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Autore: fuko chan    22/03/2013    2 recensioni
Cosa sappiamo noi della morte? Ben poco, eppure le domande riguardo ad essa sono tantissime; cosa succederà, dove finiremo, chi troveremo! Il nostro compito più grande è quello di amare la vita, perché non sappiamo mai cosa ci regala il destino!
Partecipante al contest "Drabble- 100 parole per parola" indetto da Beba7 e Mattimeus.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore (sul forum e su EFP): azzu92 e fuko chan.
Titolo: IL SONNO DELL’ANIMA.
Categoria: Originale.
Rating: Arancione.
Genere: Triste, drammatico.
Avvertimenti: Lemon.
Parole usate: ERBA, CONTROLUCE, ARANCIA, CREPUSCOLO, LUCE, DOLORE, MORTE, SONNO.
Note dell’Autore:
 Quando l’ispirazione bussa alla porta, non riesci più a fermare le mani. È stata una dura prova scrivere una raccolta di drubble con un filo logico; ringrazio la mia musa che ogni notte viene a farmi visita, impedendo ai miei occhi di chiudersi.
Introduzione: Cosa sappiamo noi della morte? Ben poco, eppure le domande riguardo ad essa sono tantissime; cosa succederà, dove finiremo, chi troveremo! Il nostro compito più grande è quello di amare la vita, perché non sappiamo mai cosa ci regala il destino!
 
 
Capitolo 1
 

ERBA

 
Un altro giorno che cominciava, e un altro che finiva. L’intenso profumo di erba tagliata penetrava nelle sue piccole narici. Jessica era stesa su quel grande campo verde, stringendo tra le sue mani i verdi filamenti. Era lì, la prima volta che il suo corpo fu rapito da quell’uomo che ormai l’accompagnava da 4 anni. Lacrime salate le rigarono il volto, mentre la sua testa fluttuava tra i nitidi ricordi. Le rimanevano poco più di sette giorni. Ingabbiò tutto il profumo di quella pagliuzza verde; doveva rifarlo, doveva rivivere l’uomo della sua quotidianità tra quell’erba che raccolse il loro peccato.

***

Capitolo 2

CONTROLUCE
 

Corse veloce verso casa, non poteva perdere tempo; Nelle mani stringeva ancora qualche filamento di erba! Salì le scale e si tuffò veloce dentro casa. Il sole cercava di farsi largo tra le fessure delle persiane. Lì, in controluce, seduto sulla poltrona a leggere, c’era lui. Poteva riconoscere benissimo la sua silouette;  i caldi raggi spuntavano da dietro la sua sagoma. Non riusciva a vederlo bene, in quanto impediva al sole di farsi illuminare; ma riconosceva il suo profumo, doveva riviverlo. Si fece spazio tra le sedie, gettandosi sulle sue gambe. “Amami”, gli disse, “amami perché potrebbe essere l’ultima volta!” 

***

Capitolo 3

ARANCIA
 

Arancia. Dentro casa c’era un dolce profumo d’arancia. Era il suo frutto preferito, perché era succoso, facendole pensare alla vita, alla pienezza e alla dolcezza della vita. Sopra le gambe di lui, si sentiva riempirsi di vita! Lui le carezzò le guance, umide da lacrime che non avrebbero smesso di fuoriuscire. Ora riusciva a vederlo bene. Era bello come sempre, con possenti spalle e occhi penetranti. Le carezzò delicatamente le labbra con quelle dita aromatizzate da quel frutto. La baciò, dolcemente. “Sarò sempre al tuo fianco!” esclamò lui perdendosi in silenziose lacrime! Il profumo d’arancia li accompagnò fino a sera.
 

***

Capitolo 4

CREPUSCOLO
 

Avvinghiati in quell’intenso aroma, lei si staccò, gli prese le mani e gli disse di seguirla. Fuori, il sole già cominciava a nascondersi; era ormai arrivato il crepuscolo. Camminarono mano nella mano, fino ad arrivare in quel campo che si era macchiato del loro peccato. “Ora capisco” disse lui. La prese tra le braccia, e tra i colori caldi, e le varie sfumature di quel sereno tramonto, la posò tra l’erba umida. Jessica fissava gli occhi di lui; “fammi tua, come la nostra prima volta”. Si portò sopra di lei, cominciandola a baciare. Fissò il crepuscolo;
tutto si fece magia.
 

***

Capitolo 5

LUCE
 

Luce debole, luce chiara, luce infinita, luce che da la vita. I loro corpi si avvinghiarono in una danza di fianchi. La luna illuminava lo splendido viso di lei. Quella luce, quella dannata luce che avrebbe voluto rivederla per altri cento anni. Vedeva la luna sorriderle, mentre le labbra di lui sfioravano il suo fiore; sentiva salir lento il suo piacere. Ansimava, travolta dalla passione. Sentiva l’erezione di lui, avvicinarsi, entrare, pulsare dentro di sè! Si sentiva viva; come quella luce, che anche se fioca, ancora illumina e non si lascia spegnere tanto facilmente. Lei lottava, lei era luce viva!
 

***

Capitolo 6

DOLORE
 

I loro corpi continuavano a muoversi colmi di piacere, finche lui non venne alla scoperta, sopra il grembo di lei. Poggiò la testa sul suo seno, ansimando. “Ti amo” le disse; una fitta al cuore la divorò. Piangeva, voleva urlare di dolore. Non era fisico, ma dolore nell’anima. Sapeva che quel ti amo poteva essere l’ultimo. Lui la strinse forte tra le sue braccia. Sentiva il respiro perforarle i polmoni, la testa scoppiare. Lo sentiva, forte dentro di sé; quel dolore di una donna che lottava una battaglia ormai persa. Sentiva le membra lacerarsi, l’anima volare; forse era giunta l’ora.
 

***

Capitolo 7

MORTE
 

Cadde a terra esamine. Vide l’oscura signora, portatrice di morte, camminare vicino a lei. L’amato stava correndo con il corpo di Jessica tra le braccia, in direzione dell’ospedale. Voleva dirgli che ormai era tutto finito, che ormai  era tempo di dirsi addio. Cercò di allungare le mani verso di lui, ma sul suo corpo sentiva qualcosa di freddo, traforarla. L’ascia dell’oscura signora calò sulle sue membra, perforandole il cuore. Sentì l’anima staccarsi dal corpo; vedeva dall’alto il suo amato piangere, urlando; non si era accorto che ormai non c’era più nulla da fare! “Addio”, provò ad urlare Jessica. “Ti amo”.
 

***

Capitolo 8

SONNO
 

Vide il suo funerale, i suoi cari, ed il suo amato. Era davvero giunto il momento di salutarsi. Lui guardò verso il cielo, cercandola tra le nuvole. Lei posò le sue labbra su di lui, sapeva che non poteva sentirla. Era arrivata l’ora di lasciare quei momenti ed addormentarsi nel lungo sonno celestiale. Dietro di lei, l’oscura signora. “Addio”, l’ultima parola che ella pronunciò. Il lungo sonno l’attendeva, era solo questione di minuti. Entrò nel cielo, posandosi sopra il grande prato del peccato e sopra la loro dolce casa. Chiuse gli occhi e cadde, cadde in quel sereno sonno, sorridendo.

   
 
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