E quando, tempo dopo tempo il dolore, il ricocordo, comincia a svanire sembra sia stato tutto un bel sogno; e al ricordo una piccola fitta di dolore e un minimo acceno di un sorriso.
E così penso, e rivivo ogni scena, fotogramma per fotogramma, ripetendo le parole, le poche, uniche, parole dette. Pensando sempre a nuove versioni per riempire di parole quel gesto di andarsene solo con un saluto piccolo. Sorridendo, sovrappensiero, lo sguardo perso nel vortice di tutti quei pensieri.
Ogni volta mi rivedo il tuo viso, i tuoi ochhi, i tuoi denti piegarsi in un lieve sorriso.
Tutto quest’orizzonte che si spalanca davanti a me facendomi vivere ancora una volta la magia, e di colpo la sveglia suona e così arriva la consapevolezza che non ti rivedrò più, la consapevolezza di non poter pronunciare il tuo nome, sussurrandolo piano.
Mi alzo, e poi capisco, con uno strano senso di smarrimento che ormai non posso più fare nulla, che la tua presenza qui, quasi fossi accanto a me sparirà come un semplice ricordo, come il ricordo delle notti insonni, i piccoli sorrisi a te dedicati e le lacrime che corrono velocemente sul viso, che poi si spengono in un accenno di lucidità, negando un sentimento che non dovrebbe esistere, che non dovrebbe essere pronunciato, che vorrebbe non essere.