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Autore: bettachan    08/10/2007    2 recensioni
Konnichiwa minna san! Questa è la rpiam fan fiction che ho scritto e ho deciso di pubblicarla su questo sito, affinchè potesse essere letta da tutti. Come detto all'inizio, essendo la rpima volta, non mi aspetto di suscitare chissà quale grande interesse, però confido nella vostra umana comprensione! Ah, naturalemente, questa fan fiction è sulla coppia Creed-Train, perciò chi non la gradisce, farebbe bene a non sprecare il proprio tempo a leggerla, per il resto, vi auguro una piacevole lettura! ^O^/
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Creed Diskenth, Train Heartnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una splendida notte, la luna con i suoi raggi argentei illuminava quello che era stato il quartier generale degli Apostoli

Due gatti innamorati

 

 

I CAPITOLO: Il piccolo gatto nero

 

Era una splendida notte, la luna con i suoi raggi argentei illuminava quello che era stato il quartier generale degli Apostoli delle Stelle, creando un suggestivo gioco di luci ed ombre sul giardino che lo circondava.

Il silenzio regnava nelle stanze vuote della residenza ,da quando Train aveva messo fine, assieme ai componenti dell’Allenza Sweeper,al folle progetto di rivoluzione degli Apostoli delle Stelle. Eppure, Train non era riuscito ad uccidere Creed ,anzi ,dopo la caduta del suo gruppo di criminali,lo aveva protetto e nascosto dall’organizzazione Kronos, che ancora era sulle sue tracce,essendo  considerato a livello mondiale, un pericoloso terrorista. E cosa,ancora più strana era che  Train si trovava  assieme a quest’ultimo, e proprio in questo istante, con lo sguardo fisso sulla finestra ,perso nei suoi pensieri, stava a rimurginarsi su ciò che aveva fatto, in fondo Creed aveva ucciso Saya, una persona importante, una cara amica, eppure nonostante questo, non lo aveva in odio , perchè lo amava, o almeno, se non era proprio amore, era un sentimento quasi alla pari.

Allora perchè qualcosa ancora continuava a bloccarlo dall’esprimere apertamente la sua passione?????

Era confuso e stanco, mille ricordi tristi ,felici, riaffiorarono nella sua mente e di fronte a tanto, Train sentì la necessità di sdraiarsi sul divano e riposare un poco; con gli occhi semiaperti si guardò lentamente attorno, la stanza, enorme, messa a sua disposizione da Creed, era avvolta dall’oscurità, attraversata a volte dai raggi della luna, ma a lui poco importava, era pur sempre un “ gatto nero” ed era abituato a vivere nelle tenebre. Con questi pensieri, egli si lasciò andare ad un sonno ristoratore, ignaro del fatto che ben presto avrebbe avuto visite.

Cominciarono a risuonare, nel cuore della notte, i passi di qualcuno che stava camminando nei corridoi; era Creed, non riusciva a dormire, il solo pensiero di aver finalmente tra le mani e solo per lui, il suo amato Black Cat, lo eccitava talmente tanto da impedirgli un sonno tranquillo. Camminando, giunse vicino alla stanza dove era sistemato Train,sapeva che lui era lì e sapeva anche il perchè, lui doveva per forza amarlo, altrimenti non sarebbe rimasto; era felice, ma allo stesso tempo preoccupato, aveva paura di poter, con un semplice gesto, rovinare quel magico momento, da lui tanto sognato . Si avvicinò alla porta, che era socchiusa, e lentamente,senza far rumore,l’aprì, ritrovandosi di fronte all’immensa stanza e lì, proprio al centro, sdraiato sul divano, giaceva Train. A lunghi passi si diresse, fino a ritrovarsi di fronte alla  figura di lui; a quella vista Creed provò una grande dolcezza e si sedette per terra a rimirare e contemplare il suo bel volto. I suoi occhi si perdevano di fronte a tanta bellezza, e senza rendersene conto la mano destra scivolò sui capelli accarezzandoli, per seguire poi le labbra, fino a scendere sul collo e infine sul petto, dove era tatuato il numero XIII. Creed ,ormai posseduto dal desiderio, avvicinò delicatamente le labbra a quelle di Train e lo baciò,un bacio lento, nel quale Creed assaporò le labbra di Train, quanto aveva desiderato poterle toccare, quanto aveva desiderato che si toccassero con le sue, e finalmente era riuscito. Un profondo sentimento d’amore stava pervadendo il cuore e la mente di Creed, quando all’improvviso si accorse che il corpo di Train era eccessivamente caldo; preso dal dubbio si avvicinò alla sua fronte ..

“Accidenti, quanto scotta” pensò Creed ,“però, dopo quanto è successo finora....dopo gli scontri vissuti, è naturale che il suo corpo cedesse prima o poi...di fronte a così tanti sforzi.........

Mio Black Cat.....

Creed gli mise le braccia attorno al corpo e lo trasportò verso il letto, qui, una volta sdraiatolo, lo spogliò della giacca e della maglietta e con un panno si mise ad asciugarli il sudore che imperlava il suo viso e il suo corpo, dopodichè lo coprì con una coperta. Train non si era svegliato,si sentiva troppo stanco e dolorante per fare alcun che e troppo confuso per accorgersi che accanto a lui c’era Creed, il quale infilatosi anch’egli sotto le coperte, lo teneva abbracciato a sè.

“Mio caro Train, non ti preoccupare, mi prenderò io cura di te” e nel dire ciò, lo strinse al petto,provando un immenso piacere nel sentire il contatto del suo corpo con il proprio.

Così i due amanti si addormentarono,finchè non giunse il nuovo giorno.

Il sole era sorto da molto tempo,probabilmente erano le undici passate,la luce del sole era molto forte ,Train tutto dolorante si svegliò e si accorse di essere sul letto ,e con suo sommo stupore,a petto nudo. Dapprincipio, si chiese se fosse diventato sonnambulo,ma poi, vedendo accanto una rosa rossa, intuì perfettamente ciò che era potuto succedere , un improvviso rossore infiammò le sue guance e il cuore cominciò a battergli sempre più forte;sapeva che con lui doveva esserci stato Creed, ma per quanto???Un’ora???Due??? Oppure tutta la notte??? Possibile che non si ricordava nulla???Ma soprattutto cosa era successo???? Queste e altre domande cominciarono a materializzarsi nel suo cervello,finchè il filo dei suoi pensieri non venne interrotto dal rumore della porta che si apriva.

“Buongiorno Train, come stai?”

Era Creed e si presentava a lui in tutta la sua naturale bellezza; aveva i capelli leggermente bagnati sulle punte,segno che probabilmente si era fatto una doccia prima di presentarsi al suo cospetto; portava una lunga vestaglia e tra le mani teneva un vassoio d’argento, sul quale era elegantemente disposta la colazione.

Di fronte alla figura di lui che si avvicinava sempre di più, nascose con un profondo imbarazzo (che non riuscì completamente a mascherare) la rosa che aveva trovato accanto a lui. Creed, ridendo fra sé del comportamento di Train, si mise a sedere di fronte al ragazzo, porgendogli il vassoio.

“Mi sono occupato personalmente della tua colazione; mangia, devi riprendere le forze, in questi ultimi giorni ti sei affaticato troppo...

Train osservò in quell’istante Creed, era davvero un soggetto singolare,nessuno avrebbe potuto immaginare che dietro a quella faccia innocente si nascondesse uno degli assassini più pericolosi e ricercati a livello mondiale; ma in quello stesso momento gli ritornò in mente la morte di Saya.

Preso da un improvviso attacco di nostalgia, abbassò lo sguardo e senza proferir parola, incominciò a mangiare il suo pasto. Creed, notando il cambiamento d’espressione sul volto del ragazzo e conoscendone il motivo ,si alzò.

“Beh...adesso ti lascio riposare......qui sei libero di fare ciò che vuoi...ma non sforzarti eccessivamente...”- detto questo lasciò la stanza, portando dentro di sé un forte dolore nel cuore.

 

II CAPITOLO: Un sentimento nascosto.

 

Train si accasciò da una parte e prese ad ammirare la rosa che fino a pochi minuti fa teneva nascosta.

(Ancora non riesco a dimenticare il passato....ancora ne sto soffrendo?? Eppure io sono qui, in questo luogo, un luogo in cui non dovrei essere....con una persona che dovrei odiare con tutto me stesso....

Perdonami Saya, ma non potrò vendicarti....me ne rendo conto solo adesso...io lo amo...sono innamorato di lui e non posso farci niente, è un sentimento troppo forte...).

Fu proprio perso in questi pensieri che Train decise di alzarsi, di indossare quei vestiti che una volta avevano caratterizzato la sua vita di assassino professionista, e di uscire dalla sua stanza.

Sul lungo corridoio non vi era anima viva, probabilmente Creed si era ritirato nella sua stanza; la sua testa era ancora indolenzita e con molta lentezza cominciò a dirigersi verso la scalinata che dava ai piani inferiori. I suoi passi, sebbene leggeri come quelli di un gatto, rimbombarono nella sua testa come tante martellate; scale dopo scale e passi dopo passi, si ritrovò davanti al portone d’ingresso, con una forte spinta riuscì ad aprirlo e a ritrovarsi fuori. Era una bellissima giornata di sole, l’aria dolce dava ormai segno che la primavera era alle porte; di fronte a sè  si offriva lo spettacolo di un giardino curato nei minimi particolari e al di là di esso, tutt’attorno alla splendida residenza, un muretto in marmo bianco, che dava su di un vasto mare, limpido e brillante sotto i raggi del sole.

Train, non abituato a tanta luminosità, rimase in un primo momento stordito; così decise di sedersi su di una panchina,lasciandosi abbandonare alla brezza marina. Con gli occhi chiusi, la prima immagine che si piazzò nella sua mente, fu il volto di Creed e fu proprio in quell’istante,che aprendo gli occhi, se lo ritrovò all’improvviso davanti, Train per lo spavento indietreggiò un poco...

“Ma che diavolo....!!!!????”

“ Come si sente oggi il mio gatto nero???” – nel mentre si era avvicinato con il viso alla fronte di lui per vedere se ancora aveva la febbre alta, con sua gioia, la febbre un poco era scesa.

“Non dovresti stare qui all’aria aperta..rischi di peggiorare...”

“Tsk...sono abbastanza grande da fare ciò che mi pare!!!!”- detto questo girò il suo volto dall’altra parte, nascondendo il rossore che nel mentre aveva colorito le sue guance. Creed assecondando Train come sempre, si limitò a stare in silenzio, solo dopo pochi minuti riprese a parlare.

“ Allora, che ne dici di questo posto? Non lo trovi meraviglioso? Dicono che quest’ isola sia una delle più belle di quest’arcipelago...”

“ Sì...in effetti è accettabile....” (Stupido! Stupido!!!Ma che cavolo vai dicendo?????Accettabile????Ma che razza di parola usi per definire un posto del genere????E poi mettersi a parlare di queste sciocchezze....

Ammetti a te stesso, una volta per tutte che lo ami!!!Basta con questi misteri! Che senso ha trattenersi???Non è  per questo che sei rimasto qui???).

“ Train...mi stavo chiedendo.....ti piacerebbe rimanere qui per sempre?

Tanto non hai alcun luogo cui far ritorno e poi..” – guardandolo dritto negli occhi si avvicinò con le labbra , ma proprio nel momento in cui le loro labbra si stavano sfiorando, un forte boato irruppe in quel silenzio.

 

III CAPITOLO: Due ospiti indesiderati e un gatto bianco arrabbiato.

 

Sul lato ovest della residenza c’era stata un’esplosione, entrambi i ragazzi si alzarono in stato di allarme, qualcuno era venuto lì perchè sapeva che Creed non era morto, e quel qualcuno molto probabilmente doveva essere Kronos. Train, che aveva giurato di proteggere Creed, subito lo prese per mano e lo condusse dentro; salirono frettolosamente le scale e senza proferir parola si fiondarono in una delle stanze sul lato nord della residenza. Lì buttò da una parte Creed e con fermezza tirò fuori dalla tasca del  cappotto la sua Hades, dopodichè si voltò verso Creed.

“ Adesso tu devi rimanere qui, non devono assolutamente sapere che sei qui, mi occuperò io di loro...

“ Ma sei impazzito???? E in che modo, ridotto in quello stato??!!! Lascia che sia io ad ammazzarli...sarò un vero piacere per la mia Image Blade “-disse con un sorriso sadico, estraendo dal fodero la sua amata katana manovrata dal Tao.

“No!! Assolutamente! Lascia che sia io a risolvere la faccenda...infondo..Black Cat, il famoso assassino non è ancora morto..”-sorridendogli-

A quelle parole gli occhi di Creed si illuminarono di profonda ammirazione e gioia; l’uomo che invano aveva cercato per anni, ora si era manifestato in tutta la sua grandezza, tuttavia....era anche cosciente che in quello stato non poteva assolutamente combattere.

Tuttavia non c’era più tempo per le discussioni, i passi dei loro inseguitori si facevano sempre più forti e vicini e dalle voce che urlava ,Train potè intuire che i loro ospiti altri non erano altri che Kranz e Baldor; inoltre sapeva che da solo non poteva avere la meglio su due numbers così spietati....se solo fosse stato nel pieno della sua forma,allora sì che non avrebbe avuto problemi.

Il filo dei pensieri di Train venne però bruscamente interrotto da Creed, il quale con le braccia lo aveva bloccato, cercando di convincerlo a lasciarlo andare a combattere al posto di lui, Train per zittirlo, lo baciò. Lo amava e con questo gesto ormai non poteva più nascondere i suoi sentimenti, avrebbe voluto intrattenersi ancora di più, ma non gli era possibile. Il ragazzo dunque lasciò delicatamente le labbra di Creed e si gettò fuori dalla stanza e lì sul corridoio, a pochi metri di distanza c’erano i due numbers.

“Ma tu guarda Kranz..stavamo alla ricerca di un traditore e guarda in chi siamo incappati...non è il signorino Heartnet?” – volgendosi con aria di arroganza.

“ Tsk! Il solito simpaticone” –sorriso di sfida-.

“Heartnet sparisci! Non siamo venuti per te; dalle informazioni che Kronos è riuscito ad ottenere, si dice che tu non hai ucciso il leader degli Apostoli delle Stelle come hai voluto far credere, ma bensì lo nascondi.

“ Ah! Come al solito Baldor, apri la bocca solo per darle fiato!”

“ Se hai intenzione di metterti in mezzo, possiamo sistemare qui subito la storia iniziata a Stalk Town!”

“ Con vero piacere, essendo questo l’unico modo per far abbassare la cresta a due teste calde come voi. – nel mentre estrae la Hades-.

“Bene, apriamo le danze allora!!!”.

In un attimo Baldor con il suo Heridal sferrò a grande velocità numerosi attacchi mortali, mentre Kranz con il suo pugnale cercava di sorprendere Train alle spalle, quest’ultimo solo per pochi secondi riusciva ad evitare che il suo corpo non venisse spappolato o dilaniato. Ansimante, con le gocce di sudore che gli scendevano dal volto, Train cercò di richiamare a sè tutte le sue forze, ma fu inutile, la febbre era nuovamente  risalita, faceva fatica a reggersi in piedi e gli si annebbiava la vista. I suoi riflessi divennero sempre più lenti, cercò in tutti i modi di resistere,finchè non venne preso al petto dal coltello di Kranz, incidendo sulla sua carne un profondo taglio. Train cadde a terra, il suo corpo non riusciva più a muoversi e lentamente il sangue che scorreva dalla ferita gli fece perdere i sensi.

Con un sorriso di trionfo Baldor guardò Train- “ Ma guarda, pare che la leggendaria forza del noto Black Cat sia svanita..ahahah!!!Ecco come si può rendere docile un gatto ribelle..”

Nel dire ciò, venne improvvisamente trafitto, un rigolo di sangue lentamente scese dalle sue labbra e prima ancora di aver la possibilità di parlare, cadde a terra morto; era stata la Image Blade di Creed, il quale, contrariamente a ciò che gli aveva ordinato Train, si era intromesso nello scontro.

“Maledetti!! Come avete osato toccare il corpo del mio Train?!!! Miserabili...crepate!!!!!!”

Con uno slancio Kranz si gettò su Creed, ma fu tutto inutile, infatti l’Image Blade , che poteva allungarsi a piacimento in base alla volontà del suo padrone, non diede tempo al nemico di contrattaccare;centrato dritto al cuore, Kranz cadde a terra morto.

Per terra ora giacevano i corpi dei due Numbers e in  mezzo a loro quello di Train, il quale sebbene fosse svenuto per il troppo sangue perso,era ancora in vita.

 

IV CAPITOLO: Due gatti innamorati

 

Era passata una settimana, Train piano piano riaprì gli occhi, non poteva crederci, era ancora vivo,aveva rischiato di morire..anzi ero quasi morto..ma allora come aveva fatto a salvarsi?? Ricordava solo il colpo che aveva ricevuto da Kranz e poi vuoto totale..e..che fine avevano fatto i due Numbers???? A quel pensiero si alzò improvvisamente  e con suo stupore trovò addormentato ai suoi piedi, con la testa appoggiata sul suo letto e seduto su una sedia,Creed; era lui che lo aveva salvato e che in quei giorni si era preso cura di lui…chissà per quanto tempo aveva perso coscienza..ma poco importava..adesso non aveva che occhi per Creed, per il quale provò un’infinita riconoscenza.

Con il cuore carico di tenerezza, cominciò ad accarezzargli i capelli, finchè Creed non si svegliò, questi nel constatare con grande stupore che si era ripreso, gli si gettò addosso abbracciandolo

“Train!!! Ti sei svegliato!! Dio come sono felice!!Train..il mio Train…”- grosse lacrime cominciarono a scendere dagli occhi –“ Temevo di perderti..Train….”

A quella vista il cuore del ragazzo prese a battere all’impazzata e non riuscendo più a trattenersi, gli mise le braccia attorno al collo e lo baciò. Un bacio passionale a cui Creed non fece alcuna resistenza, al contrario, era fin troppo felice del fatto che Train finalmente si fosse deciso a ricambiare il suo amore, e con la stessa foga che lo aveva sorpreso,  anche lui ricambiò quel bacio. Erano ormai presi da una passione travolgente,Creed cominciò a baciargli le guance,la fronte, il collo, ormai nessuno poteva più fermarlo e Train si lasciava andare alle sue cure, provando un incommensurabile piacere ogni volta che gli veniva accarezzato o baciato .

Creed, dolcemente cominciò a riempire di succhiotti il corpo di Train, con le labbra si spinse fino all’ombelico e qui Train ebbe un primo sussulto, le guance divennero ancora più rosse, il suo amante era intenzionato ad  andare fino in fondo, e una volta spogliatosi, cominciò a togliere anche  a lui i vestiti, lo voleva,lo desiderava a tutti i costi.

“ Train, questa volta sarai mio, non ti lascerò andare via…”

A quelle parole Train non ebbe neanche tempo di rispondere, che Creed già era di nuovo andato all’attacco, a ogni sua carezza il corpo di Train fremeva dal piacere e piccoli brividi lo attraversavano, in quel silenzio assoluto solo la sua voce tremante si faceva sentire.

“Creed…aah..Creed!!!”

Nel sentirgli pronunciare il suo nome, il cuore di Creed impazzì per la gioia, adorava terribilmente quella voce e non si sarebbe mai stancato di sentirla, spingendolo ad assaporare con più ardore quel momento d’amore.

 

V CAPITOLO: Una nuova vita.

 

La mattina seguente Train venne svegliato bruscamente da Creed

“Eih dormiglione!!!Svegliati!!”

Lentamente Train si alzò dal letto, i suoi capelli erano tutti scompigliati, i suoi occhi ancora assonnati e tali rimasero finchè non si accorse di essere completamente nudo. In fretta, preso da un imbarazzo mai provato in precedenza, con agitazione si strinse la coperta attorno alla vita, e Creed si divertiva un mondo nel vedere quel suo modo impacciato di reagire.

“Oh caro Train, ieri sera sei stato fantastico, è stato il giorno più bello della mia vita. Non dimenticherò mia la tua voce, che dolcemente non faceva alto che chiamarmi….”- Train a quelle parole divenne completamente rosso in faccia ed era talmente emozionato che spesso rischiò di inciampare nel tentativo di vestirsi. Lo faceva apposta, sapeva che Creed si divertita a trattarlo così e avrebbe tanto voluto tirargli qualcosa contro, ma aveva ben altro a cui pensare; dopo aver indossato dei pantaloni neri, una maglietta bianca e il suo solito cappotto lungo, si guardò allo specchio per cercare di riportare all’ordine i capelli ribelli. Mentre cercava di sistemarsi, lanciò un’occhiata sul collo, dove una strana chiazza rossa aveva attirato la sua attenzione, appena ebbe focalizzato che si trattava di un succhiotto, spalancò intensamente gli occhi e si girò verso Creed, il quale di fronte ai continui cambiamenti di espressione sul volto dell’amante, non potè trattenersi dal ridere..

“Ma Creed!!!!!”- con aria imbarazzata.

“ Beh..che ci vuoi fare..” –sorridendo- “ non è mica colpa mia se sei una preda allettante..”

“Ah!! Il mio collare!!”- disse toccandosi il collo- “Dove...”

“Cerchi questo?”- lo stava tenendo tra le mani.

“Ridammelo subito!!”- aria imbronciata-

“Vieni a prendertelo..”-sorridendogli.

Train si avvicinò piano piano finchè non si ritrovò a pochi centimetri da Creed, quest’ultimo, stringendo forte la presa,stette ad aspettare con aria di sfida la prima mossa che Train avrebbe fatto, tuttavia ebbe poco da aspettare, in quanto, con sua grande sorpresa, il ragazzo lo stupì dandogli un bacio sulla guancia. Creed rimase lì per lì imbambolato, con gli occhi fissi su Train, il quale con facilità riuscì in quel momento a riappropriarsi del collare.

“Eih!!Non vale!!”

“I gatti non si comportano mai in modo leale”- gli disse  sorridendo.

“Mpf....hai ragione...Ah dimenticavo!!! Sbrigati  a sistemarti, che tra poco dobbiamo partire!”

“Partire??”

“Beh..non penserai mica che saremmo rimasti qui dopo la visita che ci ha fatto Kronos....”

“Ah..Kronos...”-pensieroso-.

Creed si avvicinò e appoggiò una mano sulla spalla di Train...

“Cos’è? La cosa forse ti risulta sgradevole?”

“No....non è questo.....è che....dove andremo?!!”

“Non ti preoccupare, ho già pianificato tutto.”

“Uhm...”

“A questo proposito...vorrei porti una domanda, a cui l’ultima volta non mi diedi risposta.....

Saresti disposto a venire e vivere assieme a me ?”

“Mpf... e me lo chiedi?? Senza di me, tu non andresti molto lontano...”-sorridendogli-“E poi dovresti già averlo capito che senza di te io non vado da nessuna parte”.

Creed non potè fare a meno di mostrare tutta la sua felicità- “ allora preparati più in fretta che puoi, partiremo subito!!Io ti aspetterò fuori con la macchina !!!!”- dopodichè uscì, lasciando solo Train.

Dopo una ventina di minuti Train si ritrovò davanti al cancello con in mano una piccola valigia e con lo sguardo rimase qualche minuto a rimirare la villa, pensando a quei pochi ricordi che stava lasciando, finchè il suo sguardo non venne catturato da una coppia di gatti, uno bianco e uno nero, accoccolati l’uno vicino all’altro. Il ragazzo vedendoli,si inginocchiò di fronte a loro per guardarli più da vicino- “Beh..se ci siete voi di sicuro a questo posto non succederà niente..”-sorridendo-.

“Traiiinnnn!!!! Pigrone!! Quanto mi vuoi far aspettare???”-suonando il clacson .

Train si alzò e guardando verso Creed,che era al posto di guida di un fuoristrada - “I gatti non amano la fretta!”, dopo avergli risposto, si voltò ancora un’ultima volta verso la villa...

 (Avevi ragione Saya...la libertà è una cosa fantastica!!!)... poi si diresse verso la macchina e una volta salito, i due partirono, diretti verso una nuova vita.

 

 

  
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