante...
Questa è una one-shot  che ho scritto per farmi perdonare.
Il capitolo della mia fan-fiction introspettiva è impresentabile;l'ho scritto pensando di scrivere un capolavoro,ma poi sono andata a rileggerlo...
Vabbhe spero che non mi picchierete per la fine che ho fatto fare ad Emily e che abbiate resistito fino alla fine.
Bhe grazie di aver letto e recensite please

  
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