Cocoon
È quando splende il sole che usciamo dalle nostre casette,
fatte di paglia,
panna e freddo.
Splende in piena Toscana un’idea, una realizzazione
Un consenso disteso e a cuor leggero.
È quando splende il sole che si accendono i nostri corpi
Mai sudati, il vento è troppo forte tra le case,
splende il medioevo tra viandanti e manager di paese.
Non siamo mai contenti, sempre più veloci, sempre più
veloci.
Non ci basta più, non ci basta più, non ci basta proprio
più.
Ma se splende il sole, ci facciamo bastare il nostro sguardo
Il nostro silenzioso e abbronzato assenso.
Non si brucia mai , non si brucia mai, non si brucia mai.
Il nostro assenso abbronzato, non si brucia mai.
Le pietre che restano fredde, che non si scaldano mai
Sollevano le nostra pelle stanca e salata
È il mare che ci squadra attraverso il finestrino di una
cinquecento
Verde come il mare, la macchina.
Ci squadra, ma non lo vogliamo sfidare, può stare
tranquillo.
Davvero tranquillo, tranquillo, tranquillo, da quassù
È lui che ci ha per sempre e non solo, come la più inaudita
violenza.
Mentre lo scrutiamo e scrutiamo gli alberi per scoprire se
il vento li muove,
e se dovesse muovere anche il mare
[ Onde rotolanti, yeah ]
saremo polpi divorati che tentano di camminare sulla sabbia
e il sole ci brucerà senza paura, grigliata d’amore e di
sale.
Ma. Ma. Ma.
Ma c’è qualcosa che dovevo dirti.
E dovevo dirtela da qua, tra sole, pietre, medioevo e vento.
Dovevo dirti che profumiamo tutti di sale,
dovevo ricordarti che siamo tutti vivi,
ma che la tempesta è stata la più violenta che avessimo mai
visto.
Forse te ne sei dimenticato, forse me ne sono dimenticato
io.
[ Softly Struggling, that’s
right ]
da qua, dalla
panoramica che avvolge la collina nella sua morsa d’asfalto
dolcemente levigato dagli anni
io dovevo parlarti, assolutamente, devo dirti che siamo
ancora qui.
Devo dirtelo, perché lo sai, e perché non lo so.
Voglio che tu lo sappia, voglio saperlo.
Voglio chiederti se hai visto il mare, se scintilla sotto i
tuoi piedi
Voglio arrivare sotto il bordo della laguna, vederti che
scali i moli del tuo cuore
Voglio stare pronto a prendere la corda che mi lancerai
E voglio a tutti i costi resistere e stare in piedi quando
sentirò il peso che porta.
Voglio sentirti che imprechi contro le paranoie di una notte
di mareggiata.
È il maremoto più bello, il nostro, perché è finito.
Resta il vento, ma è fresco.
Parte da te, su un fiume serpeggiante, tra isola di laguna
salata,
tra rimproveri silenziosi e musica solamente immaginata
[ Sogni di rovine – sou da yo ]
Attraversa la piana e il monte, raccoglie fiori d’erica
E mele di campagna
Attraversa gli sciami di rondini e zanzare, scende tra i
monumenti
Si ferma, si innamora e pensa.
Ma non ha tempo, riparte vigoroso verso il mare,
e lo vede dopo monti e un lago.
Attraversa le strade di un paese di collina e di mare
Sale sui portoni, attraversa le corti
E porta un po’ di fresco medioevo sulla spiaggia.
E sulla panoramica dove mi rosolo di nostalgia.
E dovevo dirtelo, dovevo dirtelo
Dove proprio dirtelo
Questa vita ci culla e ci fa saltare
Ci abbandona e ci bagna
Ma credimi, quando saremo bagnati di lacrime
C’è molto da fare.
Quando saremo bagnati di lacrime
Niente asciugamani di stupefacente ansia
Quando saremo bagnati di lacrime
C’è il sole oltre la collina.
C’è il sole
Sul mare.
Dovevo dirtelo.