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Autore: Edoatar    20/03/2013    1 recensioni
Può un uomo respingere un esercito? Combattere perciò in cui si crede, per l'onore, la giustizia e la verità. Un uomo l'ha fatto. Yusuf Tazim.
Ho descritto l'estenuante lotta in cui l'assassino combatte i Templari Bizantini per proteggere Sofia Sartor, mentre il mentore Ezio Auditore è in missione in Cappadocia.
(500 ff su Assassin's Creed!!!)
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore, Yusuf Tazim
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I racconti di zio Edo'
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YUSUF TAZIM: Le ultime gesta di un'eroe

 

 

Mancavano poche ore al ritorno di Ezio.

Yusuf stava facendo il solito giro di ricognizione nella bottega di Sofia Sartor. La donna era seduta vicino ad una scrivania al centro della stanza e leggeva un libro. Dalla rilegatura rovinata sembrava antico.

I giorni in cui il mentore si trovava in Cappadocia erano passati tranquillamente.

Solo una cosa aveva turbato Yusuf. Il pomeriggio precedente le guardie personali di Ahmet erano giunte nella libreria ed avevano ispezionato il luogo. Alla risposta del perché fossero lì, risposero che stavano verificando la sicurezza della struttura. Dopodiché ritornarono nel palazzo del sultano.

Yusuf raggiunse Kasim e Dogan, che erano situati all'entrata.

-”Prendete congedo.” Gli disse, “Andate a ripulire la base. Tra non molto il mentore sarà al porto.”

I due assassini annuirono e si recarono nel loro covo.

-Yusuf.” Lo chiamò Sofia, “Se mi cercate mi trovate nel mio studio.”

-”Preferirei che rimaneste dove vi posso vedere.”

La donna sospirò.

-”Ma perché Ezio crede che io abbia bisogno di sicurezza? Per caso mi nasconde qualcosa?”

-”Oh, no. Semplicemente voleva che non vi sentiste sola mentre era via.” Mentì Yusuf.

-”Sarò nel mio studio.” Ripeté Sofia.

L'assassino rinunciò a trattenerla e si mise a scrutare una parete ricca di libri. Stava per sceglierne uno quando un rumore lo mise all'erta. Rimase fermo dov'era, fingendo di non aver sentito. Uno specchio era appeso davanti a lui e lo usò per vedere il riflesso di un soldato che sbucò da dietro una tenda con il pugnale sguainato.

Yusuf aspettò l'uomo che, ignaro di essersi fatto scoprire, stava alzando il braccio dell'arma, pronto a colpire. La guardia calò il pugnale velocemente contro di lui ma Yusuf, altrettanto rapidamente, si scansò e il coltello finì per conficcarsi in un mobile. L'assassino non gli diede il tempo di rimuoverlo e con l'avambraccio destro lo colpì sul collo, sbattendolo a terra. Staccò il pugnale e finì il soldato. Subito dopo, scagliò l'arma contro un'altra tenda. Del sangue sgorgò da sotto di essa e con un tonfo, il corpo di una guardia cadde al suolo.

Yusuf estrasse la spada e, ora comparsi nella stanza, altri uomini si fecero avanti. Portavano il marchio dei Bizantini.

Uno di loro gli corse incontro con la mazza alzata. Venne trafitto alla gola dalla spada dell'assassino. Deviò il colpo di un altro templare e lo scaraventò fuori dalla finestra. Una guardia, molto più robusta dei suoi colleghi, brandiva un'ascia e Yusuf, con il tentativo di bloccare il suo attacco, perse la spada.

Il Bruto colpì nuovamente e Yusuf gli sgattaiolò tra le gambe. Gli afferrò entrambe le braccia e gliele spezzò, poi raccolse l'ascia e lo finì.

La porta del cortile si spalancò violentemente e altri soldati irruppero correndo verso di lui. Velocissimo, Yusuf afferrò tre pugnali da lancio e li scagliò, ognuno centrando il proprio bersaglio.

Fece scattare la lama celata e uccise due Bizantini non abbastanza veloci da intercettare i suoi attacchi. Ancora cinque guardie.

Un proiettile sibilò vicino al suo orecchio. Alzò lo sguardo e vide un archibugiere che ricaricava il fucile. L'assassino superò i templari e veloce come un ghepardo si arrampicò sul tetto della libreria. Si nascose dietro ad un caminetto appena in tempo che quello fece ancora fuoco su di lui. Yusuf accese la miccia di una delle sue bombe esplosive e la lanciò in aria, verso il cecchino.

Seguì un forte boato e una scossa sulle tegole. Il Bizantino venne trafitto dalle schegge e cadde dal tetto. Ma anche Yusuf venne ferito. Uno dei frammenti metallici lo colpì in un polpaccio e un altro gli graffiò la spalla destra. Le tegole sul bordo cedettero e Yusuf perse l'equilibrio. Per miracolo, riuscì a far scattare la lama uncinata e ad afferrare l'estremità del balcone sottostante. Cadde quando una pietra, scagliata da un soldato, lo colpì sul braccio. Gli erano rimasti due pugnali da lancio che usò per liquidare due templari. Ne restavano tre. Stava per avventarglisi contro, quando un'altra cosa lo distrasse. Un grido.

Un Bruto comparve nel cortile, con in braccio Sofia. La donna si dimenava e riuscì a sfilare un piccolo coltello dalla cintura dell'aggressore, che usò per ferirlo al braccio e liberarsi. Sofia corse via dall'uomo, ma subito un altro entrò in scena e se la caricò sulla spalla.

Yusuf agì in fretta. Usò la doppia lama per assassinare due Bizantini e liberò le braccia giusto in tempo per usare le lame per uccidere anche il terzo. Rivolse la sua attenzione sui Bruti. Quello che teneva in ostaggio Sofia scappò, lasciando il compagno ad occuparsi dell'assassino.

-”No!” Urlò Yusuf, cercando di superare la guardia. Quella calò la gigantesca ascia e per restare fuori dal suo raggio d'azione, Yusuf fu costretto ad indietreggiare. Il templare continuava a roteare la sua arma e non c'era modo di avvicinarsi. Poi Yusuf si ricordò dell'oggetto che Ezio gli aveva regalato prima di partire.

-”Scusa.” Estrasse la pistola e sparò proprio in mezzo agli occhi della guardia. Stava per rincorrere il fuggiasco, quando un fitto dolore lo travolse sulla schiena. Capì subito di essere stato pugnalato. Si voltò con la lama celata pronta, e uccise un piccolo uomo che aveva la croce templare tatuata su entrambe le braccia. Più avanti, altre tre guardie sghignazzavano e ridevano, fissandolo. Il respiro cominciò a mancargli e la ferita bruciava. Raccolse la spada di un guerriero caduto e avanzò lentamente verso gli ultimi Bizantini. Anche quelli sguainarono le spade, ma non prendevano seriamente la situazione, e Yusuf sfruttò l'occasione. Caricò la guardia alla sua destra e la trapassò al torace. Subito dopo, menò un ampio fendente e tolse di mezzo anche un altro templare, il quale non aveva avuto i riflessi pronti. L'ultimo Bizantino invece se ne stava con la spada alta e aveva perso il sorriso. Yusuf aveva la nausea e la vista gli si affievoliva. Raccolse tutte le sue energie e, in un ultimo disperato sforzo, calò l'arma sulla testa della guardia, perforando l'elmo. La spada non voleva saperne di uscire, quindi l'assassino ne raccolse un'altra, preparandosi ad accogliere altri aggressori. Ma non c'era più nessuno.

Senza volerlo, cadde di peso su una panchina e perse la presa sulla spada. Mentre la vita lo abbandonava, Yusuf stava pensando a Sofia. Al fatto di aver deluso Ezio. Ripensò a quando, molti anni prima, era entrato nella fratellanza degli Assassini. Non si pentiva delle sue scelte, ne di aver dato la vita, anche se così giovane, per i suoi fratelli e per la sua città. Sapeva di aver guidato l'ordine con giustizia e onore, seguendo il credo. Abbassò lo sguardo, ad ammirare alcuni fiori del giardino di Sofia. Ad ammirarne i colori. Poi tutto si fece buio.

 

 

* * *

 

Ezio arrivò alla bottega quando ormai era il crepuscolo. Due Assassini, Dogan e Kasim, lo attendevano sulla soglia della porta sfondata e capì che qualcosa non andava.

-”Che è successo?” Domandò a Dogan, che aveva le lacrime agli occhi.

-”Dentro.” Disse.

Ezio trattenne il fiato. L'ingresso della libreria era proprio come lo ricordava, ma passando per il cortile non credette a ciò che vide.

Innumerevoli cadaveri di soldati Bizantini erano stesi ovunque. Ma non stette li a contarli, perché il suo sguardo si soffermò su un ragazzo che sembrava seduto e che scrutava il suolo. A Ezio si seccò la gola. Un pugnale era conficcato nella schiena, all'altezza dei polmoni, con un biglietto macchiato di sangue allegato.

 

Perdona questa brutalità Ezio, ma la donna era l'unica motivazione che ti avrebbe spinto a negoziare con me. Tutto questo mi rattrista. Due uomini che dovrebbero essere amici e che invece sono costretti a gareggiare l'un contro l'altro. Abbiamo lo stesso scopo Ezio, solo i nostri metodi differiscono.

Voglio le cinque chiavi di Masyaf, e immagino tu voglia rivedere la ragazza.

Ahmet

 

Intorno a loro, una distesa di cadaveri sporcava l'erba di rosso. Erano serviti più di venti uomini per sconfiggere un Assassino.

Ezio distese il corpo di Yusuf sulla panca.

-”Ti sei meritato la pace fratello. Requiescat in pace.” Parlò con calma, ma dentro esplodeva di rabbia.

Infuriato, Ezio si voltò verso i suoi Assassini, che erano entrati nella bottega.

-”Fratelli! Sorelle! L'intera città si solleva contro di noi. Mentre l'omicida di Yusuf,” indicò l'amico caduto, “aspetta e vigila dall'arsenale, ridendo. Combattete con me, e fategli vedere che cosa significa provocare gli Assassini!”

 

Ezio e tutti gli assassini di Costantinopoli si riversano all'interno dell'arsenale. Gli adepti tengono impegnate le guardie mentre il mentore raggiunge Ahmet. Quest'ultimo gli ripete di volere le chiavi di Altair e che, in cambio, Sofia sarebbe stata libera. Anche se con riluttanza, dolore e ira, Ezio si costringe a lasciar scappare il principe. Lo scambio sarebbe avvenuto sulle mura vicine alla torre di Galata.

 

 

* * *

 

Seguì il funerale di Yusuf. Gli altri Assassini avevano trasportato la salma nella parte di cimitero riservata ai turchi. Erano tutti presenti.

-”Mentore.” Lo salutarono. Ezio stette per qualche istante in piedi al fianco della bara. L'uomo che lo aveva accolto calorosamente a Costantinopoli era stato ucciso. E ne sentiva la responsabilità sulle spalle. Poi si voltò verso i suoi adepti.

-”Questo dovrebbe essere il momento del ricordo e del lutto, lo so, ma il nemico non ci concede un tale lusso.” Rivolse l'attenzione a Dogan.

-”So che Yusuf ti teneva in considerazione e io non ho alcun motivo per dubitare della sua decisione. Ti impegni a guidare questi uomini e queste donne, e di mantenere la dignità di questa confraternita, come faceva Yusuf con tanto ardore?”

-”Sarebbe per me un onore.”

-”Bene.” Ezio indietreggiò e lanciò un'occhiata agli edifici che circondavano il cimitero.

-“Dopo la sepoltura, prendete posizione intorno alle mura e attendete il mio ordine.” Prima Sofia era in salvo, meglio era.

Ezio l'avrebbe fatta pagare cara ad Ahmet, in un modo o nell'altro. 

  
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