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Autore: fuxiotta95    20/03/2013    2 recensioni
Quando si é genitori il tempo passa piú velocemente e ocn esso l'ansia da separazione cresce...ma bisogna imparare che esso scorre come sempre e ci permnette di goderci a pieno la propria felicitá
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: David/Jiro, Joe/Koujirou
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[AVVISO! Questa storia è un mini seguito di altre due mie storie “il nostro piccolo miracolo” e “ora sei qui” quindi se non capite e vi chiedete
-Da dove arriva il moccioso?- *riceve padellata da Sakuma e Genda*
Andate pure a leggerle
 
Era passato un anno dalla nascita di Joseph, un anno di notti passate in bianco, minestrine volate e primi versetti… il piccolo cresceva forte e sano e con lui anche i suoi genitori. Era Agosto e il giorno del compleanno del piccolo si stava avvicinando.
 
(Genda)
Ero appena rientrato dopo una giornata di allenamento ai pulcini, una giornata passata a insegnare come marcare a uomo, a come scartare, ecc.Il sole aveva iniziato a tramontare tingendo il celo dei suoi colori caldi che mi ricordavano i sottili capelli del mio piccolo. Appena entrai in casa mi sfilai le scarpe sorprendendomi del silenzio che regnava, ero abituato a sentire le urla del bambino, le risate, la voce di Sakuma e i suoi passi leggeri. appoggiai sul mobile di ingresso le chiavi e il cappellino da mister mentre mi osservavo in torno aspettando di veder giungere il mio amato, ma niente, solo silenzio
-Sakuma?-
Lo chiamai preoccupato, quando usciva mi mandava sempre un messaggio, entrai in sala trovandola vuota, i giochi del piccolo erano nel Box e tutto era in perfetto ordine, mi guardai in torno sentendo nascere in me la preoccupazione, ad un tratto senti la risata cristallina di Joseph provenire dal piccolo cortile retrostante la casa. Mi affacciai alla veranda e sorrisi nel vedere quella scena, Sakuma era coricato in mezzo al prato, all’ombra di uno dei nostri alberi da frutta, sorridendo alzava al cielo il nostro bambino che ridendo allungava le mani verso il suo viso, ogni volta che lo abbassava gli baciava la fronte per poi alzarlo nuovamente e ridere contagiato da quella risata cristallina e pura. Rimasi incantato ad osservarli e solo all’ora notai che, come Joseph, anche Sakuma era cresciuto, i capelli lunghi che come i raggi del sole si allargavano sull’erba, le gambe lunghe e snelle messe in mostra dal costume azzurro, i fianchi stretti, il ventre leggermente abbozzato per via della gravidanza, il viso piú adulto. Notai che per la prima volta da tanto tempo non indossava la benda, osservai il piccolo sfiorargli il contorno dell’occhio dall’iride bianca, ma subito ritrasse la manina quando il mio amore mosse la testa sentendo le dita paffute di Joseph avvicinarsi alle ciglia, lo alzo nuovamente sorridendogli con dolcezza. Silenziosamente mi avvicinai per poter far parte di quel momento, Sakuma aveva chiuso gli occhi e stringeva al petto il nostro bambino accarezzandogli la schiena, mi inginocchiai sull’erba e lentamente posai le mie labbra sulle sue vedendolo spalancare gli occhi per lo stupore, ma subito ricambio il mio bacio portandomi una mano dietro la nuca
-Ben tornato…-
Mi soffio sulle labbra, gli sorrisi e mi avvicinai per baciarlo nuovamente, ma una piccola mano mi si appoggio sulle labbra attirando la mia attenzione, mi voltai appena incrociando lo sguardo, dalle iridi simili alle mie, di Joseph, sposto il suo sguardo verso quello di Sakuma con fare preoccupato
-Sono una minacciá?-
Domandai non appena la mano del piccolo scivolo sul mio mento, Sakuma inizio a ridere prima di baciare il naso del bambino che rise e mosse i pugnetti felice di essere riuscito ad riavere l’attenzione della propria mamma
-Vuole essere l’unico a ricevere i miei baci-
M’informo baciandomi nuovamente, si mise a sedere continuando a tenere al petto il nostro bambino
-Che cosa avete fatto?-
Gli chiesi notando che indossava solo il costume e il piccolo era avvolto nel suo accappatoio giallo
-Faceva caldo quindi abbiamo giocato con l’acqua-
Mi rispose indicando la bacinella dei panni ora piena d’acqua, mi alzai e gli feci segno di passarmi il piccolo, lo presi sollevandolo in aria per poi stringerlo al petto.
 
(Sakuma)
Rimasi seduto a terra ad osservare Genda coccolare il nostro Joseph, sorrisi osservandoli avvicinarsi alla bacinella dandomi le spalle, vidi il mio amato abbassarsi, molto probabilmente per far toccare l’acqua al bambino
-Ora papá ti fá vedere come si gioca con l’acqua-
Mise a terra Joseph, che prese a strappare i ciuffi d’erba, non ebbi il tempo di alzarmi che vidi Genda prendere la bacinella per i manici e corrermi in contro, provai a muovermi, ma l’acqua mi  investi in pieno, rimasi in mobile con lo sguardo puntato al colpevole che beffardo sorrideva a nostro figlio con fare vittorioso
-Visto come si fá?-
Mi alzai di scatto e gli saltai sulla schiena cingendogli il collo con le braccia
-TI UCCIDO!-
Gli urlai nell’orecchio mentre lui rideva di gusto, Joseph inizio ad applaudire ridendo di fronte a quella scena. Genda volto appena il viso afferrandomi le cosce per evitare che mollassi la presa su di lui
-A lui è piaciuto!-
Si giustifico continuando a ridere, riuscii a farlo inginocchiare al suolo e presi a fargli il solletico osservandolo piegarsi sotto le mie mani ridendo, guardai Joseph avvicinarsi osservando curioso ció che stavo facendo, ma subito prese a ridere e a toccare il volto di Genda nel tentativo di provocargli ció che gli stavo provocando io
-Vi prego basta!-
Supplico il mio amato tenendosi il ventre mentre due lacrime gli rigavano il volto, le labbra tirate in un enorme sorriso
-Chiedimi scusa!-
Gli ordinai tenendogli le mani sui fianchi, non aveva mai sopportato il solletico, riuscii a rigirarsi sotto il mio peso e mi guardo continuando a ridere, con il braccio si asciugo il volto mentre nostro figlio giocava con i suoi capelli tirandoglieli appena
-Ok, ok scusa, peró non vale tu hai avuto un alleato-
Gli posai le mani sul petto sorridendogli sornione
-Questo è il bello di essere la mamma!-
Feci l’occhiolino prima di baciarlo, mi tocco il ventre abbassando appena l’elastico del costume fino a scoprire la cicatrice del cesario, lo guardai perplesso, mi sorrise accarezzandomi un fianco, osservai Joseph che continuava a giocare con i capelli rossicci di Genda
-Jo…-
Alzo il viso paffuto incrociando il mio sguardo, Genda si alzo sui gomiti e si volto a guardarlo, il piccolo allungó le braccia per farmi capire che voleva che lo prendessi, mi alzai e lo strinsi al petto, senti Genda fare lo stesso, mi abbraccio appoggiando il suo ventre contro la mia schiena, mi strinse le braccia per poter sostenere a sua volta il piccolo che incantato giocava con una mia ciocca di capelli. Appoggiai le labbra alla sua fronte ispirando a fondo il suo profumo di neonato, sentii Genda poggiarmi le sottili labbra sul collo, il suo respiro caldo mi fece sciogliere. Con dolcezza accarezzó la guancia del piccolo che lasció la mia ciocca per concentrarsi sulle lunghe dita del padre esaminandole con attenzione, strinse l’indice nelle paffute manine portandoselo alle labbra e prima che Genda potesse ritrarlo lo morse con i denti celati per la maggiorparte dalle gengive
-Joseph…-
Il piccolo spostó i suoi occhini sul mio viso sentendosi richiamare e lentamente lasció andare la mano del padre, mi guradó rammaricato prima di posare le mani sul mio viso
-Facciamo vedere a papá quella cosa?-
Feci segno a Genda di allontanarsi di qualche passo, mi abbassai per permettere a Joseph di toccare terra con i piedi, lo tenni per le manine e alzai lo sguardo verso il mio amato sorridendo, subito comprese e si abbassó allargando le braccia
-Vieno, Joseph-
Timidamente il bambino inizió a fare qualche passo e le sue dita allentarono la presa sulle mie, un altro passo e le sua mani scivolarono via interrompendo del tutto quel contatto. L’osservai camminare verso Genda tendendo le mani in avanti per mantenere l’equilibrio, sorrisi nel sentirlo urlare non appena il padre lo accolse nelle proprie braccia alzandolo in aria
-Bravo il mio campione!-
Urló continuando a tenerlo al di sopra della propria testa.
 
Spostai il mio sguardo su Sakuma, che teneva una mano sul ventre, sorridendo con una nota di malinconia a velargli gli occhi
-Guarda Joseph…-
Gli indicai il mio amato, il piccolo guadó incuriosito
-Anche quando è triste la mamma sorride-
Il piccolo allungó le mani verso Sakuma
-Mama!-
Lo chiamó con la sua voce squillante dimenandosi nelle mie braccia, il mio amato si avvicinó e gli bació la fronte, sapevo che cosa era dovuto quello sguardo triste, in realtá era un misto di emozioni: tristezza, amore, angoscia, orgoglio…
Emozioni che lo avrebbero invaso ad ogni passo che Joseph avrebbe compiuto, passo che lo avrebbe portato sempre piú vicino al diventare grande, ma anche che lo avrebbe allontanato da noi, ma non era tempo che Sakuma pensasse a quello e nemmeno io, avremmo avuto ancora moltissimo tempo prima di vedere il nostro bambino andarsene per diventare indipendente
-La mamma sorriderá sempre per te…-
La voce dolce di Sakuma mi riportó alla realtá, lo vidi alzare lo sguardo verso di me, posó le labbra sulle mie
-Anche per te!-
Sussurró deciso, sorrisi, non potevo desiderare di meglio…una famiglia tutta mia.
Sakuma era intento ai fornelli, stava preparando gli spaghetti allo scoglio. Il profumo del pesce saltato in padella riempiva la cucina insieme al rumore dei tegami che venivano spostati sui fornelli, l’osservai darmi le spalle, i capelli azzurrini legati in una coda di cavallo alta
-Sakuma i sandali!-
Lo sgridai notando che come al solito era a piedi scalzi, si voltó facendomi la linguacciaprima di tornare a prestare attenzione alla cottura del pesce, Joseph era seduto al mio fianco sulla sedia che ormai era diventata il suo posto a tavola ufficiale, trá me e Sakuma, inginocchiato sull’enorme cuscino che gli avevamo messo per farlo arrivare al tavolo. Indicó il proprio bicchiere con il beccuccio
-Mama! Mama! Mama!-
Inizió ad urlare allungandosi verso l’oggetto desiderato, glielo presi
-Bicchiere!-
Scandii indicandogli l’oggetto, senza ascoltarmi lo prese ed inizió a bere guardandosi in torno
-Almeno protesti dire “papá”!-
Bonfocchiai appoggiando il mento sul palmo della mano, sentii Sakuma ridere, l’osservai darmi le spalle
-Joseph-
Lo chiamai toccandogli la spalla per attirare la sua attenzione, si voltó e mi afferró la mano come se quel tocco lo infastidisse
-Di: Goal!-
Lo sguardo del piccolo viaggió in direzione di Sakuma, che si era voltato a fissarlo curioso di vedere se avrebbe provato, per poi scoppiare a ridere
-Dovrai aspettare ancora un pó per sentirlo esultare-
M’informó il mio compagno mettendo in centro tavolo una terrina colma di spaghetti allo scoglio
-Gli tagli i suoi?-
Mi chiese mettendomi di fronte il piattino di Joseph, iniziai a litigare con la forchetta e il coltello. La cena passó tranquillamente, tra le mie risate e quelle di Sakuma causate dai disastri che il piccolo combinava con il cibo. Mi sedetti in sala con Joseph in braccio
-Genda, non ci provare!-
La voce di Sakuma giunse furiosa dalla cucina, sospirai e puntai il mio sguardo in quello del bambino che mi guardava incuriosito
-La mamma mi ha beccato-
Lo avvertí sorridendo, mi alzai e lasciai Joseph giocare sul tappeto, gli lanciai un’ultima occhiata prima di entrare in cucina dove trovai ad attendermi Sakuma con un grembiule in mano, me lo infiló è mi indicó i piatti nel lavello
-Non posso sempre fare io la donna di casa!-
Constató appoggiandomi le mani sui fianchi, mi piegai verso di lui per posargli un bacio sulle labbra, ma sorridendo beffardi si spostó evitando il contatto, sorrisi vendendo la sua figura slanciata sparire dietro la porta.
 
Mi sedetti sul divano e osservai Joseph giocare con i suoi lego, ridevo ogni qual volta lo vedevo applaudire felice di essere riuscito ad incastrare due pezzi, scivolai giú dal divano e mi posizionai al suo fianco accarezzandogli i corti capelli, senza neanche guardarmi in volto mi posó in mano un pezzo di lego per tornare poi a giocare con quelli sparsi sul tappeto, ad un tratto un flash accecante mi fece sussultare, mi voltai nella direzione da cui era giunta l’improvvisa luce trovando Genda con in mano la macchina fotografica che suo padre gli aveva regalato quando Joseph era venuto alla luce
-Che fai?-
-Mi sembra logico, immortalo i momenti piú importanti della mia famiglia-
Rispose sottolineando quel “mia” che mi suono immensamente piacevole. Un altro scatto che mi accecó. Mi alzai e gli rubai dalle mani la macchina
-Dai, ora tocca a te!-
Si sedette vicino al bambino che subito gli diede in mano un pezzo di lego
-Joseph, guarda la mamma-
Lo chiamai schioccando le dita, si voltó incuriosito per poi allungare la mano per farmi capire che voleva il nuovo oggetto che tenenevo in mano, scattai diverse foto per poi incantarmi a fissarli giocare insieme
-Sakuma?-
La voce di Genda attirró nuovamente la mia attenzione, si lazó e mi rubó la macchina fotografica dalle mani, lo vidi armeggiare un pó prima di posarla sul tavolino della sala, velocemente mi afferró per la vita costringendomi a sedermi a terra vicino a Joseph che inizió a ridere vedendomi cadere a terra, a sua volta si sedette vicino al bambino facendo in modo che restasse in mezzo a noi due
-Sorridete!-
Ordinó guardando la macchina fotografica, solo all’ora percepii il suono del taimer che indicava i secondi che stavano passando velocemente e poi il flash mi accecó.
Dopo un’ora Joseph si addormento dolcemente cullato dalle braccia di Genda, mi alzai e iniziai a mettere a posto i giochi del bambino. Appena ebbi finito aprii la porta a vetri che conduceva in giardino e appoggiato con la schiena allo stipite iniziai ad osservare le prime stelle della sera, incrociai le braccia al petto e respirai a fondo l’aria calda e umida
-Porto Joseph in camera-
Sussurró Genda alzandosi dal divano, annuii e l’osservai sparire dietro la porta per poi tornare a fissare il cielo, mi abbassai appena l’elastico dei pantaloncini e mi sfiorai la cicatrice del cesario, iniziai a sorridere come quando avevo visto per la prima volta il viso di Joseph, alzai lo sguardo al cielo
-Grazie…grazie…grazie…-
Iniziai a ripetere osservando le stelle che si erano fatte piú luminose
-Sakuma?-
La voce di Genda attirró la mia attenzione, senza un motivo gli corsi in contro e gli saltai al collo facendolo cadere sul divano alle sue spalle, lo baciai con passione continuando a sorridere
-Che ti prende?-
-SONO FELICE STUPIDO!-
Risposi ridendo e iniziando a saltare per la stanza, ma subito mi fermai temendo di poter svegliare Joseph, vidi che Genda mi osservava perplesso, mi misi le mani nei capelli, possibile che non capisse?
-GENDA, UN ANNO!-
-…lo so…-
Rispose lui in certo, molto probabilmente pensava che fossi impazzito di colpo, gli saltai addosso
-IL NOSTRO BAMBINO, IL NOSTRO MIRACOLO HA UN ANNO! CI PENSI? È DA UN ANNO CHE SEI PADRE!-
Inizió a ridere e mi abbraccio stringendomi con forza a se
-Sei sempre il solito Sakuma!-
Mi bació con passione, la sua mano andó a sciogliermi il fiocco della benda, con dolcezza mi bació la palpebrá dell’occhio opaco
-…Un anno che io sono padre, un anno che tu sei madre, un anno che noi siamo una famiglia…-

un anno...e ancora tutta la vita d'avanti...

 
SPAZIO AUTRICE
È da un bel pó che ci lavoro
-Durante il progetto delle banche…-
*sguardo omicida*
Ho voluto scrivere una nuova storia con il piccolo Joseph che pian piano stá crescendo, bello lui! Per molte cose mi sono ispirata a mio nipote, la scena del bicchiere, della sedia, dei giochi XD un pó per tutto XD vi invito a recensire, chiedo subito scusa per gli eventuali
-Certi!-
Errori ortografici, un bacione dalla vostra pazza Fuxiotta95 ;)
  
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