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Autore: Fly girl    07/10/2007    9 recensioni
CIAO!!!! Sono sempre io, Fly girl. Vi propongo una fanfiction davvero originale, spero che vi piaccia. E se Nawaki, prima di morire avesse avuto un discendente?
E se qualcuno fosse interessato ad averlo?
E se la madre facesse parte di un clan tra i più importanti del Villaggio della Foglia?
E se questo erede fosse una ragazzina tutto pepe dai capelli rosa?
E se ci fosse un secondo Kiuby, volpe a nove code?
Spero di avervi incuriosito.
LEGGETE!!!!
PS: La storia, nei capitoli successivi è ambientata nella seconda serie, ma prima mi soffermerò su alcuni particolari per almeno 1 o 2 capitoli.
I personaggi sono un po' OCC, soprattutto Sasuke e Itachi. AVETE CAPITO BENE!!!! C'E' ANCHE IL FATTORE UCHIHA!!!!
“Senti Sarutobi….” disse Tsunade.
“Dimmi” rispose.
“Dobbiamo proprio farlo, perché non possiamo tenerla con noi? La crescerei io come se fosse mia figlia e……”.
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Sorpresa, Tsunade
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La memoria di una notte di inferno ( L’Antefatto)

Era buio, e la vallata era silenziosa, irrimediabilmente plagiata dai resti dell’incendio.

Tutto taceva, e il paesaggio era succube della volontà delle tenebre, che regnavano sovrane in quella foresta di ambiguità.
Nel buio della notte un uomo saltava da un ramo all’altro, più svelto che poteva, ma allo stesso tempo, facendo molta attenzione all’importante fagotto che aveva tra le sue robuste braccia.
L’uomo non era molto alto, ma in compenso era robusto, aveva un fisico asciutto e slanciato, anche se queste doti, non venivano risaltate per via dell’armatura che portava in dosso, un armatura da samurai con tanto di protezioni sulle braccia e sulle gambe; aveva i capelli bianchi, chiaro segno della sua veneranda età, che erano coperti da un elmo, anch’esso da samurai; il suo viso era illuminato dai deboli raggi di luna piena, e anche se era ricoperto da alcune macchie di sangue, si riuscivano a intravedere i suoi lineamenti marcati; gli occhi erano color del celo d’inverno, grigi, e lasciavano trasparire la sua imminente stanchezza, non era stato facile eliminare tutti quegli avversari; le sue labbra erano sottili, delicate, ma sfigurate dagli immediati movimenti, dovuti alla corsa estenuante, e alla mancanza d’aria.

L’uomo non dimostrava più di 54 anni, non era più nel fiore degli anni, ma ciò nonostante, aveva dimostrato un incredibile forza e resistenza davanti al dolore e al pericolo incombente della morte.

Ma all’improvviso, accelerò la sua interminabile corsa, qualcuno, o qualcosa, lo seguiva.
Si sentirono dapprima dei fruscii, che si mutarono pian piano in rumori sempre più alti.
E ben presto, il silenzio che regnava in quell’angolo di foresta si tramutò in un baccano assordante, che si spostava sempre più velocemente.
Fino a che, non ci fu, di nuovo, un immediato silenzio

L’uomo allora si fermò.

Ma commise il più grande errore della sua vita.
Perché dalle tenebre dell’inferno più cupo, comparve davanti a lui un enorme serpente.
Quest’ultimo sibilò qualcosa.

“Dammi s-subito quella cosa!!!”, disse il serpente, con una voce assordante, pari alle grida di cento uomini.

“Altrimenti? Cosa mi faresti?”, disse l’uomo in tono di sfida.

Allora il serpente lo attacco con la coda, cerco di schiacciarlo, ma inutilmente, perché l’uomo si spostò agilmente (Scusate la rima baciata NDA).

Ma non era finita, perché il serpente emanò una miscela velenosa dalla sua bocca, e l’uomo non poté fare altro che scansarsi, ma non fu sufficiente, perché dovunque andasse, quel gas velenoso lo seguiva.
Allora, raccogliendo le poche energie rimastegli, mise le mani in posizione per un Ninjutsu.

“Disperdi!!!”, gridò.

E immediatamente tutto il veleno si disperse. Il serpente che non se l’aspettava, abbasso la guardia, e l’uomo, allora, prese un Kunai, e glielo lanciò in direzione del suo cuore. Fece centro, e immediatamente, l’enorme bestia, esalando l’ultimo respiro, si accasciò a terra.

Il poveruomo ormai era allo stremo, riusciva a stento a tenersi in piedi. Ma doveva farcela! Quella creatura aveva il diritto di vivere. Si, perché, in quel fagotto, c’era una creatura, una creatura sua, che doveva assolutamente vivere, e chiamarlo per nome, avrebbe voluto sentirsi chiamare “nonno”, lo voleva più di ogni altra cosa, anche se sapeva che questo non sarebbe mai successo.

Guardando quella creatura, improvvisamente riprese le forze, e ricominciò la sua corsa, più deciso che mai, a raggiungere la sua meta.

Corse per più di 2 ore, era uno sforzo immane, quando, finalmente, arrivò, emise un respiro di sollievo. Arrivò ad una villa piuttosto grande. Era circondata da un giardino stupendo, in cui, erano presenti fiori di ogni colore, dal bianco al viola, c’era anche una fontana.
Era un ambiente apparentemente confortevole, dove regnava assoluto silenzio, ma era logico, essendo notte fonda, dovevano essere per lo meno le due di notte.

“Finalmente sei arrivato Sarutobi”, disse una voce calda e impertinente, proveniente dall’oscurità.

“Ho avuto degli imprevisti lungo il tragitto, Tsunade”, disse con inverosimile calma.

Dalle vicinanze del cancello della villa, comparve una donna. Era bellissima, dal fisico snello e asciutto, non era molto alta, ma aveva un seno più che prosperoso. I suoi capelli avevano il colore del solo d’estate, aveva una stupenda chioma bionda, raccolta in due codini; il suo viso dimostrava preoccupazione, ma allo stesso tempo tristezza, i suoi lineamenti erano infinitamente dolci, e sulla sua fronte, si mostrava un segno viola, una specie di sigillo; I suoi occhi erano di un marrone chiaro, con varie sfumature più scure; il suo naso era minuto e le sue labbra sottili e vellutate. Non dimostrava più di 20 anni, ma l’uomo sapeva che ne aveva 36 suonati.

La donna gli si avvicinò, e disse:

“Non ti ha seguito nessuno? Sei sicuro di averli seminati?” disse con fare preoccupato, guardandosi in torno.

“Sta tranquilla, ho eliminato tutti i miei inseguitori, anche gli ultimi rimasti” disse l’uomo, sforzandosi di non cadere per la troppa
stanchezza e il troppo sforzo.

Tsunade poi, guardo quella creaturina. Era un vero tesoro, dormiva profondamente, era un vero angioletto. Dormiva tranquillamente.
Non sapeva minimamente che di li a poco, la sua vita sarebbe cambiata completamente.
Lo sguardo della donna si fece improvvisamente triste, un dolore immane le attanagliava il cuore.

“Dammi, ci penso io, tu sei negato con i bambini” disse in modo premuroso, e con molta delicatezza, prese quel delicato fagotto.

Cullò, con delicatezza quella creatura, per lei era la più bella mai vista, ed, essendo un medico, aveva visto e preso parte a molte nascite. Ma nonostante tutto, il suo sguardo era come infelice, avendo la gioia più splendente tra le mani, non riusciva a sorridere, sapendo cosa sarebbe successo.
Nello stesso istante, i pensieri di *Sandaime Sarutobi combaciavano con quelli di Tsunade, anche lui, contemplando quel miracolo, era infinitamente afflitto.
Non avrebbe voluto proseguire, ma era l’unico sistema per garantire la sopravvivenza di quel dono del cielo.

“Senti Sarutobi….” disse Tsunade.

“Dimmi” rispose.

“Dobbiamo proprio farlo, perché non possiamo tenerla con noi? La crescerei io come se fosse mia figlia e…….”.

“Credi che anch’io non lo voglia? Credi che mi faccia piacere sapendo che crescerà senza chiamarmi nonno? Senza sapere che io sia parte della sua famiglia?” disse quasi urlando, per lui era un dolore immenso.

Poi Sarutobi continuò:

“Questo è l’unico modo per proteggerla, se tu sai chi, sapesse dove si trova, allora per lei non ci sarebbero speranze. Questa bambina riceverà enormi poteri fin dalla sua nascita, e se lui la trovasse, allora potrebbe plasmare la sua piccola mente più facilmente, e io non voglio ritrovarmi a combattere contro mia nipote per proteggere il villaggio della foglia.” Disse quasi piangendo Sandaime.

Si avvicinò a quella creatura, e, con fare delicato le accarezzo la testa.

“Lei è anche la nipote del Primo e del Secondo Hokage. E hai promesso a Nawaki, in punto di morte, che avresti vegliato e protetto sua figlia, Tsunade. E questo è l’unico modo per proteggerla, lei crescerà come la figlia dei signori Haruno, e al momento opportuno, quando sarà pronta, le racconteremo tutta la verità, poi spetterà a lei decidere cosa fare. Ma per il momento, è importante che non sappia nulla, se dovesse scoprire tutto in un'altra situazione, non so come reagirebbe, e non tocca a lei soffrire più di quanto non sia necessario, dovrà già affrontare il dolore di sapere della morte di sua madre e suo padre. Se davvero le volgiamo bene, è importante lasciarla andare, te ne rendi conto Tsunade?”.

Tsunade, allora, rassegnata, fece un cenno con la testa, e strinse la creatura forte a se, lasciando che le lacrime prendessero il sopravvento.

Lei era tutto quello che le era rimasto, l’ultima traccia di Nawaki su questa terra, e ancora pensava a tutto quello che non avrebbe potuto vedere con i propri occhi, a tutte le gioie che non avrebbe potuto condividere con sua nipote: i suoi primi passi, le sue prime parole, la manifestazione dei suoi primi poteri, già, quegli stessi poteri che le impedivano di starle a canto. Tutto questo era un prezzo troppo alto da pagare, ma doveva farlo, per il bene della bambina, lei avrebbe potuto sempre guardarla da lontano, forse, non sarebbe stata la stessa cosa, ma le sarebbe dovuto bastare.
La strinse con fare ancora più affettuoso, con molta delicatezza poi, la cullò fra le sue braccia.

“Si, hai ragione, ma è così piccola, non vorrei lasciarla andare”, disse con il tono di una madre commossa per la bellezza del suo bambino.

“Lo so, ha preso tutto da me, non trovi?”, disse scherzoso il terzo Hokage.

“Non offendere la bambina!!! Caso mai avrà preso da me!!!”, rispose Tsunade con tono di falsa protesta.

I due poi, si guardarono negli occhi e scoppiarono in una fragorosa risata.
Ma ad un tratto lo sguardo ti Tsunade si fede triste.

“L’unica cosa che avrei voluto, sarebbe stato quello di starle a canto”, disse in tono più che rammaricato.

“Lo so, ma potremo vegliare su di lei da lontano, ma no preoccuparti, vedrai che il giorno in qui potremo finalmente abbracciarla e condividere con lei le nostre gioie arriverà presto, possiamo solo aspettare, e aggrapparci con tutte al nostre forze a questa speranza” ,confermò in tono di consolazione.

Tsunade, poi, sentì un leggero movimento provenire dal fagotto.
E constatò con stupore e felicità, che la bambina si era svegliata. E in un attimo, due occhi vispi e dolci, la guardavano con fare confuso, erano stupendi, di un verde mare molto intenso, ora che la guardava meglio, pensò che era stupenda, per essere una bambina di appena 2 mesi.

Con sguardo compiaciuto, notò che un petalo di ciliegio si era posato sulla fronte della bambina, e lei, tutta curiosa, cercava di prenderlo, ridendo gioiosamente (CHE AMORE!!!!!!!!!!!!!!!!! *0* NDA ME FELICE!!!! NDA) (FAI SILENZIO!!!!! NDT) (Ma io che ci posso fare!!!!! Adoro i bambini!!!!!! Soprattutto il mio cuginetto di 1 anno!!!!! CHE CUCCIOLO!!! NDA).

Tsunade non riuscì a trattenere un sorrisetto divertito, solo da pochi minuti aveva in braccio la bambina, e già ne era innamorata pazza!!!
Poi, sorridendo amorevolmente, e disse:

“Benvenuta su questa terra: Sakura Haruno.”


To be continued................



SPAZIO DELL’AUTRICE!!!!

Allora? Che ve ne pare? Vi intriga la storia?

Ho pensato che Sakura, visto che nella serie non compaiono i genitori, fosse la figlia di Nawaki, e quindi anche la nipote del Primo, del Secondo e del Terzo Hokage, visto che tutti e tre (gli Hokage) sono fratelli, e questo spiegherebbe anche l’interesse di Tsunade per lei, nella seconda serie.
Ma c’è un altro mistero, chi è la madre? E chi vuole far del male alla piccola Sakura?

Bè, questo lo scopriremo più tardi, ma vi dirò da subito che il fattore Uchiha sarà coinvolto non poco. Io adoro Sasuke, se poi se non c’è lui, mi consolo con il fratello!!! *ç*(SBAV SBAV!!!!)

QUINDI GUAI A CHI ME LI TOCCA!!!!!!!! CHIARO!!!!!

E NON MI TOCCATE NEMMENO HAO E REN!!!!!!!! SONO PRORPIETA’ PRIVATA!!!!!!

Ovviamente scherzo, non vi allarmate.

COOOOOOOMUUUUUUNQEEEEEEEEEEEEE!!!!

Spero di ricevere una recensione da parte vostra, per sapere se la storia vi piace.
Ringrazio principalmente Susy, una mia compagna di classe, che mi ha finalmente convinto a scrivere questa storia, mi ha dato il coraggio necessari, e anche la mia Proff. di Lettere, che mi ha aiutato, in pochi giorni, a perfezionate il mio stile di scrittura.
Spero di leggere la recensione di qualcuno di voi, ma sono già immensamente felice che leggiate la mia storia.

BACINI!!! BACIOTTI!!!!! BACIONI!!!!!!

* Sandaime Sarutobi = Sandaime, è il vero nome del Terzo Hokage, mentre, come saprete, Sarutobi è il cognome.

  
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