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Autore: _Miss Swan_    08/10/2007    2 recensioni
Odio dover ammettere di non riuscire in qualcosa.
La gente mi dice che sono troppo narcisista, sicuro di me e determinato, e devo dare ragione a tutto ciò.
Narcisista lo sono, la modestia di sicuro non è cosa fatta per me.
Sicuro di me stesso? Anche, ma è un’arma senza la quale nessuno può sopravvivere. Riguardo alla determinazione… beh, è la parte che mi da più problemi del mio carattere. Se non fossi così dannatamente testardo, probabilmente, non avrei passato sei anni ad Hogwarts sbavano dietro Lily Evans. Beccato in pieno. Anche io mi permetto una cotterella di qua e di là, ogni tanto, anche se devo ammettere che quella per Lily va avanti da troppo tempo. Ormai ci sono dentro.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I say: Eccomi qui a voler pubblicare a tutti i costi una fan fiction, malgrado io sappia che, molto probabilmente, non la porterò a termine, come ho già fatto tante, tante e tante volte. In qualsiasi caso, vi lascio alla lettura, sperando di ricevere critiche, complimenti e blablablabla J. Vi dico solamente che io amo la coppia Lily/James, quindi non smontatemi subito l’idea di scrivere di una coppia per modo di dire “antiquata”.

Fantasie.

-Fan Fiction a capitoli di Miss Swan-

Odio dover ammettere di non riuscire in qualcosa.

La gente mi dice che sono troppo narcisista, sicuro di me e determinato, e devo dare ragione a tutto ciò.

Narcisista lo sono, la modestia di sicuro non è cosa fatta per me.

Sicuro di me stesso? Anche, ma è un’arma senza la quale nessuno può sopravvivere.

Riguardo alla determinazione… beh, è la parte che mi da più problemi del mio carattere.

Se non fossi così dannatamente testardo, probabilmente, non avrei passato sei anni ad Hogwarts sbavano dietro Lily Evans. Beccato in pieno. Anche io mi permetto una cotterella di qua e di là, ogni tanto, anche se devo ammettere che quella per Lily va avanti da troppo tempo. Ormai ci sono dentro.

Quella era una comunissima mattina scolastica. Posso tradurre in due semplici, inconfondibili parole: due palle. Partiamo dal fatto che non ho mai – e dico mai – avuto fortuna con l’orario scolastico. Direte voi, avrò un’ora di Incantesimi, seguita da Pozioni, poi Trasfigurazione e, perché no, Storia della Magia. No… ho semplicemente doppia ora di Pozioni e doppia ora di Trasfigurazione. Le prime due con Mister Lumaca (Lumacorno), e la terza e la quarta con la Mummia. Sopportabili, forse, se non state in classe piantati insieme con tante facce viscide e bianche. Facce di Serpeverde. Simpaticissime persone che prenderei – che prendo – a caldi nel… sedere ogni giorno.

Torniamo alla nostra mattina. Quella mattina, durante Trasfigurazione, ogni mio singolo neurone aveva deciso di dare sciopero e, difatti, non capii nemmeno mezza parola pronunciata dalla Mc Grannitt. Stavo seduto come sempre al banco con Sirius e mi dilettavo nel fare caricature di Mocciosus (Severus Piton) sulla pergamena, in cima alla quale, anni or sono, avevo scritto “Appunti”. Non sono mai stato un tipo da appunti, devo ammetterlo.

-Infine, il vostro libro di Trasfigurazione, prenderà forma di un gatto. Tutto chiaro, ragazzi?- La sonora voce della Mc Grannitt rimbombò nelle mie orecchie, facendomi capire che, stavamo già a buon punto e non mancava tanto alla fine della lezione. Soprattutto perché in quei momenti ci saremmo divertiti con la prova pratica. Presi la mia bacchetta, rigirandomela allegro fra le dita. –Potter?-

-Si, professoressa!- Dissi, alzando beffardo la mano con un largo sorriso. Il miglior sorriso di Hogwarts, dicono. –Mi dica!- Aggiunsi con un sorrisetto affabile.

-Si, Potter, lo so che è lì, stia calmo.- Disse la donna scuotendo la testa. –Volevo solamente dirle che può anche riporre la bacchetta nel luogo da dove l’ha tirata fuori. Non le servirà.- La guardai sbalordito. Tutti nella classe si stavano esercitando, Sirius compreso, ed io non…potevo?

-Mi scusi?- Forse avevo capito male. Gran vecchia giocherellona la Mc Grannitt.

-Ha capito bene, Potter. Ha dormito per tre quarti della mia spiegazione ed ora vorrebbe… trasfigurare?- Io la guardai come se fosse la cosa più ovvia al mondo e, dopo una breve alzata di spalle, annuii.

-Si.- Qualche risolino si espanse per la classe. Risolini di tutti tranne che di Lily Evans. Quanto mi sarebbe piaciuto vedere i suoi occhi che mi guardavano, la sua bocca che rideva per le mie azioni, per le mie buffonate, per le mie imprese. Avevo gli occhi addosso di ragazze che non avevano alcun significato per me, ragazze carine, bellissime, ma nessuna aveva per me tanto valore quanto Lily… scusatemi, Evans!

-No. La risposta è no, enne o, Potter.- Sibilò la professoressa scuotendo la testa. In effetti era stata una risposta un po’ troppo azzardata la mia. –Cinque punti in meno per Grifondoro e una pergamena in più di tema.- Mi si avvicinò, come un cane rabbioso (devo ammettere che non fu una bella visione) –Questa volta mi sa che non ce la fai a copiare, Potter.- Un misto di goduria e sadismo invase l’occhiata della donna. Inquietante oserei dire. –E, per la cronaca,- Questa volta parlò rivolta a tutta la classe. –La lezione è terminata. Ci vediamo dopodomani, ragazzi. Vi raccomando il tema.- Detto ciò in quel suo mix di sadismo e serietà, la Mc Grannitt girò sui suoi bassi tacchetti, avviandosi alla cattedra, alla quale si sedette cominciando a rigirarsi fra le mani gli appunti, controllandoli e lanciando occhiatacce alla classe.

-Complimenti, James!- Disse ridendo Sirius una volta usciti dalla classe, saltandomi letteralmente addosso, quasi travolgendomi. Sentii le risate di Remus, Peter ed altre persone. Sirius mi scompigliò amichevolmente i capelli, scendendo poi dalla mia schiena, e scambiandosi segni di saluto con ragazzi e ragazze.

-Complimenti un corno, Potter.- E quella fu la voce che fui più felice di udire. Vi direte, la voce di un’odiosa perfettina, magari racchia, pronta a romperti sempre e comunque? Beh, sul fatto della “Prefetto-Perfetto” avrete pure ragione, ma sul fatto che sia una racchia non direi proprio… Lily Evans è tutto tranne che una racchia. E’ un’amabile rompiscatole, ma non racchia (Sono forse un po’ ripetitivo?).

-Che ho fatto questa volta, Evans?- Domandai, fingendo accuratamente un tono scocciato. Mica potevo dirle “Si lo so, Lily, sei così bella che ti do anche il contentino”. –Perché devi sempre rovinare il divertimento!- Aggiunsi, accompagnando il tutto con una risatina, alquanto fuori luogo, tra l’altro.

-Cos’hai fatto?- Eccola! Si avvicinò minacciosa nella mia direzione, facendomi indietreggiare finché non aderii con la schiena al freddo muro. Mi puntò il dito al petto, mentre il colore delle sue guance diventava identico a quello della sua meravigliosa chioma. –Hai fatto perdere cinque punti ai Grifondoro! Sei una persona vile, irresponsabile, menefreghista, egoista, idiota, esibizionista e NARCISISTA!- Ma perché era così arrabbiata? Non avevo fatto niente infondo! In qualsiasi caso vorrei farvi notare che usò il termine ‘narcisista’. Ebbene si, me lo affibbia un sacco di volte, e non immagina quanto piacere mi fa!

-E tu sei incredibilmente SEXY.- Dissi compiaciuto, incrociando le braccia al petto. Ma, Lily, fece qualcosa che non mi sarei mai potuto aspettare. Si voltò a tre quarti, come se fosse indecisa sul da farsi, e poi mi tirò un pugno sul naso incredibile. Da dove tirò fuori quella forza?

-Aaaahhhh…- Urlai, portandomi entrambe le mani al naso. –Porca miseria, Evans, sei una cretina sessualmente repressa!- Non riuscii a trattenermi, mentre mi piegavo in due per il dolore, cercando di non cadere a terra.

-COSA SAREI IO?!- La sua voce adirata rimbombò per tutto il corridoio dinanzi all’aula di Trasfigurazione. –Adesso ti faccio diventare IO sessualmente represso! Vedrai se potrai farti tutti i dormitori femminili dopo che…- Istintivamente portai le mani a difendermi da un’eventuale calcio ma, fortunatamente (o sfortunatamente?), giunse la mia inaspettata salvatrice.

-Signorina Evans! Signor Potter!- Aprii gli occhi, incrociando la traiettoria di quelli della Mc Grannitt. No, questa non ci voleva, preferivo essere quasi castrato della Mc Grannitt. Lily era rossa in viso, la vedevo lì in piedi che si tratteneva dall’avventarsi contro di me. Tutti gli altri ragazzi guardavano divertiti la scena. –Signorina Evans, non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere proprio da parte sua!- La rimproverò acidamente. Lily non lottò neanche per difendersi, incrociando le braccia sotto al seno. –Questo le costerà non solo la perdita di 15 punti per i Grifondoro ma, anche, una settimana di punizione! Ecco a cosa si riducono i Prefetti!- Vedevo Lily sull’orlo delle lacrime, ma non ne avrebbe fatta scendere nemmeno una. –E lei, Potter, si fa picchiare da una ragazza? Cos’avrà mai fatto per farla adirare in quel modo! Ringrazi il cielo che oggi non la punisca per una seconda volta, mi sembra già ridotto malaccio…- Era… affettuosa nei miei confronti?! Eppure, balenò nella mia mente un’idea che, forse, sarebbe stata ben vista anche dagli occhi di Lily.

-Professoressa,- Cominciai trattenendo a stento un gemito mentre mi mettevo ben dritto in piedi, lisciandomi i pantaloni ed allargandomi un po’ il nodo della cravatta. – non nego di essere immensamente felice di non essere punito ma, credo sia debito dirle che è per colpa mia se la Evans ha deciso di usare le maniere forti… l’ho stuzzicata decisamente tanto all’uscita e non le è rimasta soluzione oltre alla violenza nei miei confronti.- Conclusi, aspettandomi una bella strigliata, ma, la professoressa, restò piuttosto calma.

-Ciò non giustifica il sangue che la signorina Evans le ha fatto uscire dal naso… direi che tre giorni di punizione per lei andranno bene, Potter, tanto ci è abituato.- Mi fece un occhiolino che non capii immediatamente. Infine ci guardò entrambi e, dopo essersi schiarita la voce disse con tono solenne: -Domani vi voglio alle otto e mezza in punto nel mio ufficio. Andate…- Si rivolse anche alla folla e, non si girò, finché non ce ne andammo tutti. Inutile dire che Lily né mi parlo né mi guardo. Che bella mattinata!

*

-Potter!- Mi sentii chiamare ma decisi di non muovere un muscolo. Ero comodamente sdraiato sul mio letto nel dormitorio, e non c’era un’anima. Erano tutti a cena ed io, potevo godermi la pace della solitudine per un’oretta. –Potter, sei sordo perdiana?-

Uno.

-Potter cavoli non vorrai farmi entrare in questo bordello!-

Due.

-Ho capito, idiota, quanto cavolo posso odiarti…-

Tre!

Le coperte scomparvero da sopra di me e mi ritrovai improvvisamente a terra. Era finita la pacchia. Quale rompiscatole era venuta a farmi visita? Aprii annoiato gli occhi e fui piacevolmente meravigliato dalla imponente vista di Lily. Era piuttosto soddisfatta di avermi disturbato, lo sapevo, eppure non lo lasciava trasparire. Testarda che non era altro!

-Ora posso avere la tua preziosissima attenzione?- Domandò leggermente scocciata, fissandomi intensamente. Che sguardo, ragazzi!

-Forse.- Mormorai beffardo, alzandomi in piedi con un sorrisetto strafottente sulle labbra. Lei si morse il labbro inferiore. Covava forse il modo per non picchiarmi di nuovo?

-Insomma si.- Tagliò corto lei, sbuffando nuovamente. –Dimmi perché.- Disse poi, dopo una lieve pausa, guardandomi con tanta serietà da farmi quasi paura.

-Il perché di cosa?- Domandai sinceramente stupito. Quando Lily era seria o c’era qualcosa che non andava o, c’entrava la scuola.

-Sessualmente repressa.- Mormorò lei, arrossendo vistosamente. –Dimmi perché.- No, non era seria. Era ferita.

Ferita. Non c’era niente di peggiore di vederla tale.

Sembrava uno di quei cerbiatti innocui, delicati, fragili, che possono rompersi da un momento all’altro.

Ebbene si, lei era così, e mi faceva una tenerezza che non potete lontanamente immaginare.

E capivo perfettamente che la colpa era mia, o meglio della mia boccaccia.

-Non intendevo dirlo…- Provai a giustificarmi, affrontando il suo sguardo deciso.

-L’hai detto, però.- Insistette lei, stringendo più forte le braccia, che teneva incrociate.

-Non lo so allora.- Sbottai ad un tratto, alzando le spalle. –Non so perché l’ho detto.- Al che lei mi si avvicinò, ed io indietreggiai nuovamente, finendo seduto sul letto.

-Se non sai non parlare.- Sibilò, senza puntarmi (stranamente) il dito al petto. –Non hai mai pensato che le tue parole potrebbero ferire qualcuno? Potrebbero far versare delle lacrime qualcuno? Hai mai pensato che l’immondizia che spara quella tua fogna può tormentare tutti tranne te? O sei talmente menef…-

-Stop! Stop! Stop!- Misi le mani avanti, tra me e lei, fermando quel suo fiume di parole. –E tu ci hai pensato prima di prendere ad insultarmi? Hai mai pensato di essere l’unica a vedermi egoista, esibizionista, narcisista e menefreghista? Hai mai pensato di essere l’unica che me lo viene a dire? Hai mai pensato al fatto che possono fare male anche a me le tue affermazioni?-

-Ma per favore!- Esordì lei, girando da un lato il viso. –Tu cosa vuoi provare, Potter? Sei sensibile quanto il guscio di una lumaca… te ne sbatti altamente di tutto e tutti, non te ne frega di niente e di nessuno… Siamo tutti una massa di idioti troppo…idiota per il tuo cervello sovraumano… perché tu sei ‘po-po-la-re’, mentre in realtà sei semplicemente il buffone della situazione?-

-Che ne sai che non ho sentimenti che possono essere feriti? Cosa diamine vuoi sapere di me, Evans? Mica puoi studiarmi sui tuoi libri!-

Ad un tratto restammo entrambi in silenzio, fissandoci negli occhi. Tutti e due tenevamo le braccia incrociate al petto e ci guardavamo, senza parole, senza niente da contestare. Quella era una delle conversazioni più mature e serie che avessi mai fatto con lei.

Lily era in lacrime, e correva per il corridoio del terzo piano. D’un tratto si andò a scontrare contro James Potter e, troppo orgogliosa per mostrarsi in lacrime, lo abbracciò, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Nonostante avesse tredici anni, James, capiva abbastanza bene le persone e, in determinate occasioni, aveva anche del buon senso. Così non infierì sullo stato d’animo della ragazza.

-Non prendermi in giro…- Piagnucolò Lily.

-Non lo farò.- La rassicurò dolcemente James, passando le mani dietro la sua schiena, carezzandola e tenendola bene stretta a sé. –Vuoi parlare?- Le chiese con immensa delicatezza, sperando di non ricevere uno schiaffo in cambio.

-Posso?- Domandò lei, insicura. James se ne stupì.

-Certo.- Mormorò contro i suoi capelli, aspettando che si sfogasse.

Il ricordo del nostro primo dialogo “normale” invase la mia mente, facendomi lievemente sorridere. Forse, in quel momento, dovevo mettere da parte la mia altezzosità, e comportarmi come mi comportai quattro anni prima, al terzo anno, in quel freddo pomeriggio autunnale.

-Scusami, comunque.- Dissi, cercando i suoi occhi e, dopo averli trovati, abbozzai un timido sorriso, mentre portavo le gambe sul letto, incrociandole. Lei mi guardò sorpresa.

Non disse nulla, limitandosi semplicemente a prolungare quel silenzio imbarazzante, silenzio durante il quale la guardai bene nei suoi lineamenti, nei suoi pensieri, nelle sue normalità, diversità. Nel suo essere Lily.

-Io comunque vado.- Disse ad un tratto, indietreggiando, tenendo il braccio indietro, posandolo sulla maniglia. –E, grazie per questa mattina.- Aggiunse, prima di scomparire dalla mia vista.

  
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