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Autore: MissTostaPayne    20/03/2013    4 recensioni
Quindi questo significa che effettivamente ho una speranza? Che la qui presente Hope ha una speranza?
Se questa è la situazione cambiano le carte in tavola.
Fisso una tegola per un bel lasso di tempo e poi lo inchiodo con lo sguardo, o almeno questa era l’idea.
E inizio a parlare a raffica.
"Scegli me. So di chiederti un sacrificio. Ti sto pregando di rinunciare ad una ragazza perfetta per il dentifricio dimenticato aperto sul lavandino, per il tè senza zucchero, per quella stronza che ti ruba tutta la coperta, per i film drammatici. Ti chiedo di rinunciare alla bellezza in tutte le sue forme per prendere l'imperfezione, per accettarmi con i miei viaggi mentali, i complessi, le gambe grosse, le cicatrici fuori e dentro. Scegli me, anche se so che non riuscirò mai a renderti davvero felice. Scegli me perché sono egoista, perché ti amo ancora più di quelle persone che riescono ad accettare il fatto che la persona più importante della loro vita sia con qualcun'altro. Scegli me perché ti voglio molto più di chiunque altro."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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» Choose me.

Le nuvole oggi  sono un po’ troppo scure e minacciose per i miei gusti. O forse sono io a vedere tutto nero.
Inspiro e butto fuori tutta l’aria dalle guancie come se dovessi prepararmi a fare sessanta vasche di fila a stile libero e poi rotolo su un fianco, lasciando che l’erba verde mi pizzichi la pelle.
Ma cosa sto aspettando? Harry non verrà. Non oggi. Non più.
Mi assale l’improvvisa consapevolezza di averlo perso. È così, l’ho perso. E tutto per il mio stupido e imperdonabile errore. Cosa credevo? Che scattasse l’amore come nelle favole e tutti felici e contenti? Non c’ho mai creduto per queste ragionevoli ragioni:
1) i miei aggraziati piedini hanno raggiunto l’allarmante numero 43 alla tutt’altro che veneranda età di tredici anni di vita e di conseguenza ho perso la speranza di veder arrivare il mio principe azzurro al galoppo, trasportando sotto l’ascella a mo’ di lancia la mia “scarpetta” per poi tentare inutilmente di infilarla nel tronco d’albero che mi ritrovo come piede;
2) in seconda media ho tentato di rifilare al mio compagno di banco un filtro d’amore fasullo che credevo opera della magia oscura di una potente maga. Dire che non ha funzionato è superfluo.
3) non ci è bisogno di un punto tre, scommetto che vi avevo già convinti al punto uno, non è vero?
Beh sta di fatto che, seguendo e superando i miei standard, ho combinato  un vero casino. In poche parole è la classica storia da film: lei e lui amici da una vita, lei si dichiara e fa il patatrac. Peccato che la mia vita non si concluda altrettanto bene.
E questo omettendo che non mi sono dichiarata al chiaro di luna o mentre ci preparavamo per il ballo della scuola o al momento del sì. No, troppo banale, troppo ovvio.
Eravamo a una festa, questo sì. Prima mi sono fatta convincere a bere qualche birra di troppo (io che non reggo neanche lo champagne) e poi- chissà cosa avrò avuto nella mia testolina?-sono andata dritta nelle braccia del mio migliore amico per dichiarargli quanto sono pazza  d’amore per lui.
Insomma la migliore figura di merda di tutti i tempi. Mi riparo dai raggi del sole,  nascondendo il viso fra i ciuffi d’erba, come se potessero scacciare quell’orribile, orribile ricordo dalla mia mente confusa. Tutto inutile.
Potevo anche trasformarla in una semplice gaffe data dall’eccesso di alcool, se solo non mi avesse guardata negli occhi. Se solo non ci conoscessimo dai tempi dell’asilo, forse non avrebbe capito tutto in una nanosecondo, come invece a fatto. Ha scoperto l’unico segreto che gli ho mai tenuto nascosto. Quello di cui allo stesso tempo faceva e non faceva parte.
È bastato a sconvolgerlo a tal punto da praticamente fuggire via dalla festa, lasciandomi lì tra le risate di tutti. Lì, sola con la mia vergogna terribile.
Mi sfugge un gemito. Batto le palpebre nel disperato tentativo di scacciare quelle lacrime fastidiose che ultimamente fanno capolino troppo spesso agli angoli degli occhi e mi siedo, avvolgendo con le braccia, le mie ginocchia magre.
E non ci sono solo io a complicare la situazione, ma anche Violet, la sua ragazza. Avevo un rapporto carino con lei, prima della serata-impossibile-da-dimenticare. E il brutto è che so anche che tra loro le cose vanno alla grande..  o andavano, non so se la mia nuova presa di posizione ha cambiato qualcosa nel loro rapporto anche se stento a crederlo.
Sospiro e appoggio il mento sulle braccia, fissando distrattamente i bambini che giocano a calcio e i vecchietti che si sfidano a colpi di scacchi. Devo avere proprio una faccia depressa quando incrocio il suo sguardo perché la prima cosa di cui mi accorgo è l’iniziale preoccupazione, dopo ci vedo la consapevolezza e un dolore profondo, che poi è specchio del mio.
Per un momento non c’è nient’altro tranne noi e il mondo sembra essersi fermato in attesa di una sua reazione. Che puntualmente è quella sbagliata.
Volge lo sguardo altrove e, con le mani in tasca, gira i tacchi e se ne va.
Rimango spiazzata inizialmente, non riesco a far altro che guardarlo allontanarsi con la bocca aperta e il cuore che si frantuma pezzo a pezzo, lentamente, come per farmi soffrire il doppio.
E all’improvviso, quasi senza accorgermene, scatto in piedi, traballando un po’ –maledette gambe- con tutte le probabilità in preda a un attacco di pazzia acuta, cerco il sasso più grosso e duro in circolazione.
Prendo la mira e lancio con tutta la forza che ho in corpo.
Lui sobbalza per il colpo o per la sorpresa e si volta con gli occhi sgranati,guardando me, la mia mano ancora aperta e poi ancora me, incapace di credere a quello che vede.
Prima che anch’io mi chieda se stia diventando definitivamente un’ameba o che qualcuno chiami la polizia per aggressione, parlo, anzi urlo.
“Dove credi di andare stupido smidollato che non sei altro?- domanda retorica ovviamente, non ho la benché minima intenzione di lasciarlo parlare- Se avessi un po’ di rispetto per la nostra amicizia, o perlomeno per quello che ne è rimasto, parleresti con me. E invece tu che fai? Dai le tue conclusioni.. come tutti gli uomini dopotutto! Ma bravo! Dimostra di avere un  po’ di fegato, stasera ti aspetto al tetto. Per chiarimenti o per mettere la parola fine a..a tutto.”
La voce alla fine si spezza e non reggo più lo sguardo allucinato di Harry sulle mie guance bagnate e sulle gambe tremanti. Mi volto, afferro la borsa abbandonata sull’erba e scappo. Scappo da tutto e da tutti.
Non faccio nemmeno in tempo a sentire il vecchietto che con una sonoro pacca sulla schiena di Harry esclama: “è una tutto pepe la tua ragazza!”
Forse mi avrebbe fatto sentire meglio, quel benedetto vecchietto, perché in quel momento mi sentivo tutto tranne che pepata.

~

Con il dito sfioro le stelle luminose di questa sera e le chiamo per nome, come vecchie amiche.
Come vorrei essere lontana anni luce. E invece eccomi qui, sdraiata sulle tegole ruvide vicino alla finestra della mia camera, con le luci di casa tutte spente, per poter osservare quei pallini luminosi che fanno sembrare tutti i problemi della Terra così inutili e minuscoli, come granelli di polvere.
Sospiro, stasera non funziona però. Non sono concentrata sulla cosa giusta, penso solo al rumore dei passi di Harry quando si arrampica dal melo di casa sua per raggiungermi qui, il nostro posto segreto, lontano dagli occhi di tutti, lontano dagli occhi del mondo.
Chiudo gli occhi e mi pare di sentirli anche ora. Devo averci fatto l’abitudine ormai. So che stasera rimarrò sola di fronte all’immensità dell’universo.
“Che fai? Prima attenti alla mia vita e poi dormi?”
Scatto a sedere, così vado a sbattere dritta con la testa di Harry che mi guardava sottosopra, chissà da quanto tempo.
Balbetto qualcosa, inebetita, non so se dalla botta o dalla comparsa improvvisa. Lui ridacchia e per un attimo sembra tutto come i vecchi tempi. Giusto un attimo.
“Hope.. io voglio che tu capisca che sono molto confuso adesso. Non voglio in alcun modo ferirti, perciò non credere che ti eviti apposta o cose del genere, intesi?”
Non lo guardo negli occhi ma annuisco, mordendomi il labbro inferiore.
Sospiro. Credo che diventerà un hobby per me questa cosa del sospirare di continuo.
“Io..non so chi scegliere, capisci?” continua lui, tormentandosi le mani in modo tenerissimo.
Frena i cavalli. Ha detto che deve scegliere? Ma cosa deve scegliere? Il modo in cui rifiutarmi?Vuole essere delicato per non ferire i miei sentimenti? Possibile che abbia capito quanto è profondo, quanto è vero ciò che sento per lui?
Il mio sguardo confuso incrocia il suo.
“Beh si..tra Violet e te.. la scelta non è facile sai? Ho scoperto tutto così di botto che..”
“Aspetta aspetta aspetta - lo interrompo- mi stai dicendo che stai riflettendo.. beh che stai pensando a noi due come..ecco..come possibile coppia?” dalla mia voce trapela tutto il mio sincero stupore.
“Non è quello che volevi?” Harry sembra ancora più confuso di prima.
“Si, si..Certo! È più di quanto sperassi!”
Quindi questo significa che effettivamente ho una speranza? Che la qui presente Hope ha una speranza?
Se questa è la situazione cambiano le carte in tavola.
Fisso una tegola per un bel lasso di tempo e poi lo inchiodo con lo sguardo, o almeno questa era l’idea.
E inizio a parlare a raffica.
“Scegli me. So di chiederti un sacrificio. Ti sto pregando di rinunciare ad una ragazza perfetta per il dentifricio dimenticato aperto sul lavandino, per il tè senza zucchero, per quella stronza che ti ruba tutta la coperta, per i film drammatici. Ti chiedo di rinunciare alla bellezza in tutte le sue forme per prendere l'imperfezione, per accettarmi con i miei viaggi mentali, i complessi, le gambe grosse, le cicatrici fuori e dentro. Scegli me, anche se so che non riuscirò mai a renderti davvero felice. Scegli me perché sono egoista, perché ti amo ancora più di quelle persone che riescono ad accettare il fatto che la persona più importante della loro vita sia con qualcun'altro. Scegli me perché ti voglio molto più di chiunque altro.”
Mi rendo conto di non aver mai detto una cosa più vera di questa solo quando ho finito le parole e rimango senza fiato a fissare tutto ciò che voglio, che spero, che amo.
Tutto questo è Harry.
Adesso non si può più tornare indietro.
Come prevedevo, la prima risposta al mio discorso è il silenzio assoluto. Occhi negli occhi, rimaniamo zitti. E mi salta in testa un pensiero assurdo. Guardalo bene fin che puoi perché se sceglie Violet non lo rivedrai mai più.
Poi all’improvviso sorride. “Sai, credo di aver deciso appena ho messo un piede qui sopra. Quando ti ho vista coricata, mi è venuta in mente una cosa successa tipo una vita fa. Credo avessimo dieci anni, undici al massimo. Probabilmente non ricordi. Tu eri proprio lì e mi stavi insegnando nomi e cognomi, quasi quasi pure gli indirizzi di ogni stella mai scoperta. Alla fine, soddisfatta ti sei appoggiata sui gomiti, stendendo per bene la gambette da cavalletta davanti a te e indicando Andromeda hai detto: «Non è bellissima?» e io ho risposto «Si» ma non guardavo la stella, guardavo te.”
Ci misi una vita a decifrare le sue parole, quasi fosse un codice latino del I sec d.C. Fatto sta che quando me ne accorsi, era troppo tardi. Quando me ne accorsi, le sue labbra erano già sulle mie. Delicate e fresche nella notte. In quel momento, poteva esplodere anche tutto l’universo e non me ne sarebbe importato. Perché in quel momento ho capito che Harry aveva scelto me.








Saaaaaaalve :D
Ebbene si. Sono viva!
Dopo anni e anni (?) di assenza ingiustificata e ingiustificabile rieccomi all’attacco! YEEEEEEE
Fischiettando innocentemente  farò finta di non ricordare la benedetta FF che non continuo da una secolo – se c’è ancora qualcuno laggiù che mi aspetta, la vostra attesa sarà ripagata al più presto!
Mmm che altro dire? Spero che la nuova OS vi piaccia :)
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
Recensite! Recensite! Recensite! *futura animatrice di folle*
Bacioo,
Chiara.

  
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